giovedì 10 ottobre 2013

2001 Anatrofobia - Uno scoiattolo in mezzo ad un'autostrada

1. La torta
2. Re: person i knew
3. Uno scoiattolo in mezzo ad un'autostrada
4. Caduti in libertà
5. San zio
6. John chowning e le regole del caso
7. Marano
8. 5 sedie vecchie
9. Ff1
10. West germany
11. Sils maria


- Biondello Andrea / percussions
- Cartolari Alessandro / alto saxophone, electronics
- Cartolari Luca / bass, electronics
- Simeoni Mario / flute, tenor saxophone
- Trovero Gianni / trumpet

Guests:
- Grosso Silvia / trombone
- Occhiena Alberto / marimba
- Trovero Giuseppe / bass tuba


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di Christian Verzeletti 
Nell´epoca della comunicazione di massa, via cavo e in rete, noi siamo venuti a conoscenza degli Anatrofobia con un semplicissimo passaparola, sul classico consiglio di un amico che ci ha incuriosito. Conoscendo i suoi gusti ci aspettavamo qualcosa vicino al progressive, ma non eravamo preparati all´impatto frontale con "Uno scoiattolo in mezzo ad un´autostrada". Sì, perché, ad un primo ascolto, la musica di questi ragazzi piemontesi (ragazzi? Emergenti? Sono in giro da dodici anni!) è disturbante, quasi fastidiosa, ti colpisce con gli strumenti che stridono, si lamentano e poi ti abbandonano proprio sui primi accenni di melodia. Forse la definizione di progressive è ancora quella che meglio calza per questa proposta, che esula dalla forma canzone e si avvicina al concetto di musica dei Soft Machine. Va detto che la formazione degli Anatrofobia (Alessandro Cartolari: sax alto, Luca Cartolari:basso, Andrea Biondello: batteria) segue un´impostazione jazz con l´aggiunta destabilizzante dei flauti e del sax alto dell´enigmatico Signor K. Si potrebbe discutere a lungo dei punti di riferimento del gruppo, dai King Crimson più contorti al Frank Zappa meno scanzonato, passando per John Cage e i Van Der Graaf Generator fino all´Art Ensemble of Chicago, ma gli Anatrofobia smantellano qualunque ipotesi accostando una cover di Bill Evans ("Re: person I knew"), con una dei Minutemen ("West Germany") e con l’intermezzo di un coro alpino ("Caduti in libertà"). A ben vedere, l´elemento più stimolante di "Uno scoiattolo in mezzo ad un´autostrada" è proprio la commistione di musica colta e popolare, un approccio che è fatto di continua ricerca e di sfoghi improvvisi. Negli Anatrofobia la struttura fissata su pentagramma viene sviluppata di pari passo con il lavoro di computer programming senza concedere alcun momento di pausa. Il panico strumentale della title-track, l´elegia partigiana di "Caduti in libertà", la semplicità claustrofobica di "John Chowning e le regole del caso" sono gli episodi migliori, ma è sempre l´insieme dell´opera ad emergere, con un´alternanza di movimenti ipnotici in cui la melodia arriva a formulare richieste puntualmente disattese. Le composizioni vengono scorticate e lasciate a contemplare l’imminenza di un passaggio che non è più solo fisico, ma diventa una sorta di trapasso totale. Emblematica l’immagine del titolo, l’attraversamento di un’autostrada da parte di un animale indifeso, che ben rappresenta il disorientamento di chi vuol tentare un’impresa ardua, al di fuori degli schemi previsti. Così è la musica degli Anatrofobia, mai accondiscendente, estrema al punto che gli strumenti stessi, prima dei loro musicisti, devono faticare per trovare le forme in cui esprimere tanto coraggio e creatività. 


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