Dopo una breve parentesi, eccoci giunti alla seconda e ultima parte del "super post" realizzato dal nostro amico Giudas. Ci eravamo fermati al 2009 con la pubblicazione di "The Movie Concert". Ma la storia non finisce qui. Lasciamo che sia Giudas ad illustrarci il resto.
Passano un bel po’ di anni e di esperienza accumulata. Ed esce, a dieci anni di distanza dal precedente, il suo terzo lavoro.
Con la chitarra (2019)
TRACKLIST:
01. Xmas Song - 4:21
02. Zigadezua - 4:21
03. One for Marcel - 4:01
04. U-Friends - 3:42
05. Kikko - 3:27
06. Serenata Genovese - 3:29
07. July - 4:48
Anche in questo album, che riassume gli sviluppi tecnici nel frattempo accumulati, si predilige la chitarra in solitaria in modalità fingerstyle. Ma è col lavoro successivo, “Vulcano”, che l’anatroccolo diventerà finalmente cigno.
Vulcano! (2019)
TRACKLIST:
01. Nottetempo - 5:42
02. Vulcano! - 5:17
03. Prayer - 3:11
04. Vele di Settembre - 4:39
05. Danza bianca - 5:26
06. Seven secrets - 4:06
07. Mermaid's Waltz - 3:48
'8. Joshua - 3:24
09. Ant-one - 5:06
10. Reds - 4:02
I brani sono molto più maturi e in alcune parti si abbandona l’uso solitario della chitarra in favore di una orchestrazione polistrumentale come nel caso di “Reds”, l’ultimo brano che, per quel poco che può valere la mia opinione, vale da solo l’intero CD. Da qui in poi iniziano le collaborazioni, che sfociano con “Umanitaria”
Umanitaria (acoustic) - con Marco Messina (EP, 2023)
TRACKLIST:
01.This War (acoustic) - 2:03
02. Why (acoustic) - 3:45
03. Winter Pond (acoustic) - 0:47
04. Umanitaria (acoustic) - 3:19
Questo ultimo lavoro, un breve EP, vede Paolo Sereno collaborare con Marco Messina in quattro brani in tutto, molto ben sviluppati.
SEZIONE FINALE: INEDITI AUDIO E VIDEO
Durante il concerto di Margherita di Savoia sono stati suonati alcuni brani di cui non ho trovato alcun riferimento nella sua discografia (ad esempio “Falangi”). Ho ricontattato Paolo chiedendogli chiarimenti e, lasciando la parola a lui “Falangi non ha incisioni, alcuni video sono sulla mia pagina YouTube - è un brano nella moda "visual" che ha preso tantissimo piede a partire dalla fine degli anni 90 - è un brano che all'ascolto non può far intendere il gesto virtuosistico del suonare due strumenti contemporaneamente e che invece è particolarmente eccitante veder suonare dal vivo; stessa cosa con il brano "This War" dove suono la chitarra con le dita e l'arco del violino modificato - là è stato Marco Messina a insistere che lo inserissi nel nostro CD”.
A questo punto è iniziata la caccia ai brani visual (non sapevo che esistesse questa sotto-sotto categoria musicale) – ne ho raccolti alcuni, molti dei quali sono cover (drasticamente reinterpretate) di altri brani.
Dei brani visual originali vi allego sia il brano audio che il video (andateli a vedere, è una esperienza). Delle cover vi allego sia il brano in fingerstyle che quello originale. Di fatto ne propongo due. Il primo è proprio “Falangi”, sia in versione audio che video (registrato durante una esibizione teatrale – guardatelo che è uno spettacolo!). Il secondo è una cover di “Forbidden Colours” (conosciutissimo) del purtroppo prematuramente scomparso Ryuichi Sakamoto, di cui vi allego anche l’originale.
Una menzione a parte merita il brano “Falangi” per la storia che c’è dietro e che Paolo ha voluto farci sapere. In prima battuta il brano prende il titolo da un suo amico bolognese, Federico Falangi, persona quanto meno originale, che una volta ha deciso di fare Bologna – Marrakesh in auto, usando però una Citroen Dyane 2CV. Più che un auto, un dinosauro, vista l’epoca da cui proviene. Neanche Paolo sa quante volte questa macchina si sia fermata durante il percorso, ma una volta si fermò in pieno deserto (benzina finita !!!). Con molta fortuna il Falangi trova un distributore e, quando si avvicina, scopre che il titolare dell’esercizio – un giovanotto – stava suonando delle percussioni usando solo le dita (ironia della sorte le falangi, appunto). Al rientro in Italia racconta l’avventura all’amico Paolo, che ne trae ispirazione per una sua composizione. E il brano composto da Paolo infatti è particolarmente percussivo proprio per l’uso, sulla cassa della chitarra, delle falangi (quelle sue stavolta) … ! Tre coincidenze in un solo brano …
Per pura curiosità personale ho voluto fare un esperimento che ha coinvolto alcuni amici “ottimi conoscitori di musica secondo loro”. Agli stessi ho fatto ascoltare alcuni brani di Paolo Sereno (senza dare ovviamente alcuna informazione) invitandoli a dirmi quanti musicisti suonassero in quel momento a loro giudizio. La risposta è stata invariabilmente tra i tre ed i quattro. Quando poi giravo lo schermo del portatile per far loro vedere il live da cui era tratto il brano beh … l’espressione diventava davvero diversa. Ed incredula…Come molta musica di nicchia – e questa lo è – il primo ascolto lascia sostanzialmente indifferenti. Un successivo ascolto consente di entrare meglio nelle atmosfere armoniche e di apprezzarne maggiormente i contenuti. E’ sempre così. Inutile dire che, se volete approfondire, trovate in rete molto altro materiale soprattutto video.
Questo artista mi era completamente sconosciuto e l’averlo ascoltato è risultata una gradevole sorpresa. Non so se invece fosse già noto agli amici della Stratosfera – fatemi sapere se ero l’unico scemo a non conoscerlo o se invece sono stato sino ad ora in buona e affollata compagnia.
Da parte mia, come sempre, il solito e sincero abbraccio musicale – Vostro Giudas
LINK Con la chitarra (2019)
LINK Vulcano (2019)
LINK Umanitaria (2023)
LINK Inediti audio-video
Post by Giudas (with the help of George)
come volevasi dimostrare......nei pezzi con più strumenti si raggiungono vette musicali notevoli
RispondiEliminaProposta graditissima, ho apprezzato molto i brani Reds, Why, This war e Falangi, che mi ricorda qualcosa del duo chitarristico Rodrigo e Gabriela. Grazie mille a George e Giudas.
RispondiEliminaOra che il post pubblicato è completo, posso aggiungere qualcosa anche io.
RispondiEliminaOsel ha perfettamente centrato il punto - uno strumento solo, per quanto si possa “armeggiare”, alla lunga stanca. E vale per ogni strumento, pianoforte compreso.
Un prossimo post in preparazione (mi faccio un po’ di pubblicità come per i trailer del cinema) sarà su Danny Trent - siamo nello stesso ambito, anche se per questo prossimo artista (sentirete e giudicherete) si ha che il suo privilegiare le armonie, più che la dote tecnica, attenua il “logorio da strumento solista”, in quanto spazia dal blues al rock al folk e così via.
A me premeva presentare in questa sede un artista appartenente ad una scuola stilistica, molto moderna e sconosciuta a molti (me compreso, sic … !), che ha modificato il modo di usare la chitarra - e ritengo che il tempo ci riserverà ancora ulteriori invenzioni in materia - vedremo.
Se comunque vi è piaciuto, non posso che essere felice - sappiate che Paolo Sereno ha molto gradito il post (meno male …) - vostro Giudas
Bravo, Paolo Sereno!
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