TRACKLIST :
1 Tangosaìn
2 Tristies
3 Gabo
4 Puente a 6-8
5 Ebonysation
Mi ha molto meravigliato, ma sia detto senza alcuna vena polemica, il
non vedere nella StratoSfera alcun cenno né tantomeno tributo al Maestro
Luis Bacalov che qualche settimana fa ci ha lasciati all’età di 84 anni
in quel di Roma. Un genio a 360 gradi, noto ai più per le innumerevoli
colonne sonore, ove l’apice fu raggiunto col conseguimento del Premio
Oscar nel 1996 per le musiche de "Il postino". Non voglio tediare, citando
tutti gli altri film nei quali ha accompagnato le scene con i suoi
tappeti musicali, bastino i registi che hanno avuto l’onore di
impreziosire le proprie opere con le note del maestro, argentino di
nascita ma italiano di adozione: Petri, Damiani, Zampa, Fellini e
persino Pier Paolo Pasolini.
Per noi, progster di razza, il Maestro lasciò il suo imprescindibile
sigillo in tre lavori, tre colonne sonore (seppur la terza particolare)
che credo, senza rischiare di essere accusato di semplicismo, io possa
dichiarare a noi ben note: il "Concerto Grosso n.1" dei New Trolls, del 1971, per il film "La vittima designata", la colonna sonora del film "Milano Calibro 9" degli Osanna del 1972 ed infine "Contaminazione" de Il Rovescio della Medaglia nel 1973, pseudo colonna sonora di un immaginario lavoro cinematografico mai realizzato. Sempre per i New Trolls mise mano anche ai due successivi "Concerto Grosso n.2" del 1976 e, ahimè, "Concerto Grosso n.3"
del 2014. Credo che il sottoscritto nulla possa aggiungere di quanto a
voi amici già noto sui lavori qui sopra citati: se ne avete tempo e
voglia, potete ascoltare la puntata di "From Genesis to revelation" del 20 Novembre dedicata a Bacalov e a questi lavori (qui il podcast).
Nel mio piccolo, ho voluto dedicare un ricordo al mestro, e così ho estratto dalla mia libreria questo lavoro del 1979, che vede Bacalov accompagnato
da una nostra vecchia conoscenza, quel Giovanni Tommaso che credo non
abbia bisogno di alcuna presentazione: come in quella famosa pubblicità
di Tino Scotti (per noi non più giovanissimi): “Basta la parola!”, ovvero
il Perigeo.
Mi preme sottolineare che ci troviamo di fronte ad un
lavoro non proprio in linea con i nostri abituali stilemi, in quanto
trattasi di Jazz. Nel libro di Francesco Mirenzi del 1997 "Rock
Progressivo Italiano" (ed. Castelvecchi) Bacalov dichiarava: “Allora
studiare il pianoforte per fare una carriera da virtuoso e allo stesso
tempo frequentare gli ambienti di jazz e lavorare nella musica leggera
per guadagnarsi la vita non era una cosa unica. C’erano tanti giovani
per i quali queste separazioni non erano così nette. Era soprattutto un
atteggiamento di apertura, perché se lavorare nella musica leggera
significava sopravvivere, a frequentare il jazz non si guadagna
niente”. Questo accadeva agli inizi della sua carriera, infatti
ritengo questo lavoro una sorta di divertissement, da ascoltare anche da
parte nostra con un approccio, diciamo così, easy e non particolarmente
severo, considerando l’ambito nel quale stiamo pubblicando questo
"Sincretic 1".
Poiché mi reputo davvero ignorante sul genere, mi permetto di riportare le note dell’autore
per quanto riguarda i 5 brani, note presenti sul retro di copertina :
"A proposito di titoli ed altro
Puente a 6/8 è una scommessa sulle possibilità di amalgama di alcune forme musicali
tradizionali provenienti dall’America Latina e dall’Africa. Queste musiche sono assai ricche
di accenti ritmici e tutte possono scriversi in notazione occidentale usando come unità di
misura il 6/8 (sei crome)…oppure il 3/4 o 3/4 + 6/8 a scelta del suonatore. Sul come e sul perché si devono scrivere in un modo o in un altro, c’è ancora chi polemizza, ma per fortuna i pezzi si sono salvati da questo “annegamento di fiume d’inchiostro”. A proposito, non è detto che la scommessa sia stata vinta.
L’”Ebony Concert” fu scritto da Igor Strawinsky per l’orchestra di Woody Herman nell’anno
1945 e inciso subito dopo da questa jazz band (nel ’44 il compositore aveva scritto sempre
per jazz band lo “Scherzo alla russa”). Già questo fatto singolare di sincretismo culturale “fa
sognare” (“fait rever”). Penso soprattutto a chi in generale ci fa ascoltare musica colta “dal
vivo” (a proposito com’è che nessuno suona Gershwin nei concerti? Sarà di cattivo gusto…).
Con Giovanni ci siamo divertiti ad effettuare un ripescaggio di certi materiali presenti
nell’Ebony Concert che secondo noi sono di matrice popolare nera (blues, marcette ecc.)
per ricreare con questo materiale quelli che chiamerei “schemi per variazioni”. Salvo certi appuntamenti fissi, pochi per la verità, il tutto viene di volta in volta improvvisato su questi “schemi per variazioni” secondo la tradizione dell’improvvisazione Jazzistica. E basta per Ebonysation.
Erdosain è un personaggio ricorrente in certi romanzi di Roberto Arlt, grande scittore
argentino. Io volevo chiamare il pezzo “TangArlt”, ma mi è suonato meglio, chissà perché, il
finale Sain (più buono di tango?). E’ probabile che in questo pezzo sia musicalmente esplicita l’idea generale che sta alla base di Sincretic 1 (percussione free su e nel ”tango”…?!).
Il “triste” è una forma musicale del folk argentino; il pezzo suonato da noi, nella seconda
parte, rimanda a queste musiche “tristi”. In più, i brandelli melodici presenti
nell’introduzione e nel finale si basano su scale musicali di negri, ebrei, indios. Basterà a
giustificare Tristies?
Gabo,
pezzo che cavalca la negritudine dei Caraibi e del jazz, è anche
soprattutto il nomignolo di Gabriel Garcia Marquez (“Cent’anni di
solitudine”, “L’autunno del patriarca” ecc.). Gabo è nato nelle terre dove si suonano ballenatos e cumbias, ricordi ossessivi e ricorrenti di Gabo pezzo e di Gabo uomo.
Luis Bacalov"
Sempre sul retro di copertina, di fianco alla qui sopra disamina del Maestro Argentino, è presente un bell’articolo a nome di Nino De Rose,
concedetemi di non riportarvelo, provate voi ad ingrandire
eventualmente l’immagine per leggerne il contenuto. E’ tutto. Buon
ascolto e questa volta un nuovo augurio di Buona Vita a Voi tutti. Frank-One
Post by Frank-One with a little Captain's help
Grazie!
RispondiEliminaDavvero magico il tocco del maestro Bacalov ed assai suggestive le varie percussioni. Son qui incollato alla sedia intento ad ascoltare questa meraviglia. Grazie mille Frank-One. Eventualmente puoi postare qui la puntata di ''From Genesis to revelation" nel consueto download, anziché fornire il link di itunes?
RispondiEliminaCiao Albe e grazie per il tuo continuo e prezioso supporto. Io sono un po’ ignorante in merito, ma cercherò, magari con l’aiuto del nostro impagabile Capitano, di soddisfare questa tua richiesta. Un abbraccio e ancora grazie, Francone
RispondiEliminaMi associo ad Albe, bellissimo post che colma la lacuna di non aver degnamente ricordato il maestro Bacalov, artista di grande rilievo nel rock progressivo italiano. Sebbene il jazz non sia neppure nelle mie corde, riconosco una certa suggestione nell'ascoltare il disco. E grazie anche ad Albe per essere di continuo sostegno al nostro blog
RispondiEliminaGrazie a voi cari Frank-One e Capitano per le ottime proposte e avanti così!
RispondiEliminaGrazie mille per quest'ottimo documento sonoro che rende omaggio a due ottimi musicisti!
RispondiEliminaVisto ed ascoltatoive in molte occasioni...indimenticabile!
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