giovedì 30 novembre 2017

Gian Piero Reverberi - 1976 - Timer


TRACKLIST :

1 - Improvviso fantasia op. 66 (Chopin - Arr. Reverberi)  (8:35)
2 - Cat Casanova (Reverberi)  (3:55)
3 - Timer (Reverberi)  (4:22)
4 - Soana (Reverberi)  (4:03)
5 - Roller (Reverberi)  (5:10)
6 - Penny (Reverberi)  (3:55)
7 - O sole mio (Di Capua - Mazzucchi - Capurro)  (3:13)
8 - Adagio cantabile op. 13 (Beethoven - Arr. Reverberi)  (3:27)
 9 - Album (Reverberi)  (5:06)


E' rimasto a lungo nel cassetto (leggi tra le bozze) questo contibuto inviatomi da Vlad Tepes, munifico webmaster del bellissimo blog Isle full of noises, purtroppo non attivo da diversi mesi, che saluto e ringrazio, con l'augurio (pestato da Frank-One) di buona salute.Passando alla proposta musicale del giorno, iniziamo col dire che il rilevo del personaggio ce lo dice Wikipedia: basti sapere, agli amanti del prog nostrano, che Gian Piero Reverberi fu presente in maniera preponderante (arrangiamenti, produzione e composizione) nell'intero percorso prog de Le Orme e in "Senza orario senza bandiera" dei New Trolls. Possiamo forse allora perdonargli di essere anche il principale artefice dell'intera discografia dei Rondò Veneziano...

"Timer" è il secondo album solista di Gian Piero Reverberi; uscì nel 1976 per l'etichetta Teldec (Telefunken+Decca). Passando all'aspetto squisitamente musicale, ci troviamo di fronte ad un album piacevole, che si fa ascoltare volentieri, ma che non va molto al di là di una raccolta di ottime sonorizzazioni e, secondo il parere di chi scrive, appesantito dalle eccessive "orchestrazioni" (d'altronde ce lo si poteva aspettare, essendo l'album attribuito a "The fantastic sound of G. P. Reverberi and his orchestra"). In apertura e chiusura (quasi) dell'album troviamo due rielaborazioni di Reverberi stesso dalle immortali musiche di Chopin e Beethoven. La prima ("Improvviso fantasia op. 66") è inserita in un contesto musicale funkeggiante, caratteristica d'altronde dominante nell'intero album. Particolarmente degne di nota sono la bella title-track, il pezzo migliore del disco a mio giudizio, sospesa tra atmosfere prog, jazz e rock, con una spruzzatina di funky e la finale "Album", grazie ad un ottimo assolo di chitarra.

Ottimo infine il gruppo di supporto, formato interamente da session men "di lusso": si noti l'ottimo lavoro chitarristico di Marco Zoccheddu, vero virtuoso dello strumento ex Nuova Idea, Osage Tribe ed un sacco di altri gruppi e collaborazioni, particolarmente in evidenza, come già detto, nel brano "Album", ma ben presente in tutti i pezzi. Alle percussioni il grande Tony Esposito, che non occorre presentare, per non parlare di Gigi Cappellotti al basso o Hugo Heredia ai fiati (non si arrabbino i non citati, non per questo meno valorosi).


Hanno suonato :

Vanda Radicchi: voce jazz
Gian Piero Reverberi: armonica, voce, tastiere
Gigi Cappellotto: basso
Tullio De Piscopo: batteria, percussioni
Marco Zoccheddu: chitarra elettrica
Emilio Soana: tromba
Hugo Heredia: flauto, sassofono contralto, sassofono tenore
Mario Morosini: oboe


Post by Captain, music by Vlad Tapes

4 commenti:

  1. MAH...
    un album inutile?
    sicuramente ben suonato, ma niente più....

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Grazie al Capitano e a Vlad Tepes: la vostra proposta non mi é dispiaciuta affatto. Emilio Soana l'ho visto in concerto qualche anno fa e con la sua tromba é ancora in gran spolvero.

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