giovedì 18 aprile 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 47 - Retrospettiva - J.E.T. (discografia completa)

 

I J.E.T. (o forse sarebbe più corretto scrivere "j.e.t." con caratteri minuscoli, come appare sulla copertina dell'album) da sempre vengono inserirti in tutti i libri di progressive rock italiano nella sezione "gruppi minori". Certo, rispetto ad altri colossi degli anni '70 con alle spalle una lunga carriera, i J.E.T. sono spariti quasi subito dalla scena musicale dopo solo un album e una manciata di singoli. Ma è giusto considerare "minore" un gruppo solo per la sua limitata produzione discografica? Per quanto mi riguarda la risposta e NO, e quindi oggi vorrei dedicare questo spazio ad uno dei gruppi più pregevoli della scena progressive italiana dei primi anni '70. elevando il loro "Fede, Speranza, Carità" tra i grandi dischi di quel felice decennio artistico e musicale. 
Visto che riporterò la loro intera produzione discografica, ritengo sia il caso di rinfrescarci la memoria ripercorrendo la loro biografia (che non è poi molto corposa). Le informazioni le ho liberamente carpite dal sito/volume "Italian Prog" del nostro amico Augusto Croce e dalla solita, ma utile, Wikipedia.
Vedremo insieme chi erano i J.E.T. prima e dopo i J.E.T. (permettetemi il bisticcio di parole).


LA PREISTORIA: "I FANTASTICI JETS" (1963-1964)
Siamo a Genova nei primi anni Sessanta. L'embrione della futura formazione prog rock si chiama "Jets", o meglio ancora "I fantastici Jets". Come si può dedurre la ricerca del nuovo nome non sarà molto impegnativa. I Jets nascono nel 1963 e sono composti da una schiera di musicisti che nel giro di qualche anno confluiranno in altri gruppi. Il complesso (così si chiamava allora) era formato da  Gianni Belleno, Angelo Sotgiu, Franco Gatti e Gianni Casciano, un improbabile quanto estemporaneo melting pot tra futuri New Trolls, Ricchi e Poveri e J.E.T. Scherzi a parte, i Jets riuscirono ad incidere ben 4 singoli tra il 1963 e il 1964 per l'etichetta ITV di Genova. Per dovizia di particolari vi riporto la stringata discografia:

La fine del mondo / Malacapa (1963) - come "I fantastici Jets"
Eri in panne / Te lo dirò (1963) - come "Jets"
Io ti punirò / La casa del sole (1964) -  come "I fantastici Jets"
La fine del mondo / Perché mi lasci (1964) - come "I fantastici Jets"

Il brano che ottiene maggior successo, si fa per dire, è "La fine del mondo" pubblicato su due 45 giri, nel 1963 e nel 1964. Lo troverete come bonus track tra i singoli. Di seguito le copertine che ritraggono i Jets in quei lontani anni '60. Se volete divertirvi provate ad individuare i sopracitati musicisti. Le copertine dei 4 singoli sono tutte uguali, tranne il colore. 

copertina del 1° singolo (1963)

copertina del 4° singolo (1964)

retro del 4° singolo

DAI NEW JET AI J.E.T. (1970-1973)
 Nel 1967, dopo le defezioni di Belleno (che, come già ricordato, andrà ai New Trolls) e di Sotgiu e Gatti (che andranno ai Ricchi e Poveri), toccherà al superstite Casciano proporre a Renzo "Pucci" Cochis (batteria), Aldo Stellita (basso) e Piero Cassano (tastiere, voce) – questi ultimi due, provenienti dal gruppo "Onde Sonore" – di dar vita ad una nuova formazione, dapprima battezzata New Jet (sino al 1970) poi solo Jet. Nel 1970 Casciano lascia il gruppo, sostituito alla chitarra da Carlo ‘Bimbo’ Marrale, ed è con questa formazione che il quartetto si presenta all'8ª edizione di "Un disco per l'estate" (siamo nel 1971) con il brano "Vivere in te". E' questo il primo singolo in assoluto dei J.E.T., una lenta ballata molto vicina al tipico sound dei dei New Trolls. Detesto i paragoni, ma qui non se ne può fare a meno. Sentite le voci e ve ne farete una ragione. D'altronde a Genova le contaminazioni non erano improbabili. Altrettanto splendido il lato B, "Uomo". 


Oltre alla rassegna canora del "Disco per l'estate", i J.E.T iniziano a portare la loro musica dal vivo nei vari festival e rassegne che costellano la penisola, tra cui il celebre Festival di Musica d'Avanguardia. Mentre il gruppo inizia la lavorazione del primo album, esce il 2° 45 giri, "Non la posso perdonare", anche questo molto bello e originale. Una menzione speciale la merita il lato B, "Donna dove sei", un buon rock con organo e chitarra elettrica lanciati nella stratosfera, che fanno fatica a restare nei tempi dei 3 minuti. Io li avrei lasciati andare avanti almeno per altri 5 minuti. Chissà cosa ne sarebbe scaturito. "Non la posso perdonare" verrà riproposto anche sul singolo successivo (lato B "Il segno della pace"), sempre pubblicato nel 1972.

 

I J.E.T. sono maturi e pronti per entrare in sala di registrazione, Sforneranno quel gioiellino intitolato "Fede, Speranza, Carità". Loro non lo sanno, ma il disco è uno dei capolavori del nascente progressive rock italiano.

j.e.t. - Fede Speranza Carità (LP, 1972)


TRACKLIST:

01. Fede, Speranza, Carità – 10:56
02. Il prete e il peccatore (Fede) – 11:11
03. C'è chi non ha (Speranza) – 6:36
04. Sinfonia per un re (Carità) – 8:00
05. Sfogo – 3:42



FORMAZIONE:

Carlo Marrale – voce, chitarra
Piero Cassano – tastiere
Aldo Stellita – basso, violoncello, vibrafono, marimba
Renzo Cochis – batteria

Altri musicisti (non accreditati)
Antonella Ruggiero, Marva Jan Marrow – cori


Il disco, contenente 5 tracce per una durata totale di poco più di 40 minuti, viene pubblicato dalla Durium nel 1972 sia in versione vinile che musicassetta. Verrà poi ristampato in versione LP e CD in Giappone nel 1988 e nella Corea del Sud nel 1993. Seguiranno altre ristampe: una di queste, risalente al 2019 per opera della AMS Records, contiene 2 bonus tracks, ovvero i singoli "Gloria Gloria" e "Guarda coi tuoi occhi". L'ultima ristampa in vinile colorato, a quanto mi risulta, è quella della AMS del 2022, in tiratura limitata a 400 copie. 


copertina della musicassetta

"Fede, Speranza, Carità" è un album particolarmente raro, a causa della bassa tiratura di stampa e della delicatezza della copertina. E' molto difficile trovare copie in perfetto stato. La copertina apribile ha una finestra ritagliata sul lato anteriore, da cui esce un calice, in cartoncino molto spesso, incollato nella parte interna. Chi lo possiede se lo tenga ben stretto. 
 

Come si legge su Italian Prog "l'album, Fede, Speranza, Carità, deriva da un cambio radicale nel genere musicale dei J.E.T., convertendosi al rock progressivo che stava diventando allora piuttosto popolare, ed è un bellissimo disco, con forti influenze hard rock e voce in falsetto, ma anche con un buon uso dell'organo ed una solida sezione ritmica, come nella lunga Sinfonia per un re che ricorda a tratti le parti a più voci dei New Trolls, e Il prete e il peccatore. Purtroppo questo è stato il loro unico passaggio in campo progressivo e i singoli successivi tornarono ad un genere di rock commerciale non  particolarmente riuscito". Sacre parole, caro Augusto. In effetti i richiami ai loro conterranei New Trolls non sono pochi, come già ricordato. Ma questo non è u difetto, semmai un pregio. Da notare la presenza di Antonella Ruggiero ai cori, anche se non accreditata. 


L'EPILOGO: DAGLI ULTIMI SINGOLI AI MATIA BAZAR
Visto che stiamo parlando della Ruggiero,  ricordo che nel 1974 il gruppo aggiunse ufficialmente alla line-up Antonella, con la sua splendida voce, e un nuovo batterista, Giancarlo Golzi, proveniente  dai Museo Rosenbach. La trasformazione nei Matia Bazar giungerà da lì a breve. Il nuovo gruppo intraprenderà una lunga carriera che, attraverso molti cambi di formazione, è durata fino ai nostri giorni. Prima, però. nel corso del 1973, dopo l'uscita di "Fede, Speranza, Carità", i J.E.T. realizzano altri 3 singoli, di impronta decisamente commerciali, come ricordato da Augusto. Il primo è "Anikana-o" con il quale prendono parte alla 13° edizione del festival di Sanremo, senza però riuscire ad accedere alla serata finale. Segue "Gloria Gloria", un motivetto col quale partecipano alla 10° edizione di "Un Disco per l'Estate", senza grande successo. Meno male che c'è un lato B, dove viene collocata (stranamente) per intero "Sinfonia per un re", uno dei capolavori del 33 giri. Infine, verso la fine del 1973 viene pubblicato, sempre dalla Durium, "Voodood Woman", versione in inglese di "Anikana-o", Sul lato B troviamo "Satan is Waitin'", versione in inglese di "Guarda coi tuoi occhi". 




Nel 1974, la band collabora al singolo d'esordio come solista di Antonella Ruggiero, sotto lo pseudonimo di "Matia", intitolato La strada del perdono, l'anello di congiunzione tra i J.E.T e i Matia Bazar, tanto che il brano viene successivamente inserito nell'album "Gran Bazar" (1977) e nella raccolta antologica "Solo tu" (1979), entrambi a nome del gruppo. Ed è anche il primo (e unico) singolo della band con Paolo Siani – proveniente dai Nuova Idea – che rimpiazza Renzo "Pucci" Cochis alla batteria, Decisamente più interessante è il lato B, con Io, Matia, un brano strumentale caratterizzato dai vocalizzi e dall'armonica a bocca, entrambi di Antonella Ruggiero. Verrà ripubblicato, l'anno dopo, come retro del singolo "Stasera... che sera!" dei Matia Bazar.


Siamo all'epilogo. Nel 1975, tre componenti su quattro dei J.E.T. – cioè Stellita, Marrale e Cassano – fondano ufficialmente con Antonella Ruggiero i Matia Bazar; mentre Siani collabora come turnista al loro primo singolo "Stasera... che sera!". Subito dopo, la prima formazione dei Matia verrà completata dal batterista Giancarlo Golzi. E qui si pare un altro lungo capitolo musicale.


Per completezza d'informazione ricordo che nel 1995 la Durium pubblica un CD antologico contenente i 5 brani del 33 giri più alcuni singoli. Qui sotto la copertina. Infine i J.E.T. figurano con due brani, "Sinfonia per un re" (in versione alternativa) e "Gloria Gloria" nella compilation "This is Italian Progressive Rock - Collection of rare prog tracks", pubblicata nel 20102 in vinile (che troverete qui). 


45 GIRI (1971-1974)

01. Vivere in te - lato A, 1971
02. Uomo - lato B, 1971
03. Non la posso perdonare - lato A, 1972
04. Donna dove sei? - lato B, 1972
05. Il segno della pace - lato B, 1972 (sul lato A "Non la posso perdonare")
06. Anikana-o - lato A, 1973
07. Guarda coi tuoi occhi - lato B, 1973
08. Gloria, Gloria - lato A, 1973
09. Sinfonia per un re - lato B, 1973
10. Voodoo Woman - lato A, 1973
11. Satan is waitin2 - lato B, 1973
12. La strada del perdono - lato A, 1974 (a nome Matia)
13. Io, Matia - lato B, 1974 (a nome Matia)
14. Bonus track: La fine del mondo - lato A, 1963 (a nome "I fantastici Jets"

Matia Bazar - 1975

Finisce qui la retrospettiva dedicata ai J.E.T. con la quale spero di avere reso giustizia elevando il loro lavoro tra le opere "maggiori", inteso come di maggiore interesse e originalità. Vi lascio all'ascolto dell'abbondante materiale messo a vostra disposizione. Alla prossima.

LINK Fede, Speranza, Carità (LP, 1972)
LINK 45 giri (1971-1974)

Post by George

6 commenti:

  1. Super post, frutto di grandi impegno e passione, per un signor gruppo. Condivido la riflessione maggiore/minore avanzata da George... un solo 33 giri, ma di alta qualità (a titolo di esempio, come considerare minori i De De Lind con lo splendido lavoro dal titolo chilometrico ?). Due curiosità: i primi due singoli riportano una formazione a 6 elementi; il successo - si fa per dire - arriva quando in formazione non c'è più nessuno del combo originale. A volte succede... Grazie della mole sonora e documentale.

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  2. Ottimo post, che documentano gli albori di artisti che, anche per loro successiva produzione diciamo pop, hanno raggiunto livelli altissimi sfornando alcune canzoni veramente ed obiettivamente straordinarie. Per chi non lo ha ascoltato, consiglio vivamente l'ultima produzione di Antonella Ruggiero e Roberto Colombo, un disco come non si faceva più da anni. Grazie ancora . Sergio

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  3. Come sempre post molto interessanti e ben fatti. Traspare la passione. Complimenti.
    Benedetto.

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  4. Complimenti per il ricchissimo post e grazie, come al solito per le citazioni.
    Augusto

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  5. Che brani dall'incedere ineffabile! Fede, Speranza, Carità, Sinfonia per un re, l'apporto di Antonella Ruggiero... Grazie infinite caro George.

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