01 - Sequenze e frequenze (16:20)
02 - Aries (5:19)
03 - Aria di rivoluzione (5:03)
04 - Da Oriente ad Occidente (6:37)
Dopo Fetus in versione doppelganger e Pollution, giungiamo finalmente a quello che molti, me compreso, considerano il capolavoro assoluto del Battiato anni 70, e cioè lo stupendo "Sulle corde di Aries", disco dove gli sperimentalismi dei primi due dischi, a volte un pò eccessivi e che sicuramente peccavano di ingenuità, trovano una forma decisamente più raffinata ed intimista, carica di suggestioni, sia a livello musicale che di testi. Per la prima volta, infatti, compare il mondo dell'infanzia nelle canzoni di Battiato ("La maestra in estate ci dava ripetizioni nel suo cortile, io stavo sempre seduto su un muretto a guardare il mare... Ogni tanto passava una nave" da "Sequenze e Frequenze"), con il suo carico di profumi inebrianti. Chi conosce il maestro Siciliano sa come, negli anni a venire, spesso questi ricordi riaffioreranno in molte canzoni della sua maturità... "E' una Sicilia vaga e per questo magica, che non ha più contorni netti ma il tratto fascinoso ed incerto del ricordo, della fantasia. Battiato vi si erge con le sue fiere corde e, scrutando quel passato, indovina i tempi che verranno: la sua voce ancora giovane ha il solenne salmodiare del muezzin, che chiama il suo mondo da Oriente ad Occidente" (Il pezzo tra virgolette è tratto dalla presentazione di quest'album di Riccardo Bertoncelli, sulla ristampa Artis del 1992). "Sulle corde di Aries" è un album splendido sotto ogni punto di vista, ma richiede diversi ascolti (anche più dei soliti tre-quattro) per poter essere apprezzato davvero, tanto è vasta la gamma di suoni presenti nelle apparenti ripetizioni ipnotiche delle melodie, sempre uguali ma in realtà sempre diverse, ogni volta arricchite o variate in qualcosa, tanto che alla fine ogni pezzo è costituito da innumerevoli sfaccettature. Se poi vogliamo trovare un capolavoro nel capolavoro, io voto per "Da Oriente ad Occidente", veramente suggestiva e significativa: una decisa dichiarazione di intenti, rispetto ad una rottura con il passato: "Riduci le stelle in polvere e non invecchierai; mi appare in sogno Venere, tu padre che ne sai; lontano da queste tenebre matura l'avvenire, padre fammi partire; la luce sul vulcano mi indicherà l'uscita; al fuoco delle tenebre scelgo una nuova vita" canta Battiato. Apparentemente, dopo i ricordi della prima infanzia, quì il maestro sembra parlare del suo distacco dalla terra natale per arrivare a Milano e tentare la carriera musicale. Ma questa non è certamente l'unica interpretazione che si può dare a questa canzone, soprattutto all'ultima strofa. Ed è il maestro stesso a suggerirci un'altra chiave di lettura di questa canzone. Infatti, sempre sulla ristampa dell'album della Artis del 1992, appare una breve intervista al maestro dove egli ricorda che, dopo Pollution ed il lungo tour che seguì, si trasferì in America: "Ci fu un trapasso traumatico. Ricordo che avevo un gran bisogno di pulizia interiore: quel genere di musica e di pubblico era pericolosissimo. Intanto imparai a utilizzare meglio il synt e "Sulle corde di Aries" diventò un viaggio terapeutico di pulizia, un disco che ho sempre definito psicoanalitico per me".
Veramente un grande album Roby,grazie.Dopo le tue dritte riguardo a Battiato,ho cominciato a cercare quello che mi avevi raccomandato.Come al solito mi sono fatto prendere la mano :) ed ora ho la discografia completa.C'é veramente un pó di tutto e penso che per un pó saró occupato ah ah.Grazie di nuovo e buon weekend.Ciao
RispondiEliminaDisco eccezionale !
RispondiEliminaA mio avviso il capolavoro del Battiato progressivo e sperimentale degli anni 70.
Un lavoro visionario, profondo e straordinariamente evocativo .
Musicalmente suggestivo ed inebriante .
Aria di rivoluzione e Da oriente a occidente sono due brani davvero straordinari !
Michele D'Alvano