TRACKLIST
1 Bambuascè
2 A faccia ‘e chi nun
ce pò vedé
3 Il mito delle
sirene
4 Quel che mi manca
di te
5 Tu-tu-ttù-tu
FORMAZIONE:
Flavio Brunetti- voce
Giancarlo D’Abate- flauto
Maurizio Marino- oboe
Lelio Di Tullio- clarinetto
Antonio D’Abate- fagotto
Giampiero Riccio- corno
Quello di cui
parliamo oggi è un artista davvero fuori dagli schemi: potremmo definirlo,
stando a una delle storiche serie della Stratosfera, un cantautore ai margini (infatti, è stato inserito "d'ufficio" dal capitano - N.d.C.), se
non fosse che è stato discograficamente attivo in tempi ben più vicini. Ma
consentiteci un piccolo preambolo (che siete liberi pennacchianamente di
saltare, se volete).
Nel decennio che
generalmente siamo soliti chiamare anni 80, si assistette via via in Italia
alla rottamazione di tutto ciò che aveva, musicalmente, caratterizzato il
precedente decennio, dal rock progressivo (già in crisi dalla seconda metà dei
70) alla canzone d’autore che continuerà per qualche tempo a tenere banco con
gli artisti che già si erano affermati nel decennio precedente (spesso scadendo
nel più trito pop, vedi i casi di Venditti e Bennato, e poi di Dalla), incapace
tuttavia di proporre nuovi nomi all’altezza. A questo stallo cercò di porre
rimedio l’associazione Musicultura che nel 1990 con il “Premio Città di
Recanati” pensò bene di affiancare alla storica Rassegna organizzata dal Premio
Tenco a Sanremo un altro contesto più
specificatamente dedicato alla valorizzazione di quel mondo d’autore
sotterraneo che faticava ad emergere. Specialmente i primi anni del “Premio
Città di Recanati” risultarono artisticamente, se non commercialmente, proficui
(basti pensare a nomi come Max Manfredi, Oliviero Malaspina, Gianmaria Testa).
Tra i nomi più originali lanciati da questa manifestazione, anche attraverso la pubblicazione di una serie di EP, c’è sicuramente il molisano Flavio Brunetti, affascinante figura di artista rinascimentale che si destreggia tra musica, fotografia, ingegneria edile, scrittura di racconti, teatro.
Questo debutto, dal curioso nome di “Tu-tu-ttù-tu”, potrebbe essere, nonostante
la sua brevità (o forse proprio per questo) anche per voi un buon punto di
partenza per entrare nel mondo di Flavio Brunetti, a cominciare da quella “Bambuascè” che mi inchiodò all’epoca
con il suo doloroso sarcasmo che svela una squallida storia di corruzione e
malasanità (“Chi magnava ‘ncuopp’ ‘e
pazze/ chiusi dentro il manicomio”) nonché di indifferenza (“puoi urlare contro i muri/ della gente che
non sente/ nella valle dell’eco/ puoi gridare a squarciagola/ nella valle
dell’eco/ ché la gente dorme”), alla spavalda “A faccia ‘e chi nun ce po’ vedè” , alla divertente anti-canzone
d’amore di “Quel che mi manca di te”,
fino all’invettiva finale che dà il titolo all’album. La musica interpunta il
cantare di Flavio Brunetti, ora con effetti bandistici, ora costeggiando la
grande lezione di Kurt Weill.
Mi capitò di
imbattermi in lui dal vivo, sempre a Recanati, l’anno dopo, ospite d’onore
della manifestazione e vederlo sul palco, con quella sua faccia che già da sola
è una maschera degna di Totò e Petrolini, beh, fu qualcosa.
TRACKLIST
1 Bravo Catullo
2 Canzone banale
3 La mia nuova
pompagna
4 Il fallo a vapore
5 Canzorucciaccia
6 Personaggi e
Interpreti
7 A faccia 'e chi nun
ce pò vedo
8 Tu-tu-ttù-tu
9 Quel che mi manca
di te
10 Il mito delle
Sirene
11 Bambuascè
12 Chicchirichì
13 Vorrei volare
14 BONUS TRACK- Thief
hunt
15 BONUS TRACK-
Acrobats
16 BONUS TRACK-
Erroneous funeral
17 BONUS TRACK- Polyp attack
18 BONUS TRACK- The
chase
19 BONUS TRACK- Martha's dream
20 BONUS TRACK-
Orchestra's strike 1
21 BONUS TRACK- Orchestra's strike 2
FORMAZIONE:
Flavio Brunetti- voce
MOLISENSAMBLE:
Giancarlo D’Abate- flauto
Maurizio Marino- oboe
Lelio Di Tullio- clarinetto
Antonio D’Abate- fagotto
Giampiero Riccio- corno
Giulio Costanzo- vibrafono e percussioni
Donato Cimaglia- batteria e percussioni
Non facile veicolare
una proposta del genere, ne converrete, e infatti da questo esordio sulla breve
distanza al suo primo vero (e poi unico) LP passeranno alcuni anni, fin quando
la CNI (Compagnia Nuove Indye) nel 1998 dette a Brunetti una chance con l’album
“Fallo a vapore”, un disco che
riprende le incisioni già incluse nell’EP del ’94 rimpolpandole con altre otto
composizioni, arrangiate e dirette dal fidato Lelio di Tullio, talentuoso
clarinettista e compositore, già presente all’esordio e ancora per anni suo
stretto collaboratore, e suonate dal Molisensamble. Anche se all’epoca la CNI si
muoveva abbastanza bene con altri artisti del suo rooster, questo “Fallo a vapore” venne poco promosso e
poco curato dall’etichetta discografica: prova ne sia che ne sbaglia anche
curiosamente la tracklist (diversa da quella indicata nel libretto e sul retro
dell’album) e che l’album non è citato tra le produzioni CNI, né sul sito
dell’etichetta né sulla relativa pagina Wikipedia (basata sulle produzioni
depositate alla Discoteca di Stato). Il risultato è un sostanziale insuccesso,
sicché il CD sparisce ben presto dalla circolazione diventando così un oggetto
misterioso.
E’ un peccato (al
quale cerchiamo con questo post di rimediare) perché è un lavoro che, pur se
bisognoso di più ascolti, a poco a poco incanta: ci ritroviamo il piglio
compositivo e irriverente dell’EP di esordio, con una tavolozza musicale che,
se mantiene la stessa formula esecutiva (voce più fiati, con l’occasionale inserimento
di vibrafono e percussioni), si amplia fino a
toccare il circense, almeno nella sua rilettura rotiana, e a immergersi
in certo impressionismo di inizio 900. Chi scrive, tra le nuove composizioni,
ha trovato particolarmente riuscita “Personaggi
e interpreti”, teatrale fin dal titolo, con quell’incipit beffardo: “Ricordi padrone, un po’ birichino/ quando
sei morto d’infarto/ in quel porno-shop parigino?”. Ma anche tra gli altri
pezzi troverete, spero, motivi di interesse.
La successiva attività
di Flavio Brunetti si allontana dalla discografia, facendo rotta su altre
sponde: apprezzati reportage e libri fotografici, organizzazione di simposi e
convegni legati a una visione civile e progressista dell’urbanistica e
dell’architettura, e, per tornare al nostro campo, numerose opere teatral/musicali di
cui cura testi e musiche, spesso in collaborazione con il già citato Lelio di
Tullio. Collabora, come compositore e anche attore, con il regista Antonio
Capuano (autore di film apprezzati come “Pianese
Nunzio” e “I Vesuviani”) e ancora
con Lelio di Tullio per la composizione di alcuni brevi strumentali (che ci
siamo presi la libertà di inserire, in quanto coevi, come bonus track di “Fallo a vapore”), nati per la scena e incisi nell’antologia collettiva “Applause” (Primrose Music, 1998).
Insomma, un artista
bizzarro e irregolare, forse, ma assolutamente da riscoprire.
Di primo acchito non si coglie il valore di Brunetti, ma dopo vari ascolti se ne apprezza l'inusitato talento: grazie Andrea!
RispondiEliminaEh sì, il problema è che ci vuole un po', e non sempre l'ascoltatore, per quanto attento, ha tempo/voglia da dedicare a un album, mettersi lì con attenzione, seguire i testi... Una volta si faceva.
RispondiEliminaè bello ritrovare Flavio Brunetti in rete. Io realizzai questo video su youtube per contaminare con foto ed immagini un suo brano di "fallo a vapore", spero vi piaccia come è piaciuto a me realizzarlo.
RispondiEliminahttps://youtu.be/1GwzaqcO8R0
mi dispiace per l'anonimo e per non saper condividere un video in questo spazio virtuale, cmq se andate su https://youtu.be/1GwzaqcO8R0 vedete il video e scoprite che io mi chiamo Giancarlo Civerra e conosco molto bene Flavio Brunetti. Grazie e scusate l'intrusione.
RispondiEliminaBel video, Giancarlo, grazie per la condivisione!
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