TRACKLIST:1.
01. Zoicekardi'a (Prologo) (2:04)
02. Ipuno? (4:15)
03. Scena dopo scena (7:25)
04. Verso la foresta (7:24)
05. Desideri (7:13)
06. Cuore di metallo (4:41)
07. Dolce mistero (0:54)
08. Zoicekardi'a (Il volo) (11:26)
FORMAZIONE:
Gigi De Giorgi - voce
Gianluca Milanese - flauto
Emanuele Licci - chitarra, voce, percussioni
Apollonio Tommasi - basso, voce recitante
Egidio Marullo - batteria, percussioni
Coro in "Desideri": Ninfa Giannuzzi e Michele Manco
Se non amate i Jethro Tull, i Focus e, più in generale, i gruppi prog che nella loro formazione annoverano flauto traverso e chitarre acustiche, allora questo post non fa per voi. Lasciate perdere. In caso contrario preparatevi ad una serie di belle soprese. Gli Aria Palea sono stati una vera rivelazione. Ispirati dai Jethro Tull del primo periodo, hanno saputo fare propria una certa tradizione folk blues britannica per rimaneggiarla con gusto e originalità. Ottimi gli intrecci di chitarra acustica e flauto, ottimi gli assoli di chitarra elettrica, anche se la voce, purtroppo, resta sempre il punto debole, il tallone di Achille di molti gruppi italiani. Sentite "Cuore di metallo" , giusto per fare un esempio e ne avrete conferma. Per fortuna ci pensano gli altri quattro musicisti a risollevare le sorti del brano. Anche nella breve "Dolce mistero" la voce di Gigi De Giorgi resta la parte più fragile. Il brano più prog dell'intero album è sicuramente quello posto in chiusura, quel "Zoicekardi'a" che si snoda per oltre 11 minuti tra jazz, blues, prog rock e assoli degni di menzione.
Facciamo un passo indietro e vediamo insieme chi erano gli Aria Palea. Si formarono a Lecce sul finire del 1992 ad opera di Apollonio Tommasi ed Emanuele Licci, rispettivamente bassista e chitarrista. Licci cooptò l'amico batterista Egidio Marullo e lo zoccolo duro del gruppo era praticamente formato. Gli ultimi innesti furono il cantante Gigi De Giorgi e il flautista Gianluca Milanese. Il quintetto inviò un demo tape alla Pick Up Records ma invece fu Loris Furlan dell'etichetta Lizard a contattarli e a metterli sotto contratto. Il debutto discografico degli Aria Palea venne registrato a Brindisi. Il curioso titolo "Zoicekardi'a" significa "vita e cuore" in greco. Alcune piccole parti vennero cantate in griko, il dialetto locale salentino di origine greca. Fin dall'inizio gli Aria Palea miscelarono suoni della tradizione folk ed etnica rielaborati con l'uso di chitarre acustiche e flauto, con innesti di chitarra elettrica, abbracciando le esperienze progressive dei gruppi britannici. Per rimanere sul suolo italiano, qualcuno li ha accostati ai Dalton, agli Osanna e ai Finisterre. Personalmente non amo molto questi paragoni, innanzitutto perché non sono rispondenti, se non in piccola parte, alla realtà, secondariamente perché possono apparire fuorvianti. Per ritornare al disco, "Zoicecardìa" è un viaggio onirico che conduce il protagonista del “concept” dalla periferia del mondo, dalle terre di confine al centro caotico e furibondo della nostra civiltà, tra timori ed entusiasmi sino a scoprire attraverso la musica, l’arte la natura vera del proprio animo. Ecco che la Zoicecardia (vita e cuore) diviene la condizione ideale in cui germoglia l’opera d’arte". Morale: questo primo album venne pubblicato nel 1996 dall'etichetta Lizard Records e distribuito dalla Pick Up Records. Inutile dire che passò quasi del tutto sotto traccia.
Aria Palea - 1998 - Danze d'Ansie
TRACKLIST:
01. Èmba pu 'c'èssu
02. Notturno
03. An 'zennu: sentenza e approdo
04. L'idea del vuoto
05. Stella
06. Abiura in nove quarti
07. La casa del re (citazione e ricordo per flauto e batteria)
FORMAZIONE:
Apollonio Tommasi - basso, voce
Palmiro Durante - chitarra classica
Dario Margiotta - chitarra classica, chitarra elettrica
Egidio Marullo - batteria, percussioni
Gianluca Milanese - flauto, sax contralto, clarino basso
Fiorino Calogiuri, Marilù Calogiuri - voci
Dopo la pubblicazione del primo album e dopo qualche rimaneggiamento nella formazione (tra cui la fuoriuscita del cantante De Giorgi), gli Aria Palea, anche grazie all'attività live, iniziarono ad avere un sempre maggiore seguito da parte del pubblico e riconoscimenti dalla cosiddetta "critica". Prova ne è che raggiunsero il secondo posto al Premio Darwin 1997, dietro agli Spirosfera e davanti ai Finisterre, ed il primo posto al Premio Stratos 1998. Proprio nel 1998 la Lizard pubblica il loro secondo e ultimo lavoro, dal titolo "Danze d'Ansie". Vi lascio alla recensione scritta da Fabio Suppressa sul sito "Arlequins"
"Danze d'ansie - per usare le parole di Egidio - è nato come un lavoro di passaggio (da "Zoicekardia" al nuovo lavoro che dovrebbe basarsi sul personaggio mitico di Ahasverus, ovvero l'ebreo errante - NDR) ma con l'andare del tempo ha preso una forma più consistente, rispecchiando le nostre personali evoluzioni musicali che spesso varcano le soglie del Rock-Progressivo tradizionale. In modo naturale abbiamo fotografato il nostro attuale modo di espressione fatto di radici popolari e nuove esperienze, sotto l'influenza riconoscibile della musica nostra e dell'ultimo De André, dai classici dei '70 alle nuove esperienze etniche o sperimentali. Danze d'Ansie è un piccolo viaggio all'interno della follia, quella patologica dei manicomi e quella nascosta della quotidianità. Senza troppe pretese abbiamo cercato, partendo dalle nostre personali esperienze, di descrivere i diversi stadi di un disagio: dall'alienazione al caos, dall'angoscia al sarcasmo ed alla ribellione.
La recensione del disco in questione è decisamente difficile e c'è la certezza di non rendere in poche righe quello che viene proposto in 34 minuti circa di grande musica. L'inizio è scoppiettante con "Émba pu 'c'essu" in stile 70 (tanto per abusare di un riferimento citiamo i Jethto Tull), si prosegue con "Notturno", caratterizzato da una chitarra dolcissima, poi la follia prende il sopravvento nei tre minuti scarsi di "An'zennu: sentenza e approdo". "L'idea del vuoto" è un pezzo che definire jazzato è poco, quasi interamente strumentale (testo ridotto all'osso ma, come di consueto, fondamentale nell'economia del brano). "Stella" è pura poesia, una nenia dolcissima che sul finire va a collegarsi con i temi dell'esordio. Ritorna prorompente la follia in "Abiura in nove quarti". Il finale è un omaggio ai Focus (molto bella la rivisitazione degli AP della storica 2The House Of The King"). Concludo chiedendo venia al gruppo per le sicure che ho preso cercando di interpretare un disco sicuramente tanto bello quanto difficile da spiegare a parole, vale più un ascolto che un milione di parole, provare per credere!"
Ultime annotazioni: gli Aria Palea non torneranno più in studio. Dalle loro ceneri nasceranno qualche anno più tardi i ZAQ, autori di un omonimo album pubblicato nel 2003 dalla Mellow Records.
Invece, a dispetto di chi li aveva relegati in un cassetto, gli Aria Palea nel 2021 sono ritornati "on stage" per presentare, a distanza di 25 anni dall'uscita, l'intero album di esordio. Visto che "Zoicekardi'a" inaugurò la Lizard Records, Loris Furlan ha voluto partecipare alla serata evento in cui il gruppo ha presenteranno l’album nella sua Calimera, cuore attivo della Grecìa Salentina. Gli AP si sono esibiti nella formazione originale con Emanuele Licci alle chitarre, Gianluca Milanese ai fiati, Gigi De Giorgi alla voce, Apollonio Tommasi al basso elettrico, Andrea Tommasi alle tastiere ed Egidio Marullo alla batteria. Se qualcuno ha le tracce audio di questo concerto si faccia vivo.
Buon ascolto.
LINK Zoicekardi'a
LINK Danze d'Ansie
Post by George
Unico inedito degli AP si può trovare nella raccolta : The letters an unconventional italian guide to King Krimson pubblicato dalla Mellow nel 2004. Il brano in questione è The Great Deceiver. Frank - One
RispondiEliminaP.S. Bravo George, grande riscoperta!
Grazie per la segnalazione, Frank-One. Mi era sfuggito (mentre a te nulla sfugge!!) se no lo avrei messo come bonus track. Se per caso salta fuori il concerto del 2021 vedrò di postare anche questo inedito. Un caro saluto
RispondiEliminaScusa, ho inviato il commento da un altro PC e sono risultato "anonimo"
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