sabato 12 aprile 2014

Le antologie della Stratosfera vol. 6 - The Rokes: the complete works part 1

 Il personaggio Shel Shapiro, ancora oggi in piena attività ed energico come non mai, mi ha sempre affascinato e con lui i suoi Rokes, uno tra i più grandi gruppi beat che abbiano solcato il patrio suolo, nonostante la provenienza inglese. Riascoltandoli poco tempo fa su una emittente radiofonica (che tra l'altro ha mandato in onda un 45 giri definito "raro"), mi è sorto il desiderio di andare a riscoprirli e di condividere con voi l'opera omnia del gruppo, composta da singoli italiani e stranieri, promo, rarità, registrazioni live e tutti i loro 33 giri. Un lavoro enciclopedico che mi ha appassionato, nonostante la fatica di mettere insieme tutta la loro vasta produzione (ricerca iconografica inclusa). Mi perdoni chi non li ha mai amati: vuol dire che salterà a pié pari questo e i successivi post. Gli altri navigatori, sia i nostalgici che, soprattutto, i più giovani, troveranno - spero - un'opportunità per riscoprire e ascoltare questa grande band e comprenderne l'indiscusso valore. Ho deciso di suddividere in tre parti questo mega post. La prima tranche è dedicata all'intera produzione dei 45 giri pubblicati in Italia, dal 1964 al 1970 (incluse tutte le splendide copertine). A completamento del post ho inserito il loro unico album live intitolato "Dal vivo al Teatro Parioli, 1969". Il successivo post sarà invece dedicato all'intera discografia a 33 giri. Nella terza e ultima puntata saranno protagoniste le rarità: i singoli rari, quelli editi in UK e Francia, l'album "The Rokes in English", le apparizioni televisive e qualche altra rara sorpresa. 

Con l'occasione ripercorreremo insieme la storia musicale dei Rokes, dagli esordi sino allo scioglimento avvenuto nel 1970.

I 45 giri italiani (1964-1970)

DISC 1

01. Shake Rattle and Roll - lato A, 1964
02. Quando eri con me - lato B, 1964
03. Un'anima pura - lato A, 1964
04. She asks of you - lato B, 1964
05. C'è una strana espressione nei tuoi occhi - lato A, 1965
06. Ci vedremo domani - lato B, 1965
07. Grazie a te - lato A, 1965
08. La mia città - lato B, 1965
09. Ascolta nel vento - lato A, 1965
10. Il primo sintomo - lato B, 1965
11. Che colpa abbiamo noi - lato A, 1966
12. Piangi con me - lato B, 1966
13. È la pioggia che va - lato A, 1966
14. Finché c'è musica mi tengo su - lato B, 1966
15. Che mondo strano - lato A, 1967
16. Ride on - lato B, 1967
Bisogna saper perdere - lato A, 1967
Non far finta di no - lato B, 1967

DISC 2

01. Eccola di nuovo - lato A, 1967
02. Ricordo quando ero bambino - lato B, 1967
03. Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi - lato A, 1967
04. Regency Sue - lato B, 1967
05. Le opere di Bartolomeo - lato A, 1968
06. Siamo sotto il sole - lato B, 1968
07. Lascia l'ultimo ballo per me - lato A, 1968
08. Io vivrò senza te - lato B, 1968
09. Qui non c'è nessuno - lato A, 1968
10. La luna è bianca, la notte è nera - lato B, 1968
11. Baby come back - lato A, 1969
12. Hello come stai - lato B, 1968
13. Ma che freddo fa - lato A, 1969
14. Per te, per me - lato B, 1969
15. 28 giugno - lato A, 1969
16. Mary - lato B, 1969
17. Ombre blu - lato A, 1970
18. Sempre giorno - lato B, 1970

Non avrete alcuna difficoltà a reperire una delle numerose biografie dei Rokes presenti nel web: c'è veramente l'imbarazzo della scelta. Per non offendere nessuno ho tratto le informazioni direttamente da "Wikipedia", piuttosto precise ed esaustive. Per una analisi approfondita vi consiglio il sito "Distorsioni.net".

Gli inizi della carriera musicale dei futuri Rokes si perdono nell'Inghilterra del 1960 (mentre i Beatles, loro contemporanei, cercano fortuna suonando ad Amburgo). Proprio in quell'anno nasce il Shel Carson Combo, con Norman David Shapiro (detto Shel) alla voce e alla chitarra, Robert Posner al basso, Mike Shepstone alla batteria e Vic Briggs (che non è mai stato membro dei Rokes) alla chitarra solista, presto sostituito da Johnny Charlton. Shapiro è l'unico dei quattro che ha avuto esperienze di un certo rilievo, in quanto per quasi due anni ha suonato nei Blue Caps, gruppo accompagnatore di Gene Vincent. Diventa presto il leader del gruppo. Shepstone (discendente per parte di madre dal grande poeta inglese John Keats) e Shapiro sono stati compagni di scuola, ed avevano suonato insieme in gruppi studenteschi. Dopo una serie di esperienze in patria, nell'autunno del 1962 anche gli Shel Carson Combo (come i Beatles fino a pochi mesi prima) si recano a suonare ad Amburgo. Tornati in Inghilterra, vengono contattati da Colin Hicks, un cantante di rock 'n'roll, per un tour in Italia. Caso vuole che durante un concerto a Torino avviene l'episodio che cambia la loro carriera: Colin Hicks prima del concerto perde la voce, ma lo spettacolo non viene annullato e al gruppo viene chiesto di suonare al suo posto. Eseguono quindi il loro repertorio, costituito da cover di brani blues e rock'n'roll e riscuotono un notevole successo, al punto che vengono scritturati per effettuare dei concerti in autonomia.  A questo punto il gruppo decide di cambiare il nome, anche per segnare la differenza rispetto al periodo con Colin Hicks.

"The Rokes" è il nome inventato da Johnny Charlton, adottato da tutti quattro i componenti per fare i caroselli dei gelati Algida (ne parleremo nella parte dedicata alle rarità). Letteralmente significa scorie metalliche, o paglia da scoria.  Durante una serata del tour all'Ambra Jovinelli di Roma vengono notati da Teddy Reno, manager di Rita Pavone, che propone loro di effettuare la tournée come gruppo di accompagnamento della cantante torinese. Di questa parentesi dei Rokes con Rita Pavone parleremo, anche in questo caso, nel post con le rarità. Teddy Reno diventa loro produttore, procurando un contratto con l'etichetta ARC, per la quale incideranno tutti i loro dischi, incluso il primo 45 giri del 1964, contenente sul lato A un classico rock'n'roll dal titolo Shake, Rattle and Roll.

Grazie a Teddy Reno partecipano nello stesso anno al Festival degli Sconosciuti di Ariccia con Un'anima pura (vecchio successo scritto da Claudio Celli e Gianni Guarnieri, entrambi nel Quartetto Radar, per Don Marino Barreto Junior che la incise con il titolo Un'anima tra le mani) ottenendo un buon piazzamento (il vincente sarà Dino). Vengono quindi scritturati per la pubblicità dei gelati Algida su Carosello, aumentando la loro popolarità e la fama, grazie anche alla riconoscibilità del loro caratteristico accento inglese nel lanciare lo slogan "Posso dire una parola? C'è un Algida laggiù che mi fa gola". 

La grande notorietà, però, avviene nel 1965 con la canzone C'è una strana espressione nei tuoi occhi, versione italiana di When You Walk in the Room scritta dalla cantautrice statunitense Jackie DeShannon, ma portata al successo dai Searchers (incisa anche nello stesso periodo dai New Dada e da Gianni Morandi con un altro testo e con il titolo La mia voce), che entra nelle prime posizioni della classifica, consentendo loro di incidere il primo 33 giri. Il lato B è una cover di Will you love me tomorrow delle Shirelles.

In questo periodo le serate aumentano, diventano uno dei gruppi principali del Piper Club di Roma e girano anche alcune pellicole, come "Altissima pressione" per la regia di Enzo Trapani e soprattutto "Rita, la figlia americana" di Piero Vivarelli, dove hanno modo di recitare insieme a Totò e Rita Pavone e di presentare alcune canzoni come Take a Look, No, no, no, Grazie a te (versione italiana di I'm Alive degli Hollies) e The Wind Will Carry Them By (non perdete il post sulle rarità!). Una loro caratteristica è quella di avere molto materiale proprio e di non affidarsi quindi esclusivamente alle versioni italiane (come invece facevano molti gruppi beat); nei testi, a volte scritti da Mogol, spesso proponevano gli ideali di pace e fratellanza tipici del beat. Il 1965 si chiude con un altro 45 giri contenente Grazie a te (cover di I'm Alive) / La mia città.

Le loro sonorità si rifanno ai Beatles, agli Stones, agli Hollies, con impasti corali di pregevole livello. Approfondiremo questo tema nel post n. 2, dedicato ai 33 giri. Il 1966 si apre con la pubblicazione del singolo Ascolta nel vento / La mia città.

Il biennio 1966-67 è quello in cui i Rokes, ormai definiti "i Beatles italiani", raggiungono l'apice del successo grazie soprattutto a due singoli: il primo si intitola Che colpa abbiamo noi (versione italiana del noto successo Cheryl's Going Home di Bob Lind con testo italiano di Mogol), che si piazza al secondo posto in classifica allo storico Cantagiro del 1966 e conquista il primato nella classifica delle vendite di dischi a 45 giri; il secondo presenta sul lato A È la pioggia che va, cover di Remember the Rain sempre di Bob Lind (che verrà ripresa anche da Caterina Caselli). Il retro, Piangi con me, viene tradotto in inglese dai Grass Roots con il titolo Live for Today (incisa in inglese anche dagli stessi Rokes) ed entra in classifica negli Stati Uniti. 


Caratteristiche nelle loro esibizioni dal vivo sono le insolite chitarre "Eko", a forma di freccia, successivamente definite "Eko Rokes".  Nel 1967 partecipano al Festival di Sanremo con Bisogna saper perdere, che presentano in coppia con Lucio Dalla, ottenendo nuovamente un notevole successo di vendite (caratteristica dell'esibizione è il colpo di tacco all'unisono di Shel, Johnny e Bobby, durante il ritornello). Il 45 giri viene preceduto qualche mese prima da un altro singolo, Che mondo strano / Ride On, entrambe tratte dal loro terzo LP "Che mondo strano".  


Ancora nel 1967 vengono pubblicati i 45 giri Eccola di nuovo, versione italiana di Here Comes My Baby di Cat Stevens, e Cercate di abbracciare tutto il mondo come noi, in cui i Rokes si accostano alle sonorità hippy californiane (il disco viene stampato in un vinile particolare, mescolato ad essenze di colonia, che lo rendono profumato). Da sottolineare che nella primavera dello stesso anno il popolare gioco televisivo "Chissà chi lo sa?", condotto da Febo Conti, indice una sorta di sondaggio-referendum fra il pubblico dei giovanissimi per stabilire il gruppo musicale preferito (il voto doveva essere inviato per cartolina postale): per i Rokes è un vero e proprio trionfo. Significativa inoltre l'intervista rilasciata sempre in quell'anno dai Nomadi al settimanale Giovani, nella quale vengono definiti il gruppo beat migliore in Italia e musicalmente di gran lunga superiori all'Equipe 84.


Il 1968 rappresenta purtroppo l'inizio della parabola discendente per i Rokes. In primavera si presentano nuovamente al Festival di Sanremo, in coppia con i Cowsills, con la canzone Le opere di Bartolomeo: brano non pienamente riuscito (a mio avviso veramente bruttino), registra un insuccesso dal punto di vista delle vendite. I Rokes ne incidono anche una versione in inglese. Il retro, piuttosto scialbo, si intitola Siamo sotto il sole

Nel 1968 vengono pubblicati altri due 45 giri. Lascia l'ultimo ballo per me (versione italiana di Save the Last Dance for Me dei Drifters), in una versione un po' calypso, è l'ultimo loro singolo a entrare in classifica; il retro è un celebre brano di Lucio Battisti, Io vivrò senza te, pubblicato dai Rokes prima della versione del suo autore. Segue Qui non c'è nessuno / La luna è bianca, la notte è nera


 Contestualmente alla pubblicazione di singoli e 33 giri, nel 1968 i Rokes recitano nella commedia musicale di Leo Chiosso e Tata Giacobetti (per la regia di Daniele D'Anza) "Non cantare, spara", parodia western per la Rai con il Quartetto Cetra: i Rokes interpretano la parte di una tribù di pellerossa Cherokee e cantano nelle varie puntate alcune canzoni (le posteremo nella puntata dedicata alle rarità). Il 1969 si apre con la pubblicazione di un nuovo singolo, Baby Come Back, cover del successo degli Equals; il lato B presenta Hello, come stai, versione italiana di Hello, how are you degli Easybeats. Da lì a poco tornano per la terza volta al Festival di Sanremo presentando Ma che freddo fa in coppia con Nada: ma è la versione di quest'ultima quella che viene ricordata, pur essendo ben eseguita anche quella dei Rokes (a mio avviso la versione dei Rokes è di gran lunga superiore a quella di Nada). 


I pochi riscontri commerciali degli ultimi singoli uniti alle aspirazioni da solista di Shel Shapiro, portano il gruppo sulla soglia dello scioglimento. Nel 1969 viene dato alle stampe il loro penultimo 45 giri, 28 Giugno, brano peraltro molto bello, con un ritmo sostenuto, apprezzato soprattutto nelle versioni live con l'assolo finale di Johnny. Il brano viene presentato al Cantagiro dello stesso anno, ottenendo un ottimo successo. ma ciò evidentemente non basta a tenere uniti i Rokes. Il canto del cigno è il singolo Ombre blu / Sempre giorno, pubblicato nel 1970, con un pesante arrangiamento orchestrale: Johnny Charlton non prende parte alla seduta di registrazione. Il loro ultimo concerto dal vivo si tiene a Roma l'8 agosto 1970, di fronte a 12.000 spettatori. 

Poi, per i grandi Rokes, che hanno segnato l'epopea del beat italiano, viene scritta la parola FINE. 


Link - I singoli italiani Disc 1
Link - I singoli italiani Disc 2

The Rokes - Dal vivo al Teatro Parioli, 1969
Subito dopo la partecipazione al Festival di Sanremo i Rokes tengono alcuni concerti dal vivo, di cui due al Teatro Parioli di Roma; queste serate verranno registrate ma saranno pubblicate in un CD solo nel 1993 dalla rivista di collezionismo musicale "Raro!" Ascoltando nell'album l'introduzione parlata di Shel, si viene a sapere che pochi mesi dopo era prevista l'uscita di un disco dal vivo, intitolato "Due ore con i Rokes" (in contemporanea con un programma sulla RAI interamente dedicato a loro - la notizia fu riportata dal settimanale Giovani), progetto che evidentemente la casa discografica abbandonò.  In ogni caso, l'ascolto dell'album consente di apprezzare le notevoli capacità dal vivo come musicisti dei Rokes, al di là delle incisioni in studio. La scaletta propone molte cover di artisti internazionali (vi è anche un omaggio ai mei amati Beatles) oltre ai loro brani di maggior successo.  I Rokes, per l'occasione, saltellano da Les feullies mortes a Blowin' in the wind, da Not fade away a Hey Joe, passando attraverso Apache degli Shadows, Don't be cruel di Elvis Presley, Hey Joe di hendrixiana memoria, per concludere il set con una struggente Somewhere da West Side Story. Un'occasione unica per ascoltare il quartetto in una grande esibizione live. Quella postata è la versione completa con 20 brani (lo dico perché ne era uscita una versione con 16 brani e una diversa scaletta).

Di seguito le copertine dell'oramai introvabile CD (la tracklist è indicata nella back cover), uscito dagli archivi dell'amico Danilo.
Buon ascolto, friends.





Link - Dal vivo al Teatro Parioli, 1969
 
Posted by George

18 commenti:

  1. Ciao, complimenti per il post, però il link 1 dei singoli è negato. Ciao Frankoff

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  2. tutto a posto. Scusate Frankoff

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  3. Grazie Captain, per il tuo prezioso contributo all'impaginazione di questo post piuttosto impegnativo.

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  4. Grazie Frankoff, Se ti piacciono i Rokes il bello deve ancora arrivare. Ciao

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  5. bellissimo post ma purtroppo i link per i DLoad dei "singoli" non funzionano... il live invece è ok !
    Grazie per l'eccezionale lavoro.
    ;-)

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  6. abbiate pazienza, domani farò un nuovo upload. Proverò ancora con mediafire e con 4 shared in alternativa.

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  7. I link funzionano (due link per i singoli ed uno per il live) alle 17,30 di domenica 13 aprile li sto scaricando regolarmente

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  8. perfect ! ora si lasciano scaricare... ;-)
    Grazie George !
    :-)

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  9. Meglio così, amici. In ogni caso, giusto per precauzione, posterò domani (lunedì) un link alternativo. Buon download a tutti.

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  10. i link funzionano. Scaricati. Ma gli album, oltre ai singoli, no?
    Paco

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  11. grazie..il link 1 sono riuscito a scaricarlo

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  12. Ciao! Mediafire blocca il link al cd 2...

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  13. Gran bel post, complimenti!

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  14. Ottimo lavoro complimenti!

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  15. Complimentissimi, una bella sintesi dell'opera dei mitici, strordinari Rokes!

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