domenica 23 giugno 2024

Moda - The Complete Works 1984-1989 plus...

 

Dopo una lunga attesa sono finalmente approdati sulla Stratosfera. Loro sono i Moda, quelli senza accento sulla "a", quelli guidati da Andrea Chimenti, quelli che hanno lasciato una impronta importante  nell'ambito della new wave italiana degli anni '80. Si formarono a Firenze, intorno al 1983, grazie ad una schiera di musicisti provenienti quasi tutti da Arezzo: Andrea Chimenti (voce), Nicola Bonechi (batteria), Marco Bonechi (basso), Fabrizio Barbacci (chitarra), ai quali si aggiunsero Fabio Galavotti da Riccione e Fabio Chiappini da Fabro, entrambi alle tastiere. La prima presenza discografica risale al 1984, quando insieme a Diaframma, Litfiba e Underground Life registrarono due brani, "Nubi d'Oriente" e "La voce", che confluirono nella prima compilation di new wave indipendente italiana intitolata "Catalogue Issue" edita dall'etichetta fiorentina I.R.A. Records.


Nel 1986 realizzano il loro primo album, "Bandiera", prodotto da Alberto Pirelli, considerato tra i migliori dischi di rock indipendente degli anni ottanta. Al suo interno convivono brani come Ombre e Angeli, decisamente ancorati al lato pop della new wave, e brani orientati al suono anni '70 di David Bowie (a cui Andrea Chimenti deve non poco). L'ultimo brano del disco Camminando su una ragnatela è cantato insieme a Piero Pelù, all'epoca compagno di etichetta con i Litfiba. Il legame con le sonorità del "duca bianco" si saldò l'anno seguente con la pubblicazione di "Canto pagano", co-prodotto nientemeno che da Mick Ronson, già chitarrista di David Bowie. Nel 1989 in occasione del lancio promozionale del terzo disco "Senza rumore" i Moda parteciparono al programma di Renzo Arbore, International DOC. Tra parentesi il programma DOC li aveva già ospitati nel 1987. Entrambe le partecipazioni sono documentate nel bonus CD che troverete a conclusione di questo post. 


Purtroppo il disco non riuscì ad avere il successo sperato (e meritato, dico io), nonostante il lancio del nuovo rock italiano operato parallelamente dai Litfiba con "Pirata", probabilmente per un avvicinamento verso il pop non gradito soprattutto dai fan della prima ora e non così riuscito nell'immediatezza. Dopo alterne vicende il gruppo si sciolse nello stesso anno. Alcuni dei componenti lasciarono l'ambito musicale, altri come Andrea Chimenti proseguirono nella loro attività, altri ancora come Fabrizio Barbacci si affermarono come produttori di successo (Negrita, Ligabue, Nannini, Renga) (liberamente tratto da wikipedia). Di Andrea Chimenti abbiamo parlato da poco, presentando su queste pagine il suo disco tributo a David Bowie, suo grande "padre ispiratore". Fin qui la biografia. Ed ora passiamo alla musica.


Moda - Bandiera (1986)


TRACKLIST:

Lato A
01. Ombre - 4:23
02. Destinati alla gioia - 4:58
03.Angeli - 3:24
04. Frecce avvelenate (soloist, guitar Gae "Rost" Tortorizio) - 3:46

Lato B
05. Lo schiavo (oboe Stefania Giusti) - 3:45
06. Il delitto (non muore mai) (soloist, guitar Gae "Rost" Tortorizio) - 3:29
07. Frank (piano Francesco Magnelli) - 3:04
08. Camminando sulla ragnatela (vocals Piero Pelù) - 5:03

Bonus tracks dalla compilation "Catalogue Issue" (1984)
09. Nubi d'Oriente
10. La voce


MUSICISTI:

Andrea Chimenti - voce
Fabrizio Barbacci - chitarra, cori
Fabio Chiappini, Fabio Galavotti - tastiere, cori
Gianni Maroccolo - basso Fretless
Marco Bonechi - basso
Nicola Bonechi - batteria
Toti Canzonieri - sax alto
Roberta Bacciolo - voce
Francesco Magnelli, Ringo De Palma - cori


"Bandiera", primo album della band toscana, venne pubblicato dalla IRA Records nel 1986 in due formati: vinile e musicassetta. Da allora non è mai stato ristampato in digitale. Peccato. Ecco però una buona occasione per averlo nella vostra collezione. Il disco si compone di 8 tracce più le due bonus tracks tratte dalla compilation del 1984 "Catalogue Issue".


Così si leggeva sulla rivista "Il Mucchio Selvaggio" n. 220 a proposito degli album dei Moda: 
"È davvero strano che i Moda, nonostante l’indubbia personalità del sound, la felice vena pop di molte canzoni, le notevoli doti tecniche, il look accattivante, il sostegno della Polygram e della CGD e il vantaggio di un nome immediatamente memorizzabile, non siano divenuti un gruppo di successo. A danneggiarli è stato con tutta probabilità il loro mantenersi in bilico tra un rock che oggi definiremmo “d’autore” e la leggerezza dei suoni di consumo, nonché il fatto di essere (o apparire) troppo frivoli per i gusti del pubblico alternativo e troppo bizzarri per quello delle classifiche; la sostanziale ambiguità, insomma, caratteristica che forse come nessun altra risulta poco gradita a platee estremiste (in un senso o nell’altro) e quindi abituate a concepire la musica in termini di compartimenti stagni. Eppure, i Moda rimangono una band da ricordare: non solo per le successive gesta dei loro ex membri che oggi si trovano sotto i riflettori, ma anche per il fascino sprigionato dalle loro testimonianze discografiche; documenti un po’ ingialliti dal tempo trascorso e comunque non esenti da pecche, ma certo non privi di motivi di curiosità e interesse. E persino migliori, o almeno così sembra, di quando apparvero in un’Italia rock che con fatica tentava di uscire dall’underground più buio e opprimente.


L'esordio è in "Catalogue Issue" (IRA, 1984), raccolta-manifesto che vedeva come altri titolari Litfiba, Diaframma e Underground Life. Benché acerbi, i due brani lì presentati – Nubi d’Oriente e La voce – segnalarono i Moda come formazione da tenere d’occhio; e se a colpire fu soprattutto Andrea Chimenti, vocalist straordinariamente intenso e suggestivo, i suoi compagni dimostrarono una statura superiore a quella abitualmente richiesta a delle semplici “spalle”. Dopo circa un anno trascorso a rodare il live-show e a perfezionare uno stile sempre più elegante e raffinato, il gruppo raggiunse il traguardo del debutto in proprio con Bandiera (IRA/PolyGram, 1986); prodotto da Pirelli. L’album mise ancora in luce la devozione per la new wave più solenne ed enfatica (Simple Minds in primis) e la vena sfingea dei testi, ben sottolineata da una grafica ugualmente arcana; dall’iniziale Ombre (forse l’episodio più riuscito) alla conclusiva Camminando sulla ragnatela impreziosita dalla (pur marginale) presenza di Piero Pelù, il disco è un continuo susseguirsi di atmosfere per lo più soffici e a tratti moderatamente torbide, legate assieme dalle evoluzioni canore di un già grande Chimenti. Non un capolavoro, nonostante gli ottimi spunti, ma una buona base su cui edificare". 


Moda - Canto pagano (1987)


TRACKLIST:

Lato A
01. Malato - 3:25
02. Uomo dei sogni - 4:31
03. Addio a te - 3:20
04. Quello che ho - 3:22
05. Il seme - 3:20

Lato B
06. Se fossi - 5:43
07. Spara - 4:04
08. Jeanine - 3:50
09. Canto pagano - 4:25
10. America - 4:00


MUSICISTI:

Andrea Chimenti - voce
Fabrizio Barbacci - chitarra
Fabio Chiappini, Francesco Magnelli - tastiere
Fabio Galavotti, Gianni Maroccolo - basso
Nicola Bonechi - batteria
Mick Ronson - chitarra ritmica, chitarra solista (track 6), piano (track 3), compositore (track 1)


Anche il secondo disco dei Moda non è stato ristampato in CD. In compenso il vinile, pubblicato originariamente dalla IRA nel 1987 (insieme all'immancabile cassettina, è stato ristampato dalla Contempo nel 2018 in vinile bianco a tiratura limitata. Ancora Il Mucchio Selvaggio:
"Canto pagano, registrato con la collaborazione alla consolle - e non solo - di Mick Ronson (mitico chitarrista, tra gli altri, di David Bowie e Ian Hunter) e pubblicato nei primi mesi del 1987 con una copertina ispirata all’arte di Robert Crumb, certificò la netta svolta verso sonorità ancor più elaborate ma meno pompose, di impronta più rock – anche a causa dell’eliminazione delle tastiere di Galavotti, andato a sostituire il dimissionario Marco Bonechi nel ruolo di bassista – e occasionalmente aperte a innesti quasi glam.


Un album non agevole da decifrare, Canto pagano raccolse più consensi che critiche ma non servì a imporre la band in misura tale da giustificare l’impegno anche economico profuso nel progetto. Così, ad azzardare un definitivo “o la va o la spacca", nel 1989 i Moda confezionarono "Senza rumore" (IRA/CGD, 1989), il capitolo più commerciale della loro storia.


Moda - Senza rumore (1989)


TRACLIST:

01.Sogni d'oro - 4:20
02. Polvere - 5:12
03. Cammina - 5:14
04. Ti sorprenderò - 4:19
05. Sotto il mio letto - 3:40
06. Shalalala - 3:33
07. Stai con me - 4:50
08. Gianni Brillante - 3:24
09. Albero nero - 4:00
10. Hey Mama - 4:05

Bonus track
11. Filastrocca (dalla compilation "Sanremo Rock '88"


MUSICISTI:

Andrea Chimenti - chitarra
Fabrizio Barbacci - chitarra
Fabio Chiappini - tastiere
Fabio Galavotti - basso
Roberto Zamagni - batteria


Finalmente questo terzo e ultimo album della breve discografia dei Moda venne stampato dalla IRA, oltre che in vinile e in musicassetta, anche in CD. Proseguiamo col Mucchio:
"Inciso con il nuovo batterista Roberto Zamagni e con il solito Alberto Pirelli in cabina di regia, "Senza rumore"  è un album illuminato da qualche brano di buon livello ma annacquato dalla sovrabbondanza di arrangiamenti fiatistici e dal chiaro intento di ottenere il beneplacito dei programmatori radiofonici. Il disco non raggiunse gli obiettivi (troppo ambiziosi?) auspicati, lasciando al quintetto la sola alternativa dello scioglimento. Soluzione, questa, che alla fine non si è rivelata troppo drammatica, considerati i brillanti sviluppi della carriera di Andrea Chimenti – eccellenti i suoi due album solistici, La maschera del corvo nero (CGD, 1992) e L’albero pazzo (CSI/PolyGram, 1996) – e i risultati raggiunti da Fabrizio Barbacci come produttore e talent-scout (tra le sue scoperte, i lanciatissimi Negrita), nonché l’affermazione di Fabio Galavotti nel campo della grafica.  Comunque, come si diceva qualche riga più sopra, un ensemble che non merita di precipitare per sempre nel dimenticatoio, anche se le sue potenzialità sono rimaste in gran parte inespresse". La bonus track che ho inserito in chiusura del disco, dal titolo "Filastrocca", è un inedito apparso sulla compilation "Sanremo Rock '88", pubblicata dalla CGD nello stesso anno. 


Bonus CD
Moda live DOC 1987-1989 (TV special)


TRACKLIST:

Live DOC 1987
01. Uomo dei sogni
02. America
03. Spara
04. Canto pagano
05. Malato

Live International DOC 1989
06. Polvere
07. Shalalala
08. Hey Mama


Non potevo concludere questo lungo post senza un piccolo cadeau. E allora ecco i Moda "catturati" dal vivo nel corso di due esibizioni all'interno della celebre trasmissione televisiva DOC, ideata da Renzo Arbore. La prima apparizione risale al 1987 quando era da poco stato pubblicato "Canto pagano". La seconda, che contiene solo tre titoli, è del 1989, quando il gruppo era - purtroppo - alle ultime battute.La trasmissione è "International DOC (qui si sente la voce di Gegè Telesforo). Otto tracce in totale che testimoniano anche dal vivo le potenzialità di questo gruppo a cui è stata resa giustizia anche sulle pagine della Stratosfera. Buon ascolto, cari amici


NEW LINK Bandiera (1986) con 2 bonus tracks
LINK Canto pagano (1987)
NEW LINK Senza rumore (1989) con 1 bonus track
LINK Live DOC 1987-1989

Post by George

11 commenti:

  1. Non ho parole: stupore, gratitudine e riconoscimento. Grazie Grazie Grazie

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  2. Assoluta meraviglia. Meraviglia assoluta.
    Grazie. Ho adorato, da amante della new wave e di David Bowie in tutte le sue forme, l'intera discografia dei Moda, che avrò visto dal vivo una decina di volte. Canto Pagano è un gioiello dimenticato. Andrea Chimenti una volta mi confessò di non ascoltare più quei pezzi da tempo immemore, ma di essere orgoglioso e felice di aver fatto, in giovane età, un disco come Canto Pagano.

    Manca, per completismo, un unico inedito. Si chiamava "Filastrocca" e la eseguirono a Sanremo Rock nel 1987. La facevano dal vivo all'epoca di Canto Pagano. Ne esiste un video, sul mulo si trova, ho fatto una rapida ricerca sul tubo ma sembra non esserci. Faccio una ricerca al volo nelle mie cassette dell'epoca.

    Un'altra notissima curiosità che sicuramente saprete, che il disco Senza Rumore si chiama così proprio perchè non contiene il pezzo "Rumore", che il gruppo decise di non mettere nel disco all'ultimo momento, e che in seguito allo scioglimento del gruppo finì nel primo disco dei Negrita (prodotto proprio da Fabrizio Barbacci)
    Ancora grazie
    Paco

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  3. Nella cartella dell'album "Bandiera" manca la prima (il brano "La Voce") delle due bonus tracks tratte dalla compilation del 1984 "Catalogue Issue". Domenico Vinci

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    1. Hai ragione. Mi deve essere sfuggito nel trasferimento. Rimedio subito con un nuovo link completo

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  4. Ho provveduto ad aggiornare due link. Ora la cartella con Bandiera contiene 2 bonus tracks mentre, grazie alla segnalazione di Paco - che ringrazio - ho inserito nella cartella con Senza rumore il brano Filastrocca, un inedito tratto dalla compilation Sanremo Rock '88.

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  5. Negli anni 80 venivano considerati dei fighetti finti wavers, chissa' come poi approdati all'etichetta dei Litfiba. Io gia' all'epoca sostenevo, litigando con molti amici, che erano più che dignitosi, data poi la miriade di gruppi "alla litfiba" rispetto ai quali erano ben distinti dagli imitatori. Erano forse troppo eleganti alla Fiorucci per piacere all'epoca, peccato pero' poi per la loro musica, e Bravi Voi ad averli oggi riproposti. Indomito

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  6. Maravilho! Mas perde quase tudo por ser em compressão mp3. Para quem gosta de música e guarda em arquivo (Fototeca), é uma pena a compressão não ser Lossless (Flac, Ape, Alac, ou outra).

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  7. Brani dall'incedere epico, che scorrono piacevolmente. Una strofa della canzone ''Lo schiavo'' (ama lo schiavo la sua schiavitù) ha fatto riaffiorare alla mia mente una frase di Aldous Huxley: ''La dittatura perfetta avrà sembianza di democrazia, una prigione senza muri nella quale i prigionieri non sogneranno mai di fuggire. Un sistema di schiavitù dove, grazie al consumo e al divertimento, gli schiavi ameranno la loro schiavitù''. Grazie super George.

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  8. Innanzitutto, un grazie infinito per aver messo a disposizione questi album altrimenti introvabili!
    E' un peccato che non si trovino versioni lossless per apprezzarli al meglio, la I.R.A. dovrebbe ristampare queste perle!

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  9. Ciao George
    ne approfitto per segnalare la vera genesi del gruppo perché quella di Wikipedia non è corretta.
    La prima idea, che porta subito con sè il possibile nome della band, risale al settembre del 1980, quando Andrea Chimenti, Marco Bonechi e io, Fabio Galavotti, compongono i primi pezzi nell’appartamento fiorentino di Marco, con due chitarre acustiche, la bella voce di Andrea e un mangianastri.
    Siamo subito molto contenti di queste prime bozze, ma al momento è solo un passatempo. Solo un anno più tardi, grazie all’arrivo a Firenze di Fabrizio Barbacci per gli studi universitari, l’idea della band prende un’accelerazione decisa.
    La prima formazione è presto fatta: Andrea canta, Fabrizio suona la chitarra meglio di tutti, io ho già un po di dimestichezza con le tastiere e quindi Marco prende il basso.

    Nella primavera del 1982, Nicola Bonechi, cugino di Marco e Fabrizio, ci presta una cantinetta della sua casa di Arezzo, dove facciamo le prime prove. Ci troviamo solo un weekend al mese, visto che tutti o studiamo o lavoriamo a Firenze.
    Compriamo una batteria elettronica Boss della Roland, e la manovra Nicola. Dopo qualche settimana ci dice che, se lo prendiamo nel gruppo, lui sarebbe disposto a comprare una batteria vera.
    Grazie a Dio si rivela da subito dotato per questo strumento e il gruppo è quasi fatto.
    Dico quasi perché, andando a trovare una band (un po’ dark) fiorentina nella cantina in cui provava, io e Marco incontriamo Fabio Chiappini, anche lui studente universitario, che onestamente non c’entrava niente con quella band.
    Ci troviamo subito bene con lui e gli chiediamo se vuole aggiungersi a noi, sia perché stavamo per organizzare il nostro primo concerto (riservato ad un pubblico di amici) sia perché ritenevamo opportuno avere un secondo tastierista, visto che io ero solo un autodidatta in via di miglioramento e volevamo un sound ricco di tastiere.
    Fabio C. ascolta i pezzi e non ci pensa due volte a dire sì.
    Siamo nella primavera del 1983. A maggio di quell’anno facciamo il nostro primo concerto pubblico al Manila di Campi Bisenzio, grazie al management di Bruno Casini, con un buon successo di pucclico per essere un esordio, oltretutto in uno dei templi musicali fiorentini di quel tempo (l’altro era il Tenax).
    Cinque giorni dopo parto militare.

    Quell’estate conosciamo i Litfiba, ai quali chiediamo la possibilità di dividere la famosa sala prove di Via de’ Bardi di Firenze. Ci dicono di sì e ci dividiamo spese e orari: loro di giorno e noi di sera, anche perché io sono militare e di giorno sono in caserma. In breve tempo diventiamo buoni amici.
    Questo ci permette di provare praticamente ogni giorno della settimana. La nostra produzione di brani e la nostra tecnica crescono esponenzialmente.
    Nella primavera del 1984 decidiamo di registrare una demo per cominciare a farci conoscere a livello discografico e Gianni Maroccolo ci indirizza nello studio GAS di Firenze, gestito dal produttore dei Litfiba Alberto Pirelli. Pirelli sente il nostro brano dal suo ufficio al piano di sopra ed è incuriosito.
    Entrato nella sala incisione, vuole capire meglio chi siamo e se abbiamo un nostro repertorio, perché ha in mente di creare una scuderia di gruppi che cantano in italiano.
    Nell’autunno di quell’anno esce Catalogue Issue, il primo disco della IRA, con i nostri due brani Nubi d’Oriente e La Voce, oltre a quelli di Litfiba, Diaframma e Underground Life.
    Come potete immaginare la chiacchierata con Pirelli è andata buon fine :)

    PS: riguardo al supporto della Polygram, stendiamo un velo pietoso…

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