venerdì 1 settembre 2017

Serie "Etnic Italy" vol.1 - Kunsertu - 1989 - Shams


TRACKLIST :

01 - Nadett
02 - Bibel Shbat
03 - Shamsac
04 - Tarantata
05 - Mokarta
06 - Cocktail
07 - El Damir
08 - Passu Torrau
09 - Afro
10 - Isola


Sul finire degli anni del disimpegno fiorisce una corrente nuova, un'onda che porta e sembra restituire voce ai nostri nonni e lascia intuire un ritorno infelice di marocchini e tunisini che un tempo furono sufi, poeti e scienziati in mezzo ai barbari. Una musica in cui l'Oriente e l'Occidente si incontrano con una naturalezza insperata. Ed ecco sorgere sassofoni che spazzano il Sahara, tamburi sullo stretto di Messina, voci che dal Libano raggiungono la Puglia, violini come bocche da fuoco e le nostre lingue che divenute linguaggi scivolano l’una sull’altra.  Sono suoni, sono visioni che solo gli artisti sanno intuire e tradurre in arte. Il nostro Paese in quegli anni sta cambiando pelle e la musica di questi artisti è il più credibile tentativo di decodificazione ed ermeneutica della nuova Italia multirazziale. Il fenomeno della canzone d'autore che incontra la musica etnica è forse tra i più fertili di quel periodo, il più progressivo, se vogliamo. Senza dubbio il più innovativo fino al sopraggiungere imminente del Rap. Musicisti di diversa estrazione mescolano insieme ricerche di etnomusicologia, tradizioni popolari, pop, classica e jazz con un risultato di sintesi che lascia talvolta ammaliati.

Nascono e crescono gruppi come i Kunsertu, gli Al Darawish (poi RadioDervish) i Dissoi Logoi e molti altri. Si affacciano su una scena musicale che pianta le radici sulla terra di provenienza ma si contamina con sonorità ardite. E' la cosi detta world music made in Italy. L'uso dei dialetti si incrocia spesso con l'arabo tramutando in una poetica ben definita intuizioni che, in Italia, erano state forse solo di un paio di cantautori. Dal punto di vista strettamente strumentale è difficile trovare esempi calzanti e non è attinente accostare questa musica con quella, per fare solo un esempio ben noto in questi lidi, degli Aktuala.


Tra i vari gruppi emersi in quegli anni, i Kunsertu rappresentano una delle vette in termini di qualità, arditezza ed efficacia comunicativa. Il loro primo cd si chiama "Shams" ed è un gioiello imperdibile. Con venature funky, jazz e fusion, con un occhio di riguardo agli arrangiamenti, perfetti, e alle liriche. Il gruppo nasce dall'incontro tra i messinesi  Giacomo Farina e Nello Mastroeni con i catanesi Vincenzo Gangi e Stefano Foresta. Tre i cantanti: un siciliano, Beppe Barile, un palestinese, Faisal Taher, ed un senegalese, Dudu Kwateh. Ma è soprattutto il secondo a destare ammirazione e a speziare di oriente le composizioni dei Kunsertu.

"Mokarta" è senza dubbio la canzone più nota del cd. In dialetto siciliano racconta dell'amore per la bella figliola che si chiama Rosa, con una dichiarazione perentoria: "poeti, suonatori e stampa santi campano sempre poveri e pezzenti!". Il canto resta la sola ricchezza che si può offrire all'amata. Il gruppo negli anni a seguire produrrà un album "Live" che fotografa una tournee lunga e fuori confine e "Fannan" a confermare una ottima ispirazione. I Kunsertu, oltre ache a svariati festival sparsi per l'Europa, presero parte anche al Premio per la canzone d'autore Città di Recanati, segno che queste note seppero farsi largo anche tra un pubblico di amanti del cantautorato tradizionale. Il resto è una storia comune a molti gruppi. Fine dell'ispirazione comune, dissoluzione, tensioni e persino una lotta in tribunale...

A proposito di Shams, la stampa dell'epoca scrive: " ...un esempio particolarmente felice di connubio fra sonorità elettriche occidentali, spirito dance atmosfere orientali e esotiche." (La Repubblica - 1990) - "Shams dei Kunsertu è un capolavoro. (...) con loro World Music esce dal fenomeno per entrare in una forma d'arte assoluta dove è impossibile individuare dei confini." (TV Radiocorriere - 1990) - "Un album concepito apposta per stimolare i sensi e godere dell'opulenza di melodie ancestrali e dell'esuberante energia di ritmi modernissimi." (Rockerilla - 1990) - "La loro musica è dotata di spiccata personalità, subito piacevole all'ascolto, con arrangiamenti precisi, puliti, originali." (La Stampa - 1989).

Vi siete convinti per il download? Inch'Allah :-) 


 Line up SHAMS KUNSERTU :

Pippo Barile: voce
Giorgio Di Bella: batteria, percussioni
Giacomo Farina: percussioni
Tino Finocchiaro: tastiere
Stefano Foresta: sassofoni
Vincenzo Gangi: basso elettrico
Nello Mastroeni: chitarra, mandola
Faisal Taher: voce
Arturo Terranova: batteria

Ospiti:

Adbdoullaye Diop: djembe
Gilvain Gomis: voce
Dudu Kwateh: voce
Corrado Sezzi: tabla
Adjasy: voce
Pape Mamadou Thiam: voce
Licia Mazzamuto: voce

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Post by Antonio LM with a little Captain's help

6 commenti:

  1. Cari Antonio e Capitano, ho gradito a tal punto la proposta che mi piacerebbe ascoltare anche il resto della discografia.

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  2. Apprezzo davvero questa ennesima apertura verso nuovi lidi. Probabilmente a breve donerò al nostro Capitano i due album citati. Purtroppo non sento molto nelle mie corde questa musica, cosicché pregherò il Capitano o chi per esso di crearne le note di accompagnamento, fiero però di aver provveduto a soddisfare la richiesta di un amico nonché di un costante frequentatore e commentatore di ogni lavoro pubblicato. Indi per cui, un caro saluto e a presto, Frank - One

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  3. Caro Frank - One, ti ringrazio anticipatamente e tanti cari saluti anche a te.

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  4. li ho visti live anni fa....molto bravi......così come anche gli Agricantus, gli Shamal ecc, se non erro era a Bologna .....gruppi che miscelavano stili, culture.....ancora attualissimi

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  5. già inviato al capitano sia il live che fannan.....discografia completa!

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