sabato 21 novembre 2020

SERIE BIMBITUDINE VOL.5- SERGIO ENDRIGO- 1974- Ci vuole un fiore (CD) + Le canzoncine di Sergio Endrigo (bonus extra)


CI VUOLE UN FIORE (1974)



 

TRACKLIST:

01 Ci vuole un fiore

02 Un Signore Di Scandicci    

03 Napoleone

04 Zucca Pelata          

05 Mi Ha Fatto La Mia Mamma        

06 Ho Visto Un Prato  

07 Le Parole    

08 Il Bambino Di Gesso          

09 Non Piangere

 

FORMAZIONE:
(fonte Wikipedia: il disco non la riporta)

Sergio Endrigo- voce
Claudio Fabi- tastiera
Massimo Luca- chitarra
Damiano Dattoli- basso
Ellade Bandini- batteria
I Piccoli Cantori di Milano- cori
Luis Bacalov- Direzione d'Orchestra e arrangiamenti
 

Nella serie “Bimbitudine” non poteva mancare quello che resta ancora oggi uno dei capolavori indiscussi del genere. Parliamo ovviamente di “Ci vuole un fiore”, album che nel 1974 fece incontrare Sergio Endrigo (e Luis Bacalov) con quella figura straordinaria di scrittore e pedagogista che è stato Gianni Rodari, di cui da poco si sono festeggiati i 100 anni dalla nascita (e i 40 dalla morte): per questa occasione, abbiamo pensato a una piccola “sottoserie” dedicata proprio al Gianni Rodari in musica, con alcune riscoperte, vedrete, davvero gustose.

Non si poteva cominciare il nostro piccolo omaggio se non con questo disco, che spopolò nelle classifiche (28 settimane nella Top 20) e che si installò stabilmente nei repertori dei canti dei più piccoli e nel loro immaginario canoro, specialmente grazie all’evergreen che dà il titolo a tutto l’album, prezioso apologo ecologista che generazioni di scolari e di boyscouts (e affini) manderanno a memoria.


 

Tutto comincia quando Sergio Endrigo, insoddisfatto dalle canzoncine per bambini che sentiva propinate dalla TV, decide di scrivere a Gianni Rodari, di cui ha molto apprezzato “Grammatica della fantasia”. Dalla fitta corrispondenza nasce la proposta di musicare dei suoi testi e rivestirli di veste musicale degna, per proporre ai piccoli qualcosa di qualità. Rodari gli spedisce una ventina di poesie, da cui vengono selezionate le nove che comporranno “Ci vuole un fiore”.

La squadra è completata dal fido Luis Bacalov (inutile presentarlo ai lettori della Stratosfera) che con Endrigo scrive le musiche e soprattutto arrangia splendidamente, mettendo su un ensemble sui generis. Si legge nelle note interne:

“Un giorno qualcuno ha avuto l’idea di fare questo disco, ma nessuno si ricorda più chi è stato. Comunque adesso il disco c’è e le parole sono state scritte da Gianni Rodari, le musiche da Luis Bacalov e da Endrigo.

I bambini che hanno cantato sono Annapaola e Giovanni Bacalov, Cristiana (figlia di Nora Orlandi), Claudia Endrigo, Giorgia Lepore, Manuela e Maura (le gemelline di Cianciarelli), Silvia Somigli e Laura Pierazzuoli che purtroppo non ha potuto finire il disco perché sul più bello si è presa il morbillo. Tutti sono stati istruiti e diretti da Nora Orlandi.

Le voci che non cantano ma parlano sono di persone che passavano per caso e hanno voluto dire la loro. Gli arrangiamenti e cioè tutti i suoni che sentite nel disco, sono di Luis Bacalov. Per gli arrangiamenti sono stati usati i seguenti strumenti musicali e non musicali: violini, viole, violoncelli, contrabbasso, chitarra classica, elettrica e un chitarrino; pianoforte, clavicembalo, piano elettrico, organo hammond, trombe tromboni, flauti in do, flauti dolci, corni, bassotuba, bombardino, ottavino, clarinetto, clarinetto basso, oboe, fagotto, vibrafono, mandolini, tuba, fischietto e altre piccole diavolerie rumorose. In più, una scatola di latta, un secchio d’acqua, 4 monete da 100 lire, un paio da 10 e da cinquanta e un gettone telefonico, un portacenere di ceramica, mezzo chilo di fagioli borlotti (crudi), un sacchetto di patatine fritte, un pacchetto di grissini, un rotolo di carta stagnola, gli spettatori dell’ultimo incontro Roma-Lazio, un cannone e un cavallo.”


  

C’è tutto il mondo di Rodari in questo disco: i temi sociali, messi alla portata dei bambini (senza per questo banalizzarli), l’antiautoritarismo (specialmente quello del mondo scolastico aggrappato al suo sterile nozionismo), il non sense del limerick, la sperimentazione di tutte le direzioni in cui, seguendo la sua “grammatica”, può indirizzarsi la fantasia. Soprattutto emerge la grande considerazione verso il pubblico dei più piccini, il rispetto per la loro intelligenza e la loro capacità di comprendere le cose (si veda l’illuminante “Mi ha fatto la mia mamma”).

Nel coro dei bambini fu coinvolta anche la figlia di Endrigo, Claudia, che nella sua biografia del padre (“Sergio Endrigo, mio padre”, Feltrinelli, 2017) racconta come questo fatto avesse suscitato la gelosia delle figlie di Sergio Bardotti, Michela e Laura, escluse dal coro (forse perché Bardotti, per quella volta, non seguì direttamente il progetto).



Il successo di “Ci vuole un fiore” farà capire alla discografia italiana quello che all’estero hanno intuito da tempo: che c’è uno spazio di mercato per la canzone per l’infanzia. Non sempre, purtroppo, verrà mantenuta, o almeno avvicinata, la qualità di “Ci vuole un fiore”. A dischi bellissimi come quello di Bruno Lauzi "Johnny Bassotto, la tartaruga... e altre storie" (1976) o “Il paese dei bambini con la testa” di Beppe Chierici e Daisy Lumini (con cui aprimmo la serie di "Bimbitudine" e che trovate QUI), faranno da contraltare prodotti sempre più raffazzonati nei testi, nelle musiche e nella produzione musicale, a volte al limite della pura speculazione (si pensi alla Fossa delle Marianne raggiunta da certe cose di Pippo Franco o dalla serie “Kiss me Licia”).

 

Molto curioso era il packaging del disco, perché oltre a 12 pagine con i testi (scritti giustamente belli grandi) c’era anche un album a fogli bianchi dove i bambini potevano disegnare idee che provenivano dall’ascolto dei pezzi (a tutto ciò era anche collegato un concorso sul Corriere dei Piccoli).


 

Il disco, da cui sono stati estratti due 45 giri, è stato più volte ristampato, sia in vinile sia in CD (ma l'ultima edizione risale a 20 anni fa), anche se a volte con copertine differenti. C’è anche una curiosa emissione argentina (“Se necessita una flor”, 1982) con i titoli tradotti in spagnolo, ma cantati in italiano.



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LINK "CI VUOLE UN FIORE"

 

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LE CANZONCINE DI SERGIO ENDRIGO (1966-1979)

 


TRACKLIST:

01 Girotondo intorno al mondo (1966)

02 Filastrocca vietnamita (1968)

03 L’arca di Noè (45 giri, 1970)

04 El arca de Noè (45 giri, in spagnolo, 1970)

05 La casa (A casa) con Vinicius e coro di bambini (album version, 1970)

06 La marcia dei fiori (Rancho das flores) – con coro di bambini (single version, 1970)

07 La casa (A casa)- Sergio Endrigo e Coro di bambini (single version, 1970)

08 L’arca (con Vinicius, Ricchi e Poveri, The Plagues, ‘72)

09 Il pappagallo (con The Plagues, 1972)

10 San Francesco (con The Plagues, 1972)

11 La pulce (con Vinicius De Moraes, 45 giri 1973 )

12 La papera (con Vinicius De Moraes, 45 giri, 1973)

13 El merlo (45 giri, 1976)

14 Nina nana bobò (45 giri, 1976)

15 C’era una volta, anzi domani (45 giri, 1978)

16 Homo volans (45 giri, 1978)

17 Il paese del no (45 giri, 1979)

  

«Ho scritto circa 250 canzoni e, lungo la mia vita artistica, ho composto brani musicali anche per altri interpreti; ho prodotto due album di poesie dialettali per Biagio Marin e Ignazio Buttitta. Oltre che in portoghese, ho cantato in spagnolo, francese, inglese, greco, slavo, e mi si ricorda per lo più per una canzone per bambini ("Ci vuole un fiore", N.D.R.), neanche scritta da me...»

 

Sotto questo arbitrario titolo, abbiamo qua raccolto, come immaginario bonus CD, le altre canzoni cantate da Endrigo e riconducibili direttamente (o quasi) al mondo dell’infanzia.

C’è da dire, infatti, che nonostante la dichiarazione che avete letto poc'anzi, in realtà il cantante e autore istriano è tornato più volte sul famigerato luogo del delitto.



L’exploit di “Ci vuole un fiore” non sbuca certo dal nulla, ha anzi il suo naturale antecedente due anni prima in quel “L’arca” (contitolato con Vinicius de Moraes, i Ricchi e Poveri, Vittorio dei New Trolls, Marisa Sannia e The Plagues) di cui parlammo diffusamente QUI. Anche se abbiamo già presentato queste canzoni, per completezza ci permettiamo di riproporre quelle in cui è coinvolto direttamente Endrigo, seguite dalle due (“La papera” e “La pulce”) che, pur figlie di questo album, usciranno, nella versione cantata da Endrigo, solo su 45 giri nel '73.



Ancor prima, come i suoi estimatori ben sanno, Endrigo aveva inciso altre due canzoni per bambini, sempre sotto l’egida di quel grande poeta (e poeta per canzone) che è stato Vinicius De Moraes: dal suo repertorio vengono infatti la notissima “La casa” e la straordinaria “La marcia dei fiori", la cui musica è una rielaborazione di Bach, incluse nello storico LP “La vita amico, è l’arte dell’incontro”, in cui Endrigo si incontrò, appunto, con lo stesso De Moraes, il poeta Giuseppe Ungaretti e il chitarrista Toquinho. 

Ma noi salmonescamente siamo risaliti ancora più indietro, a quel “Girotondo intorno al mondo” del ’66 (su testo del poeta Paul Fort) e alla più politicizzata “Filastrocca vietnamita”, musicata da Ennio Morricone e inserita nella colonna sonora del film “Grazie zia” del 1968 (regia di Salvatore Samperi), uscita ufficialmente solo nel 1984.



Non poteva mancare uno dei pezzi più noti (e più belli) di Sergio Endrigo, “L’arca di Noè” (da non confondersi con il successivo “L’Arca”) presentata al festival di Sanremo del 1970 destando le ire di Lietta Tornabuoni che si scagliò contro quei versi che, a parer suo, sembravano un misto di Lorca e Marinetti. Ce ne fossero, chiosiamo noi.

Di questo brano abbiamo inserito anche la versione in spagnolo.



Abbiamo anche voluto trovare un posto per i due pezzi usciti su 45 giri nel ’76, ma contenuti anche nel coraggioso LP “Canzoni venete”, uno dei lavori meno capiti, meno acquistati (e per questo oggi più rari e costosi) dell’Endrigo anni ’70: “El merlo” e “Nina nana bobò” sono due brani presi dalla tradizione veneta.



Per finire, alcuni autentici gioielli poco conosciuti, anche perché inediti su LP. Il travolgente samba di “C’era una volta, anzi domani” e la futuribile “Homo volans” sono tratte da un 45 giri del ’78 ed erano sigla di due trasmissioni TV, rispettivamente "Uffa, domani è lunedì" e  “I pionieri del volo”. Probabilmente "Homo Volans" "ruba" il titolo da un omonimo album del cantautore croato di etnia serba Arsen Dedic, grande amico di Endrigo (con cui terrà concerti, traducendo anche diverse canzoni in serbo e cantando insieme in un paio di duetti. Endrigo a sua volta tradurrà la sua "Ofelia" per l'album "Sarebbe bello" del 1977).



Da sottolineare la bellissima veste grafica del 45 giri, la cui copertina si apriva per formare un coloratissimo gioco dell’oca.



Chiudiamo infine con "Il paese del no", lato A di un 45 giri del '79 e sigla della trasmissione TV "Buonasera con Gianni Rodari" (vedete come il cerchio si chiude?). Da notare che, anche se il testo appare molto "rodariano", lo scrittore di Omegna non compare come autore.


 

Prima di chiudere e di lasciarvi all’ascolto, permetteteci di segnalare che nel 2013 è uscito un tributo che diversi artisti hanno voluto fare all’Endrigo cantore dei (e per i) bambini: si chiama “Il pappagallo”, ed è edito dalla Maremosso di Alessandro Hellmann e Rosario di Bella: cercatelo ché ne vale la pena.




 

 

LINK LE CANZONCINE DI SERGIO ENDRIGO

 

Post by Andrea "Arrivano gli Sprassolati!" 

 

3 commenti:

  1. GRAZIE!!!
    Vi segnalo una versione ad opera di Edipo e il Suo Complesso del Signore di Scandicci RodariEndrighiano.

    https://www.youtube.com/watch?v=OVL2tKiV4ok

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  2. Grazie a te, anche per la segnalazione. Non conoscevo questa curiosa versione (ma mi ricordo di Edipo e il suo Complesso: all'epoca erano i competitors di Elio & le storie Tese. Mi ricordo che pubblicarono un album con la copertina di lana!)

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