mercoledì 25 marzo 2020

Aliante - 1997 - Project


TRACKLIST:

01. The Run Of The Gnus
02. TGV (Train Gran Vitesse)
03. The Project
04. The Journey
05. Mistral
06. The Dunes Of Taghasout
07. Jacorius
08. Ico's Ghost
09. Baires
10. Nushjn And The Young Englishman


Brevissima premessa by George
Voglio innanzitutto ringraziare l'amico Frank-One, nostro prezioso  "pusher" di materiale raro, come nel caso di questo CD degli Aliante, datato 1997, di cui non vi è praticamente traccia sul web. Ben venga accogliere questo lavoro nell'alveo della Stratosfera. Frank-One ha fatto anche un grosso lavoro di trascrizione dei testi contenuti del booklet. C'è tanto da leggere, lo so, ma io li ho riportati integralmente lasciando a voi la scelta di una lettura completa o parziale. Nessun obbligo. Grazie ancora, Fran-One, per la completezza della proposta.

Recensione by Frank-One
Chi ascolta nuove proposte presentate da giovani ed in questo caso validissime band, sicuramente avrà apprezzato l’esordio "Forme libere" (2017) e soprattutto "Sul confine" (2019) del gruppo toscano Aliante. Ma a me il nome Aliante non suonava assolutamente sconosciuto e allora scava che ti riscava, fino a quando un giorno il carissimo amico Mauro “Faraone” Moroni, fondatore e patron della Mellow Records, ne fece menzione in una nostra conversazione su Facebook, e così non senza una certa difficoltà finalmente riuscii a procurarmi questo lavoro degli omonimi Aliante, questi di Genova, e del loro lavoro "Project" pubblicato nel 1997. 

La prima cosa che mi colpì, creandomi aspettative non certo poi andate deluse, fu il nome di uno dei due “piloti” del progetto, come leggerete in seguito, un certo Signor Paolo Griguolo, fondatore di una delle pietre miliari della musica che…a noi più ci piace. Sto parlando di PICCHIO DAL POZZO, con Griguolo sempre presente anche nei successivi recenti lavori della band genovese. L’altro “copilota” era Orazio Ursino, entrambi accompagnati da vari “passeggeri (ndr - i nomi dei musicisti sono indicati nella back cover). Ma invece di tediarvi con chiavi di lettura o apprezzamenti personali, lascerei spazio alle note esaustive benché forse troppo prolisse, pubblicate nel booklet in italiano e in inglese all'interno del CD, da parte di Sergio D'Alesio. 


"Benvenuti tra i suoni del mondo nuovo, una dimensione che elude confini, passaporti e il colore della pelle affidando il libero lievitare delle emozioni alle correnti d’aria che stazionano solo in alta quota. Attorno a questo semplice concetto errato il progetto degli alianti: team genovese nato sin dalla primavera del 1993 per volontà dei due master Mind Paolo greco e Orazio orsino creativi militanti delle più sperimentali vibrazioni sonore europee. Benvenuti tra i suoni del Mondo Nuovo, una dimensione che elude confini, passaporti e il colore della pelle affidando il libero lievitare delle emozioni alle correnti d’aria che stazionano solo in alta quota. Attorno a questo semplice concetto ruota il progetto degli Aliante: team genovese nato sin dalla primavera del 1993 per volontà dei due mastermind Paolo Griguolo e Orazio Ursino creativi militanti delle più sperimentali vibrazioni sonore europee. 
Questa la carta d’identità artistica dei due attivissimi musicisti: Griguolo, virtuoso di Synthguitar, è stato il fondatore del gruppo Picchio Dal Pozzo con due CD realizzati in seno alla coreana Si-Wan Records (credo che incredibilmente si riferisca alle due ristampe della casa discografica coreana, facendo quasi passare in secondo piano i due capolavori originali. Ndr)  e annovera collaborazioni di studio e on stage con Art Bears, Fred Frith, Robert Wyatt, Matia Bazar, Ron, New Trolls e il mitico Demetrio Stratos alternata ad esperienze di animazione musicale  nell'ospedale psichiatrico di Genova. 

Paolo Griguolo young
Non è da meno Ursino, da sempre autentico creatore di scale cromatiche eseguite col 5-4 string bass e il 4 strings fretless bass, turnista deluxe di centinaia di session, collaborazioni col maestro Reverberi e protagonista di un CD registrato a Londra con i Presage. Queste ricche esperienze interagiscono nella splendida miscela sonora dell’Aliante: una macchina musicale ecologica che sorvola panorami diversi incrociando rotte già percorse con la sperimentazione di tracciati inesplorati. L’idea di base appare chiara sin dalle prime battute: far ruotare intorno al nucleo centrale musicisti di alto livello e d’estrazione differente assemblando elementi che spaziano dal rock al jazz, alla Word Music e alla new age con l’intento di fondere l’amalgama in un linguaggio stilistico polivalente che si libra verso nuove direzioni. 
Nel ’96, dopo una lunga serie di concerti che coinvolgono sul palcoscenico musicisti come Claudio Lugo (titolare della cattedra di sassofono presso il Conservatorio A. Vivaldi di Alessandria), Salvatore Cammilleri (batterista di Finardi, Ramazzotti e Vecchioni) e Claudio Capurro (docente di sassofono alla Roland School di Genova), l'ensemble Aliante, diretto dai “piloti” Griguolo e Ursino, imbarca nel suo percorso itinerante nuovi titolati “passeggeri” ospitando in sala di registrazione le tastiere di Mimmo “Ezechiele” Damiani, la batteria acustica e sintetizzata di Ico Spigno e Marco Biggi e i fiati di Luca Ravagni affiancati al sax di Claudio Caputo,  già parte integrante del gruppo. Oggi, in un ambiente rinnovato negli stimoli, espressioni e colori, nascono le meravigliose vibrazioni di un debutto che lascia subito il segno…


PROJECT
Facendo tesoro delle “archetipevisioni” degli Area e Perigeo, l’Aliante avvia la turboelica digitale di bordo sorvolando cineticamente le isole abitate dai Weather Report, Mark-Almond e Tribal Tech assemblando nelle stive di bordo tutta l’energia dispersa nelle missioni precedenti da volenterosi equipaggi d’epoca. Ma c’è una propulsione nuova che sospinge gli strumenti dell’ensemble verso dimensioni inesplorate, dove il tecnicismo virtuoso si unisce a trame favolistiche che corrono liberamente avanti e indietro nel tempo arricchendosi di culture, tradizioni, e sperimentalismi plasmati via via con lucida grafia compositiva dai due “piloti”. I nove brani del progetto analizzano, verificano e raccontano suoni, storie ed impressioni di un viaggio circolare che ridefinisce i confini del pianeta azzurro. Sin dallo start si accende la spia rossa del pannello di controllo: c’è un allarme nell’aria all’ombra degli eucalipti. E’ meglio allontanarsi dal terreno sottostante, dove un branco di gnu si lancia in una folle corsa. Poi la velocità diventa percezione e coscienza della propria agilità e solo l’acqua sembra placare The run of the gnus. Il turboaliante porta in salvo la geniale miscela jazz rock del team che in Tgv (train Gran Vitesse) sorvola in pochi secondi la Provenza, la Cote d’or e la Senna da Marsiglia a Parigi, sfrecciando fra villaggi e campagna a cavallo di un bolide di metallo senza piantar radici. Per i “passeggeri” è arduo provare una sensazione di appartenenza e un legame preciso col mondo che fluttua dagli oblò. Il tema di Project – The Journey esprime proprio il senso di incertezza di fronte all’ignoto, dove persino il bagaglio personale appare trascurabilmente superfluo: anche se il vento teso e asciutto del Mistral così intriso di aromi di lavanda e fiori di senape lotta attraverso la macchia mediterranea per raggiungere il delta del Rodano, lasciandosi cullare da identiche poesie d’amore in lingua d’oca che portano un omaggio alle sirene del Golfo del Leone. Surrealismo e cultura qui si uniscono alla sinergia dell’Aliante che, all’improvviso, fra le Dunes of Taghasout scorge una sfera bianca che sale dal mare illuminando una sinuosa pista fra le dune del deserto. Nella sosta c’è appena il tempo per ascoltare il lamento di un muezzin che recita un surà accompagnando le ombre di una lunga carovana berbera che attraversa l’immensa distesa di sabbia… 

C'era una volta...Picchio Dal Pozzo
In questo contesto nasce una riflessione-dedica, con sigla compattata Jacorius al grande Jaco Pastorius che, seguendo pazzia, genio e sregolatezza, aveva incautamente tentato il volo senza il supporto dell’Aliante lasciando ai “piloti” una grande, disarmante eredità. Giunti in prossimità della costa, il team si raduna in un Cottage, dove l’odore del mare fa sentire tutto il suo fascino stimolando Ico’s Ghost che suona esattamente come il percussionista disperso avrebbe desiderato. Quel riff continua ad ossessionar e “piloti” e “passeggeri” per l’intera transvolata oceanica che si acquieta solo nei cieli latini di Buenos Aires, dove si respira aria di tango e dei tradizionali macramè. Il fascino è irresistibile e nell’hangar di Baires i musicisti si fanno raccontare da un vecchio edicolante quando, dopo una lunga giornata da emigranti, si nascondeva sul retro di una locanda per rubare le note malinconiche di un tango argentino temperando la nostalgia della sua terra natia. È un altro punto a favore che finisce per essere gelosamente immagazzinata negli archivi di bordo… Il volo riprende perdendosi in una dimensione spazio-tempo che cela l’incontro fra Nushin and the young Englishman. È il momento onirico dell’Happening. Davanti ai loro occhi un giovane inglese attraversa il mercato di una città persiana fermandosi davanti alla bancarella di incensi di Nushjn e per un attimo interminabile i loro sguardi si incontrano. Sembrerebbe un aneddoto casuale, ma pochi sanno che, per tutto il resto della sua vita, il ragazzo britannico prima di addormentarsi avrebbe rivisto quei due profondi occhi neri immersi in un caldo profumo di rosa incenso… L’aliante fa girare la sua elica magica e scompare all'orizzonte lasciandoci in balia di “suoni” notturni e solare altrettanti indimenticabili… Sergio D’Alesio.
E dopo cotanta prolissità mi sento solo di augurarvi buon ascolto



Post by George (just a little help) - Words & Music by Frank-One

2 commenti:

  1. Ottimi brani, con una menzione speciale per ''The Dunes Of Taghasout'', con la sua atmosfera suggestiva e per ''Jacorius'', con quel tocco magico di basso. Grazie carissimi George e Frank-One.

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  2. Una luccicante perla di musica mediterranea!
    Riprovo le sensazioni delle estati di tanto tempo fa, le stesse che rivivo ogniqualvolta ascolto "Agorà 2" (di cui, non a caso, questo "disco" riprende alcuni passaggi).
    Grazie George e Frank ed ogni bene agli amici della Stratosfera.

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