Ho deciso di dedicare questo post ai Deep Purple che, insieme ai Led Zeppelin e agli Uriah Heep, rappresentano i miei grandi amori nel campo dell'hard rock degli anni '70. Li ho conosciuti all'epoca della gloriosa Mark I, con Rod Evans e Nick Simper, grazie all'ascolto di cassette che giravano fino a logorarsi nel mangianastri. "In Rock" fu la svolta definitiva, uno tra i più grandi album di hard rock mai realizzati. E da lì in poi nacque in me anche la mania del collezionismo. Oltre all'intera discografia ufficiale, sono riposti nei miei scaffali decine e decine di bootleg. Alla soglia del loro "farewell tour",, dopo la scomparsa di Jon Lord e la pubblicazione della loro ultima fatica, quello splendido "Infinite" del 2017 che, nella gold edition, racchiude anche il "Live at Hellfest", sono andato a rispolverare un paio di bootleg, testimonianza del loro primo tour in Italia,
Deep Purple - Roma, Palasport, 25 maggio 1971
TRACKLIST CD 1:
01. Speed King
02. Strange Kind Of Woman
03. Child in time
TRACKLIST CD 2:
01. Mandrake Root
02. Black Night
03. Lucille
LINE UP
Ian Gillan - vocals
Ritchie Blackmore - guitar
Jon Lord - keyboards
Roger Glover - bass
Ian Paice - drums
La discesa dei Deep Purple in Italia fu un evento musicale storico, supportato dai giornali musicali (e non solo) dell'epoca. La grande Mark II, con Gillan e Glover al posto di Evans e Simper, con un "Fireball" fresco di stampa (ma non proposto dal vivo), giunse nel nostro patrio suolo per sole due date: Roma e Bologna. Mentre nella capitale tennero solo il concerto serale (a dispetto di quanto riportato sui manifesti), a Bologna gli show furono due, pomeridiano e serale, come da tradizione negli anni '70. I Deep Putple toccarono la nostra penisola in occasione del lunghissimo "In Rock World Tour", iniziato il 4 luglio 1970 a Bedford e conclusosi, dopo numerose tappe negli Stati Uniti, Australia e canada, oltre che in Europa, il 24 ottobre 1971 a Chicago. I brani proposti nel corso del tour erano in parte attinti da "In Rock" (Speed King, Child In Time, mentre Into The Fire e Living Wreck venivano presentate solo occasionalmente), con l'aggiunta dei due singoli di successo, Black Night e Strange Kind Of Woman. Il bis era sovente Lucille (la cover del successo di Little Richard), mentre dal repertorio della Mark I ripescavano Mandarke Root, Wring That Neck e, saltuariamente, Hush. Quasi sempre inserivano nella scaletta Paint It Black che altro non era se non un lungo assolo di batteria ad opera dell'infaticabile Ian Paice.
Esistono alcuni bootleg in circolazione relativi al concerto di Roma, con qualità di registrazione differente e diversa disposizione dei brani. Nelle due diverse registrazioni del concerto in mio possesso manca Into The Fire, nonostante sia indicata nella back cover del bootleg. Quasi sicuramente venne eseguita, ma non ne sono certo, visto che questo brano, non essendo molto amato da Ritchie Blackmore, non era una costante nei concerti del 1971.
La registrazione qui proposta è dignitosa. Lo show è torrenziale permeato da una energia incredibile.
Esistono alcuni bootleg in circolazione relativi al concerto di Roma, con qualità di registrazione differente e diversa disposizione dei brani. Nelle due diverse registrazioni del concerto in mio possesso manca Into The Fire, nonostante sia indicata nella back cover del bootleg. Quasi sicuramente venne eseguita, ma non ne sono certo, visto che questo brano, non essendo molto amato da Ritchie Blackmore, non era una costante nei concerti del 1971.
La registrazione qui proposta è dignitosa. Lo show è torrenziale permeato da una energia incredibile.
Il concerto romano dei Deep Purple venne aperto dalla Premiata Forneria Marconi, Sul sito ufficiale del gruppo, www.pfmpfm.it,, Franz Di Cioccio ricorda, in modo alquanto divertente, la serata:
"C'erano diecimila persone in spasmodica attesa del grande gruppo di hard rock e noi eravamo lì ad aspettare che qualcuno ci presentasse. Ma il promoter della serata, Francesco Sanavio, di fronte a tanta calca, non sapeva che pesci prendere e, preoccupatissimo, ricadeva nella sua parlata originaria. "Io non esco ad annunciarve, ciò" diceva. "Prima dei Purple!... Con quel nome ridicolo! Cosa digo ciò, ecco la Premiata Forneria Marconi? Prima dei Deep Purple... Me masano, ciò... io non esco. Andate fori così, i’é afari vostri." Non ci fu nulla da fare e così un tecnico di buon cuore si addossò la responsabilità di annunciarci in modo assolutamente casuale, mentre stava provando i livelli dei microfoni. Il nostro nome, ancora sconosciuto e assolutamente assurdo per l’epoca, risuonò come una sfida per il pubblico che si era riunito ad attendere Ian Gillan, Ritchie Blackmore e compagni già dal pomeriggio. Ma noi, convinti di avere tra le mani una grande occasione - era il primo concerto italiano di un mito consolidato del rock mondiale - sfoderammo tutta la grinta di cui eravamo capaci e salimmo come se niente fosse sul palco.
Eravamo al buio, perché nessuno si era preso la briga di accendere le luci. Ci sbrigammo e in pochi attimi le note di "21th Century Schizoid Man" dei King Crimson esplosero dagli amplificatori avvolgendo la platea in un vortice di suoni che lasciò tutti senza fiato. Dopo qualche minuto di perplessità tutto filò liscio, tanto che parecchia gente incominciò a chiedersi quale fosse mai quella nuova e sconosciuta band inglese che stava aprendo con tanta maestria la serata. Queste voci giunsero naturalmente a Sanavio che, finalmente rincuorato, alla fine della nostra performance salì sul palco e sfoderò un tono soddisfatto da guascone. "Questi sono la Premiata Forneria Marconi" disse al microfono "sentirete ancora parlare di loro."Fu buon profeta e quando diventammo famosi non dimenticammo quel memorabile debutto al buio".
Deep Purple - Bologna, Palasport, 27 maggio 1971
TRACKLIST CD 1:
01. Introduction & Speed King
02. Strange Kind Of Woman
03. Into The Fire
04. Child In Time
05. Paint It Black
TRACKLIST CD 2:
01. Mandrake Root
02. Black Night
03. Lucille
ATTENZIONE
Ho rivisto questa porzione del post dopo l'invio da parte dell'amico Pelino dei concerto completo, con una qualità sonora migliore. Grazie Pelino per il magnifico regalo. Il new link è tra i commenti. Sempre in questa sezione troverete un altro link inviato da Pelino che include una porzione del concerto di Roma, ma con Into The Fire.
Due giorno dopo la data romana, i Deep Purple salirono sul palco del Palazzo dello Sport di Bologna per la loro seconda e ultima data italiana del "In Rock Wordl Tour". La scaletta si differenzia rispetto a quella del precedente show per la presenza di Paint It Black. Anche se il suono non è dei migliori ci troviamo di fronte, in ogni caso, ad un documento straordinario sotto il profilo storico.
Buon ascolto
Link Roma 25.05.1971
Link Bologna 27.05.1971
Post by George
Wow, questi sono i post che amo, che mi riportano indietro nel tempo, a rivedere i colori di quegli anni, a risentire gli "odori" di quei "Long Playing".
RispondiEliminaRicordo che tenevo tra le mani la copertina di "In Rock" e di "Made in Japan": le "leggevo", così come facevo con tutte le copertine dei vinili di quegli anni!
Vi sembrerà incredibile, ma io ho assisto ad un concerto dei Deep Purple nella loro formazione classica (Gillan, Lord, Paice, Glover, Blackmore), allo stadio Lamberti di Cava de' Tirreni, in provincia di Salerno, il 10 settembre 1988!!
Ciò a seguito di una loro reunion: infatti la sigla che usarono fu Mark IIb.
Chissà se esiste una testimonianza di quest'evento.
Grazie per questo tuffo nel passato.
Ciao Eugenio, ricordo anch'io quando si ascoltavano i dischi in modo quasi "religioso", con la copertina che passava di mani in mano, gustandoci i brani dalla prima all'ultima nota. In Rock fu un album epocale anche se, non ti nascondo, coltivo un grande amore per la produzione della Mark I. In merito ai bootleg della Mark II l'unico documentato, oltre ai due già postati, è il concerto di Genova del 1973. Quello di Cava non lo possiedo, ma possiamo fare appello ai nostri lettori/frequentatori.
RispondiEliminaE' sempre un piacere leggerti George.
EliminaUn abbraccio a voi tutti della Stratosfera: siete una sicurezza.
mitico il concerto di Bologna......io c'ero.....attesissimo da tutti noi...avevamo da poco cominciato ad andare per concerti, i primi dei gruppi stranieri in italia!!
RispondiEliminaQui il link della mia versione di Bologna, più completa (Black Night e Lucille) e con migliore qualità sonora, anche se non è gran cosa...
RispondiEliminahttps://mega.nz/#!OFsCjAqT!-x_nNgwBtSYydzZwlEqm3c7EhG5Gp1sP99Y3iyKUfrs
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
RispondiEliminaLa mia versione di Roma 1971, non cosí completa, però di qualità migliore e con "Into The Fire"...
RispondiEliminahttps://mega.nz/#!CJ8ChYDJ!Kld_k7FCrGsMLJBRdw21dkgGFuviA1P6bInkjKvfzmY
Una domanda a chi può rispondere sul concerto di Roma; sui manifesti c'è scritto che i concerti erano due (pomeriggio e sera). Questa registrazione a quale delle due si riferisce?
RispondiEliminaGrazie
Innanzitutto ringrazio l'amico Pelino per i file che ci ha messo a disposizione. Questa è vera collaborazione. Grazie. In merito al concerto romano, non vi sono certezze sul fatto che quello pomeridiano sia avvenuto realmente, nonostante il manifesto. L'ho scritto nella recensione. Verosimilmente quello documentato dovrebbe essere il concerto serale.
RispondiEliminaGrazie George per l'ottimo post e grazie a Pelino per l'invio delle versioni in suo possesso. Quanti bei ricordi sono riaffiorati ascoltando le varie tracce. Il mio negozio di dischi preferito, suonava il vinile di ''Made in Japan'', un mio amico mi faceva ascoltare un bootleg, contenente ''Emmeretta'' ed io posizionavo le casse dello stereo vicino alla finestra, alzando il volume durante l'esecuzione di ''The mule'', cosicchè i passanti credevano che qualcuno stesse suonando la batteria nel garage sottostante.
RispondiEliminac'ero anchio a Bologna, concerto pomeridiano, uno splendido pomeriggio. Il concerto dei DP fu molto bello, ma il ricordo più vivdo che ho conservato riguarda la PFM: a Bologna furono presentati prima del concerto, ma nessuno li aveva mai sentiti nominare. Ci apprestammo quindi all'ascolto con un filo di impazienza (volevamo i Purple!), ma bastò il primo pezzo, una magistrale 21st CSM, per farci saltare sulla sedia (o meglio, i gradoni del palasport). "Ma come, degli Italiani, che suonano così???? Incredibile!" Fu un successo clamoroso, e inutile dire che da quel pomeriggio il nostro interesse per PFM e per i gruppi italiani cambiò nettamente.
RispondiEliminapremesso che non sono mai stato un fanatico della PFM (ho sempre parteggiato per il Banco!) a bologna furono una sorpresa......nessuno sapeva chi fossero e suonarono meravigliosamente.....il resto è poi passato alla storia
Eliminanon so perchè "unknown", cmq sono alifib.
RispondiEliminaA Roma, forse qualcuno lo ricorda, a fine concerto Blackmore gettò una chitarra, preparata per l'occasione, tra il pubblico. La presi io. Mi piacerebbe se qualcuno avesse una foto.
RispondiEliminamandaci intanto la foto della chitarra di Blackmore...
RispondiEliminadove è la chitarra??? Una strato?
RispondiEliminaNon era una stratocaster ma una chitarra senza valore, che in genere buttava al pubblico.
RispondiEliminaIl biglietto di Bologna è il mio. Io ero vicino al palco, ed ho visto benissimo quando Blackmore ha cambiato la chitarra per poi distruggerla.
RispondiEliminaRicordi quanto pubblico ci fosse per il concerto pomeridiano dei DEEP PURPLE del 27 Maggio 1971 ? Ho visto foto dove c'è poca folla (per il pomeriggio intendo dire) https://www.rockol.it/news-732039/mostra-fotografica-deep-purple-1971-archivio-ferraina-milano Grazie dei ricordi !
EliminaCiao a tutti. Ho letto articolo e commenti, tutto interessantissimo, dato che io sono un super fan dei Deep Purple. Scrivo perché vorrei contattare l'autore e anche qualsiasi altro Purple fan, specie chi ha vissuto quei momenti. Qualcuno è in possesso di uno dei poster illustrati? Fatevi vivi, ho materiale da vendere, comprare, scambiare.
RispondiEliminaROBERTO
mail: vavooom99@gmail.com
Whatsapp: 329-4748767