giovedì 6 settembre 2018

Collettivo Victor Jara - 1974 - Collettivo Victor Jara (vynil)



TRACKLIST
1 Brescia ’74
2 Ballata dei democratici
3 Per Giovanni Marini
4 Le Murate
5 La colpa è del diavolo
6 Mi piace Fanfani
7 Santa Pazienza
8 Ballata dei Militari
9 Sette colombe bianche (su una 600)
10 Gli eroi
11 Il dattilografo

FORMAZIONE
David Riondino, Chiara Riondino, Daniele Trambusti, Silvano Panichi, Gaia Gualtieri, Massimo Fagioli, Massimo Agus, Sandro Fani, Franco (?)

Autori dei pezzi e arrangiamenti riportati come Collettivo Victor Jara

Tra la variegata scena musicale che caratterizzò gli anni ’70, un posto a parte meritano forse quei collettivi teatrali di strada, spesso vicini al Movimento, inteso nella sua accezione più vasta, che facevano della musica solo una delle forme espressive che utilizzavano nelle loro performances, insieme a pittura, mimo, danza, poesia declamata e, a volte, giocoleria. Ci riferiamo per esempio all’Assemblea Musicale Teatrale di Gian Piero Alloisio (già oggetto di un nostro post), o a formazioni in cui la matrice politica era ancora più netta come i Yu Kung o il Collettivo Victor Jara. Facciamo questi nomi, tra i tanti dell’epoca, perché in loro la parte musicale ebbe un ruolo di notevole importanza, testimoniata da una produzione discografica di tutto rispetto.


In particolare con questo post, e con altri a venire se sarà di vostro gradimento, vorremmo cominciare una piccola serie dedicata, appunto, al Collettivo Victor Jara, ensemble eclettico di Firenze in cui militava un giovane David Riondino, che seguiremo poi nella sua carriera solista, almeno fino agli anni ’80, visto che quasi nulla della sua produzione dell’epoca è stato mai ristampato.


Il CVJ (d’ora in poi consentiteci di chiamarlo così per comodità) nasce, dicevamo, a Firenze nel 1973 (la ragione sociale ricorda l’amato cantautore cileno che era stato appena assassinato dalla polizia di Pinochet) e sarà attivo fino alla fine degli anni ’70. Ne fanno parte, appunto, David Riondino, che avrà poi una luminosa e poliedrica carriera in proprio (cantautore, autore televisivo e radiofonico, scrittore, regista, attore...), la sorella Chiara, Silvano Panichi (poi attore e regista), Daniele Trambusti (comico che per qualche tempo avrà un discreto successo in TV a “Cielito lindo” con il personaggio di Marcello Morfina), Massimo Fagioli, Gaia Gualtieri e tanti altri che nel corso degli anni, con diversi ruoli, sono entrati e usciti dal Collettivo (da ricordare, almeno, anche il futuro noto comico Paolo Hendel). Insomma, un bel guazzabuglio di giovani e giovanissimi, orbitanti politicamente nelle varie formazioni che si collocavano a sinistra del PCI (il pulviscolo laterale, come poi sarà definito scherzosamente dallo stesso Riondino).

Questo ensemble, dicevamo,  imperversò con il suo teatro-azione su molte piazze, feste e palchi di quegli anni, non solo nella natia Toscana, producendo numerosi spettacoli quali “L’Autostrada” (1974) con scene di Franco Agus, “Sei Contento", "Le Navigazioni di San Brandano","Il Cavallo Parlante", "Lo Gnegno", "La Mela O/Pera Peccaminosa", "Kuore", "Ilike John", "R/Umori di Vian", “Il costruttore di imperi” (sempre da Boris Vian). Se all’inizio il CVJ riprende in scena pezzi altrui (i riferimenti sono esperienze artistiche come quelle dei Gufi, di Ivan della Mea, Dario Fo, o i Cantacronache), a poco a poco in questa frenetica attività di teatro/cabaret militante questi ragazzacci cominceranno a inserire pezzi propri, soprattutto grazie alla penna dei fratelli Riondino, fino a incidere tra il ’74 e il ’79 un paio di LP, in buona parte legati appunto a questi spettacoli.


Il primo che vi proponiamo, l’album omonimo oggetto del presente post, esce nel 1974 per i Circoli Ottobre, che erano la costola di Lotta Continua che si occupava di produrre e promuovere concerti, film, spettacoli teatrali legati a LC con il duplice intento di fare politica culturale (i più maliziosi possono anche tradurlo in propaganda) e reperire fondi per l’organizzazione. Fu Silvano Panichi, appartenente a LC, a fare da trait d’union tra il CVJ e i Circoli Ottobre che spesso li chiamavano nelle loro numerose iniziative politiche (tra cui “Alceste è con noi” del ‘75 il cui sonoro, comprendendo anche l’esibizione dello stesso CVJ, documentammo QUI) e che poi si proposero per produrre il disco, che ebbe perciò circolazione esclusivamente legata al circuito militante. La forte connotazione politica di questo album non è certo nascosta (si veda la presentazione sul retro di copertina), e si declina in una sorta di fiancheggiamento artistico delle varie proposte e azioni politiche che caratterizzarono quell’epoca vibrante, ma anche caotica.


E’ un lavoro registrato praticamente in presa diretta e in tempo reale con le vicende socio-politiche dell’epoca, un album che si sostiene su pochi strumenti (chitarre, flauto, percussioni, armonica, kazoo) a tratti ingenuo, ma non privo di un suo valore grazie a certe soluzioni armoniche non banali (fuori dalle ovvietà barricadere), all’uso sapiente dei controcanti e a un’innegabile carica satirica.

Tra i brani che compongono questo lavoro (a volte intermezzato da siparietti satirici parlati) sono da segnalare l’iniziale Brescia ’74 (cronaca delle recentissima e tragica strage) che ha il suo punto forte nell’alternanza dei diversi momenti armonici e ritmici, Ballata dei democratici, in cui si colpisce duro l'immobilismo "borghese" del PCI,  Per Giovanni Marini (scritta da Chiara Riondino, con il flauto iniziale che cita Per i morti di Reggio Emilia di Amodei), Le Murate che ricorda la famosa (all’epoca) vicenda legata all’omonimo carcere di Firenze in cui il 24 febbraio ’74 ha luogo una rivolta dei reclusi che salgono sul tetto per protestare contro le indecenti condizioni di vita: la risposta sarà una carica di celerini seguita da una mitragliata che lascia sul campo un morto (Giancarlo Del Padrone, 20 anni, detenuto da pochi giorni) e sei feriti.


Il lato B si apre con Mi piaci Fanfani, impietoso ritratto del potente politico democristiano, un pezzo che era un cavallo di battaglia sul palco, per poi continuare con la dolente Santa Pazienza che ribalta in vizio la virtù. Più scontata nello sviluppo musicale, e anche nel testo, appare invece la Ballata dei militari, inficiata da una certa retorica (il tema è quello dei proletari in divisa). Pare difficile pensare che il testo sia di David Riondino, autore raffinato che difficilmente avrebbe dato vita a uno slittamento artificiale di accenti (“portare il popolò alla vittoria”), più probabile invece che sia stata scritta dalla sorella Chiara che, a detta di David, era quella più portata alle canzoni ideologichePiù originali (e più apparentate alla vena di David) appaiono la finale Il dattilografo, con il parallelismo tra il pianista classico con il suo mondo d’èlite e il dattilografo martoriato dalla monotona vita d’ufficio, e Sette colombe bianche (su una 600), una satira contro l’intimismo e “il linguaggio denso e simbolico” del non citato, ma palese, Francesco De Gregori (che tuttavia era uno degli artisti più vicini a LC). Curioso notare che anni dopo proprio De Gregori sarà oggetto di una delle beffarde rivisitazioni (Giuseppina che cammini sul filo) che lo stesso Riondino proporrà al Club Tenco e poi su un album solista (Temporale, 1994).


Insomma, un disco che è certamente (ma anche programmaticamente) figlio del suo tempo, che può quindi risultare un po’ distante alle orecchie di oggi, ma meritevole, crediamo, di un ascolto attento e critico. Il CVJ saprà fare di meglio nel secondo lavoro che vedrà vita a cinque anni di distanza, con le medesime basi ideologiche (forse solo meno sicure di sé), ma con ben altra consapevolezza musicale. Ne parleremo, se vorrete, un’altra volta.

Come sempre, buon ascolto!



Le foto e le immagini sono prese dalla pagina Facebook ufficiale del Collettivo Victor Jara (QUI)
Grazie di cuore a Paolo Strino per avermi messo a disposizione l’album e la foto del retro.

Post by Andrea Altrocanto


5 commenti:

  1. Bruciato sul filo di lana, benché difficile non riuscirci. Da tempo avrei voluto pubblicare qualcosa, in particolare proprio questo album del Collettivo Victor Jara. Comunque Andrea ho tutta la loro discografia, nonché quella di David Riondino solista. Fammi sapere se ti servissero foto o altro, e comunque....BRAVO !!!!

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  2. Un mix stupendo di ironia ed impegno: carissimo Andrea, a questo punto non vedrei l'ora di veder postata qui l'intera discografia. Ringrazio anticipatamente e avanti così!

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  3. Grazie mille,
    disco prezioso!
    Parlando di Giovanna Marini c'è un disco che non riesco proprio a trovare
    La Grande Madre Impazzita
    Qualcuno?
    Grazie
    Luigi

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  4. mai sentito nominare questo gruppo,bé io non ero ancora nato,ma i miei genitori son Cileni,lo ascolteró,grazie mille
    Saluti dal Cile

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  5. "Non vi mettete a spingere" fu regalato a me, bambina di 10/11 anni,da Alfredo Puccianti.
    Risentirlo adesso e ancora ricordare le canzoni a memoria è...emozionante!
    Grazie!!

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