lunedì 1 luglio 2013

Serie “Bootleg” n. 115 – Perigeo – live al Palazzetto dello sport di Varese, gennaio 1977


Qui siamo agli ultimi fuochi, con la formazione allargata a Maurizio Mancini; quello che vi propongo è uno degli ultimi concerti del Perigeo, gruppo che non ha certo bisogno di presentazioni e di cui ha già detto ampiamente George nel superpost che gli ha dedicato qui nella Stratosfera.
(visto, però, che i links non sono più operativi, oltre a questo concerto, in coda vi lascio anche gli album live in Italy e non è poi così lontano entrambi ripresi dal vinile)


Personalmente li ritengo superiori ai Weather Report, gruppo a cui spesso è stato paragonato;  sarò di parte, forse perché del “bollettino” ho amato soprattutto (se non solo) l’omonimo disco d’esordio, ma preferisco le loro atmosfere più variegate e mediterranee, a volte anche molto dilatate, il loro stile mitteleuropeo con lo sguardo rivolto a sud, l'incursione di qualche aria “popolare” e il fascino tumultuoso del contrasto rock.

 













Così ricorda M.Baiata (noto giornalista musicale) il tour da cui arriva questo concerto:

“…  mi incaricarono di seguire due tour del Perigeo, la band jazz-rock-avantgarde capitanata dal contrabbassista Giovanni Tommaso, con Franco D’Andrea alle tastiere, Bruno Biriaco alla batteria, Claudio Fasoli al sax e Tony Sidney alla chitarra elettrica. Le atmosfere che il Perigeo creava, in un momento in cui il Progressive Rock Italiano aveva come alfieri politicizzati gli Area di Demetrio Stratos, eguagliavano se non sorpassavano gli americani Weather Report. Girammo tutta l’Italia, isole comprese e fu un’esperienza per me indimenticabile. Il gruppo si spostava ogni giorno a bordo di un mini pullman e gli strumenti viaggiavano su un altro veicolo guidato dai roadies, i ragazzi del settore tecnico, che facevano la vita più dura. Con loro mi trovavo benissimo. Tric era alla consolle, Kent Sandell (oggi ingegnere alla Lucas Aerospace) era il tecnico del palco, Maurizio Mancini fungeva da percussionista e tuttofare ..."   (dal libro “Gli alieni mi hanno salvato la vita”)




















e così Giovanni Tommaso risponde all’intervistatore che li paragona ad altri gruppi “noti”:


“… noi ci siamo formati quando io personalmente non sapevo neanche che esistessero i W.R. e la Mahavishnu non era neppure nata e Corea suonava ancora con Davis. Caso mai mi ha stimolato la mossa che ha fatto Miles Davis prima di ogni altro, di elettrificare e di portare in un certo ritmo il jazz.       Ma quei gruppi che tu hai menzionato, per assurdo, sono nati dopo…”      (da Pop Records numero 2 del Febbraio 1975)


bootleg live a Varese, gennaio 1977


TRACKLIST :
01. la valle dei templi
02. acoustic image
03. tarlumbana
04. via Beato Angelico
05. fata Morgana
06. take off

     
FORMAZIONE:
 Franco D'Andrea (piano acustico ed elettrico,sintetizzatori)

Giovanni Tommaso (basso elettrico ed acustico, sintetizzatore)
Bruno Biriaco (batteria)
Claudio Fasoli (sax)
Tony Sidney (chitarra acustica ed elettrica)
Maurizio Mancini (percussioni)



Non è poi così lontano, 1976

 
 



TRACKLIST :
lato 1
01. fata Morgana (B.Biriaco)
02. tarlumbana (T.Sidney)
03. myosotis (B.Biriaco)
04. take off (G.Tommaso) 
lato 2
05. acoustic image (G.Tommaso)
06. terra rossa (C.Fasoli)
07. new Vienna (F.D'Andrea)

FORMAZIONE:
 Franco D'Andrea (piano acustico ed elettrico, sintetizzatore)
Giovanni Tommaso (basso elettrico e acustico, interventi vocali)
Bruno Biriaco (batteria)
Claudio Fasoli (sax tenore, soprano e contralto)
Tony Sidney (chitarra acustica ed elettrica)
Dick Smith (percussioni)
Pete Pedersen (arrangiamenti e direzione della sezione archi)
 

live in Italy, 1976

 
 
TRACKLIST :
lato A
01. take off
02. new Vienna
03. la valle dei templi
04. myosotis
lato B
05. terra rossa
06. acoustic image
 lato C
07. tarlumbana
08. via Beato Angelico
lato D
09. il Festival


 











FORMAZIONE:
 Franco D'Andrea, Giovanni Tommaso, Bruno Biriaco, Claudio Fasoli, Tony Sidney
   
   
Post by Odiladilu 

6 commenti:

  1. Io sono tra quelli che considerano i Perigeo superiori sia ai Weather R. ke ai Mahavishnu O.

    Il motivo x me è molto semplice....il Perigeo puntava il proprio sound sul lavoro collettivo, c'è un lavoro di squadra insomma. Gli assoli individuali sono fatti in funzione del gruppo, dell'atmosfera che si viene a creare. Mentre in altri gruppi jazzrock stranieri del periodo ad esempio il sax o la tromba spadroneggia, nel Perigeo Fasoli suona in funzione degli altri. Ogni strumentista da il proprio contributo senza cercare la gloria personale, ed il risultato è un jazzrock caldo, avvolgente, meditativo....sarà per questo ke ancora oggi viene considerato un jazzrock mediterraneo.

    Se ad un primo ascolto molti paragonano il gruppo ad esempio ai Nucleus (il gruppo ke mi sembra più vicino a Tommaso & soci)....ad un ascolto attento si possono tranquillamente trovare delle differenze (come quelle da me menzionate sopra) ke rendono il gruppo subito riconoscibile.

    Oltretutto mi sembra (ma ditemi voi se magari sbaglio in questa mia affermazione), ke uno dei caratteri ke distinguono il suono dei perigeo è l'utilizzo di G.Tommaso dell'archetto sul contrabbasso elettrico. Ciò rende, almeno per me il loro suono immediatamente riconoscibile.

    Anche la chitarra di Sidney ad un attento ascolto è riconoscibile....suona lo strumento senza l'utilizzo di effettistiche varie...in maniera "asciutta" e molto rock.

    Io personalmente ho letteralmente consumato i loro cd (e nn parlo di lp ma bensì di cd)...in modo particolare Azimut e Abbiamo tutti un blues da piangere....Davvero avanti per l'epoca. Poi magari gli Area, arrivati un anno dopo, superarono i Perigeo, grazie alla loro particolarissima contaminazione e grazie anche alla voce del grandissimo Stratos, ma per me i Perigeo rimangono un meraviglioso esempio di come si può essere un gruppo di caratura internazionale pur venendo da un paese considerato al "confine dell'impero" per quello ke riguarda la musica jazz e rock degli anni 70....insomma per non essere un gruppo anglo-americano ci sapevano proprio fare.....gran merito ai Perigeo....

    alexander.

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  2. come non essere d'accordo, che poi era ciò che pensavano gli stessi Perigeo (vedi le note di "non è poi.." a firma G.Tommaso, se clicchi sull'immagine si può leggere bene).
    Non a caso ho citato il primo WR, quello sì notevole grazie alle atmosfere molto rarefatte (anche se è quasi ignorato a vantaggio del "canto del corpo elettrico" ecc...).
    dei Nucleus in effetti è vero, e se non sbaglio anche il compianto Jeff Clyne faceva uso dell'archetto (senza contare l'apporto notevole del talento di Dave MacRae....)

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  3. Ottimo post, Odi, e grazie per la menzione. Guarda un po' cosa sta per arrivare sulla Strato, tanto per rimanere in tema.
    Ciao

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  4. Bellissimo post e bei commenti. Anch'io amo molto il Perigeo, ricordo che non era nelle mie corde quando uscirono, gli LP li comprava mio fratello che era più jazz rispetto a me, infatti ricordo che mentre lui frustava i Weather io gli scroccavo il Perigeo e Jan Carr.... ricordate Belladonna vero?
    Ricordo pure di aver visto un paio di concerti, come ho già detto in quegli anni Modena era piazza ambita e molti gruppi esordivano coi loro lavori proprio lì, beh, io c'ero alla Prima di Abbiamo e La Valle dei Templi..... che templi, oppsss, che tempi.

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  5. Bellissimo/i post, grazie infinite!!!

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  6. Grande Perigeo !

    Non è poi così lontano è un bel disco, piacevole e ben suonato .

    Live in Italy grande disco dal vivo !

    Michele D'Alvano

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