martedì 25 febbraio 2014

In Memory of Big Francesco (R.I.P. 1947-2014)

Questo post è a cura del mio amico George. Lascio solo 2 parole qui, prima di tutto per ringraziarlo davvero di cuore per questo post, in cui ha trovato le parole che io ancora stavo cercando per un commiato all'amico Francesco. Come molti di voi, ho avuto diverse occasioni di vedere la band live, ed ogni volta, alla fine del concerto, era sempre come dirsi "alla prossima volta", tanto un'occasione per rivederli, non importa con quale intervallo di tempo, prima o poi spuntava sempre. Ecco cosa fa davvero male, questa volta l'occasione non ci sarà... 

Grazie ancora, George, per questo doppio ricordo del grande Di Giacomo con i suoi compagni di una vita. La musica, i testi e la grande voce di Big Francesco, oltre alla sua grande umanità, lo consegnano all'eternità, e queste due registrazioni ce lo confermano... Captain

 
Se ne è andato il grande Francesco, in modo assurdo e inaccettabile, così come è sempre assurda e inaccettabile la morte. Francesco di Giacomo non era solo un cantante e musicista, era un'icona nella storia della musica rock italiana, presenza scenica unica e inconfondibile, così come unico e inconfondibile era il timbro della sua voce. Con lui scompare un pezzo della storia del prog italiano e scompare anche il Banco del Mutuo Soccorso che, con Gianni Nocenzi, era indissolubilmente legato alla sua figura. La Stratosfera è ricca di commenti di solidarietà, di amarezza, di testimonianze e di ricordi, di tristezza e di stupore per la sua improvvisa scomparsa. Ma è anche ricca di testimonianze sonore della musica del Banco del Mutuo Soccorso e di Francesco di Giacomo: riascoltarlo nei vari bootleg e concerti live è sicuramente il modo migliore per ricordare il suo carisma e la sua profonda vena artistica. Perdere lui e perdere il Banco dopo quasi 45 anni di storia comune è come perdere un pezzo della propria gioventù (almeno per me è così). I ricordi e gli aneddoti si sprecano e la memoria si perde nel vuoto che la sua scomparsa ha lasciato.

Questo post commemorativo, che mi permetto di fare a nome di tutti gli amici blogger della Stratosfera, lo faccio mal volentieri, credetemi, quasi con fastidio., anche perché era molto lontano da me il pensiero di dover commemorare musicalmente Francesco Big Di Giacomo. Ma la musica, così come l'espressione artistica più in generale, è sempre il veicolo migliore per ricordare un grande personaggio, e Francesco di Giacomo lo è stato senza ombra di dubbio. Lo vogliamo ricordare in due diversi momenti: attraverso un radioshow risalente al 2012, con Francesco e Vittorio ospiti di "Moby Dick" negli studi di Radio Rai 2 , e attraverso uno splendido concerto live del Banco del Mutuo Soccorso al gran completo nel corso del tour "Banco del Mutuo Soccorso On The Road 2013". Entrambi i concerti sono inediti, all'insegna della migliore tradizione della Stratosfera. 


Francesco Di Giacomo & Vittorio Nocenzi 
Live at "Moby Dick", Studi Radio Rai 2 - Roma, 3 maggio 2012
Vittorio Nocenzi e Francesco Di Giacomo a "Moby Dick" il 3 maggio 2012
TRACKLIST:

01.  Interview
02.  Nudo
03.  Interview
04.  R.I.P.
05.  Interview
06.  750.000 anni fa...l'amore?
07.  Interview
08.  Moby Dick
09.  Interview
10.  Parole cantate a Lucio Dalla
11.  Non mi rompete
12.  Radio outro

E' probabile che alcuni di voi abbiano avuto modo di ascoltare in diretta questo radio show. Per chi se lo fosse perso questo post rappresenta una ghiotta occasione per riascoltare le due anime del Banco in un mini concerto acustico minimale (pianoforte e voce), ma anche per ascoltare la storia del gruppo, i progetti futuri (nuovo disco, nuovo DVD, ...), le collaborazioni (Le Orme, Franco Battiato), direttamente dalla viva voce dei due protagonisti, intervistati dalla bravissima Silvia Boschero. Ed è bello ascoltare la voce di Francesco di Giacomo con tutta la sua carica di semplicità e di ironia: ha voglia di raccontare, è di buon umore, dedica addirittura delle liriche a Lucio Dalla (le ascoltate nell'intro di "Non mi rompete"). I brani sono solo cinque, acustici, molto intensi, suonati dal pianoforte di Vittorio Nocenzi e interpretati dalla grande voce di Francesco Di Giacomo. 
Un must. 


Banco del Mutuo Soccorso - "2013 On The Road"
Pin Up Live Club, Mosciano Sant'Angelo (TE), 10 ottobre 2013
TRACKLIST DISC 1:

01.  Intro / Canto nomade per un prigioniero politico
02.  Metamorfosi
03.  Il ragno
04.  E mi viene da pensare
05.  Emiliano
06.  Canto di Primavera
07.  Il giardino del mago (instrumental)
08.  La caccia
09.  E' così buono Giovanni, ma...

TRACKLIST DISC 2:

01.  Tirami una rete
02.  L'evoluzione
03.  750.000 anni fa...l'amore?
04.  Non mi rompete
05.  Traccia
06.  Vittorio talks
07.  R.I.P.
08.  Outro

FORMAZIONE:

Francesco Di Giacomo - voce
Vittorio Nocenzi - tastiere e voce
Filippo Marcheggiani - chitarra
Nicola Di Gia - chitarra

Splendido concerto "unplugged" del Banco del Mutuo Soccorso, anche per la qualità della registrazione, tratto da una delle numerose tappe del lungo tour "On the Road 2013". Qui siamo a Mosciano Sant'Angelo, in provincia di Teramo, il 10 ottobre 2013. Due dischi che ripercorrono l'intera carriera del gruppo, con brani memorabili, suonati in una veste inedita: intrecci di chitarre acustiche, le tastiere di Vittorio Nocenzi a cesellare i brani e a dare vita alle improvvisazioni, l'inconfondibile voce di Big Francesco a completare e a caratterizzare le composizioni. Pagine memorabili che oggi ascoltiamo con immenso rimpianto.

"Ed ora io domando tempo al tempo ed egli mi risponde...non ne ho!..."
Goodbye Francesco  


 Post by George

venerdì 21 febbraio 2014

mercoledì 19 febbraio 2014

Roberto Ciotti (R.I.P. 1953-2013) - 1978 - Super Gasoline Blues

Chi ama il blues non può non amare Roberto Ciotti. Appartenendo a questa genìa, non posso fare a meno, seppur con un po' ritardo, di ricordare il grande bluesman italiano scomparso la notte di Capodanno. Nato nel 1953 a Roma ci ha lasciati all'età di 60 anni, a seguito di un male incurabile. Lo ricordiamo con questo capolavoro, il primo disco della sua carriera solista dopo la breve esperienza con i Blue Morning (vedi l'ottimo post di Odiladilu cliccando qui), quel Super Gasoline Blues che a distanza di anni continua a procurarmi intense emozioni. Più vicino alle sonorità del British Bues che a quelle del Delta, il disco uscì nel 1978 per la Cramps e rappresentò una svolta importante nel modesto panorama blues nazionale (modesto non per qualità, ma per quantità). I  brani scivolano via in un baleno, con la voce e la chitarra di Roberto supportate da basso e batteria. E come dimenticare l'immancabile armonica a bocca che ricama e rifinisce i suoni o la bella voce di Susanna De Vivo che rende ancora più magica Bigroad Blues, quarta traccia del disco? 

Oltre che come solista Roberto partecipò come session man alla registrazione di alcuni importanti lavori di Edoardo Bennato (La Torre di Babele, Burattino senza fili, Edo Rinnegato) e al disco Alice non lo sa di Francesco De Gregori. Sue, in parte, le musiche scritte per la colonna sonora di due film di Gabriele Salvatores, Marrakech Express e Turné. Da non dimenticare le numerose apparizioni televisive (L'altra domenica, Quelli della notte, DOC), così come l'apertura del concerto di Bob Marley allo stadio S. Siro di Milano e il tour americano insieme all'ex batterista dei Cream, Ginger Baker. L'ultimo disco di Roberto Ciotti, il suo epitaffio sonoro dal titolo Equilibrio precario, è uscito nel corso del 2013. La sua prematura scomparsa è stata ricordata da molti quotidiani. Tra le pieghe del web vi sarà facile trovare decine e decine di righe a lui dedicate. Noi preferiamo ricordarlo semplicemente con la sua musica. 

Goodbye Roberto, the blues will never die

TRACKLIST:

01.  Hell Boogie
02.  Fisherman
03.  Castles of Sand
04.  Bigroad Blues (vocals Susanna De Vivo)
05.  Trying
06.  When Is My Time
07.  Need More
08.  Blues Play Me
09.  Super Gasoline

FORMAZIONE:

Roberto Ciotti - vocals, guitar
Enzo Pietropaolo - double bass
Giampaolo Ascolese - drums


Post by George

lunedì 17 febbraio 2014

Serie "Italian Neo Psychedelic Sound" n. 2 - The Psychedelic Sound of...Magic Potion (1987-1988-1990)

I suoni della Pozione Magica giungono direttamente dalla capitale con tutta la loro psichedelica potenza. Si stratta senza dubbio di uno dei gruppi più freschi e intriganti della fine degli anni '80. Peccato che la loro storia artistica si sia conclusa dopo solo un singolo e due album. Accontentiamoci di queste gemme e ripercorriamo la breve vita della band. La fonte principale delle informazioni è il sito amico Pinzillacchere Musicali che troverete qui. Tutto il materiale qui pubblicato è stato rippato dal vinile.

"In pieno periodo Wave e Punk, la rinascita della psichedelia ebbe un discreto seguito anche in Italia (con il forte 'aiuto' del cosiddetto 'Paisley Underground' britannico e d'oltreoceano); con l'aiuto e la produzione di Federico Guglielmi (giornalista, scrittore, critico musicale e produttore discografico), i Magic Potion entrano a far parte della High Rise (etichetta capitolina per cui Guglielmi si sarebbe occupato della scelta dei gruppi e della produzione artistica e Disfuzioni Musicali delle questioni tecniche e commerciali), label indipendente che insieme a poche altre (Electric Eye, gestita da Claudio Sorge e collegata alla rivista Rockerilla, la Toast records e la Contempo di Firenze) si 'getta' sulla scena neopsichedelica, producendo anche altri ottimi progetti tra cui Pale Dawn, Garçon Fatal , Technicolour Dream ed altri. I Magic Potion erano costituiti da Marco Coluzzi (chitarra e voce) , Fabio Porretti (chitarra, già nei Technicolor Dream), Alberto Popolla (basso) e Max Palego (batteria, voce, organo), affascinati e certamente influenzati dai Pink Floyd (i primissimi Floyd, quelli di Syd Barrett), i Beatles del "White Album", probabilmente anche da Open Mind, Blossom Toes e Strawberry Alarm Clock, ma anche da alcuni loro coevi come i Rain Parade, Julian Cope, gli Egyptians di Robyn Hitchcock ed i Dream Syndicate". 

Magic Potion - 1988 - Four Wizards In Your Tea
TRACKLIST:

01.  Intro
02.  Nemo
03.  When My Friends Call
04.  Mystification
05.  Happy Times
06.  You Make My Dreams
07.  Trees And Blue Dwarves
08.  My White Angel
09.  She Locks
10.  Magic Potion

Bonus tracks

11.  I Live With The Monks - lato A, 45 giri del 1987)
12.  The Mental Traveller - lato B, 45 giri del 1987


La copertina del singolo del 1987
I Magic Potion esordiscono nel 1987 con un 45 giri che contiene I Live With The Monks / The Mental Traveller, ottimo biglietto da visita per quella che sarà la loro linea musicale. Il 1988 saluta la pubblicazione del primo album, Four Wizards In Your Tea  che viene ottimamente  recensito dai principali magazine nazionali del circuito indipendente, con brani di spicco tra i quali She Locks (Syd Barrett redivivo!), Happy Times, When My Friend Calls e You Make My Dreams . L'album è una meteora sconosciuta nel panorama musicale nostrano, ricco di suoni evocativi delle band indipendenti inglesi e americane che abbiamo ricordato prima. Le vendite sono state un po' scarsine, ma nonostante ciò i nostri eroi proseguono con grande intensità l'attività live. Peccato non avere una bella testimonianza di una loro performance dal vivo.

Magic Potion - 1990 - Misplaced In Your Perfect World
TRACKLIST:

01.  Twist In My Senses
02.  I Feel Possessed
03.  Erratic Work Of A Machine
04.  Unicorn
05.  Third Week In A Chelsea
06.  Free Man
07.  Father's Name Is Dad
08.  Look At Me I'm In You
09.  Zumrut
10.  Children's Anguish

 Ed ecco che il capolavoro dei Magic Potion vede la luce, dopo due anni di silenzio discografico. "Prodotto da Federico Guglielmi, Misplaced In Your Perfect World (High Rise, 1990, registrato però nel 1989), è un lavoro più aggressivo e maturo del precedente, con sonorità a tratti garage, al cui interno si trovano alcune vere e proprie chicche, come Look At Me I'm In You e Errating Work Of A Machine (fuzz guitar sound strepitoso!), al fianco di altri ottimi brani come Father's Name Is Dad, Unicorn, I Feel Possessed (che risente di 'umori' piuttosto vicini ai New Order del primo periodo). Il disco riceve ulteriori conferme sia di critica che di pubblico (quest'ultimo sempre di 'nicchia') e sancisce l'ultimo capitolo della band che si scioglierà poco dopo" (con qualche rimpianto, aggiungo io).

"Un gruppo formidabile i Magic Potion, uno dei più rappresentativi per quanto riguarda la Neo Psichedelia italiana targata '80 (con i Leanan Sidhe, i già citati Technicolor Dream, i Birdmen of Alkatraz, gli Effervescent Elephants, i No Strange, gli Allison Run, i Vegetable Men, i Peter Sellers & The Hollywood Party, gli Steeplejack, tanto per citarne alcuni), esempio di una vera e propria 'Italian way to Psychedelia', citati addirittura nella 'Bibbia' del rock nazionale (il riferimento è all'Enciclopedia del Rock Italiano dell'Arcana) nonostante la 'stringata' discografia, purtroppo mai troppo celebrati nemmeno postumi". 

Questo post rappresenta un piccolo aiuto da parte nostra per aiutarli ad uscire dalle nebbie dell'oblio 

Link Four Wizards In Your Tea plus bonus tracks
Link Misplaced In Your Perfect World

Post by George

venerdì 14 febbraio 2014

Le Antologie della Stratosfera Vol. 3 - Stormy Six - Singles, Rare & Live

Gli Stormy Six nel 1974, alfieri della canzone politica, in una delle loro foto più  emblematiche
Monumentale retrospettiva dedicata agli Stormy Six

Ripercorrere la storia musicale degli Stormy Six vuol dire ripercorrere 50 anni di storia italiana, artistica, sociale e politica, dalla metà degli anni '60 fino agli anni 2000. Nascono infatti a Milano nel lontano 1965, vivono il passaggio dagli anni '60 ai controversi anni '70, gli anni di piombo e le grandi manifestazioni di piazza, l'inizio degli anni '80 e la prima tangentopoli, per giungere allo scioglimento ufficiale nel 1983. Dopo dieci anni si ritrovano per l'immancabile reunion con una serie di concerti.   Seppur in modo sporadico, continuano ancora oggi ad esibirsi nelle piazze. Agli esordi, in piena era beat, gli Stormy Six suonavano r&b; lo stile musicale si modellerà nel tempo: da esponenti del primo rock italiano, con venature psichedeliche e country, si sono poi avvicinati alla canzone politica e hanno creato una fusione stilisticamente unica tra canzone politica e rock progressivo; negli ultimi tre album in studio, quando ormai la loro attività si svolgeva prevalentemente all'estero, hanno elaborato uno stile confrontabile con quello dell'avant-progressive rock europeo dell'epoca, collaborando alla fondazione e alle attività di Rock In Opposition. La biografia del gruppo è reperibile ovunque sul web, ad iniziare da Wikipedia, dalla quale - per comodità mia e vostra - ho tratto le informazioni che seguiranno. Ripercorreremo, seppur in modo succinto, la loro storia artistica attraverso tutti i 45 giri pubblicati dal 1967 al 1981, per la maggior parte inediti su album. Includeremo anche qualche rarità in studio e un raro concerto dal vivo. Per la cronaca ricordo che l'amico blogger Grog si era già dedicato agli Stormy Six in due diverse occasioni qui sulla Stratosfera (gli esordi nel 1967 e il primo LP del 1969 "Le idee di oggi per la musica di domani", quello con Claudio Rocchi in formazione)

Gli Stormy Six nel 1967, tra r&b e beat
Nascono nel 1965 con una formazione composta da Giovanni Fabbri, Alberto e Giorgio Santagostino, Maurizio Cesana, Mario Geronazzo e Maurizio Masla. Il 1966 vede già il primo cambio di formazione, con l'arrivo di ex componenti del gruppo Gli Stregoni: Franco Fabbri, Antonio Zanuso e, nel 1967, Luca Piscicelli. Alla fine del 1966, dopo aver vinto il primo Festival studentesco di Milano al Palalido e dopo più serate nei locali importanti di allora (Piper, Voom Voom, Bang Bang), gli Stormy Six incidono il primo 45 giri, contenente Oggi piango (cover di All Or Nothing degli Small Faces) e Il mondo è pieno di gente (una canzone di Franco Fabbri, fra i primi brani originali registrati da gruppi italiani dell'epoca beat). Nel 1967 gli Stormy Six vengono scelti come uno dei gruppi spalla dei Rolling Stones per la loro prima tournée italiana. Nello stesso periodo esce il nuovo 45 giri Lui verrà / L'amico e il fico (entrambe canzoni originali). 


Dopo questa prima fase in cui l'etichetta Bluebell tenta di lanciare Maurizio Masla come solista, gli Stormy Six restano un quartetto. L'anno successivo (ma esce nei primi mesi del 1969), viene inciso il primo LP "Le idee di oggi per la musica di domani", intriso di rock psichedelico angloamericano e di brani cantautorali. la presenza di Claudio Rocchi si sente, eccome! Per nulla convinta dall'idea di un gruppo che esegue esclusivamente proprio materiale, la nuova casa discografica (Ariston Records) non sostiene l'album: prima offre agli Stormy Six di registrare due cover dei Creedence Clearwater Revival, La luna è stanca e Lodi, poi offre a Claudio Rocchi un contratto come cantautore solista. Viene sostituito nel gruppo da Massimo Villa. Con la nuova formazione il gruppo incide due singoli di canzoni originali, Alice nel vento / Il venditore di fumo (1970) e Rossella / Leone (1971) che ottengono un certo successo radiofonico per l'atmosfera country-rock e i testi svagati e ironici. Leone diventa un tormentone estivo grazie alla trasmissione "Alto gradimento", che gioca sull'omonimia tra il protagonista della canzone (un pendolare alla ricerca di avventure mercenarie) e l'allora Presidente della Repubblica, Giovanni Leone. È così, in modo quasi casuale, che gli Stormy Six iniziano ad essere associati alla scena politica (anche grazie a Boncompagni e Arbore).



Il 1971 segna l'inizio dei grandi festival e gli Stormy Six sono presenti al Re Nudo e al primo Festival d'Avanguardia della Musica e Nuove Tendenze, presentando la loro prima canzone esplicitamente politica, La manifestazione. I loro amici Eugenio Finardi e Alberto Camerini partecipano all'incisione del demo (riproposto sia su questo post che sulla compilation ...) ed è la prima volta che entrano in uno studio di registrazione. Nell'autunno dello stesso anno viene registrato L'unità, concept album che rilegge in chiave storico-critica l'unità d'Italia. Uscito all'inizio del 1972, l'album ottiene un buon successo di critica (viene salutato come la migliore uscita dell'anno di un gruppo italiano, insieme a Storia di un minuto della Premiata Forneria Marconi), ma non viene trasmesso dalla RAI, la cui Commissione d'ascolto censura tutte le canzoni. Il riscontro commerciale dunque è minimo. Da questo album viene tratto un singolo promozionale, pubblicato senza copertina, contenente Garibaldi / Tre fratelli contadini di Venosa. Di nuovo, la casa discografica interpreta malamente le prospettive commerciali del gruppo ed impone agli Stormy Six la partecipazione a Un disco per l'estate con una canzone, Sotto il bam-bù, scritta dal cantautore Mario Barbaja insieme a Franco Fabbri. Il lato B è Nicola fa il maestro di scuola. Gli Stormy Six cercano di rimediare modificando il testo, che viene però bocciato dalla RAI; a norma di contratto, la casa discografica impone al gruppo di incidere la canzone con un testo rimaneggiato (anche rispetto alla stesura originale). L'episodio di censura viene stigmatizzato dalla stampa di opposizione. Nel frattempo, gli Stormy Six (Franco Fabbri, Giorgio Casani, Massimo Villa, Luca Piscicelli, Antonio Zanuso) iniziano la loro attività di gruppo di agitazione e propaganda politica, partecipando alla campagna elettorale del PCI per le elezioni politiche del 1972 con un repertorio formato dalle canzoni de L'unità, da canzoni di lotta italiane e internazionali, da canzoni nate in quel periodo nel Movimento Studentesco.

Proprio all'interno della attività musicali del Movimento Studentesco milanese avviene l'incontro tra Franco Fabbri e Umberto Fiori, Carlo De Martini e Tommaso Leddi. Insieme a Luca Piscicelli ed Antonio Zanuso (già presenti nel gruppo dagli anni del beat) costituiscono a partire dal 1973 il nucleo di base attorno al quale gireranno le formazioni degli Stormy Six negli anni successivi. Sono questi sei musicisti a incidere alla fine del 1973 Guarda giù dalla pianura, una raccolta di canzoni di protesta di vari Paesi che comprende, tra gli altri, brani di Mikis Theodorakis, Woody Guthrie, Ewan MacColl, Fausto Amodei. Tuttavia l'Ariston Records è ancora una volta scettica sulle prospettive commerciali dei progetti degli Stormy Six e la realizzazione del nuovo album viene continuamente rinviata. Ma nell'autunno del 1974 molti gruppi musicali dell'area milanese si riuniscono per dare vita a una cooperativa, l'Orchestra, che agisca da agenzia di concerti indipendente e, in prospettiva, anche da etichetta discografica. Ne fanno parte, oltre agli Stormy Six, il Gruppo Folk Internazionale, gli Yu Kung, Quarto Stato, i Tecun Uman e molti degli esponenti del nuovo jazz italiano, da Gaetano Liguori a Guido Mazzon e Toni Rusconi; in anni successivi diventeranno soci de l'Orchestra anche gruppi e musicisti stranieri, come gli Henry Cow o Heiner Goebbels e la cooperativa sarà coinvolta nell'organizzazione dei festival e delle tournée italiane dei gruppi di Rock In Opposition. 
Nel giro di pochi mesi l'attività de l'Orchestra come etichetta indipendente si concretizza e la prima uscita è proprio quella di Un biglietto del tram, l'album degli Stormy Six a lungo rimandato. Se ne venderanno, nei canali tradizionali ma anche ai concerti, nelle manifestazioni, nelle librerie, numerose decine di migliaia. Tutti gli album in studio degli Stormy Six, fino al 1982, usciranno con l'Orchestra, il cui catalogo supererà (con gli album di tutti i musicisti aderenti) i cinquanta titoli.

Nel 1975 e 1976 gli Stormy Six sono presenti a festival e manifestazioni, suonano in scuole e fabbriche occupate, in decine di Feste de l'Unità. Stalingrado risuona continuamente anche nelle scalette delle prime radio libere. Il pubblico rimane dunque spiazzato a scoprire che il quinto album degli Stormy Six è una raccolta di brani strumentali, scritti per il teatro. Cliché, registrato nel 1976 insieme al trombettista Guido Mazzon e al batterista Toni Rusconi ottiene ottime critiche su riviste di jazz internazionali, ma lascia freddo il pubblico militante, nonostante lo stile musicale dell'album sia chiaramente imparentato con quello di alcune canzoni dell'album precedente. Viene pubblicato il 45 giri 1789 / Carmine. Ancora all'inizio del 1977 gli Stormy Six, che hanno già composto gran parte del loro sesto album, stanno lavorando per il teatro: creano la parte musicale di Pinocchio Bazaar, un musical diretto da Gabriele Salvatores e interpretato dalla compagnia del Teatro dell'Elfo, che ottiene un successo notevole (le musiche di Pinocchio Bazaar, senza le voci degli attori, saranno incluse nella riedizione su CD di Cliché).

Nel 1977 viene pubblicato L'apprendista, un album con un carattere decisamente più progressive, dove gli Stormy Six tornano a usare strumenti elettrici e prendono atto del cambiamento di funzione delle loro canzoni, ora che la controinformazione ha strumenti molto più potenti, come le emittenti radiofoniche. Il 1977 è per gli Stormy Six un anno di grandi cambiamenti: si consolida una nuova formazione, con la sezione ritmica formata da Salvatore Garau (batteria) e Pino Martini (basso), entrambi provenienti dai Salis; il gruppo ottiene un grande successo al Festival di Tübingen, in Germania, dando inizio a una lunga serie di tournée in quel Paese. Verso la fine dell'anno viene convocata una riunione nella quale viene fondato Rock In Opposition. La "lega" di gruppi europei (tra i cui fondatori ci sono anche i belgi Univers Zero, i francesi Etron Fou Leloublan e gli svedesi Samla Mammas Manna) è promossa dagli Henry Cow, con i quali gli Stormy Six hanno rapporti di amicizia e scambio fin dal 1976: al suo interno gli Stormy Six costituiranno, insieme agli Henry Cow, l'ala più militante e più favorevole a forme di organizzazione concrete e stabili.
Inizia dunque il periodo dell'intensa attività internazionale degli Stormy Six. 

Anno 1982: "Al volo"
Il settimo album, Macchina maccheronica (1980), vince il premio della critica discografica tedesca come miglior album rock dell'anno, relegando al secondo posto i Police. Ancora oggi è considerato uno dei prodotti più rappresentativi del Rock In Opposition inteso come genere. La partecipazione alla registrazione e ad alcuni concerti di Georgie Born, violoncellista degli Henry Cow, è un altro segno dell'internazionalizzazione degli Stormy Six, che porta anche all'adozione temporanea del nome Macchina Maccheronica per lo stesso gruppo. L'ultimo album prodotto in studio durante gli anni dell'attività professionale e continuativa degli Stormy Six è Al volo (1982), nel quale il gruppo lavora in quintetto dopo aver rinunciato al ruolo del solista virtuoso, in varie formazioni precedenti interpretato da Carlo De Martini, Renato Rivolta, Leonardo Schiavone, Stefano Barbaglia. L'anno prima, nel 1981, viene pubblicato il singolo Cosa danno / Reparto novità, come anticipazione dell'album.

Tra il 25 e il 30 luglio del 1983 tre membri del gruppo (Franco Fabbri, Umberto Fiori e Pino Martini) collaborano con tre membri del quartetto avant-rock tedesco Cassiber (l'ex Henry Cow Chris Cutler, Heiner Goebbels e Alfred Harth) nell'ambito del Cantiere Internazionale d'Arte di Montepulciano, realizzando brani a partire da basi o improvvisazioni eseguite da ciascuna delle quindici coppie possibili all'interno del sestetto, registrate da uno studio mobile della RAI. I brani vengono eseguiti anche dal vivo in un concerto finale. Le registrazioni vengono poi trasmesse da Radio3 e sette brani tra quelli realizzati con lo studio mobile appaiono sotto il nome collettivo Cassix (Cassiber/Stormy Six) nell'album allegato alla rivista Recommended Records Quarterly Vol.1 No.3 (1986), edita dalla Recommended Records, etichetta indipendente fondata da Chris Cutler. Nel 1993 avviene la reunion con un'esibizione in seguito documentata dal CD live Un concerto (1995). A quella occasione ne sono seguite altre in un arco di quindici anni, con alcuni concerti particolarmente significativi: Settembre Musica, Torino (1997); Mittelfest, Cividale del Friuli (2005);  Quarant'anni dopo, nell'ambito di Suoni & Visioni, Sesto San Giovanni (2008), insieme a Ivan Della Mea e Donovan e con la partecipazione di molti ex-componenti e collaboratori degli Stormy Six, tra i quali Claudio Rocchi, Massimo Villa, Giorgio Casani, Eugenio Finardi, Ricky Belloni. L'ultimo concerto della serie è stato il 12 luglio 2008 a Fosdinovo (MS). Il 7 novembre 2009, nella sede del "Museo del Canzoniere delle Lame di Bologna", Umberto Fiori e Franco Fabbri hanno ricordato la scomparsa di Ivan Della Mea, autore di canzoni, poeta, cantante politico. Il 24 aprile 2010 gli Stormy Six hanno suonato a Rivoli con la formazione al completo.

Gli Stormy Six ai tempi eroici de L'Unità
TRACKLIST - I singoli 1967-1981 plus rare studio tracks

01.  Oggi piango (lato A, 1967 - inedito su album)
02.  Il mondo è pieno di gente (lato B, 1967 - inedito su album)
03.  Lui verrà (lato A, 1967)
04.  L'amico e il fico (lato B, 1967)
05.  La luna è stanca (lato A, 1970 - inedito su album - cover CCR)
06.  Lodi (lato B, 1970 - inedito su album - cover CCR)
07.  Alice nel vento (lato A, 1970 - inedito su album)
08.  Il venditore di fumo (lato B, 1970 - inedito su album)
09.  Rossella (lato A, 1971 - inedito su album)
10.  Leone (lato B, 1971 - inedito su album)
11.  Garibaldi (lato A, 1972)
12.  Tre fratelli contadini di Venosa (lato B, 1972)
13.  Sotto il bam-bù (lato A, 1972 - inedito su album)
14.  Nicola fa il maestro di scuola (lato B, 1972 - inedito su album)
15.  1789 (lato A, 1976)
16.  Carmine (lato B, 1976)
17.  Cosa danno (lato A, 1981)
18.  Reparto novità (lato B, 1981)

Bonus Rare Studio Track
19.  La manifestazione (demo extended version, pubblicata sulla compilation "Al Festival Pop Viareggio 1971) - vedi post sulla Stratosfera

PCI promo EP 1972 (distribuito in occasione delle Feste dell'Unità)
20.  Anna Identici - Era bello il mio ragazzo
21.  Stormy Six - La Birindelleide
22.  Stormy Six - Quando s'era diplomato
23.  Stormy Six - La ballata della DC

La presenza reale degli Stormy Six in questo raro EP è alquanto controversa. La Birindelleide è sicuramente suonata dagli Stormy Six (il brano è "dedicato" al celebre Ammiraglio Birindelli), mentre gli altri due brani, seppur attribuiti a loro, sarebbero suonati da altri musicisti (almeno questo è quanto si legge sul web). Bah, giudicate voi...

LINK "I singoli 1967-1981"



Stormy Six live in La Spezia, Teatro Civico, 20 giugno 1981 (Bootleg)

Per concludere vi regalo questo raro concerto registrato nel 1981 al Teatro Civico di La Spezia. Siamo nel periodo immediatamente a cavallo tra l'avvenuta pubblicazione di Macchina Maccheronica, uno tra gli album più belli e intensi della loro intera produzione discografica e l'imminente Al volo, dal quale sono tratti quasi tutti i brani del concerto. Attenzione, non è musica "facile" quella proposta in questo concerto: si passa dalle atmosfere rock a quelle jazzate, quasi free, per giungere all'avanguardia pura, con un uso sapiente e meticoloso degli strumenti, il basso e le percussioni strapazzati, i ritmi incalzanti, il synt che prepotentemente fa da contraltare alle parti vocali ("Non si sa dove stare" sembra uscita da una pagina degli Area), la voce di Umberto Fiori modulata e trascinata, strumento in più tra gli strumenti. Suoni che vanno ascoltati con attenzione e assaporati lentamente, a piccole dosi.  La qualità della registrazione è superba: trattasi di soundboard e non ha nulla da invidiare ad un album live ufficiale. Le copertine sono state realizzate dall'amico Danilo e pubblicate su Rock Rare Collection Fetish. Nella back cover è anche indicata la formazione. Thank you friend!

TRACKLIST:

01. Intro (1:12) 
02. Reparto Novità (5:43)
03. Panorama (5:17)
04. Denti (4:29)
05. Goal (4:17)
06. Ragionamenti (5:47)
07. Non Si Sa Dove Stare (6:31)
08. Macchine Coi Denti (6:48)
09. Verbale (5:59)
10. Un Buco Nella Terra (8:22)
11. Parole Grosse (3:34)
12.  L'Orchestra Dei Fischietti (5:04)
13. Abissi (3:29)
14. Chissà Se Ora (2:30)
15. Salvatore Garau solo (6:04)
16. Cosa Danno (4:29) 
17. Dante Di Nanni (4:06) - encore

LINK LIVE 1981

Post by George

giovedì 13 febbraio 2014

Repost - RIP Freak Antoni - Beppe Starnazza e i Vortici - 1981 - Che Ritmo !

Repost in memoria di Roberto "Freak" Antoni (Bologna, 16 aprile 1954 – Bentivoglio, 12 febbraio 2014).

 "Ciao. Grazie per tutto quello che ci hai lasciato. Non eri tu il demente, basta guardarsi intorno qui in Italia. Tu ci hai aperto gli occhi sulla demenza italiana. Grazie per gli anni che ho passato ascoltandoti e cercando di capire cosa c'era di buono in te" - Frankoff.

TRACKLIST:
 
Il dritto di Chicago (Fred Buscaglione
Birimbo birambo (Natalino Otto)
Eri piccola quella notte bambola (Fred Buscaglione
Baldo baldo (Arcibaldo) (Pippo Starnazza
Buonasera signorina (Fred Buscaglione
Teresa non sparare (live) (Fred Buscaglione
Teresa non sparare (studio) (Fred Buscaglione
Maramao perché sei morto (Il Trio Lescano
Mamma voglio anch'io la fidanzata (Natalino Otto
Se fossi milionario (Pippo Starnazza
Per fare una canzone (Rodolfo De Angelis
Tinghe tinghe tanghe (Rodolfo De Angelis)

Ringrazio per questo post, un po' al di fuori dai canoni della stratosfera, l'amico Frankoff, che ci ha passato questo non conosciutissimo album. Come dicevo, un post un po' fuori dal genere qui imperante ma non per questo meno gradito, dove la sperimentalità e la genialità degli interpreti (ottimi musicanti, ad ogni buon conto) sta nel punkeggiare e rockeggiare alla grande non gli strautilizzati anni 60, ma il decennio ancora precedente e addirittura gli anni 40. Una simpatica e godevolissima riscoperta di brani senza tempo che, chi più o chi meno, tutti conosciamo. Non mi dilungo, giudicate voi, io vi rimando più sotto all'amico Frankoff e successivamente ad una recensione sempre da lui allegata...

"Caro capitano, scusa se usufruisco del tuo blog per inserire questo disco di Beppe Starnazza e i Vortici (alias Skiantos e amici). Che dire del gruppo: non si sono più fatti sentire assieme, ma le cose fatte in questo disco, le giudico interessanti, anche se sono cover di personaggi famosi. Diciamo che sono degli omaggi a un modo di fare canzone italiana passato, cercando di rinverdire il pentagramma e adattarlo ai tempi (da allora, cioè punk e canzone demenziale). Unica e inconfondibile la voce di Freak Antoni, che colora tutto il disco di Skiantos, senza esserlo. Ascoltatelo più di una volta per crederci. Non mi sembra che il disco o il cd sia ancora in vendita. Frankoff

 

"Beppe Starnazza e i Vortici è il nome di un gruppo musicale swing-punk formato nel 1980 da Roberto "Freak" Antoni (poliedrico artista noto ai più come leader del gruppo degli Skiantos, specializzato nel repertorio della musica cosiddetta demenziale), Pasquale Minieri (ex Canzoniere del Lazio e Carnascialia), Daniele "Lele" Marchitelli, Tommaso Vittorini, Gigi Canu, Roberto Manfredi (poi con i Figli di Bubba) e Franco Serafini (ex Panda ed Everest, nell'occasione alla batteria) Il nome è un omaggio a Pippo Starnazza, geniale cantante umoristico degli anni '40 (il vero nome era Luigi Redaelli, ed aveva iniziato come batterista di Gorni Kramer), in seguito anche celebre attore.Il gruppo, lanciato dalla trasmissione TV "Mister Fantasy" condotta da Carlo Massarini (in cui "Freak" Antoni si spacciava per il sedicente figlio del cantante Pippo Starnazza), presentava un repertorio per lo più ispirato a Fred Buscaglione e costituito da cover in chiave rock di brani swing italiani degli anni quaranta - anni cinquanta."


 Post by Captain, file and words by Frankoff

mercoledì 12 febbraio 2014

Serie "Battiato & Friends Special Fan Collection" n. 30 (Serie "Bootleg" n. 149) - Franco Battiato - 2007 - Madrid, Il Vuoto Tour

TRACKLIST DISC 1 :

01 - L'addio
02 - Il Carmelo Di Echt
 03 - Bist Du Bei Mir
04 - Secondo Imbrunire
05 - Povera Patria
06 - Aria Di Neve
07 - La canzone dei vecchi amanti
08 - L'oceano di silenzio
09 - Tiepido Aprile
10 - Nomadas
11 - Aspettando l'estate
12 - Niente è come sembra
13 - Ruby Tuesday
14 - Il cammino interminabile
15 - Il vuoto
16 - Aria (The MAB)
17 - Strani giorni

"Niente è come sembra. Ponete il caso di trovarvi di fronte a quattro ragazze dal look decisamente aggressivo e colorato. Calze strappate, capelli in disordine e chitarrone di ordinanza. Mettetegli accanto un trio di super eccitatissimi “giovinotti” capaci di dimenarsi come ossessi per due ore e completate l’opera con violini e tastiere varie. Ecco, se in queste circostanze siete riusciti a divertirvi o, meglio, siete rimasti estasiati e persino con un’aura di sublime malinconia, allora avete assistito anche voi ad una tappa del concerto estivo di Franco Battiato dal titolo "il vuoto". Che aggiungere? Difficile essere obiettivi di fronte ad uno degli artisti più interessanti e completi che abbiamo ancora attivi e vitali in questo Paese, ancor più se nei confronti dell’artista il recensore si pone in condizioni di scarsissima oggettività. Perdonate la confidenza, ma, come ormai sapete,  la musica di Battiato, il suo modo di essere artista mi piace assai e da troppo tempo. E proprio in occasioni come quelle dei concerti che si scopre, dopo anni di relativa solitudine e soddisfazione elitaria, di essere in sempre più nutrita compagnia. Insomma il Principe di Milo, quando non si nasconde dietro una macchina da presa, sembra piacere davvero a tutti o quasi. Giovani che neanche erano nati ai tempi del suo massimo successo, e meno giovani che magari ricordano le stranezze degli esordi sperimentali. E poi ci sono intellettuali, coatti e tipi alternativi, vegetariani e mistici dell’ultima ora. Tutti, però, sotto il palco per il rutilante finale al ritmo di “Centro di gravità permanente”. Un rito più che un concerto. A Catania come in Spagna. Una liturgia ala termine della quale tutti ci sentiamo più intelligenti e felici. In fondo è giusto così.

La data del tour ha un sapore speciale perchè porta Battiato a Madrid, terra calorosa. Ma l'inizio lascia poco spazio agli orpelli. "L'addio" e "Il Carmelo di Echt" preannunciano l'album a venire. Si prosegue con canzoni che appaiono davvero dei lieder classici. Poi, via via si scopre che sul palco c’è spazio per un quartetto d’archi, per le tastiere elettroniche, per gli FSC e le MAB. Si capisce che per questa volta la sfida, vinta in partenza, è per l’artista quella di riuscire a far convivere sul palco anime molto diverse e talvolta, come nel caso delle Mab, stridenti con l’idea che si potrebbe avere di un musicista elegante e minimale. Ma, come suggerisce qualcuno, niente è come sembra. In primis perché le ragazze ed i ragazzi si dimostrano valenti musicisti e, trattandosi di uno spettacolo musicale, non è faccenda da poco. E poi perché tutto l’ensemble sembra docile nel seguire le traiettorie musicali di Battiato. Il “Nuovo quartetto italiano” ed il pianoforte di Carlo Guaitoli, infine, intervengono spesso ad ingentilire la situazione, stemperando i toni e riportando anche i brani più duri alle atmosfere di quiete che caratterizzano il canto di Battiato.
 
 

 TRACKLIST DISC 2 :

01 - Tra sesso e castità
02 - Caffe de la paix
03 - El cuidado
04 - La stagione dell'amore
05 - L'era del cinghiale bianco
06 - Prospettiva Nevsky
07 - Voglio vederti danzare
08 - Cuccurucucu
09 - Magic shop
10 - L'animale
11 - E ti vengo a cercare
12 - Medley La voce del padrone
13 - Centro di gravitá permanente

Difficile aggiungere altro. Le canzoni, comunque, si susseguono. I grandi successi e alcuni brani del nuovo cd, “Il vuoto”, non mancano all’appello. Per chi è in cerca di brividi inediti, con questo tour si riscopre l’anima elettro pop de “La Stagione dell’amore” e si sperimenta una versione acida per “Caffè de la paix”. Poi si canta tutti in coro “Nomadas” e si trema per le altezze de "El cuidado". Il rito sta per concludersi e come suggerisce il cantore, tutti a danzare sotto il palco mentre si enucleano i vari balli del mondo, dalle cavigliere del katakali ai valzer viennesi. E poi “Cuccurucucu” e un bel mix dall’album “La voce del padrone” per conquistare tutti gli spettatori.
 Ecco, anche per questa volta tutto è finito. 

Qualche recensore pignolo potrebbe a questo punto far rilevare che questa volta non c’era l’orchestra, che le basi pre registrate non sono mai un granché, che la scaletta trascurava alcuni dei pezzi migliori dell'ultimo album e che Battiato per stupire ancora è costretto a portarsi dietro una specie di corte dei miracoli… Ma in fin dei conti, che importa a noi del recensore?".

Antonio LM


1 LINK, 2 disc

Post by Antonio (text, music and covers)  & Captain (layout)