sabato 16 luglio 2022

Serie "Historic Bands Live in Italy" - Capitolo 78 - The Rolling Stones - Stadio San Siro, Milano, 21 giugno 2022

TRACKLIST CD 1:

01 Street Fighting Man
02 19th Nervous Breakdown
03 Tumbling Dice
04 Out Of Time
05 Dead Flowers
06 Wild Horses
07 You Can't Always Get What You Want
08 Living In A Ghost Town
09 Honky Tonk Women – Band presentation
10 You Got The Silver


TRACKLIST CD 2:

11 Connection
12 Miss You
13 Midnight Rambler
14 Start Me Up
15 Paint It Black
16 Sympathy For The Devil
17 Jumpin' Jack Flash

encore
18 Gimme Shelter
19 (I Can Get No) Satisfaction -Audience


THE ROLLING STONES LINE UP
Mick Jagger – lead vocals, guitar, harmonica, percussion
Keith Richards – guitars, backing vocals
Ronnie Wood – guitars

ADDITIONAL MUSICIANS
Steve Jordan – drums
Darryl Jones – bass
Chuck Leavell – keyboards, backing vocals
Sasha Allen – backing vocals
Karl Denson – saxophone
Tim Ries – saxophone, keyboards
Matt Clifford – keyboards, percussion, French horn
Bernard Fowler – backing vocals, percussion


Premessa
The Rolling Stones in Milan, 55 anni dopo il loro primo tour italiano (era il 1967). Un evento tra gli eventi. Unica data italiana dello "Stones Sixty Europe 2022 Tour". Il concerto di San Siro è freschissimo: stiamo parlando del 21 giugno scorso. Il mio ringraziamento va a Max Zarucchi - Max 1334 che ha il merito indiscusso di avere pubblicato su You Tube l'intero concerto (video e audio). Io mi sono limitato a scomporre il file audio nei 19 brani che costituiscono l'intera scaletta, di corredare il post con alcuni scatti fotografici del concerto milanese  e di mettere il tutto a disposizione degli amici della Stratosfera. Preciso subito che è in "fase di lavorazione" una retrospettiva dedicata ai due primi tour italiani degli Stones, quello del 1967 e quello del 1970. A breve su queste pagine. Le cronache hanno riportato a piene mani il resoconto di questo fantastico concerto dei vecchi leoni (il primo senza Charlie, come ha ricordato Mick Jagger in apertura - ricordiamo che Charlie Watts, lo storico batterista, è mancato il 24 agosto 2021). Fra le tante recensioni ne ho scelta una, molto accurata e dettagliata, pubblicata sul sito "Loud and Proud" a cura di Massimo Incerti Guidotti (che ringrazio e con il quale mi complimento). Eccola qui di seguito.


La recensione del concerto
"La musica – oltre che una forma d’arte unica – è uno strumento di aggregazione straordinario e come tale è anche un business che viene sfruttato ben oltre l’aspetto artistico, soprattutto durante i grandi eventi dal vivo. Io mi rendo conto che i cachet di gruppi come The Rolling Stones siano esorbitanti, e so bene delle grandi perdite subite dal settore dello spettacolo nei periodi di lockdown e delle grandi restrizioni. Al concerto dei Rolling Stones a San Siro, sulla carta, era vietato portare del prodotti gastronomici all’interno dello stadio, secondo le regole gli spettatori non avrebbero potuto entrare nemmeno con uno zaino ma poi, fortunatamente, all’ingresso ci sono state un bel po’ di eccezioni, probabilmente suggerite dall’umana comprensione. L’intento delle regole comunque, al di là di quelle legittimamente mirate a a garantire la sicurezza del pubblico, era chiaro: invitare gli spettatori a fare consumazioni solo facendo le “file da stadio” e con i prodotti (cibo e bevande) venduti all’interno della struttura. Fortunatamente, certe serate sono semplicemente troppo magiche per poter essere rovinate da regolamenti opportunistici, e questa serata milanese rientra decisamente in questa categoria.


Intorno alle 20.00, salgono sul palco di un San Siro già quasi pieno – e ovviamente bellissimo – gli americani Ghost Hounds, una rock’n’roll band texana dalle forti influenze blues. La formazione riempie buona parte dell’immenso stage con dieci musicisti, includendo le tre coriste e una violinista che si aggiungono alla classica formazione a due chitarre e pianoforte. Molto caratterizzante è la bella voce di Tré Nation, che possiede una vena soul che si aggiunge a un timbrica vocale piuttosto vellutata. Il compositore principale del gruppo, il chitarrista Thomas Tull, ha carpito la lezione di grandi del blues come Robert Johnson e Elmore James, ma ha incorporato nel suo songwriting tante altre influenze, da Hendrix a John Fogerty, dal rock sudista al folk americano/country. Pezzi come ‘Bad News’ dal vivo riescono a essere trascinanti e perfetti per scaldare l’audience ma il gruppo mostra di cavarsela anche nei passaggi più melodici. Dal prato, l’acustica non è niente male – a parte un piccolo problema tecnico durante un pezzo – ma degli spettatori seduti sugli anelli hanno riportato una realtà differente, con un impianto audio che avrebbe funzionato solo in parte per una porzione del set. Una buona tenuta del palco fa scorrere piacevolmente la quarantina di minuti a disposizione del gruppo, che lo scorso mese ha pubblicato il terzo studio album, ‘You Broke Me’. Una band poco innovativa ma decisamente da tenere d’occhio.
NDR - L'intera performance dei Ghost Hounds (video e audio) è su You Tube, sempre ad opera del grande Max. La troverete qui.

Ghost Hounds #1

Ghost Hounds # 2

Alle 21.15, dopo un breve video introduttivo dedicato al compianto Charlie Watts, The Rolling Stones salgono finalmente sul palco, a quasi cinque anni dalla precedente esibizione italiana a Lucca. Basta l’iniziale ‘Street Fighting Man’ a fugare ogni dubbio sulle condizioni di Mick Jagger, che ha smaltito il Covid in pochi giorni e appare da subito in una forma vocale quasi sorprendente. Complice la temperatura più mite delle previsioni, con nuvoloni che hanno garantito l’ombra per le ore precedenti allo show, anche il pubblico può assaporare The Rolling Stones in condizioni ideali, anche grazie a un sound che dal prato si rivela assolutamente all’altezza. ’19th Nervous Breakdown’, un pezzo inserito in tutte le scalette di questo tour che celebra i “Sixty” Years della band, ci dà la conferma dell’unicità del frontman, in grado di cantare e muoversi come nessun altro alla sua età di 78 anni. Il resto della band punta molto sulla solidità della sezione ritmica eccellente composta dal drummer Steve Jordan e dal bassista Darryl Jones. Keith Richards è comprensibilmente molto meno mobile di un tempo, ma svolge ancora un ruolo cruciale dando quel feeling umano ai pezzi, imprecisioni comprese, che fanno parte dello spirito del rock’n’roll dal vivo, ed è ben supportato dal fido Ronnie Wood, anche lui meno attivo on stage ma comunque piuttosto affidabile nelle sue parti. Dopo un classico come ‘Tumbling Dice’ e un’altra selezione ricorrente molto intrigante di questo tour, ‘Out Of Time’, con la quale Jagger fa scaldare il pubblico in un bel singalong, gli Stones si lanciano nella prima sorpresa della serata: ‘Dead Flowers’, un pezzo che vede anche Jagger imbracciare la chitarra mentre comincia a cadere dal cielo una refrigerante pioggia (durerà pochi minuti)  che non arriverà mai a infastidire l’audience.



Un momento di grande pathos arriva con l’esecuzione di ‘Wild Horses’, con lo stadio di San Siro a regalare una cornice indimenticabile a un lento di raro impatto emotivo interpretato alla grande da Jagger. Prosegue la parte melodica della setlist con un’altra immancabile hit come ‘You Can’t Always Get What You Want’ che ovviamente trova il supporto vocale del pubblico di San Siro, che per tutto il corso della serata, al solito, è stato intrattenuto dal sempre disinvolto frontman con frasi in italiano preparate ad hoc. L’unico pezzo recente del set è ‘Living In A Ghost Town’ – scritta durante i lockdown – che dal vivo, complice la bravura di Jagger, si rivela ancor più efficace che nella  studio version, con Mick a simulare una sorta di fantasma in uno dei momenti più teatrali dello show. Ma il meglio, dal punto di vista fisico, il vocalist lo regala nella successiva, classicissima, ‘Honky Tonk Women’, dove le influenze blues del rock’n’roll del gruppo diventano irresistibili. Mick canta sempre alla grande, nel suo stile unico, ballando con i suoi inconfondibili movimenti, prima di rendersi protagonista di una corsa spettacolare lungo la lunga pedana centrale (nel frattempo debitamente asciugata), una run al termine della quale il frontman si gira con grazia ed eleganza, per riprendere a cantare come se nulla fosse. A quasi 79 anni questa è magia pura, nonché una grande ispirazione per chiunque pensi che il rock sia solo roba da giovani.



Dopo lo show del vocalist di riferimento dell’intera scena rock mondiale, arriva il momento dell’icona dei chitarristi rock, quel Keith Richards che si presenta subito con la sua frase italiana preferita: “alla faccia di chi ci vuole male!”. Anche da fermo e molto più “imbalsamato” di un tempo, Keith riesce a dispensare lampi di classe sia alla chitarra che alla voce, accompagnato da Ronnie Wood nell’attesa ‘You Got The Silver’. ‘Connection’ è l’altra traccia in cui Keith è il main vocalist ma Mick è già lì che scalpita per tornare sul suo trono con un altro degli evergreen del gruppo, ‘Miss You’, che precede l’immersione totale nel rock blues di ‘Midnight Rambler’. Come di consueto, la canzone viene eseguita in una versione straripante, che dà modo alla formazione di sfoderare tutte le sue qualità, con una menzione per lo storico tastierista Chuck Leavell. Il rock’n’roll più diretto torna con la hit ‘Start Me Up’ che precede quel capolavoro intitolato ‘Paint It Black’, coverizzato da formazioni di ogni genere (incluso l’heavy metal), resa davvero bene da Jagger, con un’intro di Richards meno ispirata di altre occasioni ma fascinosa come poche anche grazie all’accompagnamento di immagini della band da giovane davvero emozionanti.




Sympathy For The Devil’ è un altro pezzo molto particolare e immancabile negli show degli Stones, che la band inglese per l’occasione ha sfruttato anche dal punto di vista commerciale. Una collaborazione speciale con AC Milan ha infatti dato vita ad alcuni capi di merchandising “crossover”, particolarmente sfiziosi per i rocker rossoneri . Il set regolare è stato chiuso sulle note rock fragorose di ‘Jumpin’ Jack Flash’ in cui la chitarra di Richards è tornata grande protagonista così come la sezione ritmica inappuntabile della band, anche se Charlie Watts è comunque mancato durante lo show, e da più punti di vista, sia per il suo drumming semplice ma mai scontato che per il bagaglio affettivo che lo legava al resto della band (le occhiate sul palco e la complicità con gli altri membri della band) e ai fan. Nei bis, grandissimo spazio per una strepitosa Chanel Haynes a duettare sulla pedana con Mick Jagger durante una travolgente ‘Gimme Shelter’ prima dell’anthem rock per eccellenza ‘(I Can’t Get No) Satisfaction’ che ha fatto scatenare anche Paolo Maldini in tribuna. The Rolling Stones hanno dimostrato che il rock non ha età, e in particolare Jagger ha dato una lezione straordinaria a tutte le aspiranti rockstar che si atteggiano senza capire che uno rock show presuppone una partecipazione e una preparazione fisica mostruosa, che il frontman inglese è stato in grado di portare avanti per due ore e dieci minuti – con una stage production rinnovata e di gran classe – senza mai smettere di incitare un pubblico straordinario ripagato da una serata di pura magia".
Buon ascolto e a risentirci con gli Stones anni '60-'70.



LINK CD 1
LINK CD 2

Post by George - Music by Max Zarucchi - Words by Massimo Incerti Guidotti


5 commenti:

  1. Che mirabolante sorpresa, carissimo George! Stavo giusto disquisendo con un amico di tanti artisti che amiamo che vanno verso i 70, 80 anni, mentre le nuove generazioni producono poco o niente di interessante. Viva i Rolling Stones, lode e gloria a Max Zarucchi e Massimo Incerti Guidotti e grazie per avermi fatto apprezzare i Ghost Hounds.

    RispondiElimina
  2. Lunga vita ai rolling anche se, a dire il vero, ripetono e stessi da alcuni decenni.....hanno detto ciò che dovevano dire fra 60 e 70, poi è routine.
    Altri ottuagenari(vedi David Crosby) vivono una seconda giovinezza compositiva, ma non sono molti....
    Comunque sempre un grande show

    RispondiElimina
  3. Sono d'accordo con Osei. Secondo me musicalmente i RS muoiono con Tattoo you e diventano replicanti dell'immagine che il mercato ha creato a uso e consumo dell'industria musicale. Sul fatto che le nuove generazioni non producano nulla di interessante, non credo, le nostre orecchie di 50/60enni sono abituate a quel sound, i giovani a un altro. Non mi sento in grado di valutarli e tanto meno di giudicarli

    RispondiElimina
  4. in effetti ogni generazione ha la sua musica e i suoi eroi musicali. Certo, fatico molto ad ascoltare le nuove espressioni musicali così come mio padre, appassionato di dixieland, faticava, anzi detestava i Roliing Stones e i nostri eroi dell'hard rock. La ruota gira...

    RispondiElimina
  5. Questo post spiega il nome del blog: pubblicare il concerto di milano dei rolling stones è davvero stratosferico, anzi è oltre. Condivido in pieno il commento di George: questa è la musica che mi appartiene, niente di nuovo, ma quella "nuova" non mi dice proprio nulla. Questo è il mondo, questa è la ruota della vita, e grazie al cielo posso ancora apprezzarla. Grazie, grazie, grazie.

    RispondiElimina