TRACKLIST CD1:
01. Intro (3:57)
02. Il regno (8:10)
03. La luna nuova (8:03)
04. Photos of Ghosts (6:50)
05. Il banchetto > Band intro (6:27)
06. Dove... quando (parte 1) (4:47)
07. Dove... quando (parte 2) (4:43)
08. La carrozza di Hans (6:48)
09. Impressioni di settembre (7:57)
10. La danza degli specchi (5:59)
TRACKLIST CD2:
11. Freedom Square (6:01)
12. Promenade the Puzzle (7:53)
13. Harlequin (11:11)
14. Romeo e Giulietta - Danza dei cavalieri (6:31)
15. Mr. Nine 'Till Five (5:04)
16. Alta Loma Five 'Till Nine (including Rossini's William Tell Overture) (9:04)
17. E festa (8:43)
FORMAZIONE
Franz Di Cioccio - vocals, drums, percussion
Patrick Djivas - bass
Alessandro Bonetti - violin
Marco Sfogli - electric and acoustic guitars
Alessandro Scaglione - keyboards, backing vocals
Roberto Gualdi - drums, percussion
Alberto Bravin - keyboards, electric and acoustic guitars, vocals
Niente di nuovo sotto il sole, direte voi. Beh, in un qualche modo avete ragione, se non che il mio legame affettivo per la vecchia e gloriosa Premiata Forneria Marconi è vivo più che mai e non potevo sicuramente tralasciare un concerto di così rara bellezza come quello qui postato. Tra l'altro, e non è poco, arricchito da splendide copertine, La PFM è qui ripresa in terra americana, ospite della 15° edizione del ROSFEST, svoltosi a Gettysburg in Pennsylvania, città nei cui dintorni avvenne nel 1863 la celebre battagli tra nordisti e sudisti nel corso della guerra civile americana. La nostra PFM, unica band italiana invitata, era in cartellone con Brand X, District 97, Cellis, Valdez e altri ancora.
Grande spazio ai brani storici, qui riproposti con ottimi arrangiamenti dove, oltre alla classe dei due mostri sacri Di Cioccio-Djivas, spicca la bravura e il virtuosismo del violinista Alessandro Bonetti. Null'altro da aggiungere se non il consueto augurio di buon ascolto.
Grande spazio ai brani storici, qui riproposti con ottimi arrangiamenti dove, oltre alla classe dei due mostri sacri Di Cioccio-Djivas, spicca la bravura e il virtuosismo del violinista Alessandro Bonetti. Null'altro da aggiungere se non il consueto augurio di buon ascolto.
che dire......una tecnica mostruosa come sempre, però la PFM , da molti anni, è un pò la cover band di se stessa!
RispondiEliminaCome molti altri gruppi che persa la tensione creativa ripetono se stessi.
Ammetto che anche ai bei tempi non erano i miei preferiti......IL Banco aveva ben altro spessore.....e poi,tranne la parentesi con Lanzetti, hanno sempre avuto una carenza fondamentale sulle voci.
DEtto questo è sempre un bell'ascoltare......sempre una spanna al di sopra della media
Tutti gli artisti del passato (gruppi e solisti) sono ora cover band di se stessi (salvo qualche rara eccezione). E meno male che ci sono, altrimenti cosa ascolteremmo dal vivo? Io li ho visti a fine dicembre scorso e devo dire che, rivederli a distanza di oltre 40 anni, le emozioni non sono mancate.
RispondiEliminaE' sempre un piacere ascoltarli: ottima qualità artistica e sonora. Grazie carissimo George e avanti così!
RispondiEliminaGrazie per il post, ero curioso di sentire questa PFM che non mi attirava abbastanza da considerare l'acquisto del biglietto al Carlo Felice di Genova. Devo dire , purtroppo, che le mie aspettative sono state confermate. Senza Mussida la PFM perde il tocco, molti brani vecchi sono eseguiti in maniera fiacca, quelli nuovi meglio non sentirli del tutto; ha ragione chi dice che oggi la PFM è la cover band di se stessa soprattutto per le defezioni che sono insostituibili. Però...Premoli ritorna sicuramente e se ci ripensasse anche Mussida e tornasse anche lui e se Di Cioccio la piantasse di fare il gigione e stesse dietro la batteria dove se la cava alla grandissima e se magari prendesse la conduzione del gruppo sul palco l'ispiratissimo e bravissimo Bernardo Lanzetti senza che i gerarchi se la prendessero come fosse lesa maestà e se Lucio "violino" Fabbri fosse considerato un mebro ufficiale della PFM senza vederlo apparire e scomparire ad ogni cambio di vento...se , se, se...quella era la PFM di una volta. La vedremo e soprattutto la sentiremo ancora ?
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