TRACKLIST
1 Eleonora
2 Il Castello Dei
Miei Avi
3 Filomena
4 Se L'Acqua Ti Bagna
5 Nonno Giosue'
6 La Rosa Dei Venti
7 La Donna Del Vento
8 Le Cattedrali
9 Pastorale
10 La Serpenta
11 Maddalena
12 Ninna Nanna Per Me
FORMAZIONE
Daisy Lumini - Voce,
II chitarra
Ettore De Carolis - I
chitarra
Remigio Ducros -
Piano, organo, flauto
Luigi Lanzillotta - Violoncello
Daisy Lumini ed Ettore De Carolis - arrangiamenti
a cura di Beppe
Chierici
Triste storia quella di Daisy Lumini, degna di un’epoca di
passioni forti e indomabili. Passioni politiche (ne fa fede la sua produzione
artistica), ma anche sentimentali: il giorno del suo cinquantasettesimo
compleanno, nell’agosto 1993, Daisy Lumini si uccide, buttandosi da un viadotto
vicino alla diga di Bilancino, a Barberino del Mugello, insieme al marito Tito
Schirinzi, colpito da tumore (la storia, se volete piangere, è raccontata QUI).
La cantante e autrice fiorentina aveva disegnato una
parabola artistica, cominciata a fine anni ’50, davvero notevole, passando dal mondo
delle colonne sonore (in cui si distingue come autrice e come “fischiatrice” per
Morricone ed altri, tanto da essere soprannominata “the singer with the whistle”) a quello del
pop leggero (diversi 45 giri a suo nome,
e una “Whisky” scritta per Mina),
fino ad arrivare alla fine dei tumultuosi anni 60 alla musica politica e
popolare, stringendo un
sodalizio durevole e fruttuoso con Beppe Chierici, interessante figura che
dagli anni 60 si muove tra musica e teatro, distinguendosi come notevole
interprete italiano delle canzoni di Georges Brassens. La stessa Daisy Lumini,
voce intensa e marcata (da accostare, almeno per il repertorio popolare
toscano, a quella di Caterina Bueno), si inoltrò poi coraggiosamente nel teatro
musicale contemporaneo, collaborando tra gli altri con Giorgio Gaslini, e nella musica
contemporanea con il Lohengrin di
Salvatore Sciarrino. Poi il tragico epilogo.
Il disco che qui vi presentiamo nasce, come dicevamo, dalla
collaborazione con Beppe Chierici, un rapporto davvero simbiotico, il loro, dal
quale, nella prima metà degli anni ’70, nascono diversi album, tutti da
riscoprire.
“La donna del vento”, si pone fin dal sottotitolo (“Daisy Lumini canta Anne Sylvestre”) come un’omaggio a una grande artista francese, celebre in patria anche per le sue canzoni per bambini, ma pochissimo conosciuta in Italia, autrice di ballate dal forte sapore trobadorico. Insomma, una sorta di Angelo Branduardi francese, ma ancor più vicina alle radici provenzali. Tra l’altro, anche la vita della stessa Sylvestre è stata recentemente marcata dalla tragedia: suo figlio Baptiste, ventiquattrenne, era al Bataclan di Parigi la sera del 13 novembre 2015. E’ una delle vittime di quell’insensato attacco terroristico.
Il progetto de “La
donna del vento” nasce dallo stesso Beppe Chierici, che cura le traduzioni
dei pezzi. Invece di dilungarmi troppo, lasciatemi approfittare del fatto che
nel retro copertina del disco c’è una bella introduzione del poeta, saggista e
autore televisivo Grytzko Mascioni.
Il disco, arrangiato sobriamente da Ettore De Carolis (i
lettori stratosferici non faticheranno certo a collegare il suo nome a quello dei Chetro & Co.), fu pubblicato nel '70 dalla Ce.Di. per poi venire ristampato due anni dopo per l’etichetta
“I Dischi dello Zodiaco” (cui si riferisce la copertina in apertura), e non è mai stato pubblicato in CD, anche se risulta
reperibile su Spotify e su altre piattaforme. A ogni modo, qua postiamo il
rippaggio da vinile, sul quale compare un piccolo refuso in un titolo (“La
cattedrali” invece di “le”, come riportato correttamente nell’etichetta
interna).
“La donna del vento” merita un ascolto attento perché c’è
una forte componente poetica in queste storie, c’è un mondo perduto e ricostruito
con amore. E perché queste sono ancora oggi canzoni vive e forti, canzoni
abitate da figure femminili fiere e appassionate. Come Daisy.
Post by Andrea Altrocanto with a little Captain's help
Grazie mille, caro Andrea di avermi fatto scoprire ed apprezzare il talento di Daisy: i brani scorrono piacevolmente, con la levità di un cantastorie, di un sublime menestrello.
RispondiEliminaGrazie a te Albe, per l'attenzione. magari con il tempo posterò altre cose di Daisy Lumini e Beppe Chierici.
RispondiEliminaGrazie lo trovo un gran bel disco folk a tratti emozionante.
RispondiEliminaOttimo post, Andrea. Un album che conoscevo solo sulla carta. E' bello riscoprire queste opere rimaste per decenni nell'oblio. Grazie.
RispondiEliminaSu queste pagine ho scoperto un mondo....
RispondiEliminaGrazie
Alberto
Muchas gracias
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