domenica 17 marzo 2024

Faveravola - La Contea dei cento castagni (2006)

 

TRACKLIST:

01. L'antefatto - 4:50
02. Lo specchio - 7:40
03. La contea dei cento castagni - 4:40
04. La foresta degli Elfi alati - 9:12
05. L'incontro - 4:45
06. Il sogno - 4:36
07. La piana dei temoli del Livenza (voce Aldo Tagliapietra) - 9:44
08. Lo scontro - 7:43
09. Danza di Messer Reale e Madonna Fantasia - 4:21
10. Leggenda della foglia, della vita e del vento - 4:46
11. Neorinascimento - 5:31
12. La strada ai confini di... - 5:08

Bonus Track
13. Voices In The Sky (dalla compilation "Higher and Higher - A Tribute To Moody Blues" (2005)


FORMAZIONE:

Franco Violo / vocals
Tiziana Carraro / vocals
Alessandro Bonotto / acoustic guitar
Gianluca Tassi / electric guitar
Giancarlo Nicorelli / keyboards, narrator, composer
Consuelo Marcon / violin
Luca Boldrin / concert flute
Ivan Durighetto / flute
Nicola Durighetto / flute
Adriano Durighetto / bass
Paolo Coltro / drums, percussion

with:
Aldo Tagliapietra / voice (7)


Dopo lo sconfinamento nel campo del jazz e jazz rock ritorniamo alle atmosfere più consuete del progressive rock, Lo facciamo con un gruppo autore di un solo album (almeno fino ad un paio di mesi fa), "La Contea dei cento castagni", pubblicato nel 2006 dall'etichetta Locanda del Vento. I Faveravola, originari di Treviso, sono attivi sin dagli anni '70, ma solo nel 2006 sono riusciti a realizzare il loro primo disco. Come si può vedere la formazione è molto nutrita, con chitarre elettriche e acustiche, tastiere, flauti e violino, basso e batteria. Le 12 tracce sono incentrate su un sinfo-prog piuttosto morbido, che ricorda non poco Le Orme, il folk medioevale di Angelo Branduardi e per citare gruppi stranieri i Procol Harum e i Moody Blues. Non a caso Aldo Tagliapietra, con la sua inconfondibile voce, è ospite nella traccia 7, "La piana dei temoli di Livenza" e i Faveravola hanno contribuito con una traccia (Voices In The Sky) alla compilation "Higher and Higher (A tribute To Moody Blues)" pubblicata dalla Mellow nel 2005 (qui postata come bonus track).. 


Non avendo altro da aggiungere, vi riporto qui di seguito la recensione scritta da Peppe Di Spirito, pubblicata sul sito "Arlequins". 

"A volte la copertina di un disco fa già capire tutto. Prendiamo quella de “La contea dei cento castagni”: paesaggio fiabesco e un po’ bucolico, un castello all’orizzonte, alberi dalla forma umana, piccole fate ed un cavaliere pronto a seguire un sentiero. D’altronde è arcinoto che il fantasy tolkieniano è sempre stato una fonte di ispirazione per molti musicisti che si sono avventurati nel prog. I Faveravola esordisco con questo conept-album inevitabilmente fiabesco e, pur mantenendo certi cliché tipici di certo rock sinfonico, riescono a raggiungere un risultato molto buono. C’è tutto ciò che un appassionato del genere adora: quel romanticismo un po’ genesisiano, un po’ mediterraneo e un po’ medievale, quelle melodie calde tipicamente italiane (anche il cantato è in madrelingua), quelle combinazioni strumentali che vedono intrecci e solos epici, un’atmosfera costantemente incantata, accenni di folk con piacevoli momenti acustici, quelle sonorità vintage che vedono accanto all’utilizzo della classica strumentazione rock anche flauto e violino. 



I brani sono costruiti elegantemente e si vede che sono eseguiti da musicisti navigati (attivi dagli anni ’70, ma solo da poco approdati ad un nucleo stabile che ha potuto finalmente fare il suo debutto), bravi ad ammaliare a volte con impasti elettroacustici di ampio respiro, a volte con semplici e dirette melodie, a volte con affascinanti contaminazioni di rock e classica. Un difetto, comune a molti gruppi italiani come noto, è un cantato non sempre all’altezza, anche se in una traccia troviamo un ospite d’eccezione che risponde al nome di Aldo Tagliapietra. Su questa colonna sonora la band racconta la sua favola, con passione, con umiltà, con trasporto. E ci coinvolge in una sorta di viaggio spazio-temporale verso un passato musicale che ha affascinato non pochi appassionati di progressive rock. Potete dire quanto volete che è una proposta retrò, quando la qualità è così elevata la cosa migliore e ringraziare con un caloroso applauso".



Stiamo per concludere. A sorpresa, ancora una volta, è il caso di dirlo, i Faveravola hanno realizzato il loro secondo album, dopo 18 anni di silenzio, pubblicato il 15 gennaio scorso sempre dall'etichetta La Locanda del Vento, dal titolo "Castrum Zumellarum". Da ascoltare assolutamente. Il mio ringraziamento finale va all'amico e collaboratore Marco Osel che mi ha inviato i file di questo notevole album. Grazie amico mio. E' tutto, cari amici. Vi lascio col mio consueto buon ascolto.


LINK

Post by George - Music by Osel

martedì 12 marzo 2024

Enrico Intra Trilogy: 1972-1974 -1976 (vinyl)

 

Ci sarebbe sicuramente molto, anche troppo da scrivere su un mostro sacro come Enrico Intra, pianista, compositore, direttore d'orchestra, tra le stelle più luminose nel panorama jazz italiano. Enrico Intra, milanese di nascita, oggi quasi ottantenne, nel corso del suo lungo percorso musicale ha composto album meravigliosi, a cavallo tra jazz, rock jazz e sonorità europee, ha collaborato con musicisti del calibro  di Franco Cerri, con cui ebbe un lungo sodalizio musicale, Severino Gazzelloni, Pino Presti, Tullio De Piscopo, Gerry Mulligan, Chet Baker, Milt Jackson e molti altri. Lo ricordiamo anche come uno dei fondatori  dell’Associazione Culturale "Musica Oggi", nonché responsabile dei Civici Corsi di Jazz di Milano. Grazie allo sviluppo di una poetica tesa all’incontro tra il linguaggio più squisitamente jazzistico e la musica europea contemporanea di matrice colta, Intra viene considerato tra i primi musicisti italiani ad elaborare un concetto “europeo” di jazz. Come scrive Rockit "le sue composizioni si configurano come vere e proprie sfide a schemi formali ed espressivi consolidati, spaziando tra molteplici generi musicali senza perdere però la propria riconoscibilità artistica".


Decano del pianoforte jazz, Enrico Intra ha attraversato da protagonista mezzo secolo di musica realizzando storici album quali Archetipo, Messa d’Oggi, Jazz in fabbrica, To the Victims of VietnamNuova Civiltà (con il grande sassofonista Gerry Mulligan). Dalla seconda meta degli anni ’80 si + avvicinato al mondo della musica elettronica, elaborandone un utilizzo sempre originale e del tutto personale. dimostrando la sua duttilità e versatilità e la capacità di dialogare, musicalmente parlando, con le nuove generazioni. Significativa in tal senso è la sua attività per "Sound Project", e nello specifico nelle performance live con Alex Stangoni. Oltre alla pluriennale partecipazione a jazzMi e Piano City, il Maestro ha portato in scena “L’importanza di chiamarsi Enrico” insieme a Enrico Rava ed Enrico Pieranunzi per un concerto speciale, con pezzi originali dei tre grandi jazzisti e altri provenienti dal songbook italiano. 


Per realizzare questo tributo a Enrico Intra ho selezionato tre album. che trovo particolarmente significativi (mio giudizio personale, naturalmente) risalenti agli anni '70, realizzati con uno stile a cavallo tra jazz tradizionale e jazz rock. I dischi (perché di vinile trattasi) risalgono al 1972, 1974 e 1976. E ora passiamo alla presentazione.

Enrico Intra - Nuova Civiltà - Jazz in fabbrica (1972)


TRACKLIST:

Lato A
01. Nuova Civiltà pt.1 - 19:00

Lato B
02. Nuova Civiltà pt.2 - 19:00


MUSICISTI

Enrico Intra - piano
Carlo Milano - contrabbasso 
Carlo Sola - batteria 
Giancarlo Barigozzi - sax tenore 
Sergio Fanni - tromba, trombone



Questo concerto venne registrato dal vivo il 31 ottobre 1972 all'interno dell'azienda Ratti di Guanzate, in provincia di Como, ed è uno dei primi esperimenti di concerti in fabbrica registrati e pubblicati da una etichetta discografica (nel caso specifico la piccola etichetta Eccetera). Il quintetto guidato da Enrico Intra realizzò due suite intitolate "Nuova Civiltà", una per ogni facciata, dalle marcate atmosfere jazz, anche se non mancano le sperimentazioni. Da sottolineare la presenza del sassofonista Giancarlo Barigozzi, con il quale Intra collaborò per molti anni. L'album, a nome "Gruppo Enrico Intra" è stato ristampato nel 2021, solo in vinile 180 gr., dalla Cinedelics Records, in tiratura limitata 400 copie. E' comunque facilmente reperibile sulle principali piattaforme on line.

Enrico Intra - To The Victims Of Vietnam (1974)


TRACKLIST:

Lato A
01. 1° Movimento
02. 2° Movimento
03. 3° Movimento

Lato B
04. Elettronica
05. 4° Movimento
06. Finale


Uno degli album (in questo caso un mini album) più interessanti e particolari di Enrico Intra. Sottotitolato "Opera di musica totale".il disco si fonda su 4 movimenti, un perfetto connubio tra orchestra, fiati e strumenti elettrici. L'apertura riporta all'Eumir Deodato dei tempi migliori, con intro orchestrale in crescendo e con l'ingresso di basso e percussioni. Il clima generale è cupo ma non poteva essere altrimenti in un album dedicato alle vittime del Vietnam. L'album è un nel mix di passaggi orchestrali di estrazione classica con ritmi fusion. Il secondo movimento ha un bell'assolo di piano atonale, mentre il terzo raggiunge un climax più "allegro" con gli strumenti al completo e un assolo di sax. Purtroppo i musicisti  non sono indicati in copertina.  La sezione finale dell'album resta fedele alla linea. Il disco venne pubblicato nel 1974 dalla Rifi e mai più ristampato. Una buona occasione per ascoltarlo e (speriamo) apprezzarlo. 


Gerry Mulligan meets Enrico Intra  (1976)


TRACKLIST:

Lato A
01. Nuova Civiltà (E. Intra) - 21:08

Lato B
02. Fertile Land (E. Intra) - 5:17
03. Rio One (G. Mulligan) - 4:22
04. Champoluc (E. Intra) - 5:18


MUSICISTI

Gerry Mulligan - sax baritono
Enrico Intra - piano
Sergio Farina - chitarra
Pino Presti - basso elettrico
Tullio De Piscopo - batteria
Giancarlo Barigozzi - sax tenore, flauto


Ed eccoci giunti all'ultimo album selezionato per questo post tributo a Enrico Intra. Venne pubblicato nel 1976 dalla Produttori Associati e ristampato nel 1984, sempre e solo in vinile, dalla Pausa Records. Le 4 tracce sono il frutto della collaborazione tra Intra e il grande sassofonista Gerry Mulligan (scomparso nel 1996): una traccia composta da quest'ultimo, le altre tre da Enrico. La summa di questo disco, un capolavoro del rock jazz, risiede nella suite "Nuova Civiltà", che occupa l'intera prima facciata, con una durata di oltre 21 minuti. La formazione è a dir poco eccezionale: oltre al già citato Gerry Mulligan al sax baritono, troviamo Giancarlo Barigozzi al sax tenore e flauto, Luca Presti al basso elettrico, Sergio Farina alla chitarra e uno strepitoso Tullio De Piscopo alla batteria. 



Gerry Mulligam, Pino Presti e Enrico Intra

"Gerry Mulligan Meets Enrico Intra" venne registrato nell'ottobre 1975 negli Studi Ricordi di Milano. 
Si trattava del secondo album registrato da Mulligan in Italia dopo "Summit-Reunion Cumbre", realizzato con Astor Piazzolla nel 1974, e venne considerato il disco più rilevante inciso dal sassofonista con una formazione italiana. Sempre nel 1976 venne pubblicato anche negli Stati Uniti con l'etichetta Pausa Records e in Germania con l'etichetta Teldec Records. 

Si conclude qui, cari amici, questo omaggio a Enrico Intra, sicuramente un po' fuori dagli schemi della tradizione della Stratosfera (ma quante volte siamo andati fuori dagli schemi?). Vediamo se riscuoterà il vostro gradimento. Non mi resta che augurarvi buon ascolto.

Gerry Mulligan

LINK Jazz in fabbrica (1972)
LINK To The Victims Of Vietnam (1974)
LINK Gerry Mulligan meets Enrico Intra (1976)

Post by George

sabato 9 marzo 2024

Altomare & Bollani - Gnosi delle Fanfole (1998)


TRACKLIST:

01. Il lonfo
02. E gnacche alla formica
03. Ballo
04. Fiore secco in libro vecchio
05. Il giorno ad urlapicchio
06. Prato
07. Budrioso meriggio
08. Via Veneto
09. Dialogo celeste
10. Le pietre rare
11. Chiesa
12. Gnosi
13. Che fanno?
14. Gli Arconti dell’Urazio
15. Il vecchio Troncia
16. Solstizio d’estate
17. Circuito dell’anima
18. Fanfolando
19. Bottiglie

Bonus track edizione 2007
20. Il giorno ad urlapicchio (voce recitante Fosco Maraini)


MUSICISTI:

Massimo Altomare - voce, chitarra
Stefano Bollani - voce, piano, fisarmonica
Emy Berti - voce
Beatrice Bianchi - violino
Mirko Guerrini - sax, flauto, clarinetto
Riccardo Onori - chitarra
Milko Ambrogini - basso
Walter Paoli - batteria, percussioni
Riccardo Pangallo - voce rap (track 13)


Cosa significa "Gnosi delle fanfole"? Niente, assolutamente niente, dal momento che è un linguaggio inventato di sana pianta. Il creatore di questo linguaggio è Fosco Maraini,  "grande viaggiatore che di lingue ne sapeva una dozzina. Essendo una persona che guarda sempre avanti, negli anni ’60 decide di inventarsene una tredicesima e di dotarla di fonemi e suoni scelti in base al gusto che creano rimbalzando sul palato, affacciandosi alle labbra e depositandosi nell’ orecchio. Ed ecco le Fanfole, componimenti poetici scritti in un italiano parlato in un universo parallelo e che ha molteplici e cangianti significati. Sul finire degli anni ’90, ecco il disco in cui il cantautore Massimo Altomare insieme al pianista Stefano Bollani le mettono in musica. Adesso il tutto ha una seconda vita in questo libro-disco del 2007, impreziosito dalla voce di Fosco, e l’ universo parallelo da lui immaginato si tinge dei colori della malinconia gioiosa. Forse questa lingua è una lingua del passato, ma potrebbe essere invece nuova, fresca e fondante, visto che quella che emerge a tratti ascoltandola è nostalgia del futuro, di un mondo in cui ci accolgono lenuli ripagni e i giorni sono tutti gnacchi e timparlini" (fonte sito web di Stefano Bollani)


Il lonfo non vaterca nè gluisce
e molto raramente barigatta
ma quando soffia il bego a bisce bisce
sdilenca un poco, e gnagio s’ archipatta

Altomare e Bolani hanno condensato in 19 tracce le poesie scritte da Fosco Maraini, impresa non sicuramente facile. in un disco decisamente godibile, pur non essendo certamente un capolavoro della musica, pubblicato nel 1998 e ristampato nel 2007 (venduto insieme al libro). L'album è stato recensito da numerosi siti. Ho trovato particolarmente interessante la recensione del 2007 pubblicata su "All About  Jazz" che vi riporto parzialmente. 


"La Gnòsi delle Fanfole è una stupenda raccolta di poesie di uno straordinario personaggio, Fosco Maraini (scomparso nel 2004), scienziato naturale, letterato, viaggiatore, grande conoscitore dell’oriente, insegnante di lingua e letteratura giapponese, padre della scrittrice Dacia Maraini, infine inventore della “poesia metasemantica”, composta di termini inventati, privi di senso se non per quello, obliquo, conferito ad essi dal loro stesso suono. Chi prenda in mano il libro di Baldini Castoldi Dalai rimarrà immediatamente folgorato fin dalla prima poesia, “Il lonfo”. Il quale - vi si legge - “non vaterca né gluisce / e molto raramente barigatta, / ma quando soffia il bego a bisce bisce / sdilenca un poco, e gnagio s’archipatta”... 

Fosco Maraini

Di fronte a ciò, non stupisce che un geniale burlone come Stefano Bollani, grande giocoliere dei linguaggi non solo musicali, abbia adocchiato la Gnòsi delle Fanfole già molto tempo fa, quando a metà anni ’90 decise di metterla in scena assieme alla voce e alle chitarre di Massimo Altomare, suo collaboratore in numerose eclettiche avventure. Al centro dell’idea musicale, per rimanere prossimi allo spirito della “metasemantica”, il tentativo “di comporre canzoni che ricordassero qualcosa di già esistente senza sconfinare nel plagio giocando a inventare un mondo dove gli elementi erano riconoscibili ma venivano usati in maniera diversa, per creare sonorità inedite. 


Riunito un gruppo di musicisti (tra i quali già figurava Mirko Guerrini, ancor oggi suo frequente compagno di viaggio, e tra gli altri la violinista Beatrice Bianchi, il chitarrista Riccardo Onori, il contrabbassista Milko Ambrogini e il batterista Walter Paoli) che all’epoca proposero spesso il lavoro anche dal vivo, il disco uscì nel 1998 per una piccola etichetta, la Sonica, che fallì subito dopo. Ne furono vendute solo 1200 copie, nonostante la genialità, l’ottimo risultato - molti i brani nei quali la ricerca di sonorità inedite nella loro riconoscibilità riesce nel suo intento - e il plauso dello stesso Maraini - “Avevo sempre sognato qualcosa di simile! Ora posso finalmente ringraziare Massimo Altomare e Stefano Bollani d’aver risposto telepaticamente al folle silenzioso invito” - che del resto aveva sempre detto che la poesia metasemantica necessitava di esser letta ad alta voce, se non cantata.

la copertina dell'edizione originale del volume

Ma il ricordo rimase, spingendo molti a chiederne una riedizione. Uscì nel 2007, non come semplice disco, ma come libro di poesie con CD allegato. La registrazione è stata in parte rivista, ma - a detta degli autori - rimane nella sostanza fedele alla prima. L’aggiunta forse più toccante è la traccia (NDR - qui come bonus track) nella quale, con l’accompagnamento di Bollani al pianoforte, è lo stesso Maraini a recitare "Il giorno ad urlapicchio"  con la sua voce e il suo accento toscano, che - come ancora annotano Bollani ed Altomare - “in bocca a lui, che parlava dodici lingue e aveva girato il mondo, sembra venire davvero dai maberi di un tempo agglutinato”.
E' tutto. Prima di lasciarvi mi corre un ringraziamento al nostro amico Luca, che mi ha inviato i file dell'album. A voi tutti auguro buon ascolto

la copertina dell'edizione 2007 (libro + CD)


Post by George - Music by Luca

mercoledì 6 marzo 2024

Serie "Just One Record" - Slogans - Photosynthesis (1984 - ristampa 1993 con bonus tracks)


TRACKLIST:

001. La festa del tiranno
02. With The Sun We Hide
03. Bianca
04. Old Family
05. Aspetto il giorno
06. Corri nel vento
07. Fastum
08. Smiling Sun
09. Con la tua musica
10. L'altra faccia

Bonus tracks live in studio
11. La festa del tiranno
12. Fastum
13. Fotosintesi
14. L'altra faccia
15. Old Family

back cover CD

FORMAZIONE:

 Michele Bianchin - sintetizzatori
Silvia Bizzotto - voce solista
Marco Carlesso - batteria
Roberto Gamo - voce solista, chitarre
Palmiro Gnoato - basso
Ivano Tolio - pianoforte, sintetizzatori, cori


Grande album, nel migliore progressive rock style, pubblicato però decisamente fuori tempo. Era il 1984 e il prog era purtroppo relegato ad un fenomeno per nostalgici, salvo essere rivalutato e riproposto negli anni successivi. Per nostra gioia. Gli Slogans, un sestetto di Bassano del Grappa, pubblicarono questo unico album dal titolo "Photosynthesis", autoprodotto, ovviamente in vinile. Venne ristampato 9 anni più tardi dalla Mellow con l'aggiunta di 5 bonus tracks. Si tratta di 5 brani registrati dal vivo in studio, tra cui un inedito, "Fotosintesi", che non appariva sul disco originale. Le registrazioni sono avvenute negli Art Music Studios di Bassano del Grappa tra l’ottobre 1983 ed il marzo 1984. .
La band era incentrata sul chitarrista Roberto Gamo e sul tastierista Ivano Tolio e le loro composizioni si richiamavano a gruppi storici del progressive italiano, tra cui la Locanda delle Fate, con la quale vi sono forti richiami. Nel complesso si tratta di un ottimo album che non sfigura per nulla se messo a confronto con i grandi nomi del prog inostrano anni '70. Ne approfitto anche per ringraziare l'amico Cimabue che aveva pensato bene di inviarmi i 10 file del vinile originale. Con l'aggiunta delle bonus track ora abbiamo proprio tutto. 
Buon ascolto.

back cover LP


Post by George (with the help of Cimabue)

domenica 3 marzo 2024

Semiramis - Frazz Live (2017) plus Bonus CD Live


TRACKLIST:

01. Quattro fili - 0:51 / La bottega del rigattiere - 9:44
02. Fragile involucro - 0:48 / Luna Park - 5:01
03. Ombre di ritorno - 0:46 / Uno zoo di vetro - 8:21
04. Foglio bianco - 0:53 / Per una strada affollata - 8:34
05. Il silenzio di bambini - 0:52 / Dietro una porta di carta - 7:14
06. La verità non serve - 0:55 / Frazz - 6:32
07. Circo universo - 1:16 / Clown - 6:59
08. La fine non esiste - 1:14 / Morire per guarire - 8:52

Bonus Track solo sul CD
09. Mille universi - 5:21


FORMAZIONE:

 Rino Amato - piano, organo, synth
Maurizio Zarrillo - synth, voce
Vito Ardito - voce, chitarra acustica
Antonio Trapani - chitarra elettrica
Ivo Mileto - basso
Paolo Faenza - batteria, vibrafono, voce
Giampiero Artegiani - chitarra acustica, narrazione


La pubblicazione dell'ultimo lavoro in studio dei Semiramis, uscito per la Vinyl Magic il 23 febbraio scorso (titolo "La fine non esiste"), album bellissimo che riporta la band ai tempi eroici del progressive italiano anni '70, mi ha portato a riscoprire il precedente album del 2017. "Frazz Live" venne pubblicato dalla Black Widow in confezione CD + DVD. L'album ripropone integralmente quel grande disco, una delle gemme del progressive rock italiano, risalente al lontano 1973, che si intitolava "Dedicato a Frazz". La registrazione live è avvenuta al La Claque di Genova il 22 aprile 2017. Faccio presente altresì che il vinile, intitolato "Dedicato a Frazz Live", venne incluso nel 2021 nella collana "Prog Rock Italiano", pubblicata dalla De Agostini. Di seguito la copertina. La registrazione live contiene un inedito, "Morire per guarire", posto in chiusura. Il CD contiene inoltre un altro inedito, registrato in studio dalla nuova formazione dei Semiramis, Titolo: "Mille universi".


Questo album live rappresenta il ritorno dei Semiramis dopo ben 44 anni dalla pubblicazione di "Dedicato a Frazz". Su iniziativa dello storico batterista Paolo Faenza la band è tornata sulla scena con una nuova formazione che include altri due veterani, Maurizio Zarrillo e Giampiero Artegiani. Purtroppo sarà l'ultimo concerto con Zarrillo che morirà due mesi dopo, Stessa sorte toccherà nel 2019 a Giampiero Artegiani. Il gruppo, nonostante gli eventi luttuosi, ha ripreso l'attività live, rimaneggiando ancora la formazione, per giungere alla bella novità di quest'anno, il secondo album in studio della loro carriera. Acquistatelo perché ne vale veramente la pena. Tra l'altro il brano di apertura del nuovo album, intitolato "In quel secondo regno" è la nuova versione ri-registrata della bonus track "Mille universi". 



Sempre in tema di attività live, ho scaricato dal tubo alcune tracce registrate nel 2017 in Giappone e nel 2021 in studio. Ne è nato così un mini CD live che, spero, sia di vostro gradimento. 

Semramis - Bonus CD Live (2017-2021)


TRACKLIST:

01. La bottega del rigattiere (live in Japan, 12.08.2017)
02. Luna Park (live in Japan, 12.08.2017)
03. Uno zoo di vetro / Per una strada affollata (Live in Japan, 12.08.2017)
04. La bottega del rigattiere (live Trasimeno Prog Festival, Castiglione del Lago, 20.08.2021)

Live at Soul Sound Studio, 01.05.2021
05. Frazz
06. La bottega del rigattiere
07. Luna Park



Se volete fare un ripassino e ripercorrere la storia musicale dei Semiramis vi invito a leggere quanto scritto dal nostro amico Augusto Croce sulle pagine di "Italian Prog" (dal quale ho tratto alcune foto qui postate). Bene, è tutto. Nell'auguravi buon ascolto vi lascio con una immagine storica dei Semiramis. Correva l'anno 1973. 


LINK Frazz Live (2017)
LINK Bonus CD Live

Post by George

giovedì 29 febbraio 2024

Serie "Just One Record" - MacroMarco - Il pianeta degli uomini liberi (2009)


TRACKLIST:

01. Temporale
02. Via col vento
03. Vado lontano
04. Zapping
05. Il pianeta degli uomini liberi
06. Five On The Fire
07. Ancora sul fuoco?
08. Rispondimi
09. Falena
10. L 'uomo invisibile
11. La mia isola
12. Vagito


MacroMarco, vero nome Marco Grieco, ha registrato questo unico album nel 2009, pubblicato dall'etichetta AMS. E' lui l'esecutore unico di tutte le 12 tracce di cui si compone il disco. Devo subito ringraziare l'amico Osel per l'invio dei file e la condivisione di questo lavoro sulla Stratosfera. Ancora una volta. GRAZIE. MacroMarco /Marco Grieco, compositore, polistrumentista e scrittore, è nato a Salerno nel 1967 e la sua prima opera è stata l'''Odissea Musical'', composta da lui e dal fratello maggiore Massimo. Il passo successivo è stato quello di comporre, tra il 2006 e il 2008, il suo primo (e unico) album, ''Il pianeta degli uomini liberi'', registrato al Sonic Temple Studio di Santa Tecla. Grieco , oltre a cantare, suona chitarre, basso, batteria, tastiere analogiche/digitali e strumenti tradizionali. 
Vi riporto una  recensione pubblicata su Discogs, in calce alla presentazione dell'album


"MacroMarco, oltre ad essere il compositore del famoso musical Odissea, è anche un grande amante del progressive italiano e il suo debutto del 2009 "Il pianeta degli uomini liberi" segue direttamente le orme dei migliori giganti del prog italiano melodico/romantico. Sebbene profondamente radicato in quella tradizione, questo non è un album retrò. Piuttosto è l’album che la PFM avrebbe potuto realizzare nel 2009 in un mondo perfetto, con una produzione contemporanea ma senza compromessi contemporanei. La voce in lingua italiana di Marco è eccellente, ed è impossibile dire che questo sia il lavoro di un uomo solo ascoltando la musica. Marco si allontana dalla tradizione italiana in alcune occasioni per strappare alcuni classici strumentali in stile Genesis. (NDR - anche in stile Pink Floyd, aggiungo io. "Vado lontano", ad esempio, è decisamente ispirata a "Us and Them"). Questo è semplicemente un album di prog sinfonico italiano meravigliosamente realizzato, pieno di splendide melodie come solo gli italiani sanno fare, e praticamente richiesto dall'ascolto per i fan del genere. Il booklet di 12 pagine contiene i testi con la traduzione in inglese."


Quello che posso aggiungere, giusto a completamento della discografia, è che Marco Grieco appare nei due album realizzati da The Samurai Of Prog, rispettivamente "Anthem To The Phoenix Star" (2022) e "A Quiet Town" (2024). The Samurai Of Prog, lo ricordo, è stato fondato come progetto di collaborazione internazionale dal compositore e bassista italiano, residente in Finlandia, Marco Bernard. E' tutto, cari amici. Vi lascio con il consueto buon ascolto.


LINK

Post by George - Music by Osel