giovedì 2 ottobre 2025

Filarmonica Municipale LaCrisi - Ad altra terra, in alto mare (CD, 2012)

 

TRACKLIST:

01. Esco in cerca di fresco (3:57)
02. Arabica danza (5:52)
03. Divieto di siesta (3:37)
04. Cris(anthem)i (5:38)
05. Omero (2:58)
06. Extracomunitar Song (2:56)
07. La selva delle malelingue (5:08)
08. La carne (4:11)
09. Tronfio, sbadiglioso e mattutino (4:10)
10. L'inno-minato (3:53)
11. Il collettivo immaginario (4:25)


FORMAZIONE:

Pierfrancesco Del Seppia - voce, chitarra, clarinetto
Marco Di Lupo - batteria
Jacopo Staccioli - tromba, trombone, cori
Giulia Costagli - sax tenore e baritono, cori
Pietro Spinelli - tastiere, organo


Più veloce della luce ecco arrivato un aiuto insperato. Ma quando si dice che la Stratosfera è una grande squadra, si dice una grande verità. Il nostro amico e storico collaboratore Adix ha provveduto in tempo record ad inviarmi i file e le copertine del primo album della Filarmonica Municipale LaCrisi, pubblicato nel 2012, disco richiesto nei commenti e molto desiderato anche dal sottoscritto per completare la discografia della band toscana. Grazie Adix per l'aiuto e la condivisione dell'album con tutti gli amici della Stratosfera. Che dire di questa opera prima? Dopo avere ascoltato gli altri due album posso dire che, musicalmente, è il lavoro che preferisco: fresco, vigoroso, allegro e scanzonato, con ritmi incalzanti e un gran lavoro da parte dei fiati. Me li immagino sul palco con una simile potenza di suono. Anche in questo caso, così come nel CD successivo, "L'educazione artistica", manca la presenza del basso. I testi? Non così forti e graffianti come nel secondo album. ma comunque si collocano sempre al di sopra delle righe. Tutto il resto lo abbiamo già scritto nel post precedente a loro dedicato. Non mi resta che salutarvi augurarvi buon ascolto. 


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Post by George & Adix

martedì 30 settembre 2025

Kerygmatic Project - Greek Stars Gallery (CD, 2012)

 

TRACKLIST: 

01. Greek Stars Gallery (6:56)
02. Perpetual Motion (2:03)
03. There’s No Ground For Complain (7:48)
04. Beautiful You Tonight (Dedicated To…) (7:42)
05. Starlight (4:59)
06. Stars And Angels (The City Of Love) (6:16)
07. The Tiger Paper’s Great Parade (4:28)
08. Where The Bell Tolls Again (4:16)
09. The Academy (8:05)
10. The Landscape Of Mind (4:12)


FORMAZIONE:

Samuele Tadini - basso, voce
Marco Campagnolo - synth, piano, organo, piano elettrico
Danilo Nobili - batteria, percussioni


Ancora una volta il nostro amico e storico collaboratore Marco Osel ci accompagna alla scoperta di band poco o per nulla conosciute al grande pubblico. Grazie, come sempre. Quest'oggi è è il turno dei Kerygman Project, un trio "zonale" proveniente da Stresa, sul Lago Maggiore, con all'attivo 7 album (tra cui un live) registrati tra il 2011 e il 2022. Il gruppo ha origine più remote, visto che è in attività fin dal 1998. Il nome, un po' complicato, deriva dal termine di origine greca "kerygma" che ha un doppio significato: da u lato vuol dire "messaggio / annuncio", dall'altro, in una accezione prettamente filosofico-teologica, il termine sta ad indicare la prima testimonianza della predicazione cristiana. Il trio ha fatto propri entrambi i significati. "I Kerygmatic Project - si legge nella loro biografia tratta dalla pagina Fb del gruppo - sono infatti un nucleo compatto in cui l’espressione, la comunicazione, la fantasia, la tecnica e l’umiltà (cristianamente intesa), divengono elementi imprescindibili del loro essere gruppo orientato alla ricerca e alla sperimentazione". Fin qui nulla da eccepire. Come sopra ricordato i Kerygmatic Project nascono nel 1998 da un’idea di Samuele Tadini, Danilo Nobili e Marco Campagnolo, con la finalità di comporre brani originali che recuperassero nello stile e nella realizzazione la grande tradizione del progressive rock britannico degli anni settanta e ottanta, tradizione rinnovata secondo una nuova chiave di lettura in grado di abbracciare anche differenti stili, tanto da costituire un sound originale e ben riconoscibile.


Le composizioni dei Kerygmatic Project risentono, infatti, dei vari contributi ricavati dal rock, dal pop, dal jazz, dalla fusion e dalla musica classica, proponendo composizioni che, di fatto, difficilmente potrebbero essere categorizzate in un genere preciso e che sono il frutto di una ben definita filosofia. Secondo una definizione che sembra appropriata, i Kerygmatic Project possono essere considerati come l’espressione più fresca del prog & pop, termine coniato dal gruppo stesso, in quanto sono tra i pochi ad aver posto in una coesione non stucchevole, ma ben equilibrata, ciò che di gradevole e non banale deriva della musica pop con l’art-rock derivato dalla tradizione del progressive. Proseguendo nella lettura della loro biografia ufficiale si legge che "la scelta di organizzarsi in trio, dando molta parte alle tastiere, non è solo un elemento che può ricordare gli Emerson, Lake & Palmer, ma anche l’espressione più tipica di chi vuol fare con l’essenziale qualcosa che lo trascenda. 


I Kerygmatic Project, pur non ignorando la grande tradizione italiana della P.F.M., del Banco del Mutuo Soccorso o delle Orme, solo per citare qualche esempio significativo, preferiscono utilizzare la lingua inglese. L’internazionalità e la musicalità di questa lingua, fanno dell’inglese l’idioma prescelto per le composizioni che si incanalano in una tradizione che, inizialmente, come si è già detto, ha le sue origini proprio in Inghilterra tra la fine degli anni ’60 e gli inizi degli anni ’70".


L'album oggi proposto è il secondo, in ordine cronologico, dopo il debutto avvenuto l'anno precedente con "Nothing But Truth". Entrambi i primi due CD (e anche il terzo) sono autoprodotti, mentre a partire dal 2015 sono finiti sotto l'ala della Ma.Ra.Cash Records. "Grrek Stars Gallery" è ovviamente dominato dalle tastiere, che tracciano infinite trame sorrette da una buona sezione ritmica. Il disco come si suol dire "è ben suonato" anche se, al di là dei toni contenuti nell'autopresentazione del gruppo, manca in buona parte di originalità. Album discreto, ma per dare un giudizio più sereno bisognerebbe ascoltare i CD successivi, non ultimo il disco dal vivo (CD + DVD) del 2019 intitolato "Kerygmantic Project live at The Grand Hotel des Iles Borromées". Magari, col tempo, ne riparleremo. Per il momento è tutto. Vi lascio con il consueto buon ascolto.


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Post by George - Music by Osel

domenica 28 settembre 2025

Filarmonica Municipale LaCrisi: L'educazione artistica (CD 2013) & Sento cadere qualcosa (CD 2015)

 

In questa tornata il nostro amico e recente collaboratore Roberto ci ha fatto pervenire i file di due album di un gruppo forse non conosciutissimo, ma proprio per questo meritevole di attenzione. Qualche nostro lettore avrà già sentito parlare della Filarmonica Municipale LaCrisi, altri probabilmente no. Fermo restando il mio ringraziamento a Roberto per la condivisione dei due CD, passiamo ora a conoscere più da vicino questo ensemble toscano. Pur avendo registrato solo tre CD dal 2012 al 2015 si è parlato parecchio di loro sul web, piuttosto ricco di biografie e recensioni di album. Non è mancata una intensa attività concertistica documentata dalle foto qui postate tutte tratte dalla pagina Fb ufficiale del gruppo. In questa sede cercherò di fornirvi le informazioni essenziali ad iniziare dalla loro nascita e proseguendo con il percorso musicale. Andiamo per ordine. Partiamo innanzitutto dal nome, piuttosto curioso ed inusuale. L'origine la rivelano gli stessi componenti del gruppo in occasione di una intervista pubblicata sito "Impatto Sonoro: : "La band nasce all’interno di una Filarmonica Municipale. Una banda di paese vera, dove alcuni membri delle band attuale suonavano fiati e percussioni. Di lì a conoscersi e decidere di mettere su una band il passo era breve. Dapprima si sceglieva di chiamarci “LaCrisi”, in un secondo momento ci si rendeva conto che il suffisso Filarmonica Municipale ben descriveva il nostro modo di fare musica. Unire in maniera nevrotica caratteristiche opposte ci è sempre piaciuto, insomma". Qui l'intervista completa. 


La biografia del gruppo proviene invece dal sito "Toscana 100 Band" (qui) integrata con qualche ulteriore informazione da parte mia.
"La Filarmonica Municipale LaCrisi è una band pisana e livornese, in barba ad ogni campanilismo. Nel 2012 la band è finalista di numerose manifestazioni come Rock Contest Controradio, Edison Change the Music, MEI Supersound, Arezzo Wave. Il CD di debutto, "Ad altra terra, in alto mare" viene pubblicato nel 2012 dalla Frac! Dischi. Seguirà nel 2013  “L’Educazione artistica” , che raccoglie pareri entusiastici di critica e pubblico, fino a valere alla band la candidatura alle Targhe Tenco 2014 come “Miglior album in assoluto dell’anno”. Il tour che ne segue (oltre 50 date) tocca tutta Italia, al fianco di artisti quali Nada, Paola Turci, Tricarico, Diaframma, Virginiana Miller, Zen Circus, Bobo Rondelli, Massimo Zamboni, Piero Pelù, Brunori SAS. Nello stesso anno il cantautore aretino Alessandro Fiori (Mariposa, Amore, Craxi, Betti Barsantini) assolda la Filarmonica Municipale LaCrisi come backing band per la tournée live del suo “Cascata” .A ottobre 2014, la Filarmonica vince la ventesima edizione del “Premio Ciampi”, come miglior progetto nazionale e ritira il premio dalle mani di Gian Piero Reverberi.


Il 27 aprile 2015 esce il terzo CD, “Sento cadere qualcosa” per la produzione artistica dello stesso Alessandro Fiori. Purtroppo la carriera artistica della Filarmonica Municipale LaCrisi si concluderà qui, Detto questo, spazio alla musica, con la presentazione degli ultimi due album del 2013 e 2015.

Filarmobica Municipale LaCrisi
L'educazione artistica (2013)


TRACKLIST:

01. Sono io l'educatore - 3:45
02. Tutti a terra - 3:56
03. Gloria Guida - 4:51
04. Segugi sotto - 4:04
05. Cannibali - 3:23
06. Una violenza inaudita - 2:33
07. Ti sei fatta male (amateur) - 3:11
08. Il male - 4:00
09. Donne di raso - 3:16
10. I migliori - 8:15


FORMAZIONE:

Pierfrancesco Del Seppia - voce, chitarra
Matteo Lenzi - organo, synth, cori
Giulia Costagli - sax baritono, flauto, cori
Luca Di Pietro -  batteria, drum machine
Jacopo Staccioli -  trombone


Ad una anno di distanza dall'album di debutto, ecco qui dieci nuove canzoni, scritte di getto nel giro di poche settimane. Quello che ti colpisce subito sono i testi, ancor prima della musica. che riportano direttamente all'era dei nostri migliori cantautori. Testi forti che raccontano il quotidiano, graffianti, e realisti. Sul sito "Mescalina" si legge che "i testi nel loro fitto monologare sono di un realismo sorprendente, che abrade il velo delle apparenze, per osservare da vicino nevrosi, solitudini, frustrazioni, vuoti, silenzi di chi può e sa controbattere solo con “un palmare o un computer con cui twittare, chattare” (Segugi sotto), la fine di “amori amatoriali”, il sogno del posto fisso, a costo di chiederlo a mano armata, o uomini omofobi e disperatamente soli che finiscono per baciarsi allo specchio (“Non sei un altro, / sei il mio riflesso…/ Ah, meno male! / Non sono frocio, sono solo / sono solo un uomo solo”, E ancora ecco l’educatore che supplica il bambino autistico di fare un mezzo disegno da mostrare alla mamma, fiero del suo lavoro, ma finisce anche lui a guardarsi una mano e difendere il mondo nella sua testa (Sono io l’educatore), o il figlio che ripensa al tempo perso a “vergognarsi / di una mamma dentro la tua scuola” e dopo la sua scomparsa prematura, rimpiange, quasi pestando ancora anacronisticamente i piedi, il tempo dedicato all'insegnamento e non a lui (“Il tuo tempo, lo rivoglio! / Cosa c’è nella storia dell’arte / che non si possa insegnare a un figlio?”, Gloria Guida). Testi non banali, da ascoltare con la dovuta attenzione. Volete leggervi i testi? Cliccate qui, su "Impatto Sonoro". 


Bellissime le musiche, molto personali ed elaborate, tra swing, beat, melodie, e marcette, suoni  difficilmente collocabili in qualsivoglia categoria, dove resta di sottofondo il sapore della filarmonica di paese. Il quintetto ha una struttura originale: la sezione ritmica (batteria, organo e vibrafono) sostiene un sax baritono, una chitarra e un trombone. Da notare l'assenza del basso. Decisamente un grande disco. 


Filarmonica Municipale LaCrisi
Sento cadere qualcosa (2015)


TRACKLIST:

01. La demolizione della Terra
02. Intro
03. A mezzo metro
04. Sorbetto
05. Chi sceglie cosa
06. Io mi procuro dei soldi
07. Negozio di dischi
08. Mondo alla rinversa
09. Spara al coniglio
10. Mare di segatura
11. Der
12. Più di così
13. Sento cadere qualcosa
14. Io rimango solo
15. Mandorla amara
16. E pace


FORMAZIONE:

Pierfrancesco Del Seppia - voce, chitarra
Alessandro Fiori - basso, violino, voce
Giulia Costagli - sax, flauto, voce
Matteo Lenzi - synth, organo, marimba, percussioni, harmonium
Luca Di Pietro - batteria, basso, drum machine
Jacopo Staccioli - trombone


Dopo due anni di silenzio discografico, compensato da una intensa attività concertistica, ritorna la Filarmonica con un CD (con la produzione artistica di Alessandro Fiori che sul disco suona anche basso e violino) dal titolo "Sento cadere qualcosa". Nel frattempo vi è stato qualche ritocco nella formazione, questa volta un sestetto e con l'introduzione del basso e del flauto, mancanti nella prova precedente. E' un disco di svolta rispetto al percorso artistico fin qui intrapreso, al punto tale che i 16 brani di cui si compone hanno meritato il Premio Ciampi 2014, ancora prima della loro uscita ufficiale.


 "Il disco prende il nome da una raccolta di poesie di Natan Zach e congela la sensazione dell’attesa in un momento di sospensione, di quelli che possono volgere in una bella sorpresa o in una catastrofe qualsiasi. Tra echi alla High Llamas, Flaming Lips, Tuxedo Moon e Penguin Café Orchestra, nell’album affiorano momenti non sostanziali di cantautorato, così come l’elettronica minimale, tutti attraverso un setaccio di pop e psichedelia che si fa forte tanto dei suoni, quanto dei testi e della struttura dell’intero" (da "La Repubblica XL"). A mio avviso, ma questo è un parere personale, il suono è più "freddo" rispetto al calore emanato da "L'educazione artistica", con maggiore spazio concesso alla sperimentazione elettronica. Per dirla tutta un album meno coinvolgente, a tratti un po' stancante. I testi, sempre ironici e pungenti, non raggiungono questa volta quel "vissuto quotidiano" che veniva trasmesso con forza e chiarezza nel precedente album. Un buon disco ma non il capolavoro atteso. Non mancano piccoli gioielli come "Spara al coniglio", col suo ritmo ipnotico e "Mandorla amara" con la voce di Pierfrancesco De Seppia a duettare col sax di Giulia Costagli. 


Fine del percorso attraverso gli ultimi due album della Filarmonica Municipale LaCrisi. Un ultimo ringraziamento a Roberto per questa ottima scelta e la conseguente condivisione. A voi tutti auguro il mio consueto buon ascolto.


LINK L'educazione artistica (2013)
LINK Sento cadere qualcosa (2015)

Post by George - Music by Roberto

venerdì 26 settembre 2025

Luna - Omonimo (LP, 1981) - (Stratosfera Extended Edition)

 

TRACKLIST:

Lato A
01. Sulla Luna
02. L'isola
03. Lou Jean
04. In concerto

Lato B
05. Firebird
06. Serenade
07. Un seme strano
08. Come va?

Bonus Tracks - I singoli
09. Hallò - lato A, 1977
10. Silian era diversa - lato B, 1977
11. Iron Far - lato A, 1978
12. Stay Here With Me - lato B, 1978
13. Tunnel feat. Danilo Rustici - Spped Up - lato A, 1978
14. Tunnel feat. Danilo Rustici - Tunnel Lights - lato B, 1978


FORMAZIONE:

Danilo Rustici - voce, chitarra
Joe Amoruso - tastiere
Dario Franco - basso
Sabatino Romano - batteria


La Luna è da sempre fonte di ispirazione nel mondo dell'arte e anche quello della musica non sfugge a questa regola. Sono decine e decine i musicisti italiani e stranieri che hanno reso protagonista il nostro affascinante satellite, da Angelo Branduardi ai Doors (cito i poli estremi) fino  a giungere ai Pink Floyd con TDSOTM. Ma qui Danilo Rustici e soci ne assumono addirittura il nome. Un nome evocativo, così come è evocativa la copertina dell'album disegnata non so proprio da chi. Ma da dove spuntano i Luna, autori di questo unico eponimo 33 giri pubblicato dalla Splash (l'etichetta fondata nel 1970 da Peppino Di Capri)? A proposito, il vinile venne distribuito dall'etichetta Seven Seas anche sul mercato giapponese (sempre nel 1981) e solo nel 2006 venne ristampato in versione CD. Qui sotto la copertina della stampa giapponese. Il 33 giri originale è in vendita su e-bay alla "modesta" cifra di 79,99 euro. 


Per tornare ai nostri Luna, dalle notizie attinte dal web (e, naturalmente, da Italian Prog del nostro maestro Augusto Croce), il gruppo nacque da un'idea di Danilo Rustici, già chitarrista degli Osanna, a seguito dell'insuccesso dell'album della band partenopea  "Suddance", pubblicato nel 1978 ed eseguito da una formazione rimaneggiata. In realtà gli Osanna si erano già sfaldati l'anno precedente dopo "Landscaper of Life". A questo punto Danilo Rustici si sentì libero di percorrere altre strade. Con al suo fianco l'amico tastierista Joe Amoruso e una sezione ritmica composta da Dario Franco al basso e Sabatino Romano alla batteria i neonati Luna incisero tre singoli, nel 1977 e 1978 (tutti inclusi come bonus tracks in questa particolare Stratosfera Extended Edition), che precedettero di qualche anno l'uscita del 33 giri. Purtroppo le atmosfere cambiarono radicalmente, spostandosi su un genere disco, decisamente facilone e commerciale, anche se non privo di una certa raffinatezza. "Hallò", "Iron Far" e l'ultimo 45 giri registrato col nome di Tunnel, sono quanto di più lontano dallo stile chitarristico a cui ci aveva abituati Danilo Rustici. Ma quella era l'era della disco music e, come si dice, bisognava pur campare. Diverso è il discorso per "Silian era diversa", una lenta e soffice ballata, e per "Stay Here With Me", un discreto brano dalle venature rock, con un bell'assolo di chitarra del nostro Danilo. Volendo fare i pignoli ricordo che la formazione dei Tunnel comprendeva anche una sezione fiati composta da Enzo Avitabile (sax), Pino Carapelli (trombone) e Tony Stotuti (tromba). "Speed Up" è stato ristampato lo scorso anno in versione vinile 12", tiratura limitata, con 4 brani: i due originali e due versioni remix. For fans only! Di seguito le copertine dei tre singoli.




Anche le otto tracce contenute nel 33 giri sono caratterizzate da un suono "leggero", con belle melodie dove emerge la chitarra di Danilo e qualche inserto un po' più graffiante come nel caso della rivisitazione della celebre "Firebird" di Igor Stravinskij. Nel complesso, ma questo è un mio personale parere, nessun guizzo, nessuna particolare emozione, nessuna scintilla. Al di là della rarità del vinile, la fine dei Luna non credo abbia lasciato dietro di sé grossi rimpianti. Sono stato troppo brutale? Non lo so, ditelo voi. Buon ascolto, dear friends. 



Post by George

mercoledì 24 settembre 2025

RE-POST & RE-LOAD - Collection 45 Giri Rari Prog Rock Italiano Vol 12 - SPECIALE GRANDI BANDS (Speciale "Last week before holydays" 1) - (post originale 26.07.2011)

 

TRACKLIST:

01 - I Giganti - Voglio essere una scimmia (1970)
02 - I Giganti - Sono nel sogno verde di un vegetale (1972)
03 - Luna - Un seme strano (1981)
04 - Il Balletto di Bronzo - Donna Vittoria (1973)
05 - Leo Nero - Strada (1980)
06 - Stormy Six - Il mondo è pieno di gente (1967)
07 - Stormy Six - Leone (1971)
08 - Stormy Six - Cosa danno (1981)
09 - Garybaldi - Marta Helmut (1971)
10 - Garybaldi - Corri, corri, corri (1971)
11 - Le Orme - Sera (1975)
12 - The Trip - Bolero blues (1969)
13 - The Trip - Travellin soul (1970)
14 - Banco del Mutuo Soccorso + E. D'Anna - Inedito 1 (1974)
15 - Banco del Mutuo Soccorso + E. D'Anna - Inedito 2 (1974)
16 - Osanna - Money (live Rai TV 1971)
17 - Osanna - Non sei vissuto mai (live Rai TV 1971)
18 - Osanna - Bouchet Funk (inedito su album, dall'album "Milano Calibro 9", 1972)
19. Osanna - Calibro 35 - Bouchet Funk (inedito su album, dal film "Milano Calibro 9, 1972)


PREMESSA by GEORGE

La richiesta di re-upload di questa compilation da parte di una nostro amico navigatore mi rende particolarmente felice, anche perché mi offre l'opportunità di andare a riscoprire una serie (composta da ben 37 volumi) che rappresenta un fiore all'occhiello della Stratosfera. L'autore è il mio sodale amico Roby (alias il Capitano), da sempre con il "pallino" (sono parole sue) delle compilation di 45 giri e brani rari non pubblicati su album ufficiali. Io non ho esattamente lo stesso pallino, ma amo molto - quando possibile - condire gli album postati con le bonus track. Un mio sfizio. Fin dagli albori del blog (qui siamo nel 2011, quindi agli esordi) le "compilation" di 45 giri rari del prog italiano hanno richiesto uno sforzo notevole, sia per la ricerca dei brani, con relativa descrizione, che per la loro collocazione temporale. Ci vuole passione e competenza. Grazie Roby per questo immane lavoro che ci hai regalato nel corso degli anni. La compilation in questione è la n. 12 e la ritroverete qui. Ed ora la parola passa all'autore della raccolta.


DESCRIZIONE DEI BRANI by ROBY (dal post del 26 luglio 2011)

"Questo dodicesimo Volume della popolare collection è infatti dedicato alle Grandi Bands, ovvero una compilations di 45 giri e rarità dedicata interamente ai nomi più famosi del rock progressivo italiano o a bands a loro collegate. Veniamo allora alla solita veloce descrizione dei brani presentati: si comincia alla grande con due pezzi, da 2 differenti singoli, dei Giganti. Il primo, un poco più commerciale, è un gradevolissimo rock, con un testo affatto banale, che ci mostra quanto valido era questo gruppo anche prima del loro capolavoro "Terra in bocca", che fu anche l'epitaffio della band, se non fosse per un singolo (il secondo brano della compilation) dal titolo chilometrico, davvero molto bello e prog. Probabilmente, a mio parere, è un outtake di Terra in bocca, visto che sull'altro lato del 45 giri appare un estratto da quest'album. Proseguiamo con una rarità degli Osanna, una versione strumentale dei primi brani dell'album "L'uomo", tratti da un raro filmato per la RAI (Visibile quì, postato dal grande Danilo Rustici); segue l'unico brano che possiedo dell'album "Luna" dell'omonimo gruppo, che comprendeva nelle sue file, tra gli altri, Danilo Rustici e James Senese (Anno di grazia 1981), disco che tra l'altro ricerco da anni (chissà se qualche santo provvederà)... Ma proseguiamo nell'ascolto con un brano del Balletto di Bronzo, tratto da un singolo, seguito da un brano del solo Leo Nero (Gianni Leone) che presenta un singolo tratto dall'album "Monitor". Tre brani tratti da singoli per gli Stormy Six, provenienti da diverse fasi musicali di questo gruppo (Interessante la comparazione tra diversi stili e tematiche). Ed eccoci al secondo pezzo forte di questa compilation (Dopo i Giganti), ovvero i due brani del raro primo singolo dei Garybaldi, antecedente all'album "Nuda" (Famoso anche perchè, sul lato B, Bambi Fossati e compagni dichiaravano di non essere più i Gleemen, visto che "da ora in poi ci chiameremo Garybaldi"). Un suggestivo pezzo delle Orme ci trasporta verso i due buoni brani dei Trip, provenienti da due singoli differenti (Rarissimo ed introvabile è il primo, antecedente al loro primo album). E, per chiudere davvero in bellezza, due stupendi pezzi inediti del Banco del Mutuo Soccorso, con la collaborazione speciale, ai fiati, di nientepopodimeno che Elio D'Anna degli Osanna. A quanto mi è dato di sapere, questi due strumentali avrebbero dovuto fare parte di un progetto chiamato "Francesco", che poi fu abortito".

Buon ri-ascolto, cari amici


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Re-post & Re-load by George - Music & Words by Roby

lunedì 22 settembre 2025

Serie "Just One Record" - Camera Astralis - I Supplicanti (CD 1998)

 

TRACKLIST:

01. Cantar delle genti... (1:59)
02. Di ansia e d'ombra (4:15)
03. La ruota del pavone (8:17)
04. Febbre d'Arlecchino (4:22)
05. Il gioco dell'oca (6:22)
06. I margini del sogno (6:08)
07. I giorni dell'inchiostro (6:35)
08. Ballando sui vetri (7:19)


FORMAZIONE:

Davide Sgorlon - chitarra elettrica, chitarra acustica 6 e 12 corde
Andrea Tarnini - piano elettrico e acustico, synth
Gianni Giannella - basso
Renato Cavallero - batteria, percussioni, cori
Franco Vassia - voce solista


Anche questo CD proviene dagli sconfinati archivi del nostro amico Osel, sempre prodigo nell'inviare materiale di estremo interesse. Accompagnato da una gran bella copertina (realizzata dallo Studio Imago), nel 1998 vedeva la luce "I Supplicanti", l'unico CD registrato dai Camera Astralis, pubblicato dall'etichetta Imago. Il gruppo proviene da Torino e non nasconde il suo amore per i Genesis. Chi ama le sonorità del gruppo britannico nel periodo post Gabriel, intendo quello di "Wind & Wuthering" e, soprattutto, di "And Then There Were Three"  troverà non pochi parallelismi, grazie - in particolare - agli splendidi interventi di piano e di synt da parte di Andrea Tartini. E che dire della voce "Collins style" di Franco Vassia? Il timbro non è esattamente lo stresso ma lo stile non si discosta. Il modello è quello. Altro importante protagonista è Davide Sgorlon, impegnate alla chitarra acustica e a quella elettrica. Davide, dopo la breve esperienza Canera Astralis, ha proseguito la sua carriera di chitarrista, specialmente acustico, dedicandosi al perfezionamento del fingerpicking, incidendo un CD intitolato "Crossover" (l'intero album è su Spotify e alcuni video su YT) e suonando con altri gruppi del circuito piemontese.  Per conoscere più da vicino il personaggio vi invito a leggere questa interessante intervista pubblicata nel 2023 su "Jolly Roger Radio" (qui)

Davide Sgorlon #1

Bene, un ultimo ringraziamento a Osel per la condivisione di questo ottimo album di new progressive italiano, Vi lascio come sempre augurandovi buon ascolto.

Davide Sgorlon #2


Post by George - Music by Osel

venerdì 19 settembre 2025

Gruppo Folk Internazionale: Il nonno di Jonni (LP, 1979) & Le mille e una notte (EP 12", 1979)


TRACKLIST:

Lato A
01. El Kolo Go Balà - 10:00
02. Il nonno di Jonni - 9:11

Lato B
03. Gavrilka il ferroviere - 6:57
04. La piccola fiammiferaia - 6:14
05. La fortezza - 7:26


MUSICISTI:

 Alfredo Lacosegliaz, Dino Mariani, Gianfrancesco Calabrese, Mario Arcari, Mariuccia Colegni, Mony Ovadia, Silvia Paggi


Parliamo nuovamente del Gruppo Folk Internazionale, creatura fondata del carismatico Moni Ovadia, personaggio quanto mai attivo e attuale sia sui palcoscenici musicali che su quelli teatrali. E' freschissima la sua presenza al fianco del giornalista e scrittore Aldo Cazzullo per la presentazione di alcuni importanti spettacoli teatrali e televisivi (Il romanzo della Bibbia, Il Duce delinquente, Mussolini il capobanda). La biografia di Moni è molto lunga e articolata. L'essenza, insieme a quella del Gruppo Folk Internazionale, è già stata oggetto di presentazione nel 2022, parallelamente al post dedicato al primo album del gruppo, "Festa popolare", datato 1975. Per evitare inutili ripetizioni vi rimando a quella pagina cliccando qui. Gli album che ho scelto per questo post risalgono entrambi al 1979 e rappresentano le ultime registrazioni in studio del GFI. Salto a piè pari, almeno per il momento, "Daloy Politzei" del 1977 e "Al gran verde che il frutto matura - Canti anarchici di Pietro Gori", anch'esso del 1977, registrato congiuntamente a Gigliola Negri, Margot e Michele L. Straniero. 


Alcune annotazioni supplementari ve le voglio comunque proporre, tratte da quel formidabile sito che si chiama "La Brigata Lolli". 

"Erano bravissimi. Sono durati solo quattro anni, proprio perché erano troppo bravi. E soprattutto erano in anticipo sui tempi. Il Gruppo Folk Internazionale ha mosso i primi passi in anni molto ricchi da molti punti di vista e molto interessanti ancora da molti punti di vista: politici, musicali, personali. Anni di spunti e di polemiche, di corse in avanti e di brusche frenate, anni sostanzialmente rivoluzionari. negli stili di vita, nella ricerca, nella cultura a tutto tondo. Anni di radio libere, di collettivi anche musicali, di amori liberi, di musica ribelle e di musica bella. Da qualsiasi parte del mondo la si suonasse. Il Gruppo Folk Internazionale suonava in Italia e tra le sue fila c'erano Moni Ovadia, il personaggio che in seguito ha fatto più parlare di sé, ma anche Maurizio Dehò, Maria Colegni, Roberta Zanuso e altri. Il Gruppo Folk Internazionale ha inciso in tutta la sua carriera solo quattro album, dal 1975 al 1979.  Poi sono iniziate altre storie: l'Ensamble Havadia e tanti singole vicende personali che hanno avuto altrettanta importanza. Ma la storia di questo gruppo seminale resta congelata in questi soli quattro dischi". 

Fino ad una ventina di anni fa erano praticamente introvabili, relegati su vinile, finché la Warner Italia ha saggiamente deciso di ristamparli tutti e quattro, in un doppio CD, nel 2006, intitolato '75 -'79". E' rimasto fuori dalla compilation il solo "Canti anarchici di Pietro Gori". 


1975-1979: erano anni infuocati dal punto di vista politico e culturale (chi li ha vissuti se li ricorderà benissimo), dove tutto veniva rimesso continuamente in discussione. Musicisti e intellettuali si univano contro le multinazionali discografiche dando vita ad esperienze come la Cramps e la Cooperativa L’Orchestra di cui il Gruppo Folk Internazionale fu una delle colonne portanti. La rivisitazione del repertorio popolare, non solo italiano ma anche statunitense, irlandese, spagnolo, balcanico, appariva assolutamente profetica in un periodo storico dove la world music era ancora sconosciuta. Troppo avanti per i tempi? Senza dubbio, sì. "Il nonno di Jonny", ultimo capitolo in ordine cronologico, non è un album facile dove le ballate popolari vengono semplicemente riproposte per ricostruire un clima quasi sempre festoso. Qui il linguaggio musicale si lega in parte alla musica colta, con spunti di avanguardia, suoni e voci che si avviluppano e viaggiano liberi per poi tornare - come avviene nel jazz - alla matrice iniziale. Ed è così che si contrappone il free de "La fortezza", traccia conclusiva, con la dolcezza e la melodia (nella sezione iniziale) de "Il nonno di Jonni". Un grande disco che chiude in bellezza l'epopea del GFI. Non è un caso che Mauro Pagani ha riconosciuto nel corso di una intervista il suo debito verso il GFI per la svolta che lo ha portato a comporre per Fabrizio De André le musiche di "Creuza de ma".


Gruppo Folk Internazionale - Le mille e una notte 
(EP, 12", 1979)


TRACKLIST:

Lato A
01. Città bianca e azzurra - 2:16
02. Festa pomposa - 4:21

Lato B
03. Morte di Sherazade - 3:00
04.Danza finale - 2:08


MUSICISTI:
 
Alfredo Lacosegliaz, Gianfrancesco Calabrese, Mario Arcari, Mariuccia Colegni, Moni Ovadia, 
Silvia Paggi


Qualche mese prima di registrare "Il nonno di Jonni", il Gruppo Folk Internazionale entrò in studio per realizzare un 12" composto da soli 4 brani: erano le musiche di scena per lo spettacolo teatrale "Le mille e una notte" della Cooperativa Teatro dell'Elfo. Nonostante la brevità del disco, i brani proposti, tutti strumentali, sono di una bellezza straordinaria, costruiti ad hoc per una pièce teatrale e quindi "lineari" e privi di quegli elaborati arrangiamenti che caratterizzeranno il disco finale. Qui sotto un'immagine dello spettacolo. E' tutto, cari amici. Vi auguro, come sempre, buon ascolto.


LINK Il nonno di Jonni
LINK Le mille e una notte

Post by George