domenica 13 marzo 2011

Il Balletto di Bronzo- 1972- YS



Questo è un disco che, in un blog dedicato al rock progressivo italiano che si rispetti, non può per nessun motivo mancare. Non importa che sia rintracciabile su una miriade di blogs, visto il consenso internazionale di cui ormai li BdB gode: io stesso ho già postato questo album sul buon vecchio Abominogjnr blog (Quì). Album imprescindibile, YS nasce in quel di Napoli, vera fucina di talenti negli anni 70, dall'incontro tra i componenti del Balletto Di Bronzo, che avevano già pubblicato il bellissimo Sirio 2222, ed un tastierista folle, geniale, estremamente votato all'avanguardia musicale, Mister Gianni Leone. This Man rivoluzionò il sound della band, fino a produrre qualcosa di veramente inedito e dirompente, un disco unico che non assomiglia a nessun altro del periodo, e neppure di altri periodi, a ben vedere.
Un disco difficile, apparentemente ostico, che richiede più dei canonici due ascolti per poter cominciare ad apprezzarlo. Come molti altri albums dell'epoca, YS è un concept album dedicato, in questo caso, all'ultimo uomo sulla terra, anche se ultimo non è visto che farà alcuni incontri. Non particolarmente originale il progetto, originalissimo invece lo svolgimento, soprattutto a livello musicale. Naturalmente su tutto dominano le tastiere isteriche e la voce del grande Gianni Leone, personaggio tra i più istrionici di tutti gli anni 70.
Quì, come al solito, un'entusistica recensione di Mister J.J.John

TRACKLIST :

01 - Introduzione
02 - Primo incontro
03 - Secondo incontro
04 - Terzo incontro
05 - Epilogo
06 - Bonus track- La tua casa comoda

IL BALLETTO DI BRONZO :

Gianni Leone - Tastiere e voce
Lino Ajello - Chitarre
Gianchi Stringa - Percussioni
Vito Manzari - Basso

Gianni Leone versione sexy- Rimini 1973

Gianni Leone in concert 1972

1 commento:

  1. Disco musicalmente grandioso nella sua complessità e stilisticamente allucinato e sincopato nella sua visionarietà ma la voce di Gianni Leone non mi ha mai convinto del tutto !

    Comunque un grande lavoro, davvero devastante .

    Michele D'Alvano

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