lunedì 26 febbraio 2024

Arturo Stalteri - Two Gems (1992-2014)


Ho sempre reputato Arturo Stalteri un musicista geniale, sia nel suo periodo compositivo iniziale con i Pierrot Lunaire, dal 1974 al 1977, sia nella lunga fase della sua produzione solista. Ho parlato di lunga produzione, proprio perché fin da quello storico primo lavoro solista, "André sulla Luna" del 1979, la sua carriera è proseguita fino ai giorni nostri, chiudendosi, almeno per il momento, al disco dedicato a Philip Glass. La tecnica pianistica associata alla creatività hanno fatto di lui un musicista a tutto tondo, dove classicismo e sperimentazione sono andati a braccetto per alcuni decenni. Riguardando gli archivi della Stratosfera troverete molte pagine a lui dedicate, ad iniziare dai Pierrot Lunaire fino a quel lungo post risalente al 2016 dal titolo "Dopo i Pierrot Lunaire 1978-1994" che ritroverete qui (con i link ancora attivi). Per questa occasione ho scelto due gemme risalenti rispettivamente al 1992 e al 2014, sicuramente tra gli album meno "ostici" e difficili da assimilare. Vediamo se la scelta verrà condivisa.

Artuto Stalteri - Syriarise (1992)
 ristampa del 2001 con bonus tracks

TRACKLIST:

Unit Moon - Acoustic Session]
01. Pianure del sorriso - 4:47
02. Le ultime luci di Brea - 10:46
03. Broadwood & Fredi - 3:02
04. Gymnovalzer - 3:58
05. Dolce vento, folle vento - 6:20

[Syriarise - Electric Suite]
06. Planets - 1:26
07. Viking 1 - 4:41
08. Syriarise - 3:59
09. A Secret Passage To The Core Of Mars - 4:05
10. Viking 2 - 1:24

[Route To Earth - Electric Session]
11. Nella casa di Elrond - 2:00
12a. The Moon & The Mirror - 5:07
12b. Falling Rise - 1:22

back cover ristampa 2001

MUSICISTI:

Arturo Stalteri - piano, tastiere, sampler
Patrizio Pascarella - chitarra
Arlo Bigazzi - basso (traccia 7)
Stefano Saletti - batteria (tracce 4, 9)
Damiano Puliti - violoncello (tracce 3, 4, 7)
Orio Odori - clarinetto (tracce 4, 5, 9)


Nel 1992 esce per Materiali Sonori il CD “Syriarise”, un'opera in cui si intrecciano due differenti percorsi artistici: una suite elettronica con influenze minimaliste ed etniche e una parte dedicata al pianoforte. Inizia con questo lavoro una proficua collaborazione con l'etichetta toscana, di cui Stalteri è uno degli autori più rappresentativi. L'album è un piccolo gioiello e, a mio avviso, uno dei vertici della produzione artistica di Stalteri solista. Già solo il brano di apertura, "Pianure del sorriso", vale l'acquisto (o il possesso) di questo lavoro: una gioioso arpeggio di pianoforte, con successivi intrecci di chitarra acustica, Le altre tracce sono un mix di brani per solo pianoforte e di composizioni in cui rientrano violoncello, clarinetto, basso e batteria. 


IL disco venne pubblicato inizialmente nel 1992 (seguì a distanza di 5 anni "...e il pavone parlò alla luna") con sole 9 tracce. La ristampa del 2001 (qui proposta) contiene 4 bonus track (Viking 2, Nella casa di Elrond, The Moon and the Mirror e Falling Rise) e presenta una diversa disposizione dei brani. Questi ultimi sono suddivisi in tre parti: una sezione acustica e due elettroniche (una delle quali in forma di suite). Stàlteri suona un Bösendorfer 209 Imperial, oltre a un Broadwood and Sons e a varie tastiere. Il brano "Dolce vento, folle vento" è ispirato allo studio n. 12 op. 25 di Fryderyk Chopin. L'album contiene inoltre la stesura iniziale de "Le ultime luci di Brea" e la prima versione di "Rivendell (Nella casa di Elrond)". Anche il libretto interno è differente da quello del 1992.  (fonte Wikipedia).
Un album imperdibile, geniale  e meditativo che solo Arturo Stalteri poteva realizzare

back cover versione 1992

Arturo Stalteri - In sete altere, 
Arturo Stalteri suona Battiato (2014)


TRACKLIST:

01. Intro – 0:53 (musica: Arturo Stàlteri)
02, Meccanica Due – 6:50 (musica: Franco Battiato - Arturo Stàlteri)
93. L'Oceano del Silenzio – 4:53 (musica: Franco Battiato)
04. Propiedad Prohibida – 7:04 (musica: Franco Battiato)
05. The Instrumental Centro di Gravità Permanente – 2:10 (musica: Franco Battiato - Giusto Pio - Arturo Stàlteri)
06. Caliti Junku – 3:45 (musica: Franco Battiato) – (Pino Zingarelli alla batteria)
07. The Meeting of the Gods (Un'improvvisazione) – 4:28 (musica: Arturo Stàlteri) – 
Ispirato a "Il Mercato degli Dei" di Franco Battiato
08. La Porta dello Spavento Supremo – 4:10 (musica: Franco Battiato)
09. La Porta dello Spavento Supremo (Il Sogno) – 3:50 (musica: Franco Battiato)
10. Il Vuoto – 3:10 (musica: Arturo Stàlteri)
11. L'Egitto prima delle Sabbie (nuova versione) – 14:28 (musica: Franco Battiato)


La seconda gemma che ho scelto non poteva che essere questo grande omaggio al Maestro Franco Battiato. Wikipedia fornisce alcuni brevi informazioni sul disco e sugli strumenti suonati da Stalteri: :"Sono stati usati pianoforti Fazioli F228 e Yamaha C7. In alcuni casi sono stati trattati. I brani Meccanica Due e The Instrumental Centro di Gravità Permanente hanno la doppia firma Stàlteri/Battiato e L'Egitto prima delle sabbie, Premio Stockhausen nel 1978, è presentato in una nuova versione. Il titolo prende il nome da una frase di Carlotta Wieck, Passavano donne bellissime, in sete altere... contenuta nel brano La Porta dello Spavento Supremo (Il Sogno) di Franco Battiato".
Ovviamente sono felicissimo di proporre questo album, pubblicato nel 2014 dall'etichetta Felmay, per  l'ammirazione che provo per entrambi i musicisti / compositori. (nella copertina interna - qui sotto - sono ritratti insieme). Stalteri lungo le 11 tracce è da solo, con le sue tastiere, eccezion fatta per la presenza di Pino Zingarelli alla batteria nel brano n. 6. Vi propongo alcune parti della lunga recensione dell'album pubblicata sul sito "ExhiMusic Magazine. 


“In sete altere” è l'album pubblicato nel 2014 da Arturo Stàlteri, musicista, compositore, conduttore radiofonico (Rai Radio 3), critico musicale romano e rollingstoniano convinto, che viene ad impreziosire la sua magnifica carriera artistica, fatta di tanti lavori solisti e collaborazioni che lo hanno visto come protagonista durante tutti questi anni, caratterizzati da una intensa attività concertistica, dove nelle sue performances per solo piano è possibile ascoltare composizioni proprie e brani di Debussy, Schubert, Mozart, Beethoven, Chopin, Litzs, Bach  ma anche Sakamoto, Sigur Ros, Philip Glass e Mertens tra gli altri. Questo esperimento strumentale è un omaggio alla musica di Franco Battiato con il quale ha partecipato ad alcuni suoi progetti (come ad esempio per Musikanten come attore e nel 2004 come conduttore e musicista nel suo primo programma televisivo: “Bitte, Keine Réclame” ) e del quale è un suo grande estimatore. Esperimento, dicevamo, che parte dalle prime cose di Battiato (quelle più all’avanguardia), rielaborate, arricchite, arrangiate e (ri)composte dal genio e dalla bravura di Arturo e presentate in una nuova veste per essere (ri)scoperte e (ri)valutate, da un punto di vista differente a distanza di molti anni dalla loro creazione. 


Il progetto è molto ambizioso, non una semplice esecuzione o rivisitazione fedele, ma fine a se stessa, e i brani contenuti nel CD sono il frutto di un lavoro lungo e delicato. L’amore per la musica classica, l’elettronica e l’ambient, unito ad un approccio minimalista ed intimo, sono alla base di questo disco, sicuramente fuori dalle logiche commerciali, di classifica o di facile ascolto e che riassume alla perfezione il concetto di fare Musica nel senso più elevato del termine. Infatti la prima impressione e il primo effetto risultante dall’ascolto del disco di Stàlteri è proprio una sorta di elevazione, complice la musica, verso uno stato dove l’anima e la mente viaggiano insieme alle note che escono dal pianoforte e dalle mani del Maestro e che sembrano materializzarsi nell’aria. Un viaggio durante il quale si passa da atmosfere avanguardistiche,  ad echi e campionamenti elettronici, suoni che si rincorrono e si intrecciano e che disegnano paesaggi stupendi e mondi lontanissimi, composizioni belle già in partenza e qui rese ancora più particolari. 


Tra i brani: “Meccanica due” (in origine intitolata Meccanica e contenuta in Fetus); “Propiedad Prohibida” (contenuta nell’album Clic e che molti ricorderanno come la sigla di Tg2 Dossier); “The Instrumental Centro di Gravità Permanente”, una versione che riprende la celebre canzone contenuta nell’album “La Voce del Padrone”, e che viene eseguita e sviluppata da Arturo in una forma nuova (approvata dallo stesso Battiato); “La Porta dello Spavento Supremo” e “Il Vuoto”, altre due composizioni che racchiudono l’essenza di tutto quello che è alla base della musica: tra il sublime e il sovrannaturale." E qui termina la recensione.
L’album si chiude con una nuova versione (??) de “L’Egitto prima delle Sabbie”, con le stesse note ripetute per quasi 15 minuti. Non so chi di voi riuscirà ad ascoltarlo integralmente. Peccato per questa soporifera conclusione. Ma ciò nulla toglie alla bellezza e alla magia di questo lavoro. Ascoltate e giudicate. A presto.


LINK Syriarise (1992-2001)
LINK In sete altere, Arturo Stalteri suona Battiato (2014)

Post by George

4 commenti:

  1. Paesaggi sonori incantevoli: in questo istante sto ascoltando l'inebriante Le ultime luci di Brea. Grazie infinite super George.

    RispondiElimina
  2. Grande artista e grande omaggio al Maestro. Ebbi la fortuna di vedere Arturo dal vivo nel 2005 alle porte di Bergamo, all'epoca di "Ten rings" il suo lavoro Tolkeniano. Sospeso tra classica e contemporanea, minimale quanto basta, la sua produzione è sempre di alta qualità. Grazie mille

    RispondiElimina
  3. Mi si perdoni l'impropria collocazione della richiesta, in coda alla condivisione dei megnifici lavori di Stalteri. Vorrei solo chiedere s fosse possibile postare i lavoridei Moda (Bandiera, Canto pagano, ecc.) Ve ne sarei grato.

    RispondiElimina