TRACKLIST:
01. Introduzione (2:51)
02. Il tempo muta le forme (10:32)
03. Sul bordo dell'abisso (12:34)
04. L'angelo (6:39)
05. Cercando un punto lontano (6:54)
06. Ricorre l'abbandono (13:37)
FORMAZIONE:
Sasha Colautti - voce, chitarra solista
Donald Paljuh - voce, chitarra
Michele Scherlich-/ basso
Raffaele Tenaglia - batteria, percussioni
con
Salvatore di Bella - Fender Rhodes, organo, tastiere
Andrea Massarai - chitarra jazz solo (6)
Il nostro grande
Osel non finisce mai di farci conoscere gruppi di alto valore artistico ma purtroppo passati inosservati. Intanto grazie, amico mio, per questa ennesima condivisione. A proposito di band sconosciute, i J'accuse..! non scherzano. Alle loro spalle un solo album registrato nel 2008 e pubblicato dalla Mellow. Ho trovato un po' di notizie che li riguardano sia su Disods che su ProgArchives. Nello specifico la band proviene da Trieste ed è in attività dagli inizi degli anni 2000. Fin da subito si è distinta per la miscela di rock progressivo con l'hard rock più tradizionale, insomma un ottimo esempio di crossover. A detta degli stessi componenti le loro numerose influenze spaziano dai King Crimson ai Mars Volta, dagli Area ai Tool. Nella produzione troviamo lo zampino di Ciro Perrino, personaggio a noi ben noto (Il Sistema, La Compagnia Digitale, Celeste, ecc.). Influenze a parte, nel corso degli anni in cui hanno suonato insieme sembrano aver trovato la loro strada maestra. In questo loro debut album (purtroppo rimasto un unicum) mescolano con gusto e originalità rock progressivo, psichedelia e post rock costruendo e plasmando "forme musicali" senza tempo su testi evocativi. Una strizzatina d'occhio ad atmosfere jazzate la troviamo nella track 6, "Ricorre l'abbandono", anche grazie all'assolo di chitarra dell'ospite Andrea Massarai.

Come descrivono Colautti & Co, la loro musica? "Suoni acidi e taglienti, vestiti con un mantello claustrofobico di fugace e allo stesso tempo aggressivo - mescolando psichedelia con post rock e hard rock in una miscela progressiva". Mah, quel che è certo è che non si tratta di un disco "facile", che va ascoltato almeno un paio di volte per apprezzarne i dettagli. Come sempre lascio a voi il giudizio.
Buon ascolto.
Post by George & Osel
Non sono un grande amante del new prog italiano (ne ho sentiti di gruppi e molti sembrano da sagra del paese, senza offesa), ma questo album, almeno da un punto di vista strumentale è tanta roba, mi piace. L' unica grande pecca è che nelle prime Tracce la voce rimane sullo sfondo della musica strumentale e sembra che nelle tracce finali il difetto venga risolto. Grazie per la condivisione.
RispondiEliminaC'è molto materiale in circolazione relativo al cosiddetto new prog, con tutte le sue mille sfumature. Ne ricevo molto, ma faccio una attenta selezione (lo so, il giudizio è assolutamente soggettivo) prima di tradurlo in un post. Però, a fianco dei "mostri sacri" del progressive storico, credo sia interessante proporre anche qualcosa di nuovo.
Eliminadobbiamo stare attenti al giochino della nostalgia canaglia.....non tutto ciò che degli anni 70 è buono, poi può avere un significato affettivo per chi,come me , li ha vissuti e ora entra nella terza o quarta età.
EliminaSe ripenso alla miriade di gruppi dell'poca non tutto era oro ....e ,anche adesso, sentire ciò che resta della Pfm o del Banco ,fa tristezza....
Dai pochi commenti alle proposte di new prog vedo che in molti la pensano come Morris , considerando molti gruppi come roba da sagra paesana.....a volte è vero, molte volte no......francamente preferisco di gran lunga certi gruppi nuovi alle ultime produzioni Pfm o Banco, tanto per citarne due...poi, come sempre, è tutto soggettivo e opinabile.
Sicuramente queste proposte new prog sono superiori ad album come Storie Invisibili del Banco, che pur non avendo ascoltato (ed è un peccato perchè sarei curioso) è stata accolta malissimo dalla critica, non solo perchè è molto vicino allo stile pop ma soprattutto per le tecniche di mixaggio definite "dilettantistiche". Questo difetto l'ho notato anche in questa proposta ed un vero peccato perché la prima volta ho apprezzato un album più recente, almeno da un punto di vista strumentale. Come già detto, il difetto stava nella voce che era nello sfondo ed era sommersa dai vari strumenti. In più, la mia "diffidenza" verso questa produzione sta nelle tematiche affrontate: spesso li vedo lontane dalla realtà, ascetiche- astratte, e a me personalmente mi piace sentire canzoni che rispecchiano la realtà. Tranne per qualche eccezione come i Museo Rosenbach e Metamorfosi.
EliminaIn effetti...il missaggio è stato fatto un po' alla buona. Peccato, perché le voci non sono male
RispondiEliminanon sono molto in accordo con Morris.....certo non tutto il neo prog ha spessore, ma questo vale anche per i gruppi d'epoca che non sempre brillavano e ,a riascoltarli adesso, paiono datati e di poca ispirazione......poi ci sono i grandi.....e parliamo di un altra cosa
RispondiEliminaApprezzo oltremodo la proposta di ascolto di band del nuovo prog: a fossilizzarsi nel passato si perde la possibilità di scoprire freschezza e creatività contemporanee. Ad esempio sto riascoltando Cercando un punto lontano ed il suo finale continua a riecheggiarmi nella mente. Grazie Osel e avanti così.
RispondiEliminaCari amici, apprezzo molto questo scambio di idee, molto utile per un confronto. Verissimo quando si afferma che non tutto il materiale prodotto negli anni '70 era oro. Di sonore porcherie ne sono state pubblicate a bizzeffe, ovviamente al fianco di grandi capolavori. Ma la musica di oggi come sta evolvendo? avete mai provato ad ascoltare le proposte musicali odierne, sintonizzandovi sulle emittenti radiofoniche, eccezion fatta per poche mosche bianche quali Radio Freccia, Virgin e poche altre? Una vera spazzatura, musiche inascoltabili per le orecchie di chi è cresciuto, come molti di noi, accompagnato dai suoni degli anni '70 e '80. Ma ogni generazione ha la sua musica e i giovani di oggi non fanno eccezione. Teniamoci quindi stretti i gruppi di new prog (con le tante sfumature che li contraddistinguono) perché sono ancora una boccata di ossigeno in rapporto alla odierna musica di consumo. Tutto ciò detto è giusto fare dei distinguo, degli apprezzamenti e anche delle critiche a questi gruppi che, in ogni caso, si sforzano di riportare la musica su territori fortunatamente ancora elevati. Prova ne è che molte di queste band riescono a malapena a realizzare un solo album sovente autoprodotto. Da parte mia, come ho già ripetuto più volte, cercherò di dare spazio anche ai nuovi gruppi, visto e considerato che abbiamo già pubblicato quasi tutto lo scibile musicale dei passati decenni.
RispondiEliminaSinceramente trovo questi dibattiti molto interessanti, mi ricordano tanto le discussioni che si facevano ai circoli o alle "sezioni", realtà oggi con i social quasi estinte. Il sorrisino sardonico che oggi ho guardando i figli che ascoltano rap o trap è lo stesso che aveva mio padre nei miei confronti, lui che ascoltava musica classica o lirica. Un fatto (anzi, un dato di fatto) generazionale. In effetti il rock anche sopraffino dei gruppi anni 70 impallidisce di fronte alle sinfonie di Mozart o Beethoven. Io credo che la musica abbia una sola funzione: trasmettere emozioni. Ecco perchè anche le opere di Bosch o Caravaggio o Rembrandt sembrano tecnicamente di gran lunga superiori a un Van Gogh o a un Monet, ma questi ultimi mi coinvolgono molto di più. Dobbiamo solo rispettare le generazioni. Quello che non sopporto è il sold out totale (cioè a tutti i concerti) di un Peso Pluma o un Bad Bunny (che sembrano la brutta copia di Julio Iglesias, e ho detto tutto). Concerti che vanno dagli 80 ai 200 euro a biglietto. Questa è la legge del mercato, purtroppo...
RispondiElimina