Premessa by George
Voglio scusarmi innanzitutto con gli amici della Stratosfera per la mia forzata assenza dal blog. Una brutta caduta accidentale da una scala, dall'altezza di oltre 2 metri sul nudo e crudo cemento, ha comportato la frattura di 7 costole (meno male che nell'emi costato destro ne ho ancora 5 buone), 4 alette vertebrali, un trauma polmonare, una lieve commozione cerebrale e qualche punto di sutura sul gomito destro. Insomma, una decina di giorni in ospedale e poi una convalescenza, da poco iniziata, che si concluderà verso fine luglio. A parte questo sto abbastanza bene (nonostante tutto un po' di umorismo mi è rimasto). Come mi dicono gli amici 'poteva sempre andare peggio'. Nel frattempo ringrazio l'amico Andrea che ha sopperito al vuoto venutosi a creare con un ottimo post/bootleg con protagonisti Rocchi, Zenobi, Tito Schpia ealtri ancora. Grazie anche a tutti coloro che mi sono stati vicini in questo periodo non propriamente felice. Ora che finalmente riesco a stare nuovamente seduto mi appresto a riprendere il lavoro sul nostro blog. E lo faccio pubblicando un duplice omaggio da parte di Gaetano Simarco, nostro fedele collaboratore, che tempo fa mi inviò i file dei primo due album di Alfio Antico, già componente dei Musicanova dal 1979 al 1981 con la trilogia "Brigante se more", "Quanno turnammo a nascere" e "Festa festa". Tutti e tre gli album sono qui, sulla Stratosfera. I due album in questione sono "Anima 'ngignusa" pubblicato nel 2000 dall'etichetta Onyx Jazz Club e "Supra mari" del 2003 per l'etichetta DiscMedi Blau.
E ora passiamo alla musica e alla recensione di Gaetano.
Alfio Antico Quartetto - 2000 - Anima 'ngignusa
01. Viaggio
02. Occhi di ciumi
03. Frasturnatu - Pensa e ripenza
04. Barulè
05. Lettera d'amuri
06. Tarallesa-fava
07. Re bufè
08. Ventu e caristia
09. Desiderio essere nata
10. Anima 'ngignusa
Bonus track
11. Silenzio d'amuri (da "L'arpeggiata - La Tarantella: Antidotum tarantulae")
Alfio Antico - voce, tamburi a cornice
Raffaele Brancati - sassofono, flauti
Paolo Sorge - chitarra
Amedeo Ronga - contrabbasso
Recensione by Gaetano Simarco
Introduco questi primi due album di Alfio Antico con una breve biografia dell'artista. Alfio Antico, erede autentico e diretto della tradizione musicale popolare, è un percussionista e cantante siciliano è ed universalmente riconosciuto tra i maggiori interpreti del tamburo a cornice e della tammorra. Cresciuto a contatto con la natura, si è arricchito dalle tante esperienze musicali e teatrali, dal balletto classico alla commedia dell'arte, divenendo quindi depositario di un sapere tradizionale, della cultura pastorale, che ha appreso con un rapporto diretto, e quindi non solo musicale. Fino a diciotto anni è vissuto a Lentini, suo paese natale in provincia di Siracusa, facendo il pastore fra le montagne dell'entroterra siciliana, respirando le favole, le storie, i miti della cultura contadina coltivando, nel contempo, l'interesse per la musica, in particolare per il tamburello, di cui costruì fin da piccolo numerosi esemplari, tendendo le pelli conciate delle pecore e lavorando il legno delle cornici.
Come ha più volte raccontato, a Firenze mentre suonava in Piazza della Signoria, viene notato da Eugenio Bennato. Siamo nel 1977 e da quell'incontro inizia il suo percorso artistico e musicale. Sarà in pianta stabile nei Musicanova incidendo con loro i primi album. Successivamente collabora con la compagnia di Peppe Barra, con Tullio De Piscopo, Edoardo Bennato, Lucio Dalla, Fabrizio De André (nel 1990 suonerà il suo tamburo nel brano “Don Raffaè” e parteciperà all'album “Le nuvole), Roberto Carnevale, Renzo Arbore, Vinicio Capossela, Carmen Consoli. Partecipa anche come musicista e attore agli spettacoli teatrali di Giorgio Albertazzi, Ottavia Piccolo, Maurizio Scaparro, Jerome Savary e Roberto De Simone e con il coreografo Amedeo Amodio. Nel 2006 compone la colonna sonora del film “Malavoglia” di Pasquale Scimeca e nel 2007 la sua potenza live trova cornice prestigiosa nel concerto registrato nella Cappella Paolina del Quirinale (“Antichi Ritmi e Nuovi Suoni dell'Italia Meridionale-I Concerti del Quirinale di Radio3”).
Nel 2010 partecipa alla colonna sonora del cortometraggio "Il volo di Wim Wenders" (racconto dell'esperienza di Riace e del suo sindaco Domenico Lucano, interpretato da Luca Zingaretti e Ben Gazzara). Nel 2011 si fa riferimento a lui con la citazione nel film “Tous les soleils (Non ci posso credere)” di Philippe Claudel interpretato da Stefano Accorsi e Anouk Aimée. Accorsi canta, nel finale, il suo brano “Silenziu d’amuri”. Nel 2012 collabora con Sofia Mavrogenidou, cantante musicista greca, con la quale realizzerà "Apollo's Senses", con la partecipazione di Aristeidis Chatzistavrou (chitarra e liuto), ispirato alla sua vita e alla mitologia greca, utilizzando l'origine sciamanica del suo tamburo come collegamento tra passato e presente. Le innumerevoli collaborazioni a progetti artistici e culturali di rilievo fanno di Alfio Antico un artista straordinario, poliedrico e innovatore, sia per le sue liriche originali sia per la tecnica strumentale (particolare utilizzo dell’attrito del dito sulla pelle per fare risuonare i sonagli, ancora oggi studiata e imitata). Parallelamente all'attività in studio Alfio prosegue nella sua attività dal vivo in occasione di alcune date-evento tra le quali vanno ricordate quelle del novembre del 2009 quando i suoi ritmi pastorali risuonano nella cattedrale di Aosta, in occasione del concerto di commemorazione del nono centenario della morte di Anselmo d'Aosta con una suite musicale accompagnata dai violoncelli di Giovanni Sollima e Monika Leskovar (nota di George: purtroppo questo concerto, pur essendo quasi dietro casa, me lo sono perso), quelle all'Auditorium Parco della Musica di Roma, alla Villa Reale di Monza, al Teatro Antico di Taormina e di Segesta, a Lorica, nella Sila Calabrese, la rassegna Il Folk dipinto di blu dedicata a Domenico Modugno, l’Omaggio a Rosa Balistreri a Catania, senza dimenticare la partecipazione nel ruolo di Dioniso il 19 settembre del 2018 allo spettacolo scritto e diretto da Marco Savatteri “Al passo coi templi. Il Risveglio degli Dei” nel suggestivo scenario della Valle dei Templi di Agrigento.
Anima 'ngignusa è la la prima incisione da solista, anche se accreditata come Alfio Antico Quartetto, registrato nella città di Matera nella Sala delle Arcate di Palazzo Lanfranchi è pubblicata nel marzo 2000, ottenendo menzioni speciali al Premio Tenco. I testi, liriche originali dello stesso Alfio, per lo più in siciliano (tradotti per rendere più comprensibili alcuni dei vocaboli come si evince dal libretto interno al cd), ispirati alla tradizione popolare, trasmettono il senso dell’attaccamento alla natura, ai sentimenti, ai valori della famiglia, e quindi alla vita, che è proprio della gente del Sud. Un album dove le note scavano profondamente nelle radici in una tradizione arcaica. E' la celebrazione di uno spirito libero e indomabile, di un maestro delle culture musicali tramandate oralmente. Sotto le sue dita la pelle dei tamburi vibra e incendia, sussurra e racconta storie di una prodigiosa civiltà ritmica, in perfetta sintonia con i tre musicisti coinvolti nel progetto, ovvero Brancati, Sorge e Ronga che accompagnano con sax e flauti, chitarra e contrabbasso, strumenti che ben si sposano ai tamburi ed alla voce di Alfio perché anch’essi dotati di una grande fisicità sonora.
LINK Anima 'ngignusa (2000)
LINK booklet
Alfio Antico - 2001 - Supra Mari
TRACKLIST:
01. Supra Mari - 3:16
02. La Mé Badìa - 5:09
03. Viri A Me Stissu - 5:54
04. Se Ti Virissi - 2:36
05. Amuri Antico - 4:53
06. Dialicu D'Amuri - 7:29
07. Pitti Petti - 3:38
08. Dormi Stanchizza - 2:23
09. Cu Ti Lu Dissi - 4:09
10. Ma Guarda Guarda - 2:27
11. Fila Fila - 3:08
12. Palummedda - 1:56
13. La Foglia - 3:23
14. Traccia strumentale nascosta
FORMAZIONE
Alfio Antico - voce, tamburi
Amedeo Ronga - contrabbasso
Sandro Pippa - ciaramella, bombarda e tamburi
Luigi Polsini - chitarre medioevali, plettri (viella, lira, saz e ud)
Ascoltare "Supra Mari " è il modo più semplice per capire come è stato possibile mescolare due stili così differenti come la Musica Medioevale e l'Etnica Tradizionale in una perfetta combinazione impreziosita da bellissime melodie cantate in lingua siciliana. Alfio Antico ha saputo scavare profondamente nelle radici di quella sua "Madre Terra", così come nei suoi ricordi d'infanzia, incontrando la sensibilità artistica di Luigi Polsini (chitarre medioevali, plettri etc), Sandro Pippa (percussioni) e Amedeo Ronga(contrabasso)…menestrelli ed al tempo stesso moderni ricercatori di “Suoni”…
Poesia che evoca immagini, emozioni e suggestioni della sua terra nativa, che attinge alla tradizione per rigenerarsi e restituirsi al presente. La musica di Alfio Antico è diretta e immediata, nasce da una esigenza poetica, da una forte sensibilità evocativa, da una unica radice: la natura. Il tamburo e la voce di Alfio compiono il prodigio della nascita del suono, la pelle balla, canta, piange, ride, dialoga, ragiona, e la magia trapassa dal mito alla realtà. Gestualità, musica ed improvvisazione si mescolano in una umana necessità di cuore e di animo. Supra mari…suoni musicali che profumano di mare e di pascolo.
(da "Lentinionline")
E per finire ecco Alfio Antico immortalato con il nostro Gaetano Simarco. Grazie Gaetano per questo prezioso contributo.
Post by George - Words & Music by Gaetano Simarco
Carissimo... che dire... che "avventura" ! Spero che tutto si possa risolvere per il meglio. Un abbraccio (virtuale) e grazie dell'ennesimo regalo musicale !
RispondiEliminaProprio vero che siamo come piume al vento.....è andata bene ,nella sfortuna!
RispondiEliminaUn cario augurio di pronta guarigione, poi ,attenzione alla scale! sono infide
Questo brutto momento sarà solo un ricordo. L’obiettivo è la guarigione e tanta forza d'animo. Auguri di pronta guarigione George.
RispondiEliminaAnonimo
Grazie Gaetano per questa meravigliosa proposta musicale e tantissimi auguri di completa ripresa a George. Anch'io, purtroppo, a suo tempo, ho avuto ''un'esperienza negativa'' con una scala. Da allora, se devo raggiungere un albero per potarlo, mi lego un capo di una fune in vita e l'altro al fusto e lego anche la scala al tronco. Per il futuro devo escogitare un medoto di sicurezza, allorchè appoggio la scala per lavori alla terrazza, perchè è proprio da lì che son caduto quella volta.
RispondiEliminaBuona ripresa, George!
RispondiEliminaforza George!
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