domenica 14 luglio 2013

1969 - Alusa Fallax

Già attivi dal 1965 come gruppo da balera, tramutano nel 1969 il loro nome da "Adelfi" in "Alusa Fallax", ritenendolo commercialmente più elegante...

Intervista con il tastierista Massimo Parretti, di Giovanni Ottone, ott. 2003.

Quali sono le origini del gruppo? Come e perché si è formato?

Il gruppo è nato nel 1969 e ti spiego come. Erano già un paio di anni che io, che frequentavo il Liceo scientifico e studiavo privatamente per dare esami di pianoforte e poi di composizione al Conservatorio di Milano, bazzicavo per le case discografiche e gli studi di registrazione, avevo anche cominciato a collaborare con alcuni arrangiatori di quel tempo, tra cui Augusto Martelli.
Un giorno mi viene proposto da un micro-discografico di ridurre una canzone dall'intermezzo della Cavalleria Rusticana di Mascagni, un brano molto arioso e nostalgico. Ne faccio una canzone in stile Procol Harum, viene dato l'incarico a un paroliere di fare un testo e la canzone è pronta per essere incisa. Come spesso si usava allora, eravamo partiti dalla canzone per poi trovare l'interprete, cosa che risultò poi abbastanza complessa per vari motivi. Si pensò allora di trovare un gruppo esordiente, ed io partecipai alla ricerca.
Un mio compagno di classe al Liceo, Guido Gabet, chitarrista-cantante, era da poco entrato a far parte di un gruppo: gli Adelfi composto da lui, un tastierista, e tre fratelli: batteria, chitarra e basso. Mi invitò ad ascoltarli in una sala prove e devo dire che li trovai molto interessanti, soprattutto per la voglia che dimostravano di impegnarsi per progredire e costruire qualcosa di importante. Per farla breve facemmo un provino scegliendo la voce del batterista, cambiammo il nome al gruppo con quello di Alusa Fallax, che pensavamo potesse attrarre e incuriosire di più e incidemmo il disco. Tutti tranne il tastierista che si rivelò eccessivamente carente su tutti i fronti e non fu in grado di partecipare alla registrazione, dovetti sostituirlo io in studio.

Il disco a 45 giri Dedicato a chi amo ebbe una distribuzione regionale, non mi chiedere perché, non l'ho mai saputo, ma fu distribuito solo in Puglia, dove vendette poco più di 5000 copie, quantità che oggi darebbe un successo nazionale, ma che allora, tempi in cui si vendevano anche un milione di copie, era irrilevante. La cosa servì però per cementare l'amicizia fra di noi, ed io, che fino ad allora non avevo mai voluto entrare in gruppi, poiché preferivo pensare ad una carriera dietro le quinte come arrangiatore e compositore, ben presto entrai nel gruppo sostituendo il tastierista che aveva deciso di abbandonare. Incidemmo altri dischi 45 giri e soprattutto, cominciammo a fare parecchie serate con un impresario di Novara, Gianni Fonio, da qui deriva il nostro rapporto privilegiato con Novara e il Piemonte in genere.
Allora il nostro repertorio era al limite fra l'attrazione e il ballo; nel senso che venivamo ingaggiati nei Dancing per far ballare il pubblico, ma spesso infilavamo qualche brano eclatante, di bravura, durante il quale la gente si fermava volentieri attorno al palco per ascoltarci. Questi anni di "gavetta" sono stati molto utili per capire il pubblico, quali erano le cose che più lo colpivano positivamente, sia dal punto di vista musicale che di atteggiamento sul palco, cosa a cui in futuro abbiamo dato grande importanza per la funzione scenica. Nello stesso tempo sono serviti a noi per amalgamare i nostri gusti, e trovare uno stile personale..

Il primo 45 giri che esce nel 1969 per la West side, Dedicata a chi amo, è un brano melodico, tipico del periodo, dominato dalle tastiere, e caratterizzato da un'introduzione che pare anticipare i Procol Harum di "A salty dog"; sul lato B la più caotica e meno riuscita "Charleston 1923", sorta di revival anni '30. Charleston 1923 nasce sull’onda della moda del momento: il grosso successo cinematografico e discografico di Bonnie and Clyde.

1. Dedicata A Chi Amo
2. Charleston 1923

- Augusto Cirla: voce, batteria, flauto dolce
- Guido Gabet: chitarra, voce
- Massimo Parretti: tastiere
- Mario Cirla: flauto, sax, corno, voce
- Guido Cirla: basso, voce

Tutto passa/Cade una stella, secondo singolo anni '60, pubblicato per la precisione nel 1969 con la piccola etichetta West Side, per gli Alusa Fallax, gruppo di Milano più noto per quello che ha prodotto nel decennio successivo, vale a dire l'album "Intorno alla mia cattiva educazione", pubblicato nel 1974 con la Fonit Cetra, uno dei "classici" del progressive italiano, all'epoca stampato in pochissime copie e  con una copertina molto ricercata, e negli anni successivi oggetto di collezionismo spinto. Poi pubblicato anche su CD.

Tutto passa è presentato in copertina come "adattamento di una ballata pellerossa" e cover di "All My Trials", mentre invece di solito è citata come una cover di "All My Sorrows" dei Searchers.
Per una volta gli Alusa Fallax di Parretti, Gabet (autore dell'adattamento) e dei fratelli Cirla non avevano del tutto torto. Infatti la base di tutto è un motivo popolare raccolto nelle isole Bahamas, quindi non prodotto sicuramente dalla cultura pellerossa, ma probabilmente dalla cultura degli schiavi neri, ma comunque folk. Un brano diventato poi noto anche come canzone di protesta con il titolo appunto "All My Trials" (tutte le mie prove). Il primo gruppo folk revival di grande successo, il Kingston Trio, aveva poi inserito questo brano con testo leggermente diverso e titolo "All My Sorrows" in un loro album del 1959. In seguito è arrivata (nel 1963) la versione degli inglesi Searchers, piuttosto simile, anche se ora eseguita con strumenti elettrici. Quest'ultima è la base per gli Alusa Fallax, dal punto di vista dell'arrangiamento.

Riguardo al testo italiano invece, nessun riferimento (come al solito) alle parole della canzone originale, la prima o la seconda che sia. Le parole inserite non fanno alcun cenno ai pellerossa, a prove da superare o a un sentimento di tristezza, ma, molto più semplicemente, parlano di amori estivi. L'originale invece parlava di tutte le tristezze che una storia finita ha lasciato dietro di sé, con un vago senso di compianto e nostalgia, che è coerente (a differenza della cover) con il tema musicale morbido e rassegnato (e di grande bellezza).

1. Tutto Passa
2. Cade Una Stella

- Augusto Cirla: voce, batteria, flauto dolce
- Guido Gabet: chitarra, voce
- Massimo Parretti: tastiere
- Mario Cirla: flauto, sax, corno, voce
- Guido Cirla: basso, voce

Purtroppo, i primi due 45 giri incisi in stile melodico sotto la nuova denominazione per l'etichetta "West Side", deludono immediatamente le aspettative commerciali del quintetto milanese: vendono poco e vengono distribuiti ancor peggio. Un esordio del genere avrebbe stroncato chiunque, ma i neonati "Alusa Fallax" non mollano, anzi, mettono in moto una strategia di sopravvivenza che col tempo si rivela vincente, che poi è la stessa che adottarono "I Sagittari" prima di diventare i "Delirium". Da un lato, la band continua ad esibirsi pubblicamente come orchestra da ballo; dall'altro, elabora privatamente un discorso d'avanguardia assimilando tutto il meglio del movimento prog che, nel frattempo, sta sfilando sotto i loro occhi.







5 commenti:

  1. Ciao Grog, volevo segnalarti un piccolo errore nel post: la foto sotto al 45 giri "dedicato a chi amo" non raffigura gli Alusa Fallax, bensì gli Osanna...

    RispondiElimina
  2. a dirla tutta, è il Biglietto per l'inferno :-)

    RispondiElimina
  3. o meglio, sopra sono gli osanna, sotto il biglietto!

    RispondiElimina