TRACKLIST :
01 - Concerto delle menti (Parte 1) (29:15)
02 - Concerto delle menti (Parte 2) (23:50)
Come avrete visto dalla tracklist, un'unica suite ricopre entrambi i lati di quest'album, per una durata complessiva superiore ai 53 minuti!! Un disco considerato molto ostico, questo "Concerto delle menti", anche perchè i testi (veramente allucinanti, lisergici e deliranti, tra l'altro) non sono cantati ma recitati dall'inquietante voce del poeta/compositore Paolo Carelli. La parte musicale è comunque di alta qualità, rock progressivo con quà e là delle influenze jazzistiche della miglior specie, e gli strumentisti sono indubbiamente tutti all'altezza della situazione. Un disco che resta comunque impegnativo da ascoltare (e non solo per la sua lunghezza), tanto che richiede diversi e ripetuti ascolti per poter essere apprezzato a fondo (solo sotto questo punto di vista, lo paragonerei ad "YS" del Balletto di Bronzo). Se nel primo post del mefitico Dottor Phibes (a proposito, temo stia per tornare) avevamo capito, grazie a "Trans Vita Express" perchè non è sempre consigliabile fare un viaggio in treno, soprattutto se il treno suddetto corre spedito verso l'aldilà, oggi con i "Pholas Dactylus" scopriremo che anche un banale spostamento a bordo del tram può riservare spiacevoli ed inattese sorprese, tipo un salto improvviso nel delirio ed un passaggio ad altre dimensioni (ascoltate e valutate voi con quale mezzo vi sposterete domani per recarvi al lavoro). L'album fu prodotto nel 1973 da Vittorio De Scalzi dei New Trolls, per la sua neonata etichetta Magma, ma non trovò nessun riscontro a livello di vendite, nonostante i Pholas Dactylus fossero molto conosciuti per la loro intensa attività live, che li vide tra l'altro suonare di spalla anche ai famosi teutonici "Amon Duul 2". Visto l'insuccesso riscontrato, i Pholas Dactylus si sciolsero qualche tempo dopo.
Quì si trova il bell'articolo dell'amico J. J. John dedicato ai Pholas Dactylus sul suo "John's Classic Rock" blog. Colgo l'occasione per ringraziarlo per alcune delle foto che accompagnano i miei post, anche questo, dato che spesso provengono dal suo sito. Quì invece potete leggere la storia di questo gruppo sull'altro sito di riferimento per gli amanti del rock progressivo, ItalianProg
Hei, primo commento dopo avere scoperto qs bellissimo blog. Dopo una scorpacciata di canzoni spesso sconosciute ma splendide. Un grazie enorme. Dunque, Pholas Dactylus ... a milano, concerto degli Amon Duul in corso europa ... gruppo di apertura: loro. Ricordo un poco edificante comportamento da parte della maggior parte degli spettatori (me compreso) di fronte ad un gruppo musicalmente interessante ma con canto e testi decisamente ... diciamo difficili per essere cortesi. Fischi, urla e il cantante proseguiva con frasi visionarie ma noi aspettavamo altro. Un bassista che sembrava essere dalla parte del pubblico con gestualità mentre suonava che suscitavano ilarità quantomeno. Uno o due brani a sfinirci e poi gli Amon Duul. Che fossimo pressochè bambini, un poco fessi e maleducati lo si deve ammettere. Banalmente esterofili, pure. Sta di fatto che, per una cosa o l'altra, i Pholas Dactylus sono rimasti nella memoria per 40 anni ed oggi li riascolto con interesse ed impegno, anche per scusarmi.
RispondiEliminaDisco difficile e inquietante ma affascinante .
RispondiEliminaDavvero un viaggio allucinato e visionario reso ancor più sinistro dai toni enfatici e declamatori della voce di Paolo Carelli
Un lavoro davvero unico nel panorama musicale italiano degli anni 70
Michele D'Alvano
Qualche anno fa comprai il cd del gruppo senza sapere nulla di loro. Qualche settimana fa ho acquistato la ristampa in vinile dell'album, e nonostante non lo consideri uno dei gruppi più importanti e rilevanti del genere in Italia, potrebbe davvero esserlo. Penso che sia un album estremamente degno, non del tutto realizzato. Essendo io stesso un poeta con una carriera più che trentennale nel mio paese d'origine, il Messico, non ritengo l'autore dei testi dell'album nulla di rilevante nel panorama della poesia italiana dell'ultimo mezzo secolo. La sua declamazione rende i suoi testi più interessanti, ma non sono nemmeno molto attuali, e mi sembra, in tutta onestà, un poeta poco attraente. Sarebbe interessante se il blog rivelasse qualcosa in più sul suo lavoro, sui suoi libri, per poter offrire un parere più appropriato e più informato riguardo alla sua poesia. Comunque questo è un album non per tutti, è un album difficile per chi non ha dimestichezza con il genere. Ma penso che valga davvero la pena ascoltarlo, ma richiede la conoscenza sia della musica che della poesia e la sua comprensione in un contesto più ampio e più giusto. Non mi pento di averlo acquistato, sia su CD che su vinile.
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