TRACKLIST :
01 - 16 giugno
02 - Non mi parlare di rivoluzione
03 - Incubo
04 - Quanto dura il mio minuto
05 - Preferirei piuttosto
06 - Tra cespugli di ginestre
07 - La rovina del porto e il marinaio
08 - Hanno sputato sui vetri
09 - L'alunno dell'ultimo banco
10 - La massa della miseria
11 - Tavola ansaldina
12 - Son le puttane le donne migliori
01 - 16 giugno
02 - Non mi parlare di rivoluzione
03 - Incubo
04 - Quanto dura il mio minuto
05 - Preferirei piuttosto
06 - Tra cespugli di ginestre
07 - La rovina del porto e il marinaio
08 - Hanno sputato sui vetri
09 - L'alunno dell'ultimo banco
10 - La massa della miseria
11 - Tavola ansaldina
12 - Son le puttane le donne migliori
Un album davvero a parte della discografia seventies italiana. Di ascolto piuttosto difficile, questo Rapsodia Meccanica anticipò la musica del genere cosidetto "industriale", che nasceva proprio in quegli anni, mischiando inserti musicali a suoni meccanici ed alienanti provenienti dal mondo delle fabbriche. Un linguaggio popolare, sporco e spesso scurrile caratterizza i testi di tutte le canzoni, oltre che l'usi di un'ironia tagliente e decisamente politically incorrect, verso tutto e tutti, compresi i simboli di quegli anni delle masse operaie. Autore delle musiche e curatore degli inserti musicali e rumoristici nelle varie canzoni un vero genio musicale della seconda metà degli anni 70, ovvero quel Roberto Colombo già noto agli aficionados della Stratosfera, dato che abbiamo già postato due suoi stupendi albums degli anni 70 (vedere qui).
Così su Italianprog.it: "Canzoni suonate con strumenti musicali convenzionali ma anche con strumenti meccanici ed industriali, ecco il contenuto di Rapsodia meccanica, prima realizzazione discografica di Francesco Currà, nato in Calabria ma trasferito a Genova. Un album insolito che può essere paragonato in alcuni momenti ai lavori di Battiato o Juri Camisasca. Currà realizzò anche un libro con un titolo simile nel 1977, Rapsodia meccanica. Poesia in fabbrica con le canzoni del disco dell'ultima spiaggia (Squilibri, 1977), un secondo album nel 1979, ed ha recentemente pubblicato un altro libro di poesie nel 2004."
Così su Italianprog.it: "Canzoni suonate con strumenti musicali convenzionali ma anche con strumenti meccanici ed industriali, ecco il contenuto di Rapsodia meccanica, prima realizzazione discografica di Francesco Currà, nato in Calabria ma trasferito a Genova. Un album insolito che può essere paragonato in alcuni momenti ai lavori di Battiato o Juri Camisasca. Currà realizzò anche un libro con un titolo simile nel 1977, Rapsodia meccanica. Poesia in fabbrica con le canzoni del disco dell'ultima spiaggia (Squilibri, 1977), un secondo album nel 1979, ed ha recentemente pubblicato un altro libro di poesie nel 2004."
Qui trovate un articolo dedicato a questo album su John Classic Rock
e' possibile reupparlo???
RispondiEliminaLO voglio!!!
grazie
Siii, Porfavor, lo vorrei riascoltar anch'io ! Mille Grazie, Indomito
RispondiEliminaPlease, reup!
RispondiEliminaCiao ho trovato un video su Youtube di Claudio Gambaro appartenente al canale Blumozart in cui Gambaro racconta la parabola artistica di Francesco Currà e nei titoli scrive che francesco Currà è deceduto nel 2016 .
RispondiEliminaIl video si trova agevolmente su Youtube digitando
"Francesco Currà, poeta di fabbrica (1947 - 2016)"
Ecco il link del video
https://youtu.be/mCRjEfGBiSM
Cordiali Saluti
Michele D'Alvano
Lavoro musicalmente interessante e coraggioso, ma la voce di Currà non l'ho mai tollerata
RispondiEliminaMichele D'Alvano