venerdì 23 marzo 2018

Serie "Etnic Italy" vol.5 - Mau Mau - 1993 - Live Torino



TRACKLIST:

1 La Carlevera/Sambera
2 Radio canta Elena
3 El Mat
4 Balon Combo
5 Neir
6 Paseo Colon
7 Soma la macia
8 La OEA es Cosa de Risa (Carlos Puebla cover)
9 El Mat (bis)
10 Mustafaj
11 - BONUS TRACK - Angola (live a Roma, 16 giugno 1994)

FORMAZIONE (probabile)

Luca Morino: voce, chitarra acustica
Fabio Barovero: fisarmonica, cori
Tatè Nsongan: percussioni, cori
Davide Rossi: violino
Valerio Corzani: tub bass
Davide Graziano (guest): percussioni

A fine anni Ottanta dalla Francia, che scopriva in quegli anni gioie & dolori della società multietnica, giunsero buone notizie: gruppi come Les Negresses Vertes, i Mano Negra e, in un contesto ancora più mainstream, i Gipsy Kings, furono la dimostrazione lampante di come proprio le minoranze etniche potessero, una volta insediate in Occidente, essere un ponte tra culture capace di dare nuova linfa a esperienze artistiche ormai allo canna del gas. I loro concerti, fatti di sudata patchanka, di ritmi e strumenti africani e orientali che si aggiungevano a consolidate strumentazioni rock, furono per qualche tempo un’utopica isola in cui, veramente, la diversità diventava occasione, novità, spinta propulsiva.


Se in Italia c’è stato un gruppo che per forza, capacità compositiva e impatto live, può affiancarsi ai suddetti archetipi francesi, il nome che si impone è quello dei torinesi Mau Mau, formati a fine 1990 da Luca Morino, Fabio Barovero e dal camerunense Tatè Nsongan. Nati da un costola dei Loschi Dezi (esperienza di fine 80 che guardava ai Mano Negra: ne riparleremo, se vorrete), i Mau Mau, nella loro formazione base di chitarra, fisarmonica e percussioni, si accostano invece maggiormente a Les Negresses Vertes, che poco prima, nel 1988,  avevano fatto registrare un inatteso successo, anche in Italia, con la loro Zobi la Mouche. Dalla strada ben presto i Mau Mau, che coniano per sé l’epiteto di “Acustica Tribù”, passano allo studio di registrazione grazie all’etichetta Vox Pop che crede in loro producendogli i primi tre fondamentali album. In particolare, la coppia iniziale (“Sauta Rabel”, 1992 e “Bass Paradis”, 1994) è magistrale e delinea linee stilistiche inedite in Italia, a cominciare dall’uso del dialetto piemontese che caratterizza gli straordinari testi di Luca Morino, testi centratissimi giocati tra ironia, invettive e coscienza civile.


Per quanto oggi ricordati assai meno di quanto meriterebbero (paragonati, ad esempio, ad esperienze coeve per certi versi assimilabili come la Bandabardò e i Modena City Ramblers), i Mau Mau furono gruppo seminale come pochi altri: tra gli ultimi a riconoscere la loro influenza c’è, per esempio, il cantautore romano Mannarino. Dopo la storica doppietta iniziale cui prima si alludeva, i Mau Mau procedettero a elettrificare progressivamente la propria musica, intensificando in parallelo l’uso dell’italiano. Se il gioco ancora regge su alti livelli con “Viva Mamanera” (1996), da “Eldorado” in poi sembra mostrare la corda: l’ispirazione comincia qua e là a latitare, si affaccia un po’ di mestiere, e anche i favori del pubblico a poco a poco scemano fino a portare al 2002 alla separazione, seguita poi negli anni successivi da alcune reunion, sottolineate da altri due dischi (l’ultimo è del 2016), nessuno dei quali smuove più di tanto le acque.

Il live che vi proponiamo, a quanto ne sappiamo inedito in rete, è relativo a uno show trasmesso all’epoca, credo, da Videomusic. Lo registrai dapprima in VHS, per poi riversarlo in cassetta, dal rippaggio della quale ecco a voi questa caldissima esibizione giocata in casa (data e location non mi sono purtroppo note) alla presenza di un pubblico adorante. La fanno da padrone i classici degli inizi (la paraculetta hit “La Ola” è ancora da venire), tratti dal primo EP “Soma la macia” e dal  primo Lp “Sauta rebel”: si tratta di autentici inni come “El mat”, “Radio canta Elena” e “Mustafaj”,  cui si aggiunge “Balon Combo”,  un’anticipazione  del successivo capolavoro “Bass paradis” che apparirà l’anno seguente. Una chicca, inedita altrove, è la versione di “La OEA es cosa de risa”, una rilettura di un pezzo di Carlos Puebla, storico autore cubano della Rivoluzione. Non è chiaro, in questo brano, chi sia la voce che intona le strofe: non è certo quella di Luca Morino, sembra quella di un anziano, ma non essendo annunciato, davvero non saprei identificarlo.

La stessa cassetta reca in coda un’inedita “Angola”, pescata nel repertorio della capoverdiana Cesaria Evora,  tratta da un live a Roma del 16 giugno 1994. Ho pensato di includere anche questo pezzo, come bonus track.


In quello stesso 1993, per una serie di giochi del caso che non vi sto a dire, ebbi la fortuna di assistere dal vivo a vari concerti dei Mau Mau: vi assicuro che l’impatto era davvero folgorante, e che poche cose all’epoca erano vive e vibranti come la loro musica. La formazione indicata, se è sicura per i primi i membri fondatori e per l’ospite Davide Graziano, è più incerta per gli altri due nomi indicati, anche se sembra probabile la presenza di Davide Rossi e Valerio Corzan, all’epoca collaboratori stabili dei Mau Mau. 

Ultima cosa: le foto che corredano il post (per le quali ringraziamo Danilo Jans) sono relative a un live di due anni dopo: purtroppo non siamo riusciti a reperire alcuno scatto risalente al 1993.

POST SCRIPTUM SENTIMENTALE- So che non è prassi della Stratosfera dedicare i propri post, ma, se il Capitano me lo concede, vorrei indirizzare questo scritto agli amici musicisti con cui, a partire proprio dal 1993, ho avuto la fortuna di condividere un’esperienza musicale che già dai nomi iniziali  (Bau Bau, poi Tribù Acustica, poi Altrocanto) dichiarava con amore il suo ispirarsi a questi torinesi che al tempo ci fecero capire che un’altra musica era possibile.
Ed era meravigliosamente bella. 

LINK

Post di Andrea Altrocanto, piccole rifiniture del Capitano

2 commenti:

  1. Personalmente ritengo i Mau Mau, per la scrittura e le capacità interpretative, molto più interessanti dei Les Negresses Vertes (fermo restando che a loro si rifanno, perlomeno all'inizio). Valutate se pubblicare i primi due EP (Paseo Colòn e Soma la macia) che contengono versioni mai pubblicate (che io sappia) in digitale.

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  2. Grazie Andrea di questo ottimo live, i Mau Mau li ho visti anch'io in concerto e ricordo ancora quell'atmosfera festosa che si creava tra il pubblico. Fra i gruppi di quel periodo mi piacevano molto anche i Loschi Dezi.

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