martedì 25 marzo 2025

The Sleeves - The (almost) complete discography (1987-1996) plus bonus CD "Live in Rovigo 1999"

 

Quest'oggi, con una bella sterzata rispetto alle usuali, o quasi, atmosfere progressive, vorrei occuparmi degli Sleeves, un r'n'r band genovese con all'attivo una manciata di dischi registrati tra il 1987 e il 1996. Se ben ricordo la trattazione di questo gruppo mi era anche stata sollecitata da un nostro amico frequentatore del blog. Per documentarmi sulla biografia e sulla carriera artistica del gruppo mi sono affidato a quanto scritto nel 2016 dal noto giornalista, critico musicale e produttore discografico Federico Guglielmi sul suo blog "L'ultima Thule - dove la musica è ancora una ragione di vita". Per la lettura dell'articolo completo vi rimando qui. Guglielmi è una garanzia senza ombra di dubbio. Fatte le doverose citazioni e i riconoscimenti delle fonti informative passiamo ai nostri protagonisti. Troverete, di seguito, la loro intera discografia (3 album) ad eccezione del demo tape registrato nel 1986.


LE ORIGINI - GETTING THE FEAR (demo tape, 1986)
"Sono di Genova, vantano una classicissima line-up r’n’r di tre elementi (chitarra/voce, basso e batteria) e hanno appena realizzato il demo-tape Getting The Fear, inciso per metà in studio e per metà dal vivo: stiamo parlando degli Sleeves, figli naturali dei Dream Syndicate (non a caso propongono una cover di Still Holding On To You) e del roots-rock statunitense. Il lato in studio, oltre alla già citata cover, contiene due originali del gruppo, validi seppure con qualche soluzione un po’ ingenua, mentre la facciata live raccoglie i tre pezzi di cui sopra più le riletture di So You Want To Be A Rock’n’Roll Star (Byrds) e I Had Too Much To Dream Last Night (Electric Prunes). Insomma, un buon biglietto da visita".
(da Il Mucchio Selvaggio n.106 del novembre 1986)
Il 1987 è l'anno della svolta per il gruppo genovese: registrano infatti il loro primo LP per la Cobra Records intitolato "Five Days To Hell".


The Sleeves - Five Days To Hell (1987 - vinile)


TRACKLIST:

Lato A
01. Five Days To Hell - 2:33
02. Love & Hate - 3:27
03. Under The Lights - 3:10
04. Cook Book - 3:39
05. Always The Sun Go Down - 4:00

Lato B
06. Beating The Grass - 4:39
07. Shadows Of The Trees - 4:26
08. Snared Souls - 3:55
09. (I Had) Too Much To Dream (Last Night) - 2:47
10. Lighting Struck The Granary (The First Thing I Saw) - 3:11


FORMAZIONE:

Marco Keldi - voce, chitarra
Carlo Keldi - chitarra, voce
Luciano Moriconi - basso
Luciano Cerellini - batteria


“Dieci canzoni amare, acide, in cinque giorni, spesso cantate con le lacrime agli occhi. Me stesso, mio fratello, il mio migliore amico. Le due ore passate a Pisa con Paul Cutler, Los Angeles 1981, le tue recensioni, le tue parole ad Arezzo, tutto questo è tra i solchi del disco, un disco che probabilmente rimarrà negli scaffali del retrobottega di un negozio, ma che spero ti piacerà”. Non penso che me ne vorrai, Marco, se ho reso pubblico questo stralcio della lettera che mi hai inviato. Non so se mi crederai quando ti dirò che spesso, all’ascolto di Five Days To Hell, gli occhi mi diventano lucidi. E che in esso ritrovo i nostri Dream Syndicate, i nostri Alley Cats, la nostra California, le nostre birre, i nostri sogni, soprattutto il nostro rock’n’roll. Sei nato dalla parte sbagliata dell’Oceano, caro Marco. Come tuo fratello Carlo, come il tuo migliore amico Luciano, forse come me. Ti accuseranno di imitare Steve Wynn, e ti ricorderanno che sei nato a Genova. Ma quei i – e chi dice che, invece, non saranno tanti? – che ascolteranno davvero il primo album dei tuoi Sleeves non lo lasceranno marcire in un magazzino polveroso. Perché è bello. Sincero. Ispirato. Coinvolgente. Perché – ed è il miglior complimento che possa farti – è puro e semplice r’n’r, di quello che grida al mondo il suo sentimento e la sua voglia di libertà. 


So già che non ti importa poi molto del suo futuro. Che per te è già un grosso risultato 1’aver trascorso cinque giorni della tua vita in uno studio di registrazione e averne tirato fuori queste dieci gemme, due delle quali “rubate” ai Damnations Of Adam Blessing (Cookbook) ed agli Electric Prunes (I Had Too Much To Dream (Last Night), addirittura!). Beh, sappi che a me, invece, interessa moltissimo, perché Five Days To Hell dovrebbe trovare posto in ogni casa e mi dispiacerebbe immensamente vederlo giacere fra gli invenduti. Tranquillo, il disco mi è piaciuto, più di quanto non lascino intendere queste mie poche confuse parole. Auguri, Marco, che tu conosca altri “inferni” come questo. E che lo spirito del rock’n’roll continui ad assisterti. Quasi dimenticavo: che i lettori mi perdonino se ho trasformato una semplice recensione in un qualcosa che neanch’io so bene come definire. Ma, come direbbe un mio più famoso collega, “anche un giornalista è un uomo”. E agli uomini, persino a quelli più cinici, è concesso talvolta di commuoversi".
(da Rockerilla n.89 del gennaio 1988)


"Molto lussuoso (ma anche, purtroppo, un po’ kitsch) nella veste grafica, Five Days To Hell allinea dieci episodi ad alto potenziale coinvolgente: dalla title track e dalla non meno affascinante Shadows Of The Trees, tese e vibranti, alle armonie grintose ma accattivanti di Always The Sun Go Down e Love & Hate, dalla passionalìtà di Under The Lights e Beating The Grass alle atmosfere più aggraziate e rarefatte di Lighting Struck The Granary (solo voce, chitarra acustica e tamburello) e Snared Souls. Infine, come fiore all’occhiello, gli eccitantissimi rifacimenti di Cookbook e I Had Too Much To Dream (Last Night), ai quali sarebbe forse stato il caso di aggiungere Escape From The Planet Earth degli Alley Cats, che i Nostri sono soliti proporre in concerto. “Ascoltai per la prima volta I Had Too Much To Dream - spiega Marco Keldi - in un disco da solista di Stiv Bators, Disconnected del 1981. Era devastante, iniziammo a provarla alla fine di ogni esibizione e soltanto molto dopo scoprimmo l’originale. L’abbiamo voluta nell’album perché è molto tirata, quasi punk, e perché non ci stanchiamo mai di suonarla. Per Cookbook il discorso è diverso: i Damnation Of Adam Blessing li abbiamo conosciuti grazie a Giorgio Mangora, il proprietario della Cobra, e ci è piaciuta l’idea di riarrangìare quella vecchia canzone trasformandola in un hard~rock molto psichedelico”.


Five Days To Hell ottiene un discreto successo, tanto che gli Sleeves mettono in cantiere un nuovo disco: un EP con 5 pezzi (che verrà pubblicato anch'esso dalla Cobra Records), che segnerà l’esordio ufficiale del nuovo bassista, Italo Wochicevich (“un tipo molto deciso”, secondo Marco). Nel frattempo, la band prosegue senza soste la sua attività dal vivo, raccogliendo ovunque consensi grazie a uno show carico di potenza, vitalità e feeling. 

The Sleeves - Sadness Boulevard (EP 12", 1988 - vinile)


TRACKLIST:

Lato A
01. Mary'S Hours
02. Last Friday Night
03. Have A Pleasant Trip

Lato B
04. Down In Mexico
05. Sadness Boulevard


"Il secondo disco degli Sleeves sancisce l’ormai definitiva maturazione di una band che già con il suo precedente album Five Days To Hell aveva messo in luce notevoli capacità di elaborare canzoni liriche e avvolgenti, di inequivocabile derivazione californiana; nei cinque pezzi di questo mini-LP, però, il terzetto genovese sembra avere affievolito gli aspetti più epici e graffianti del suo sound a favore di soluzioni più ricche e raffinate, con influenze blues più marcate che in passato. Ne è venuto fuori un lavoro meno irruente di quello dell’anno precedente, più ponderato anche se sempre emozionante, che denota l’accresciuta verve canora di Marco Cheldi, ma che pecca forse di “artificiosità”, pur nel rispetto di una vena compositiva e interpretativa che è poco definire brillante".
(da Velvet n.4 del gennaio 1989)



Sleeves - Estremo limite di niente (CD, 1996)


TRACKLIST:

01. Tre colori - 3:51
02. Memorie - 2:59
03. Dio televisivo - 2:56
04. Il diritto a guardare il mare - 4:41
05. Estremo limite di niente - 5:18
06. I Don't Know What I Am - 2:54


FORMAZIONE:

Marco Cheldi - voce, chitarra
Carlo Cheldi - chitarra, cori
Fabio Reggio - basso
Carlo De Bastiani - batteria
Rocket de Johnny - chitarra solista (track 6)
Silvio Noto - piano, tastiere, cori
Paolo Bonfanti - chitarra slide (track 1)


"Non si facevano sentire da un bel po’ di tempo, gli Sleeves: più o meno dall’uscita di Sadness Boulevard, il mini-LP che nel 1988 aveva fornito degno seguito a Five Days To Hell – l’album d’esordio, anch’esso edito dalla Cobra Records – e alle partecipazioni alle raccolte Eighties Colours Vol.2 (1987 - con Beating The Grass) e Arezzo Wave 1987 (con Always The Sun Go Down), confermando la band genovese come brillante interprete di un rock’n’roll filo-statunitense straordinario per ispirazione e forza evocativa. Marco e Carlo Cheldi, fratelli di sangue e di corde, non avevano però appeso al chiodo gli strumenti: avevano anzi proseguito a raccontare, seppur solo dal vivo, le loro storie di rabbia, malinconia e sentimenti forti, dove il roots-rock psichedelico di Dream Syndicate e Green On Red si sposa con il punk “evoluto” dei tanti più o meno misconosciuti eroi dell’epopea californiana, i Sixties, il rhythm’n’blues.


Oggi, ben otto anni più tardi, gli Sleeves sono riapparsi sul mercato: con line-up rinnovata (accanto ai Cheldi bros, Silvio Noto alle tastiere, Fabio Reggio al basso e Carlo De Bastiani alla batteria) e forse con qualche capello bianco, ma con immutato desiderio di esprimere la propria anima attraverso canzoni che non vogliono sapere di avvilirsi nello scimmiottamento di questo o quel trend; canzoni che, rispetto al passato, presentano la sola differenza dei testi in italiano, ma che graffiano, trascinano e commuovono come le migliori del vecchio repertorio. Delle sei racchiuse nel recente mini-CD autoprodotto Estremo limite di niente, quattro sono originali del gruppo (Tre colori, la title track e le splendide Dio televisivo e Il diritto a guardare il mare), mentre le rimanenti due – Memorie, ovvero Memories Are Made Of This, e Don’t Know What I Am, rimasta in inglese – sono cover di classici degli australiani Saints e dei Wipers di Greg Sage: altamente consigliate, quasi inutile dirlo, per gli aficionados del vero rock e per chi ama affidare i propri sogni alle note per lo più ruvide di una chitarra elettrica".
(da Il Mucchio Selvaggio n.222/223 del luglio/agosto 1996)


Dal lontano 1996 gli Sleeves non sono più tornati in studio di registrazione, mentre è continuata, non so per quanto tempo, l'attività concertistica. Dal tubo ho recuperato questa unica performance live avvenuta a Rovigo nel 1999. 

BONUS CD (bootleg)
The Sleeves Live in Rovigo 1999



TRACKLIST:

01. L'ultima danza (inedito)
02. Down in Mexico (da Sadness Boulevard)
03. Tre colori - Memorie (da Estremo limite di niente)
04. Estremo limite di niente (da album omonimo)
05. AmaraMente (inedito)
06. Per te (inedito)
07. Il diritto a guardare il mare (da Estremo limite di niente)
08. La fabbrica del tempo perso (inedito)
09. Black Magic (inedito)
10. Sadness Boulevard (da album omonimo)
11. Dio televisivo (da Estremo limite di niente)


FORMAZIONE:

Marco Cheldi - basso, voce
Carlo Cheldi - chitarra 
Cla Villa - batteria


Grandissimo concerto suonato in trio, come alle origini, con il combo composto da chitarra, basso e batteria. La particolarità di questo concerto risiede nei numerosi inediti proposti dal gruppo, segno - forse - dell'anticipazione di tracce che sarebbero confluite in un album, purtroppo mai pubblicato. 
Bene, siamo giunti al termine di questa lunga retrospettiva dedicata agli Sleeves. Non mi resta che augurarvi il consueto buon ascolto. 


LINK Five Days To Hell (1987)
LINK Sadness Boulevard (1988)
LINK Estremo limite di niente (1996)
LINK Live in Rovigo 1999 (bootleg)

Post by George

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