TRACKLIST:
Side A
O.S.T. of "Una bella grinta" (1965)
01 Una bella grinta 5:02
02 Ballata della Bassa Padana 4:45
03 Lontananza e Sequenza 6:06
04 Free Theme 3:03
05 Ballata della Bassa Padana 1:50
06 Hammond Blues 2:20
Side B
O.S.T. of "Sweden Heaven And Hell" (1968)
07 Sleep Now Little One 3:15
08 Solitudine 2:30
09 Solitudine 2:15
10 Piano Bossa Nova 1:20
11 Free in Minore 2:12
12 Solitudine 2:12
13 Solitudine 3:50
14 Sotto il tallone 3:58
LINE-UP
Side A
Gato Barbieri (tenor sax)
Enrico Rava (trumpet)
Franco D'Andrea (piano, Hammond)
Giovanni Tommaso (bass)
Bruno Biriaco (drums)
Side B
Gato Barbieri (tenor sax)
Antonello Vannucchi (Hammond, vibes)
Piero Umiliani (piano)
Enzo Grillini (guitar)
Giovanni Tommaso (bass)
Bruno Biriaco (drums)
Mi assumo tutta la responsabilità di questo sconfinamento nel campo del jazz per tre ragioni:
1. la grande stima e l'apprezzamento che ho sempre nutrito nei confronti di Gato Barbieri, musicista (lo ricordiamo) di origini italiane, al quale voglio anche rendere omaggio a pochi mesi dalla sua scomparsa (2 aprile 2016);
2. accompagnano Gato Barbieri ben tre futuri componenti del Perigeo, ovvero Giovanni Tommaso, Franco D'Andrea e Bruno Biriaco;
3. il compositore delle due colonne sonore è Piero Umiliani.
Credo che possa bastare. Aggiungo anche la bellezza di questo disco, pubblicato solo in Italia dall'etichetta Liuto Records nel 1990. La compilation raccoglie i brani registrati per le colonne sonore di due film: il lato A contiene le musiche di "Una bella grinta" del 1965, diretto da Giuliano Montaldo; il lato B quella di "Sweden Heaven and Hell" (uscito nelle nostre sale col titolo "Svezia, Inferno e Paradiso) del 1968, per la regia di Luigi Scattini.
Tracciare il profilo musicale e artistico di Gato Barbieri ruberebbe troppo spazio. Il web pullula di biografie e discografie. Ricordiamo solamente la sua parentesi italiana, quella legata al suo soggiorno romano, in occasione del quale il sassofonista argentino collaborò - tra gli altri - con Ennio Morricone, Giorgio Gaslini e, per l'appunto, Piero Umiliani, proprio per le colonne sonore di questi due film. Inutile ricordare che suo è l'assolo di sax in "Sapore di sale" di Gino Paoli, così come suo è il sax nella colonna sonora di "Ultimo tango a Parigi" del 1974. Ma veniamo al disco in questione. Sottolineo innanzitutto la netta differenza fra le due facciate, ben conscio che tra le due intercorrono tre anni e che le esigenze legate alle immagini dei due film sono assolutamente diverse: decisamente jazz canonico la side A, nel rispetto degli schemi classici, dove il sax di Gato Barbieri duetta con la tromba di Enrico Rava. Li sostengono la potente sezione ritmica contrabbasso-batteria di Tommaso/Briaco e il fraseggio del pianoforte dell'ottimo Franco D'Andrea che si prodiga anche in numerosi assoli.
Diversa la Side B, suonata con una differente formazione, assente Franco D'Andrea, sostituito al piano da Piero Umiliani e integrata dalla chitarra di Enzo Grillini. Le atmosfere cambiano quasi radicalmente, ed è proprio la chitarra di Grillini ad aprire Sleep Now Little One, cantata da una bellissima voce femminile, purtroppo non accreditata sul disco. Il brano è delicatissimo, di una bellezza quasi struggente (Barbieri qui è assente). Il sax apre e domina invece Solitudine, ripresa più volte, qui suonata in trio con Giovanni Tommaso e Bruno Biriaco. Solitudine 2 è interamente giocata dall'organo Hammond di Antonello Vannucchi. In alcune tracce fanno la loro comparsa anche gli archi dell'orchestra diretta da Piero Umiliani.
A mio personale giudizio si tratta di un grande disco che segna da un lato la maturità artistica già acquisita dal giovane Gato Barbieri (quasi irriconoscibile nell'immagine di copertina), dall'altro la grande abilità tecnica del trio Tommaso, Biriaco e D'Andrea. Tutti e tre suonarono più volte con Gato Barbieri. Vi è qualche bootleg in circolazione al riguardo. Infine, devo dire che è interessante ascoltare i nostri tre alle prese con il jazz "classico" - ovvero le loro radici - un po' di anni prima che intraprendessero, con Tony Sidney e Claudio Fasoli, quella straordinaria avventura che fu il Perigeo.
Adios Gato
Post by George
Grande George! Non ho resistito a rispondere prima di aver ascoltato il grande Gato. Che dire: assumiti più
RispondiEliminaspesso queste responsabilità. Secondo me la musica non ha confini e poi, prog e jazz con Perigeo e Gato ci stanno alla grande.
Grande George! Non ho resistito a rispondere prima di aver ascoltato il grande Gato. Che dire: assumiti più
RispondiEliminaspesso queste responsabilità. Secondo me la musica non ha confini e poi, prog e jazz con Perigeo e Gato ci stanno alla grande.
In effetti hai ragione. I confini musicali sono labili e, per quanto mi riguarda, un buon prodotto va condiviso, al di là delle etichette e delle catalogazioni. Spero che questo disco sia di tuo gradimento. Per quanto riguarda "le responsabilità" da un po' di tempo a questa parte tutto il nostro team se ne sta assumendo parecchie. E va bene così. Un caro saluto e grazie per il commento
RispondiEliminaEd io mi permetto di aggiungere, caro George, alla tua dettagliata e precisa scheda, che un'altra memorabile performance dell'indimenticato Gato nelle sue performance italiane è il sax struggente nell'assolo di Modena di Antonello Venditti. Grazie ancora e a presto e soprattutto buona salute a tutti. Frank - One
RispondiEliminaSconfina, sconfina pure....
RispondiEliminaSconfina, sconfina pure....
RispondiEliminaGiusta precisazione Frank-One. E' un piacere risentirti.
RispondiEliminaCiao