martedì 3 maggio 2016

El Lucho Balboa - Porci senz'ali ed altri animali

Luca "El Lucho Balboa" Oggero è nato a Saluzzo (CN) nel 1975. Cantautore, artista concettuale, punk e scapigliato, ha militato in vari gruppi rock e lavorato per anni come educatore professionale pur essendo egli stesso una specie di disadattato.

Luca si presenta

Luca oggi è una persona positiva. Ha imparato ad esserlo con l’età e in seguito ad una vita passata tra una tempesta e l’altra. Nonostante non sempre tutto giri come desidereresti tu, neppure un giorno va sprecato in lamentele ma bisogna sfogare in modo sano le frustrazioni, in qualche forma creativa possibilmente. Se riesci ad avere questo modo di reagire al male “iper-ecologico” butti dentro merda e tiri fuori bellezza… E scusatemi se è poco! Luca non ha al momento un lavoro stabile, ma alcune collaborazioni con altri artisti per serate di musica e letture nei locali, e con un’animatrice per bambini, che Luca aiuta a scrivere progetti per laboratori di creatività. Luca è felicemente padre di una splendida bimba di dieci anni, che vive con la mamma ma viene dal papà nei fine settimana dispari. Luca è altrettanto felicemente fidanzato con un’ottima e bella poetessa perugina. 

Scrivo canzoni da quando ero un ragazzino e a scuola sono uno di quelli che faceva sempre il tema di fantasia. Mi è sempre piaciuto raccontare, fin da bambino. La musica è stata la mia passione principale per tanto tempo, quindi la forma espressiva che mi è più familiare è la canzone. Ma la passione per la narrativa è rimasta sopita in me dai tempi della scuola per risvegliarsi soltanto in seguito ai fatti narrati in “Morte e resurrezione di un povero cristo”, dopo di che il racconto e il romanzo sono diventati ciò che amo di più scrivere (narra del suo tentativo di suicidio e del suo recupero, n.d.r.). E spesso mi firmo El Lucho Balboa, che è semplicemente un nomignolo che un compagno mi aveva affibbiato alle scuole medie quando andavamo pazzi per i film di Rocky e ho deciso di usarlo come nome d'arte...



Chi volesse avere informazioni sul libro può vedere l'intervista da me curata sul sito della mia Associazione dove può ordinarlo e ricevere con lo stesso anche il CD:



Intervista all'autore di Roberto Roganti

Come nasce El Lucho musicista?
Per prima cosa faccio sempre molta difficoltà a definirmi un musicista. Musicista è per me chi studia in modo approfondito uno strumento musicale e io non l’ho mai fatto. Sono un pessimo chitarrista: ho un certo stile, riesco a trasmettere una certa energia  non lo nego, ma mi mancano le basi anche solo per definirmi un chitarrista e in venticinque anni che strimpello la chitarra non sono mai migliorato più di tanto. Sono autodidatta anche come cantante per quanto forse in quel ruolo me la cavo un po’ meglio che non con la chitarra. El Lucho musicista nasce comunque dall’urgenza di un sedicenne di musicare le prime canzoni di cui ha scritto i testi. 

Chi ti ha ispirato?
Da piccolo mio padre mi faceva ascoltare un sacco di cantautori: Guccini, Bertoli, De Gregori, Tenco, De Andrè,  Battisti, Gino Paoli. E poi suonava e cantava anche lui: la musica popolare napoletana, i canti anarchici e quelli della Resistenza e molte canzoni degli anni ‘60.
Da adolescente il mio gruppo preferito erano i Nirvana e la mia natura ribelle mi avvicinò inevitabilmente al punk: hardcore punk americano come Bad Religion, NoFx, Minor Threat, Black Flag, ma anche punk ’77 come Sex Pistols, GBH, Clash, Buzzcocks  e tutta quella che era la meravigliosa scena hardcore punk italiana anni ’80-’90: Negazione, Indigesti, Frammenti, Kina, Raw Power ecc... Quasi subito però cominciai ad apprezzare più di tutte quelle band dell’epoca  che avevano un’attitudine alla sperimentazione, quindi Fugazi, Sonic Youth,  Shellac, Jesus Lizard, Nine Inch Nails, Nomeansno e roba italiana tipo Cccp/Csi, Gronge,  Umberto Palazzo e il Santo Niente, Massimo Volume, Fluxus, i primi Afterhours e i Marlene Kuntz, che erano di Cuneo come me anche se molto più grandi…
Ma quasi contemporaneamente, vuoi perché da bambino avevo ascoltato i cantautori, vuoi perché scrivevo e suonavo spesso canzoncine tristi con la chitarra acustica,  mi appassionai all’indie rock americano minimalista e malinconico di gruppi come Sparklehorse, Pavement,o Grandaddy. Solo più avanti ho poi però iniziato ad amare Dylan, Leonard Cohen, Neil Young e quindi il folk americano più “classico”.
Comunque i miei ascolti sono davvero vasti e spaziano da Bjork ai Prodigy e a Bob Marley, dai Pogues a Rino Gaetano e ai Doors, dal blues del delta ai Massive Attack ma in fin dei conti non è affatto detto che se un gruppo ti piace ascoltarlo, debba poi per forza condizionare la musica che fai tu.

Carriera musicale
Poi sono venute le band… La prima, i Mary Joints, punk nel vero senso della parola: suonavamo davvero di merda e i nostri testi facevano più o meno: “Voglio vederti morire bruciato, porco borghese borghese di merda” oppure “Rovìnati rovìnati non fai male a nessuno, ribellati ai tuoi limiti e fai quello che vuoi”. Poi ho suonato la chitarra in un gruppo noise sperimentale che si chiamava Necrosaxophone. Attorno ai diciotto-diciannove anni le mie prime esperienze come frontman e autore nei Radio Z e poi le Uovatomiche, che sono state credo la miglior band con cui potessi mai desiderare di suonare da punk incazzato e amante tanto della melodia quanto del rumore qual ero in quel periodo. Dopodiché poco prima dei trent’anni ho iniziato a lavorare un po’ più seriamente sulle canzoni che scrivevo da solo con la chitarra e, grazie alla collaborazione col chitarrista e co-arrangiatore Jack Gallo, negli anni successivi sono usciti fuori “10 pezzi facili” a nome Luca Oggero, un disco solo acustico, e poi “Porci senz’ali ed altri animali” che invece, pur mantenendo un’impalcatura prevalentemente costruita su giri folk e chitarre acustiche, ho voluto orchestrare a seconda dei pezzi con strumenti diversi (chitarre elettriche, violini, cajon e percussioni varie, xilofoni, tastierine midi anni ’80 e in un pezzo anche una sezione fiati) e credo che alla fine suoni più come un disco indie-rock un po’psichedelico che non come un disco folk.

La realtà musicale nella tua zona
La realtà musicale nella mia zona, cioè Cuneo e provincia, è molto viva nonostante purtroppo il territorio sia molto povero di luoghi in cui suonare live. Mentre ai tempi della mia gioventù – minchia, sto parlando come un vecchio – aprivano in continuazione pubs e circoli dove si suonava live, oggi purtroppo non è più così e chi mette su una band sa che per suonare dal vivo dovrà per forza spostarsi fuori provincia. Esiste comunque ad esempio una scena noise-punk-hardcore molto attiva, con gruppi ormai riconosciuti a livello nazionale e spesso anche fuori dall’Italia come ad esempio i Cani Sciorrì, in cui suona Daniel, già batterista delle Uovatomiche, i Ruggine o i Treehorn. E poi naturalmente ci sono i Marlene Kuntz, le uniche vere rockstar di Cuneo e credo ci siano un bel po’ di gruppi di giovani e giovanissimi che però non conosco.

Come ti identifichi oggi nell'ambiente musicale
Oggi sono totalmente fuori dall’ambiente musicale, non suono dal vivo da un sacco di tempo e scrivo molto raramente canzoni. Credo che ciò che prima riuscivo a soddisfare facendo musica ora lo soddisfo scrivendo narrativa e poesia. In fin dei conti sono da sempre stato più un autore che un musicista e la musica che ho scritto è sempre stata il supporto per un testo. Quindi questo passaggio è avvenuto in modo molto naturale.

Sogni e speranze
I miei sogni non riguardano più la musica. Suonare non mi interessa praticamente più. Sono molto concentrato su quello che scrivo e mi auguro un giorno di poter fare lo scrittore di mestiere.

Che consiglio dai alle nuove leve
Emigrate all’estero. E se invece intendete rimanere qui imparate a non dare troppa importanza al denaro, perché ne vedrete sempre pochissimo.




"Uovatomiche" (demo cd autoprodotto) - 2001



1- In down

2- (.

3- Un taglio distorto distante dall'arte
4- Disintegrato
5- Fenice

"Tutti i colori del niente" (Waffankuneo records) - 2004

1- Appeso
2- L'impeccabile borderline
3- Marziano
4- Poco lontano, poco vicino
5- Libero pensiero unico
6- La fiera
7- Samba
8- Come la polvere

Luca Oggero: voce
Paolo Bonetto: chitarra
Nano Storni: basso
Daniel Daquino: batteria






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