Superpost dedicato a Mauro Pelosi, cantautore "ai margini" (ero tentato di inserirlo in questa serie, ma poi mi sono ricreduto), artista dimenticato dai più, scarsamente presente sul web, ad eccezione di qualche brano pubblicato su Youtube, totalmente assente dalle scene musicali da decenni. E' vero che oggi fa il ristoratore a Trastevere? Parrebbe di sì, sempre che Wikipedia non scriva panzane. Ho scelto di suddividere questa antologia in due parti, la prima con i due dischi del 1972 e 1973, la seconda con le ultime due prove del 1977 e 1979. Quattro album e una manciata di 45 giri (nessun inedito) costituiscono la sua intera produzione musicale. I suoi dischi, lo ricordo per dovere di cronaca, sono stati oggetto di ristampa negli ultimi anni. Qui però siamo di fronte alle versioni vinile.
Entriamo allora nella sfera musicale di Mauro Pelosi.
Mauro Pelosi - 1972 - La stagione per morire
TRACKLIST:
1. Paura
2. Cosa aspetti ad andar via
3. Vent'anni di galera
4. Venderò
5. La stagione per morire
6. E dire che a maggio
7. Che poi non è vero
8. Caro amico
9. Suicidio
FORMAZIONE:
Mauro Pelosi - voce
Danny B. Besquet - basso
Ronnie Jackson - chitarra acustica, chitarra 12 corde
Mike Logan - mellotron, moog
Gianni Leone - mellotron, moog
Dave Baker - batteria, percussioni
Osvaldo Colombino - batteria, percussioni
Gianni Stinga - batteria, percussioni
Flavio / piano, organo
Venderò le mie scarpe per poter camminar meglio,
venderò anche i vestiti per poi dire: "Son più elegante",
venderò certo mia moglie per potere amare ancora.
Siamo all'esordio discografico del 1972. Il disco si intitola "La stagione per morire" e viene pubblicato dalla Polydor. Nove brani distribuiti sulle due facciate del vinile (notare le correzioni scritte a mano sulla copertina e sull'etichetta causa la mancata corrispondenza della tracklist con i brani del disco. Segno di genuinità). Mauro Pelosi, nato a Roma nel 1949, si trasferisce a Milano dove debutta con un singolo, Vent'anni di galera/Suicidio, che subito ci fa comprendere la sua vicinanza con quel "pessimismo cosmico" di leopardiana memoria. Apprendiamo dalla biografia tracciata su Wikipedia che il disco ottenne un buon successo nella programmazione radiofonica dell'epoca, e alcuni brani vennero spesso trasmessi in programmi come Per voi giovani, Supersonic e Alto gradimento. Inoltre la title track La stagione per morire ottenne molte recensioni positive. Così scrive Fabrizio Cerqua su Ciao 2001 "Le canzoni di Mauro Pelosi, giovanissimo cantautore, sono bellissime poesie, riflessioni di vita vissuta, quasi sempre amare, nelle quali coesistono paure, insicurezza, amore. Parole ove la musica si fonde con il "discorso" e ne esalta il contenuto".
L'anno successivo il brano Vent'anni di galera (canzone d'amore in cui il protagonista augura alla donna che lo ha lasciato una condanna, appunto, a vent'anni di carcere, per avergli distrutto la vita) viene ripubblicato su 45 giri con un nuovo lato B, E dire che a maggio, canzone che era stata incisa l'anno precedente da I Gatti Rossi (gruppo il cui cantante solista era Santino Rocchetti). Tutti i singoli qui citati sono inclusi nel 33 giri. Il disco, nonostante i passaggi radiofonici, ebbe scarse vendite. Incomprensione da parte dei giovani nei confronti della sua musica? Fu così grave la colpa di non frequentare il Folk Studio o di non scrivere canzoni politicamente impegnate (e spesso incomprensibili, aggiungo io)? Ma agli albori degli anni '70 il cantautore doveva essere "impegnato" se no, per rimanere aderente al lessico del tempo, non valeva un c...! E vi posso assicurare che i miei amici di allora la pensavano esattamente così. E forse anch'io... Fu questo il mesto destino di Mauro Pelosi: restare nell'ombra e ai margino della rivoluzionaria scena musicale. Peccato, però. Musicalmente l'album è assolutamente godibile e Mauro è accompagnato da musicisti di prim'ordine, da Gianni Leone (Balletto di Bronzo) alle tastiere, a Ronnie Jackson alla chitarra acustica e 12 corde, fino a Dave Baker (già batterista delle Orme nel 1969). Personalmente l'album mi piace nella sua interezza. Ammetto però di averlo riscoperto e apprezzato solo nella fase della maturità. Ho una particolare predilezione per Venderò, brano al quale il nostro Edoardo Bennato (che sarà anche ospite in un suo successivo album) deve qualcosa, sia nel titolo che nel testo.
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Mauro Pelosi - 1973 - Al mercato degli uomini piccoli
TRACKLIST:
1. Al mercato degli uomini piccoli
2. Un mattino
3. Ehi! Signore
4. Non tornano più
5. Con te
6. Ti porterò via
7. No, io scherzo
8. Mi piacerebbe diventar vecchio insieme a te
Ehi! signore venga, s'avvicini ho di tutto,
compri un giornale, un libro, una rivista,
le serviranno per passare meglio il tempo.
L'anno successivo Mauro Pelosi, nonostante l'insuccesso dell'opera prima, pubblica questo secondo 33 giri, sempre per l'etichetta Polydor. I testi toccano sempre il tema dell'amore, quasi sempre sfigato, oppure quello della difficoltà di essere capito. Permane quel pessimismo strisciante e quella coltre di tristezza che già lo caratterizzavano nella prova d'esordio. Così scrisse Enzo Caffarelli su Ciao 2001 "Credo che tutti noi, ad una certa età, ci siamo dilettati a scrivere poesie in momenti di tristezza, per poi rileggerle a distanza di anni e capire magari che non ci appartengono più. Bene, Pelosi è un po' l'emblema di questo fatto culturale, proprio dell'adolescenza, nella sua semplicità e in certa sua giustificata retorica. Con l'esperienza però di chi ha superato i vent'anni e può includere tante sensazioni già nel passato e non più nel futuro". Sotto il profilo musicale gli arrangiamenti sono scarni, anche se ci sono delle belle fughe strumentali ad opera di musicisti che, purtroppo, non sono indicati nelle note di copertina. Scrive ancora Caffarelli "I modelli persistono: Battisti (Ti porterò via, Al mercato degli uomini piccoli), il Paoli più francese (Mi piacerebbe diventar vecchio insieme a te, Non tornano più, Un mattino); ma Mauro ha raggiunto ormai una sua autonomia ed una sua personalità". Una interessante intervista a Mauro Pelosi, da parte di Fiorella Gentile, venne pubblicata nel 1974 ancora una volta su Ciao 2001. La potrete leggere cliccando qui
Si conclude qui la prima parte del percorso artistico di Mauro Pelosi. Appuntamento tra una manciata di giorni per presentare gli altri due album del 1977 e 1979.
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Post by George
Grazie!!! Roberto
RispondiEliminaInteressantissimo cantautore romano che merita di essere riscoperto ed ascoltato. Scrissi una recensione su "il signore dei gatti" il suo ultimo album e forse il mio preferito tra tutti; la posterò quindi nella seconda parte di questo speciale a lui dedicato.
RispondiEliminaCiao pholas, concordo con te sul fatto che "il signore dei gatti" sia il suo disco più riuscito. Ti propongo un lavoro a 4 mani, se condividi l'idea. Invia la recensione del disco in file word all'indirizzo email del captain che trovi in alto sulla home page e chiedigli di giramelo sulla mia posta privata. Posterò così la tua recensione, ovviamente citando l'autore. Tra qualche giorno il post sarà ultimato. Fammi sapere.
RispondiEliminaCiao George, scusa il ritardo ho visto solo ora questo tuo messaggio ed ho provveduto immediatamente ad inviare la mia recensione al capitano con preghiera di girartela ( se non lo fa sollecitalo :-) ).
EliminaQuesta rece l'ho pubblicata in rete qualche tempo fa sotto un nick differente (stellameringa) per cui nel caso dovessi incapparci sappi che...sono sempre io e non è un plagio. Ciaooo a tutti, lavoro fantastico!!!
I primi due dischi di Mauro Pelosi sono buoni ma molto lugubri e pesanti sotto ogni aspetto e non li ascolto quasi mai
RispondiEliminaPreferisco i due successivi lavori del 1977 e 1979
Michele D'Alvano