lunedì 4 aprile 2011

Ultima Spiaggia- 1975- Disco dell'angoscia


Un disco ben strano questo. Uscito per celebrare la nascita dell'omonima etichetta discografica (Ultima Spiaggia), contiene i talenti di un nutrito gruppo di musicisti e cantanti (vedi più in basso i partecipanti a questo esperimento), capitanati dall'infinito talento del grande Ricky Gianco. Nonostante questo, Il Disco dell'Angoscia non è certo un disco cantautoriale: arrivato alla fine del breve ma intenso periodo caldo del progressive italiano, in qualche modo, questo album segnò indelebilmente questo momento di cambiamento, proponendo secondo me una delle possibili evoluzioni verso qualcosa di nuovo, anche se su strade diverse da quelle del rock progressivo propriamente detto.

In questo Concept album si racconta la storia di un uomo che resta in coma dopo un incidente automobilistico. Ogni episodio musicale racconta la vita passata di quest'uomo e la sua caduta verso l'oscurità, il tutto intervallato dal rumore dell'incidente stradale, dalle sue urla strazianti, dal collage di voci da una radio, dalle voci distanti dei dottori che parlano delle condizioni disperate dell'uomo, da messe sataniche (a un certo punto sembra di trovarsi in un disco da Antonius Rex) e da altri rumori e suoni che rendono quest'album davvero ben diverso da un disco cantautoriale (anche se, ripeto, non è neppure un disco prog nel vero senso della parola). Questo disco contiene infatti una vasta gamma di stili ben distinti: una spruzzata di prog, una canzone gotica ed oscura, un poco di samba brasiliano, del sano rock'n'roll, canzoni in stile cantautoriale, una canzone che sembra un tipico motivetto anni 30, per tornare ad uno stile cantautoriale sporco e malato... Ce n'è per tutti i gusti, amici miei... Se per alcuni (Quì, per esempio), questa frammentarietà dell'album viene vista come un difetto che lo rese poco omogeneo, secondo altri (JJJ Classic rock quì, con il consueto approfondimento su questo disco e sulla carriera di Gianco) questo è un disco geniale e dirompente, assolutamente da ascoltare. Io appartengo alla seconda scuola di pensiero ed adoro questo disco. Lo ascolto spesso e volentieri e devo dire che ancora non mi ha stancato, anche dopo innumerevoli e, qualche volta, ripetuti ascolti.

TRACKLIST :

01 - Davanti al nastro che corre
02 - L'incidente
03 - Motivo angoscia 1
04 - Canto delle streghe e del demonio
05 - Motivo angoscia 2
06 - Samba della tortura e della guerra
07 - Che cosa è
08 - Motivo angoscia 3
09 - Rock della ricostruzione
10 - Davanti al nastro che corre
11 - Motivo angoscia 4
12 - Zucchero mio
13 - Piacere e potere
14 - Motivo angoscia 5
15 - L'incidente


Alle registrazioni del DISCO DELL'ANGOSCIA hanno partecipato:

Ricky Gianco - Chitarra, voce
Ninni Carucci - Voce
Nanni Ricordi - Voce
Gianfranco Manfredi - Voce
Ivan Cattaneo (proprio lui!!) - Voce
Sergio Farina - Chitarra
Claudio Bonechi - Tastiere
Hugo Heredia - Sax
Gigi Cappellotto - Basso
Tullio De Piscopo - Batteria e percussioni
Ellade Bandini - Batteria

Buon ascolto a tutti e statemi bene. Roby.

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8 commenti:

  1. Grazie non lo conoscevo e devo dire che sono d'accordo con te,mi piace.Forza Roby !!

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  2. Many thanks. I'm like a child in a candy store here.

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  3. Grandissimo Blog, complimenti ragazzi! Da tempo ho abbandonato l'ascolto del progressive italiano ma grazie ad alcune perle che ho trovato qui sopra si è riacceso un fuocherello!Sono rimasto affascinato da questa etichetta "Ultima Spiaggia" e ho ascoltato già il disco di Currò e sono rimasto di sasso.. Ma pubblicare qualcosa di Gianfranco Manfredi da solista vi riesce impossibile per caso? non riesco a trovare davvero nulla! Un saluto da un nuovo fan!

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  4. Ciao, è possibile un re-up. grazie

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  5. https://app.box.com/s/5rysh1o6r5akn1jzsi4f670hcplvryoq
    (MP3 CBR 192K)
    PASSWD: versolastratosfera

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  6. grazie del tuo commento, mi richiama alla mente tanti ricordi contrastanti, anche belli! Claudio Bonechi

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  7. Disco musicalmente coraggioso ed emotivamente sconvolgente !

    Un gioiello davvero unico nel panorama musicale italiano degli anni 70

    Michele D'Alvano

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  8. Conoscevo già questo album da almeno un decennio o poco più, e mi è sempre piaciuta la sua follia musicale, la revisione e il sovvertimento dei generi che contiene. Per i puristi, forse questa caratteristica, così eclettica e che, a mio avviso, è una caratteristica molto particolare della cultura italiana in generale, gli conferisce un valore molto particolare. Lo dico da messicano che ama la musica italiana e la sua cultura in generale.

    Devo anche dire che questo disco mi piace così tanto, mai ristampato in CD, che circa un anno fa o meno, l'ho comprato online ed è una delle pochissime copie di questo disco in Messico.

    Saluti a tutti coloro che rendono possibile il blog, dal Messico, capitale mondiale del caos.

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