lunedì 28 giugno 2021

Serie Bootleg n.323 (REPOST)- Claudio Rocchi, Renzo Zenobi, Tito Schipa Jr., Oliviero Malaspina e Claudio Lolli alla Prima Rassegna Storica e Nuova Canzone d’autore - Teatro Palmaria, La Spezia, 30-31 marzo 2012


 


AVVERTENZA: Nonostante il seguente sia un post abbastanza recente, crediamo sia opportuno un repost perché nel frattempo il nostro lettore Luca Barboni (che ringraziamo dal profondo del cuore) ci ha fatto pervenire la sessione completa del set di Renzo Zenobi (ci sono due pezzi in più) e in una qualità audio sicuramente più accettabile della nostra.


Già qualche tempo fa la Stratosfera, per mano del buon George, propose una registrazione di Claudio Lolli, Renzo Zenobi e Massimo Altomare (la potete recuperare QUI) colti nella loro partecipazione alla III Rassegna della Storica e Nuova Canzone d’autore, una meritoria iniziativa voluta fortemente da Pino Calautti e dall’Associazione “Aspettando Godot”, in polemica, niente affatto velata, con le supposte “derive” mainstrean del Club Tenco. 

La manifestazione è poi andata avanti nel corso degli anni spostandosi nel 2013 a Ferrara, affiancata poi da una rassegna gemella a Bordighera (“Rassegna d’autore e d’amore”).

 

Quel post di George, dicevo, mi ha fatto tornare in mente che Radio Orvieto Web, che contribuii a fondare nel 2008, nel 2012 fu media partner della Prima edizione di quella Rassegna alquanto corsara, tirata su dal nulla, tra ingenuità e grandi slanci, che per due giorni fece confluire a La Spezia estimatori da tutta Italia e che ebbe il merito di riportare in scena in un contesto adeguato (in quel caso il Teatro Palmaria) nomi storici della canzone d’autore italiana, alcuni ancora in auge, altri travolti dalla fiumana del tempo e delle mode, ma di grande valore.


 

Purtroppo non potei assistere alla serata inaugurativa, di cui riuscii solo a recuperare delle registrazioni d’ambiente, abbastanza precarie, come ascolterete.

Ebbi invece modo di seguire di persona la seconda serata, quella di sabato, la cui registrazione è stata invece effettuata collegandosi direttamente al mixer di sala (per questo la qualità è decisamente soddisfacente, credo). 


 

Il parterre era davvero di primissimo livello, con nomi come Renzo Zenobi, Claudio Lolli (assunto da Pino Calautti e suoi collaboratori come artista simbolo per un certo modo di intendere la canzone d’autore), Tito Schipa Jr. (grande ritorno dal vivo, il suo) e Claudio Rocchi. Non meno interessante la partecipazione di un grande dropout della generazione di mezzo come Oliviero Malaspina (ultimo collaboratore di De André).

Accanto a questi monumenti, la Rassegna, fedele al suo nome, volle presentare alcune giovani (il termine va preso in un’accezione molto ampia) leve della canzone d’autore, che tuttavia, questa è la mia opinabile impressione, risultarono abbastanza lontani da quei mostri sacri.

 

Per questo abbiamo deciso di proporvi solamente i set dei nomi storici che poco prima vi abbiamo illustrato, esibizioni di grande spessore peraltro, potendo poggiare su un repertorio assai ben consolidato.

 

Le registrazioni della serata, impolpate con interviste ad hoc a Rocchi, Lolli, Zenobi e Tito Schipa Jr., andarono a poi a confluire in uno Speciale che la mia trasmissione “Arrivano gli Sprassolati!” propose nell’aprile di quell’anno (chi volesse ascoltarla può recuperarla QUI).

 

Per comodità e coerenza abbiamo deciso di seguire l’ordine delle serate, pur con i tagli più sopra dichiarati. 

 

Ma andiamo a raccontare un po’ quelle due serate spezzine.


 

Nella serata di venerdì 30 marzo (quella con l’audio peggiore, dicevamo) era presente Claudio Rocchi che si presentò bloccato su una sedia per via di un incidente che gli aveva lasciato una gamba ingessata. Il suo set si aprì con alcuni estratti da “In alto”, al tempo il suo lavoro più recente. Ecco sfilare dunque “Alchimia”, “Gesù si gira” e “Facci un miracolo”. La veste sonora è caratterizzata da suoni campionati ottenuti collegando la chitarra a un computer che ne alterava il suono, ma purtroppo questo ha reso la registrazione, già carente nella prima serata, ancora più scadente: prendetela come mera testimonianza documentale, amici. La scena era intima, illuminata quasi esclusivamente dalla luce di alcune candele che Rocchi volle posizionare sul palco.

Spazio poi ai grandi classici (“La realtà non esiste”, “La tua prima luna”), intramezzati da molte parole e da vecchi ricordi affioranti.


 

Prese poi possesso del palco il redivivo Renzo Zenobi con un’esibizione di notevole impatto, anche grazie a una tecnica chitarristica davvero invidiabile (ricordiamo che è sua la chitarra di alcuni dischi storici di De Gregori: l’arpeggio di “Pezzi di vetro”, per esempio, dove generazioni di chitarristi si sono dannati, è suo). Nella più classica tecnica del fingerpicking, si presentò con un plettro collegato al pollice della mano destra per pizzicare le corde basse, producendo da solo un suono che riempie il teatro.


Il set cominciò con "La fine di una storia" (da "Aviatore", l'ultimo suo album del periodo storico in RCA), per poi dipanarsi con quello che resta uno dei suoi brani più noti ("Telefono elettronico"), sia per l'intrinseca bellezza sia perchè nella versione su disco ospitava la voce di Lucio Dalla (anche produttore dell'omonimo album).

E poi ancora le tenui ballate di questo cantautore gentile, canzoni scandite dalla sua inconfondibile erre moscia. Ecco quindi le varie “Silvia”, “Io e te su quei giorni”, “A questo cielo capovolto che tutti chiamano mare” e altre ancora, con un pubblico via via sempre più rapito.

 

Il secondo CD vi farà vivere la seconda serata, quella del sabato, la cui qualità sonora è decisamente all’altezza della bellezza delle canzoni. D’altra parte i “campioni” avevano nomi come Tito Schipa Jr., Claudio Rocchi e Oliviero Malaspina.


 

Chi scrive confessa che su Tito Schipa Jr. non può essere del tutto imparziale, essendo l’autore di “Orfeo 9” uno dei suoi piccoli grandi eroi. Cosa dire quindi? Spiccata eleganza, grande senso della scena, e d’altra parte da uno che all’epoca aveva già oltre 40 anni di carriera teatrale alle spalle (come autore, musicista, attore, regista) non ci si poteva aspettar di meno. A La Spezia Tito Schipa Jr. si presentò da solo al piano sciorinando alcuni pezzi meravigliosi che necessitavano però di adeguato arrangiamento, per questo si servì in diverse occasioni di base preregistrate (prese direttamente dai dischi). Difficilmente, in caso contrario, avrebbe potuto eseguire delle piccole suite come la commovente “Sono passati i giorni” o quel mancato inno generazionale che avrebbe potuto essere “Non siate soli”.

Da segnalare l’esecuzione iniziale di “Dalla mia parte” un inedito scritto (e rifiutato) a inizio anni ’80, di cui finora esisteva solo una registrazione live durante un’ospitata all’indimenticabile trasmissione “Blitz” di Gianni Minà. Il brano faceva parte del progetto di Musical "Il divorzio della Signora Rossi", e resta un pezzo di grande effetto che è un peccato che non abbia avuto a tutt’oggi una registrazione ufficiale in studio.

In realtà bisognerebbe citare tutti i brani dell’esibizione dell’artista leccese, ma romano d’adozione, dalla struggente “Child in time”, alla saltellante e nostalgica “Ho pensato a te papà” dedicata ovviamente al grande tenore, oppure la concitata “Uccidetemi”, un tour de force che lasciò senza fiato non solo Tito Schipa Jr. Il tutto si concluse con un estratto da quello che è il suo lavoro più noto, l’opera rock “Orfeo 9” che il 23 gennaio del 1970 (data di nascita di chi scrive, e ditemi voi se questo non è un segno”) debuttò al Sistina di Roma con un successo che, tra repliche, disco (più volte ristampato), film, libri e DVD ancora non si è esaurito.

In conclusione, cosa dire della sua esibizione? Forse solo che Tito Schipa Jr. riuscì a trasformare in pura arte e poesia anche una leggera incrinatura di voce, dovuta a un’influenza persistente, e alcuni “acciacchi” al pianoforte che lo stesso performer commenta divertito durante l’esecuzione. Insomma, nonostante da moltissimo tempo non si esibisse più in questa veste cantautorale, mostrò chiaramente la capacità quasi magnetica di concentrare su di sé per più di mezzora sguardi e respiri, e alla fine conquistò tutti, anche coloro che lo conoscevano poco o per nulla.

 

Il set di Oliviero Malaspina è stato il più breve tra quelli che vi proponiamo (solo tre brani), ma per certi versi il più sconvolgente. La sua è stata una presenza speciale, sia per il fatto che non è certo da considerarsi né tra gli esordienti né tra i mostri sacri, sia per il fatto che ha fatto un po’ da filo rosso con Fabrizio de André, a cui la Rassegna era dedicata (dal 2015 la dedica sparisce, forse per dissapori con l’omonimo Premio gestito dalla Fondazione De André). Malaspina è stato infatti l’ultimo collaboratore di Faber, una collaborazione purtroppo interrotta dalla morte del grande cantautore genovese. Oliviero Malaspina dal vivo ha una carica magnetica molto forte, ha una voce un po’ sgraziata, che entra ed esce dall’intonazione, ma che riesce però a catalizzare l’attenzione del pubblico, a focalizzare l’attenzione sulla sua persona, sulle mani che accompagnano il canto, sulle sue canzoni. Insomma, un’esperienza, che forse il mero ascolto non riesce del tutto a trasmettere (dovete fidarvi).


 

Gran finale con Claudio Lolli, che poi negli anni sarà presenza fissa della Rassegna, almeno finché le condizioni di salute glielo permetteranno (dal 2018, anno della sua morte, la rassegna è a lui dedicata).

La formazione con cui si presentò a La Spezia era la stessa che tre anni prima aveva dato alle stampe l’album antologico “Lovesongs”, cioè quella con l’inseparabile chitarrista Paolo Capodacqua e Nicola Alesini, virtuoso del sax soprano e autore dei sampling elettronici e ritmici che fanno da tappeto alle esecuzioni. L’autore bolognese cominciò sornione, con navigato mestiere, dialogando con il pubblico e inanellando in una lunga suite ove si succedono, sfumando uno nell’altro, alcuni dei suoi capolavori, a cominciare da una “Incubo numero zero” quasi irriconoscibile, trasfigurata in una sorta di reading poetico-musicale, in quello stile che contraddistinse la sua ultima fase artistica. A farla da padrone in scaletta è naturalmente il suo album capolavoro “Ho visto anche degli zingari felici”, ben rappresentato da tre brani.

I brani scorrono fluidi che è un piacere (abbiamo preferito rispettare alcune dissolvenze lasciando in registrazione alcuni pezzi accoppiati), e solo prima del bis (l’immancabile “Borghesia”) Lolli riprende a parlare per accomiatarsi, a modo suo, dal pubblico (con una spettatrice troverà anche modo di polemizzare per alcuni disturbi).

 

Con questo è più o meno tutto, amici, speriamo che questa proposta vi risulti gradita.

 

Un abbraccio e George, Francone e il Capitano, loro sanno perché.

 

Buon ascolto!

 

TRACKLIST CD 1 (venerdì 30 marzo 2012):


CLAUDIO ROCCHI

1 Alchimia

2 Gesù si gira

3 Facci un miracolo

4 Tutto quello che ho da dire

5 La tua prima luna

6 La realtà non esiste

7 Non è stato diverso

 

RENZO ZENOBI

8 La fine di una storia

9 Telefono elettronico

10 Io e te su quei giorni

11 E ancora le dirai "ti voglio bene"

12 Aviatore

13 Silvia

14 A questo cielo capovolto che tutti chiamano mare

15 Quasi come le rime

16 Temporale


 

TRACKLIST CD 2 (sabato 31 marzo 2012):


TITO SCHIPA JR.

1 Dalla tua parte

2 Non siate soli (musica in base)

3 Sono passati i giorni (musica in base)

4 Ho pensato a te papà

5 Child of darkness     

6 Uccidetemi (musica in base)

7 Per la strada

 

OLIVIERO MALASPINA

8 Io non ho più tempo per l’amore

9 Volevo essere la luna sui campi

10 La canzone del padre (cover De André)

 

CLAUDIO LOLLI

11 Incubo n.0 + Donna di fiume

12 Primo Maggio + Quello che mi resta 

13 Anna di Francia + Ho visto anche degli zingari felici

14 Borghesia


LINK CD 1 (NEW)


LINK CD 2


Post by Andrea Sprassolati

 

7 commenti:

  1. Per la serie "io c'ero"... ricordo una tirata di rientro da Roma (per lavoro) sceso dal treno a Milano e poi Parma e via Cisa giungendo a La Spezia... Il set di Renzo, intimo e commovente, ci stregò. Cosa non si fa per la Musa...

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  2. Alla prima serata c'ero anch'io ed ho fatto una registrazione video (direi piuttosto buona, ero in prima fila) del concerto di Renzo Zenobi. Se vi interessa, la mando volentieri.

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  3. Il nostro lettore Luca Barboni (che ringraziamo dal profondo del cuore) ci ha fatto pervenire la sessione completa del set di Renzo Zenobi a La Spezia (ci sono due pezzi in più) e in una qualità audio sicuramente più accettabile della nostra. Abbiamo quindi provveduto a fare il repost del nostro articolo. Buon ascolto!

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  4. “Arrivano gli Sprassolati!” propose nell’aprile di quell’anno (chi volesse ascoltarla può recuperarla QUI)". IL LINK PER ASCOLTARE LE INTERVISTE A ROCCHI E SCHIPA, NON FUNZIONA

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  5. “Arrivano gli Sprassolati!” propose nell’aprile di quell’anno (chi volesse ascoltarla può recuperarla QUI).
    IL LINK PER ASCOLTARE LE INTERVISTE A SCHIPA E ROCCHI NON FUNZIONA

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