TRACKLIST:
Lato A
– a) Testimonianza: disoccupato di Napoli che ha occupato una casa vuota a Bagnoli
b) Testimonianza: corteo dei 30.000 a Milano, manifestazione per i fatti di via Tibaldi, giugno 1971
c) Pino Masi: Tarantella di via Tibaldi
(voce e chitarra Pino Masi - seconda voce e flauto piccolo M. Gaydou)
d) Testimonianza: proletario di Napoli sul tema dello sfruttamento del lavoro minorile
e) Pino Masi; Lotta Continua (voce e chitarra Pino Masi)
f) Testimonianza: operaio della Fiat di Torino sulle condizioni di vita e di lavoro in fabbrica
g) Testimonianza: manifestazione nazionale contro il fanfanismo, Milano 12 dic.'71,
anniversario della strage di Stato
h) Pino Masi: Ballata della Fiat (voce e chitarra Pino Masi)
i) Testimonianza: avvocato Gentili sulla morte di Giuseppe Pinelli
l) Pino Masi: Ballata per Pinelli (voce e chitarra Pino Masi)
Lato B
a) Pino Masi: Prendiamoci la città
(voce, chitarra, armonica Pino Masi - seconda voce, chitarra, soloist M Gaydou)
b) Testimonianza: proletaria di P.ta Palazzo a Torino sulle condizioni di vita
dei meridionali emigrati a Milano
c) Pino Masi: Nuova Internazionale (voce e chitarra Pino Masi)
d) Testimonianza: partigiano di Sarzana, un giudizio sulla "via italiana al socialismo"
e) Testimonianza: corteo operaio durante la manifestazione per la morte di Saverio Saltarelli,
Milano 14 dicembre 1970
f) Pino Masi: Compagno Saltarelli (voce e chitarra Pino Masi)
g) Testimonianza: Reggio Calabria, scontri tra proletari e polizia nel quartiere di Sbarre, autunno 1970
h) Pino Masi: Liberare tutti (voce e chitarra Pino Masi)
i) Testimonianza: proletario di Napoli emigrato a Milano, sui fascisti oggi
l) Pino Masi: La violenza (voce e chitarra Pino Masi)
Questo non è un disco ma una pagina di storia, di quella storia contemporanea legata agli inizi degli anni '70 che molti di noi hanno vissuto in prima persona e in prima linea. Forse qualcuno storcerà la bocca, ma ho voluto postare questo disco sulla Stratosfera per una serie di ragioni. Innanzitutto spendo due parole su questo vinile, pubblicato nel 1973 dall'etichetta Circolo Ottobre, opera prima del cantante e compositore pisano (di adozione) Pino Masi, nostra vecchia conoscenza su queste pagine. Il disco venne anche allegato al n. 3 anno 4 di "Lotta Continua", il celebre mensile fondato nel 1969, organo ufficiale dell'omonimo movimento extraparlamentare. Pino Masi ha legato il suo nome alle canzoni di lotta e "12 dicembre" è la più viva testimonianza degli scontri e del disagio di quello scorcio iniziale degli anni '70.
La parte del leone la giocano le testimonianze, le voci del proletariato, degli operai, gli slogan pronunciati nei cortei, che vanno a corredo di ballate scarne ed essenziali, cantate dallo stesso Pino Masi, in qualche caso aiutato dal Canzoniere Pisano. Non esiste in Italia un disco simile, che fotografa con grande lucidità i fatti che accaddero nel triennio 70-72. "Questo è il mio primo, oramai storico album - scrive Pino Masi sul suo sito - con tutte le registrazioni dal vivo dei canti e i suoni e le voci e i rumori del mitico movimento del Sessantotto. L'album è il frutto dei miei tre anni spesi in sintonia con Pier Paolo Pasolini per dare un fondo sonoro autentico al suo film "12 dicembre" sulla strage di Milano del 1969 e sulla morte dell'anarchico Giuseppe Pinelli". Pinelli è uno dei protagonisti dell'album a cui Masi dedica una ballata. Il 12 dicembre è purtroppo diventata una delle date più tragiche della recente storia d'Italia: il 12 dicembre 1969 vennero compiuti quattro attentati, il più tragico dei quali fu la bomba esplosa nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura di piazza Fontana, a Milano, che provocò 16 morti e oltre 100 feriti. Il 12 dicembre 1970, esattamente un anno dopo, venne ucciso da un lacrimogeno sparato dalla polizia lo studente Saverio Santarelli, 23 anni, nei pressi della Statale di Milano, durante la manifestazione indetta dagli anarchici per la liberazione di Valpreda, Borghese e Gargamelli. Altro morto, altra ballata.
Il documentario autoprodotto di Pier Paolo Pasolini, a cui il disco fece da colonna sonora, fu pronto per l'inizio del 1972 e nonostante gli screzi che ne nacquero - si arrivò al compromesso di scrivere "da un’idea di Pier Paolo Pasolini" - per intercessione del regista stesso ebbe la sua visibilità passando anche al Festival di Berlino (dove Pasolini portò "I racconti di Canterbury"). Lo stesso anno Pasolini si prese anche due denunce, per istigazione alla disobbedienza delle leggi dello Stato, istigazione a delinquere e apologia di reato, visto che prestava generosamente la sua firma di direttore responsabile (oltre alle sovvenzioni in denaro) per il giornale Lotta Continua.
Pino Masi ha recentemente deciso di rimasterizzare i nastri originali. Vi invito a dare un'occhiata al suo sito (qui), dove, con Bandcamp, potrete ascoltare (o acquistare) un altro gioiello dimenticato, quel "Collective Property", attribuito a Pino Masi & The Westeast, registrato dal vivo a Pisa nel 1981.
Voglio concludere qui la presentazione di questo album, che ho cercato di contestualizzare per poterlo ascoltare nel 2022 con orecchio critico e disincantato. Sono passati 50 anni da quegli eventi, l'Italia e il resto del mondo sono cambiati, certamente, ma come? Le manifestazioni di piazza non sono mai cessate, così come le voci degli oppressi, le vittime e gli eroi. La storia è fatta di corsi e ricorsi e i fatti di questi ultimi giorni ne sono una tragica testimonianza. Purtroppo.
Buona ascolto e grazie se vorrete lasciare qualche commento.
Post by George
Muito obrigado!
RispondiEliminaAinda não conheço,mas vou escutar, gosto deste tipo de som.valeu!
proprio in questi giorni andavo leggendo :Il vento dell'odio di Cotroneo, un romanzo sul periodo terroristico degli anni 70.....ed ecco ricompare questo album che avevo, all'epoca, preso con Lotta Continua.
RispondiEliminaCi sarebbe tanto da dire su quei tempi e su come l'Italia non sia certo migliorata da quella che si voleva combattere e cambiare allora.
Adesso come adesso rischio di rimpiangere avversari come Andreotti o Almirante che, a confronto dei politici attuali, paiono dei giganti (finanche nel male).
Certo risentire questi brani mi smuove un pò di nostalgia e pure un pò di rabbia per l'ingenuità politica che ci contraddistingueva, basti pensare a come furono usati e manipolati quelli che scelsero la follia della lotta armata.
Purtroppo un mondo migliore non è venuto, le guerre ,le ingiustizie, gli sfruttamenti sono pure peggiorati , ascoltiamo Masi come l'eco di una utopia fallimentare, come un principio speranza che ormai si è spento.
come diceva giustamente Gaber, la mia generazione ha perso. E noi che volevamo costruire l'uomo nuovo, lasciamo ai nostri figli (io per fortuna non ne ho) un mondo peggiore di quello che abbiamo ereditato dai nostri genitori. Bel risultato...!
RispondiEliminaGrazie super-George di questo ottimo post: è stata un'occasione per riscoprire il documentario di Pasolini e per gustami su bandcamp (Savascialàri / Pino Masi & the Tribal Karma Art Ensemble) uno dei miei brani preferiti di Pino (La storia dell'America). Come fanno notare anche Osel e Alifib, quelle istanze a tutt'oggi non sono state realizzate, ma, l'impegno di quei testi, non trova emuli nel panorama musicale attuale.
RispondiEliminaE' vero, Osel, l'attuale classe politica non ha nulla a che fare con quella degli anni '70. E, se è vero che la classe politica rispecchia il popolo che la elegge, non possiamo che prendercela con noi stessi.
RispondiEliminaPAROLE SANTE!
Elimina