martedì 28 maggio 2019

Yu Kung - 1978 - Festa / Danze e balli popolari (vinyl)


TRACKLIST:

01. Marcia a ballo (2:40)
02. Cassa battente (2:15)
03. 4 + 6 (3:48)
04. Verso la Monferrina (2:56)
05. Bagolino (2:55)
06. Aria bretone (3:00)
07. Saltarello di Salvatore (3:56)
08. Lu Zumpette (2:30)
09. Tiritera in re (3:16)
10. Quattro salti (2:00)
11. Moscufo (2:10)
12. L'acqua è bella (2:11)
13. Tarantella di Rossini (2:10)


FORMAZIONE

 Pier Paolo Perazzini - voce , chitarra classica, mandola, cassa battente
Angelo Maffezzoli - flauto, ocarina
Gigi Folino - basso
Franco Di Biase - mandolino, mandola
Roberto Del Bo - percussioni, tamburello
Mauro Bertani - voce, chitarra ritmica
Mimma Caldirola - voce, tamburello


Era da tempo che volevo procedere con il completamento della discografia degli Yu Kung iniziata nel lontano 2013 con un doppio post. Vi rimando a quella pagina cliccando qui.
Oggi abbiamo "sul piatto" il terzo album del gruppo milanese, "Festa - Danze e balli popolari", pubblicato dall'etichetta Vedette nel 1978 e mai ristampato. Noti per il loro impegno politico, nel corso degli anni '70 gli Yu Kung tennero numerosi concerti in fabbriche, cooperative e feste di piazza. Da ricordare la loro partecipazione allo storico concerto del Parco Lambro nel 1976. 
Questo disco centra in pieno il loro obiettivo, quello di diffondere la musica popolare nazionale. "Festa", nonostante i suoi 41 anni di vita, mantiene ancora una freschezza ineguagliabile, proprio perché le danze e i balli popolari sono immortali. Per ulteriori informazioni sul gruppo vi rimando al vecchio post del 2013. Per completare la discografia manca ancora "Il Pifferaio" del 1980. Qualcuno di voi lo possiede e lo vuole condividere? Fatevi vivi. 
Ultimissima annotazione che esula in parte dalla recensione del disco. La Stratosfera ha da sempre l'obiettivo di presentare e condividere dischi rari, concerti live e quant'altro, facilitando le operazioni di download grazie all'utilizzo di file hosting o file sharing di semplice e immediato utilizzo, leggasi mediafire o mega. Al contrario altri amministratori di blog, vedi il "sito amico" Centraldoprog", rendono praticamente impossibile il download dei file postati. Provate a scaricare "Festa" (da poco presente anche su questo blog) e mi direte. Percorso ad ostacoli difficilissimo da superare, rischio di scaricare file non richiesti, virus che entrano ovunque. Di cosa stiamo parlando? Vogliamo condividere la buona musica o vogliamo mettere alla prova la pazienza dei lettori? In ogni caso "Festa" degli Yu Kung ve lo regaliamo noi.
Buon ascolto



Post by George

sabato 25 maggio 2019

The magic sound of Clarion - Clarion (1993) & Bourrée (1995)

Clarion - 1993 - Clarion


TRACKLIST:

01. Elf (3:53)
02. Reverie (4:09)
03. Chico Mendes (3:39)
04. Canzone del mare (3:23)
05. Riflessioni (8:36)
06. Viviana (2:56)
07. Oriana (3:46)
08. Endlich (4:06)
09. Orgelwaltz (3:09)


LINE UP

 Paolo Clari / organ, electric piano (2, 4, 7), synthesizers, church organ
Gianni Cristiani / flute, piccolo

with ZAUBER:
Liliana Bodini / vocals (4)
Massimo Cavagliato / drums
Mauro Cavagliato / bass, electric piano (2), glockenspiel 
Oscar Giordanino / electric piano, harpsichord

and
Claudio Bianco / electronic strings, background keyboards (2, 6, 8)


La magia del suono dei Clarion scende dolcemente sulla Stratosfera. Nascono come progetto parallelo a quello degli Zauber e hanno il tempo di registrare solo due album, l'omonimo del 1993 e "Bourrée" del 1995. Entrambi i CD sono stati pubblicato dalla Melloe Records. L'idea nasce da due componenti dell'ultima formazione degli Zauber, Paolo Clari, tastierista virtuoso e Gianni Cristiani, flautista. Al loro fianco, in sala di registrazione, tutti gli altri musicisti degli Zauber: Liliana Bodini, Massimo e Mauro Cavagliato, Oscar Giordanino.
Le ragioni per cui è sorto il progetto Clarion non sono chiare, anche perché non solo i musicisti ma anche le sonorità sono simili a quelle del gruppo madre. Il debut album propone 8 tracce strumentali e una sola cantata da Liliana Bodini, tutte di grande bellezza e delicatezza. Grande assente è la chitarra, compensata dai suoni del flauto e di una moltitudine di tastiere: organo, piano elettrico, sintetizzatore e perfino l'ecclesiastico organo a canne. Quest'ultimo è il protagonista della traccia finale, Orgenwaltz, registrata in una chiesa di Torino nel 1977. 


La maggior parte dei brani sono di ispirazione classica, romantica, con inserti ora jazzati ora barocchegginati. L'album è ispirato principalmente ai Jethro Tull più melodici (vedi "Christmas Album"), ai Genesis di "Nursery Cryme" e "Foxtrot", a Steve Hackett degli esordi e ai Caravan di "Land of Grey and Pink". Altre influenze? Non saprei, forse ve ne sono troppe. Ascoltate il finale di Chico Mendes e mi direte a chi si sono ispirati, anche in modo un po' troppo sfacciato. 
Gran disco per tutti gli amanti del prog tradizionale.

Clarion - 1995 - Bourrée


TRACKLIST:

01. House of the King (Akkerman) - FOCUS (2:24)
02. Talybont (Shulman, Shulman, Minnear) - GENTLE GIANT (1:50)
03. Impressioni di settembre (Mussida, Mogol, Pagani) - PFM (3:35)
04. Hands of the Priestess (Hackett) - STEVE HACKETT (4:48)
05. Suoni (Carletti, Contini) - I NOMADI (2:40)
06. Anthem (Gladwyn) - AMAZING BLONDEL (2:41)
07. Umanamente uomo: il sogno (Battisti, Mogol) - LUCIO BATTISTI (4:12)
08. R.I.P .(Nocenzi, Di Giacomo) - BANCO DE MUTUO SOCCORSO (5:00)
09. Caravan Song (Batt) - MIKE BATT (3:26)
10. Birdmand, the Reflection (McDonald) - MCDONALD & GILES (2:45)
11. Non so fingere (Giordanino, Cavagliato) - ZAUBER (4:10)
12. Bourrée (J.S. Bach) - JETHRO TULL (3:41)
13. For absent Friends (Poziakov, Cavagliato) - CLARION (2:10)
14. Nimbleness (Giordanino) - MYROS (3:11)


FORMAZIONE

 Gianni Cristiani / flutes, ottavino
Barbara Bonelli / oboe, English horn

With ZAUBER members
Massimo Cavagliato / drums, drums programming (2), metalophone 
Mauro Cavagliato / bass, classic guitar
Oscar Giordanino / keyboards, percussions programming

and 
Leo Fiore / vocals (3, 8)
Liliana Bodini / vocals (9, 11)
Davide Rossotto / electric guitar (11) 
Silvio Ferrero / keyboards (6), sequencer (6)
Manuela Mortara / voices (6)


Due anni dopo il disco di debutto i Clarion ritornano in sala di registrazione per regalarci un altro bellissimo album, il loro canto del cigno, composto quasi completamente da cover. Nel frattempo il duo viene rimaneggiato: Barbara Bonelli, all'oboe e al corno inglese, subentra a Paolo Clari, lasciando le tastiere nelle mani di Oscar Giordanino e dell'ospite Silvio Ferrero in un paio di brani. "Bourrée" (scritto con due "erre" come nella partitura originale di Bach) è un disco sorprendente e magnificamente suonato. Vengono proposti e ri-arrangiati grandi classici di gruppi e musicisti storici del prog internazionale, dai Focus ai Gentle Giant. dagli Amazing Blondel a Steve Hackett (splendida Hands of the Priestess) fino a McDonald & Giles. C'è anche spazio per il panorama nazionale: vengono ripescati dei "pezzoni" tratti dal repertorio di Battisti, Nomadi, PFM, Banco. Se devo dirla tutta le cover di Impressioni di settembre e di R.I.P. sono proprio quelle che mi convincono di meno. Ascoltare e giudicate. C'è anche lo spazio per due composizioni originali, una attribuita agli Zauber (presenti al gran completo anche su questo album), l'altra direttamente ai Clarion.
Altro grande disco sognante e magistralmente suonato.. 
Vi lascio augurandoci il mio consueto buon ascolto.

Zauber
LINK  Carion 1993
LINK Bourrée 1995

Post by George


domenica 19 maggio 2019

Serie "Bootleg" n. 293 - Eugenio Finardi, Firenze, 28.08.1977 (soundboard)


TRACKLIST:

01. Diesel
02. Scuola
03. Oggi ho imparato a volare
04. La radio
05. Saluteremo il signor padrone
06. Non è nel cuore
07. Caramba
08. Voglio
09. Scimmia
10. La C.I.A.
11. Musica ribelle
12. Tutto subito (encore)


FORMAZIONE

Eugenio Finardi -voce, chitarra, armonica
Lucio Fabbri - violino, pianoforte, chitarra
Walter Calloni - batteria
Roberto Possanzini - basso
Lucio Bardi - chitarra, mandolino, banjo


L'amico Marco Osel ci ha regalato questa volta un magnifico concerto di Eugenio Finardi registrato il 28 agosto 1977 a Firenze in un luogo rimasto sconosciuto. Il bootleg è piuttosto raro e le informazioni sul web sono pressoché inesistenti,  ad eccezione del sito Maclen's archive che lo indica sulle sue pagine (qui)
La registrazione è di ottima qualità: ci troviamo di fronte ad un soundboard.
Il tormentone dell'intero concerto risiede nella difficoltà di fare spegnere le luci al neon sopra le tribune. Altrettanto degne di interesse sono le presentazioni dei brani ad opera di Finardi. ma siamo nel pieno degli anni '70, buon dio, e certe prese di posizione (la premessa a "Scuola" ne è un esempio) erano naturali in quel periodo. 


Ma veniamo al concerto: "Diesel" era il terzo album in assoluto pubblicato da Eugenio, dopo "Non gettate alcun oggetto dal finestrino" (1975) e "Sugo" (1976). La scaletta propone alcuni brani da "Diesel" affiancati da episodi tratti soprattutto da "Sugo". Strepitosa la versione di Musica ribelle, con un gran lavoro di basso-batteria. La parte del leone la fa Lucio Fabbri, autore di due incandescenti assoli di violino in La radio e Caramba (quest'ultima riesumata dal primo LP). E che dire di Lucio Bardi? Ascoltate il suo assolo di chitarra in La CIA. Poteva forse mancare in scaletta Saluteremo il signor padrone? Non se ne parla nemmeno.
In conclusione si tratta di un buon concerto, un po' retro, con un Finardi della prima ora incazzato e ribelle, come la sua canzone-emblema. 
Osel mi ha anche inviati un altro live di Finardi intitolato "Musica Ribelle Live", che però risulta essere un disco ufficiale pubblicato nel 2013 (quindi troppo recente per la Stratosfera) e facilmente reperibile sul mercato on line.
Null'altro da aggiungere se non auguravi buon ascolto.



Post by George - Music by Osel

venerdì 17 maggio 2019

Elio D'Anna production: Enzo Cervo - Musica è (1981, vinyl) & Enzo Carella - Sfinge (1981, vinyl)


Due cantanti e compositori, due dischi pubblicati nello stesso anno (il 1981), entrambi uniti da un comune denominatore: la presenza di Elio D'Anna in veste di produttore e sassofonista. Elio D'Anna non ha certo bisogno di grandi presentazioni. A lui si ascrive una brillante carriera musicale come sassofonista e flautista ad iniziare dal 1968 con gli Showmen, al fianco di James Senese e Mario Musella, per proseguire con gli Osanna, gli Uno e i Nova. Ha vantato collaborazioni illustri con musicisti del calibro di Phil Collins, Narada Michael Walden, Percy Jones giusto per citarne alcuni. Proprio negli anno '80, conclusa la carriera di musicista, si concentra sull'attività di produttore e arrangiatore collaborando con artisti italiani quali Gino Paoli, Renato Zero, Zucchero, Enzo Carella e (il meno conosciuto) Enzo Cervo. Proprio questi ultimi due autori, con i rispettivi album, sono in protagonisti del nostro post.

Enzo Cervo - 1981 - Musica è


TRACKLIST:

01. Voglio te    4:37  
02. Solo mò    4:19  
03. Perla nera    4:08  
04. Galleggiare    4:38  
05. Musica è    3:22  
06. Sarai l'estate    3:50  
07. E non esserci più    3:54  
08. Delfina    4:08  
09. Ninna na'    2:52  
10. Zitto zitto - Bonus track, dal 12" del 1984)


Le informazioni su Enzo Cervo si perdono nelle brune. Ho già chiesto aiuto ad alcuni miei dottissimi amici ma al momento non ho avuto ancora riscontro. Ritengo sia di origine partenopea (Solo mò e Ninna na' lo confermano). Da qualche parte ho letto che deve essere già scomparso. Nell'attesa di ricevere ulteriori informazioni mi limiterò a dirvi che la sua discografia (fonte Discogs) si riduce a questo album, pubblicato dalla CGD e mai ristampato né in vinile né in CD, e ad un mini LP 12" con 4 brani dal titolo "Zitto zitto", pubblicato nel 1984. Da "Musica è" venne anche estratto un singolo contenente Voglio te/Music è. Nonostante la carenza di informazioni sui musicisti che lo accompagnano in studio si evince che Elio D'Anna non si limita alla sola produzione, ma appare anche in veste di sassofonista in alcune tracce del disco. Suo è lo splendido assolo di sax nella parte centrale di Voglio te, il brano posto in apertura, così come l'altro torrenziale assolo in chiusura di Delfina. "Musica è" è tutto sommato un buon lavoro, con forti venature funky. tipiche di una certa "scuola napoletana" anni '80 8 e non solo), Pino Daniele e Napoli Centrale in primis. Non ultimo, abbiamo dato una ulteriore sforbiciata alla wishlist del Capitano.


Enzo Carella - 1981 - Sfinge


TRACKLIST:

Lato A
a) Stai molto attenta   4:32  
b) Sì, si può    3:58  
c) Sex Show    3:04  
d) Mare sopra e sotto   3:40  

Lato B
a) Sfinge  (voce Hiliry Harvey)   3:29  
b) Che notte (qui con te)   2:46  
c) Contatto    3:52  
d) Lei no    2:55  
e) Riflessione finale    4:25  


MUSICISTI

Enzo Carella - voce, chitarra
Anthony R. Walmsley - basso
Fabrizio Milano - batteria 
Gianni Guarracino - chitarra
Fabrizio D'Angelo - tastiere
Adriano Giordanella - percussioni 
Elio D'Anna - sassofono e produzione


"Sfinge" è il terzo disco del cantautore romano pubblicato dalla RCA Italiana nel 1981, dopo l'esordio con "Vocazione" (1977) e il seguente "Barbara e altri Carella" (1979), dove Enzo si fa accompagnare in studio niente meno che dai Goblin. Da molti ritenuto il punto più alto della sua carriera musicale, "Sfinge" rappresenta il termine della trilogia anni 70-80. Carella si ritirerà dalle scene per un lungo periodo riapparendo solo nel 1992 con "Carella de Carellis". L'ultimo suo lavoro risale al 2007. Dopo qualche guaio con la giustizia Enzo Carella ci ha lasciti nel 2017 a seguito di un arresto cardiaco all'età di 65 anni. 


Ricordo che anche questo album, alla stregua di quello di Enzo Cervo, non è mai stato ristampato. Elio D'Anna è accreditato sia come produttore che come musicista. Impareggiabili, come sempre, i suoi interventi al sax. Ecco cosa scrisse Fabio Russo nel 2017 sul sito Ondarock a proposito di "Sfinge".

"La donna/leonessa egizia si staglia maestosa e sibillina su uno sfondo di immutabile tonalità chiara, azzurra, mentre una brezza leggera sale dal mare e giunge alla costa, contaminando la musica. Disco di pop sofisticato ed elegante nuovamente ispiratissimo, Sfinge è scritto e interpretato da grido, arrangiato e prodotto da Elio D'Anna, ex sax degli Osanna, musicista di spiccata sensibilità che assesta lo slancio fatale. Per molti è proprio questo l'episodio migliore della carriera di Enzo Carella, il colpo d'ala autentico. Lui è ormai scaltro araldo di un linguaggio lieve e sensuale, chiaro/scuro, limpido-torbido, sviluppato e arricchito sempre e solo su se stesso. Nessun battistrada sanremese questa volta a ornare o gravare la raccolta. Fuga ogni equivoco lo stesso insieme: Sfinge è forte in sé, una fenomenale prova di forza creativa e di collettivo: una bruciante "koinè" del pop nostrano con pochi eguali. Anzitutto il titolo, geniale, ambiguo, cruciale, simbolico, tra illusione e riflessività, e poi in questa parvenza muliebre felina, sensitiva ed enigmatica, l'ultima, risolutiva "forma" al desiderio carelliano. Essa induce e stimola un atteggiamento diverso, contemplante, passivo. Facendosi bramare, l'amante accende di desiderio l'amata.


La scaletta dei pezzi offre intriganti pastiche stilistici senza soluzione di continuità, un misto infettante di funk, jazz, creolo, sino a certa saudade tipica dei primi album di un altro incontenibile creativo, Alberto Camerini. Come su un'ondata scorrono dediche e fughe, "brucianti nostalgie", rapidi incontri, fulmini e vapori. Spasimi sentimentali che investono tutti, dal protagonista "fisico" Carella, alla "mente" Panella, ai "coreografi" strumentisti, sino all'ascoltatore. Tutto è spontaneo, speziato, allettante e intrigante sino al parossismo. Su "Si, si può", il Lungotevere romano da passeggiare trascolora, accentuando colori "west coast pop" da eterna estate californiana. I flutti di mare, pensato allo stremo sino al delirio, sino all'avaria, riaffiorano a tormento nostalgico su "Mare sopra e sotto" e "Che notte (qui con te)", in cui avviene l'abbandono, la definitiva capitolazione.
Dalla strepitosa intimità di "Stai molto attenta", con incedere acustico, sino al tripudio di tastiere a ritornello, Carella impara dai segni sulla propria pelle e reagisce. Più sfuggente, astuto, tenebroso, forse cinico, il suo verbo va ora a ribaltare il rapporto: la vittima si fa carnefice, la donna/musa/Sfinge non può più nulla, si porge. "Sex show", "Lei no", "Riflessione finale" sono flash cinematici obliqui, estasi pop per cortometraggi d'intrigo estivo con epilogo non scritto, storie animate e musicate in incessanti percussioni, volteggi di assolo elettrici à-la Larry Carlton e la somma densità di un sax indomito"


Il 22 febbraio 2017 arriva la notizia che gela tutti quelli che avevano seguito con affetto la sua singolare parabola: Enzo Carella è venuto a mancare per un arresto cardiaco: era ricoverato da mesi in terapia intensiva. Lascia il palcoscenico della musica italiana in punta di piedi, com'è stato per tutta la sua carriera, tanto brillante quanto ingiustamente sottovalutata.

Si conclude qui questo omaggio a Elio D'Anna e alle sue geniali produzioni. Elio oggi è dedito al settore imprenditoriale, con particolare attenzione a quello  educativo. È autore dell'opera letteraria "La Scuola degli Dei" nonché fondatore e presidente della "European School of Economics" e della relativa fondazione. Nel 2016 è stato pubblicato un altro suo volume, "La Tecnologia del Dreamer", dapprima in lingua turca, e successivamente sotto forma di ebook in lingua inglese. 

 

Elio D'Anna yesterday...and today

LINK  Enzo Cervo - Musica è
LINK  Enzo Carella - Sfinge

Post by George

martedì 14 maggio 2019

Serie “Bimbitudine” vol. 3- Giorgio Laneve - 1974/1976 - Viva Fantasia + Accenti (vynil)


Giorgio Laneve
Il milanese Giorgio Laneve è stato, per un certo periodo, un cantautore  di discreto successo: la sua “Amore dove vai?”, il delicato primo singolo, partecipa a “Un disco per l’estate” del 1970 con ottimi riscontri di pubblico e di critica. Da lì parte una carriera discografica che, nella prima fase, lo porterà a incidere cinque Lp fino al ’77. Nelle sue canzoni, forte è l’influenza degli chansonniers francesi, soprattutto Brel, Moustaky e Barbara (di cui fu assiduo traduttore), e se è vero che ciò lo accomuna alla prima generazione di cantautori (Paoli, Endrigo, Lauzi, De André) ancora sugli allori al suo esordio, è anche vero che proprio questa matrice lo farà poi precipitare a nome di stretta nicchia, travolto come fu dalla nuova ondata, la cosiddetta seconda generazione di cantautori che meglio seppe esprimere speranze, rabbie e tensioni della generazione dei Settanta.
Forse è anche per questo motivo, nonché per il fatto che proprio nello stesso 1974 Sergio Endrigo era risorto discograficamente con “Ci vuole un fiore”, che Laneve si lancia nella produzione di due LP per bambini con i quali chiude, se non consideriamo l’appendice di un 45 giri nel 1980, la sua prima fase discografica (che ha avuto poi una inaspettata coda ben 36 anni dopo con un nuovo album “La mia più bella storia d’amore” pubblicato nel 2016). Un’altra ragione di questo percorso ce la suggerisce lo stesso Laneve in una bella e recente intervista di Francesco Caltagirone  apparsa sull’importante sito “L’isola che non c’era”: avendo già cominciato a lavorare come ingegnere elettronico in un’azienda  importante, la sua attività di cantante non era ben vista dai suoi superiori, sicché a un certo punto il cantautore milanese ha pensato che scrivere e cantare per bambini potesse essere più accettato nel mondo lavorativo. Oggi può sembrare strano, ma all’epoca a certe cose si badava.

VIVA FANTASIA (1974)


TRACKLIST:

01 Viva Fantasia
02 La nuvola curiosa
03 Asinello del somaro
04 Il carnevale dei Balocchi
05 Le tre uova
06 Terra e Mare
07 I solidi
08 La fuga della fata
09 Fila fila filastrocca
10 La storia di febbraio
11 Le tre sorelle
12 La lancia d'oro

Giorgio Laneve- Voce
Riccardo Zara- voce
Le Mele verdi- coro

Arrangiamenti: Gianni Bobbio, Marcello Minerbi, Reddy Bobbio, Giulio Libano e Rodolfo Grieco

“Viva Fantasia” esce per la Decca nel 1974. Scritto per cinque episodi in collaborazione con Gianni Bobbio, è arrangiato dallo stesso Bobbio (ancora attuale collaboratore di Laneve) con Marcello Minerbi e Reddy Bobbio.
Per questo disco Laneve recupera dal disco precedente “Le tre sorelle”“La lancia d’oro”, quelle cioè che potevano essere più naturalmente inserite in questo progetto.
Si tratta di canzoni gioiose, dedicate a un pubblico di piccolissimi (come si evince anche dall’illustrazione di copertina e dai disegni interni ad opera di Annarita Montecroce) in cui prevalgono storielle, filastrocche e favole messe in musica con stile semplice adatto a questo target, anche se in qualche caso emergono stilemi più tipicamente cantautoriali (“Terra e mare”, “La fuga della fata”). La voce gentile di Giorgio Laneve è a volte accompagnata da un coro di bambini (non specificati nelle note di copertina).




"Viva Fantasia" ottenne anche il Premio della Critica Discografica Italiana “per la garbata vena poetica con cui l’autore ha saputo trascendere la realtà quotidiana dei più piccoli” ed il Premio Nazionale del Paroliere.
Il disco non è mai stato ristampato in CD e non è reperibile in rete, sicché ho proceduto a ripparlo dalla mia copia in vinile. Contestualmente fu pubblicato anche un 45 giri per l’Unicef che vedeva sul lato A l’inedito ”Può bastare un canzone?” (chi ce l'ha batta un colpo) e sul lato B “Viva Fantasia”.

ACCENTI (1976) + bonus track


TRACKLIST:

01 Accenti
02 La girandola
03 Amedeo Wolfango
04 Gi-o-erre-gio
05 Le formiche
06 Augurissimi
07 Bernardo l’Eremita
08 Rocky Boom
09 L’uovo
10 i venti
11 C’era una volta
12 BONUS TRACK- L'ispettore Nasy (45 giri, 1980)

Giorgio Laneve- Voce
Riccardo Zara- voce
Le Mele verdi- coro

Arrangiamenti: Gianni Bobbio, Marcello Minerbi, Reddy Bobbio, Giulio Libano e Rodolfo Grieco

“Accenti”, uscito per la Divergo di Mario De Luigi nel 1976, vede la collaborazione ai testi di Luciano Beretta (storico collaboratore di Celentano) e prolunga il disco precedente verso una fascia di età un po’ più alta, ampliando conseguentemente la tavolozza musicale con quadretti gustosi che vanno dal bandistico al cameristico, dal pop fino al country umoristico, con duetti tra lo stesso Laneve e il coro dei bambini de “Le mele verdi”, già presenti in un precedente post di questa serie di “Bimbitudine”. Si accentuano gli intenti didattici (la titletrack potrebbe ancora oggi essere adottata nella scuola primaria, e, aggiungo io, anche da molti utenti dei social…), e si aggiungono quelli civili, anche se non mancano divertissements senza troppe pretese, tra cui "Bernardo l’Eremita" e "I venti". C’è anche la curiosa "Amedeo Wolfango" che racconta l’infanzia di Mozart rielaborando proprio una musica dello stesso genio austriaco.
Degna di nota anche l’immaginifica copertina apribile dallo stile marcatamente fumettistico.


Laneve con i piccoli del coro de "Le Mele Verdi" nel retro di copertina di "Accenti"
L’album, arrangiato dagli stessi musicisti dell’album precedente con l’aggiunta di Giulio Libano e Rodolfo Grieco, nonostante la sua qualità, non ha grande successo e anche questo forse spingerà Laneve a dedicarsi esclusivamente alla sua professione di ingegnere elettronico. Il disco non è mai stato ristampato, tuttavia è disponibile in digitale sui maggiori canali. Per questo post ho però preferito utilizzare la versione in vinile (inguaribile nostalgico) tratta dal defunto storico blog “Il Golpe e l’Uva” che ringrazio ad memoriam.


Laneve con Francesco Guccini al primo Premio Tenco, 1974
Ultimo colpo di coda, dicevamo, un frizzante 45 giri in sapore dixie del 1980 “L’ispettore Nasy”, sigla dell’omonimo cartone creato da Pagot che andava in onda per la RAI all’interno dello storica trasmissione per ragazzi  “3…2…1…contatto!”. Per evidenti affinità, accludiamo come bonus track il lato A (purtroppo il B ci manca, sicché, amici, se ce l’avete, fatevi avanti!), anche se in versione "sporcata" da voce radiofonica.

Da segnalare che Laneve, oltre che con la RAI, in quegli anni collaborò anche con una trasmissione per bambini per la Televisione Svizzera (proprio come Beppe Chierici, di cui parlammo in un post precedente di “Bimbitudine”) che all'epoca era all'avanguardia in questo tipo di programmazione (qualcuno, a cavallo tra i 40 e i 50, ricorderà forse l'appuntamento irrinunciabile con "Scacciapensieri", il sabato sera).

A tutti i bambini di ieri e di oggi, buon ascolto!




Post by Andrea de "Gli Sprassolati"

sabato 11 maggio 2019

Parco Giochi Ore 21 - 1995/96 - Stella di luna (INEDITO)


Premessa by Captain - Prima di iniziare, ringrazio di cuore Giudas, che si riconferma come lo scopritore di talenti della stratosfera, per aver portato alla luce questo bellissimo lavoro. Mai come in questo caso, infatti, gli artisti coinvolti avrebbero meritato maggiore visibilità. Con un ritardo più che ventennale, la stratosfera si propone dunque di rendere noto il loro lavoro. A margine, grazie a Giudas anche perchè mi ha dato l'occasione di scrivere sul blog dopo mesi di assenza.



Il materiale di questo cd è stato realizzato nel biennio 1995-1996.

01 – Il giornale di domani  (3’ 58”)
02 – Fallo spesso (4’ 50”)
03 – Stella di Luna (5’ 06’’)
04 – GX-Trans (4’ 41’’)
05 – Essere normale (4’ 40’’)
06 – Volo cancellato (4’ 16’’)
07 – Un uomo nuovo (4’ 11’’)
08 – Ci sono (4’ 20’’)
09 – I pali della luce (4’ 10”)
10 – Così domani (5’ 50”)


PARCO GIOCHI ORE 21 

In occasione del precedente mio post sulla Stratosfera, con gli Zero Artico, il mio principale informatore è stato il chitarrista dello stesso gruppo, Ciccio Cassanelli. Costui mi disse, a un certo punto, che in precedenza aveva militato in un altro gruppo musicale. Anche questo dalla vita breve ma sufficiente a realizzare una decina di brani inediti. In quel momento ero concentrato sugli Zero Artico e, conoscendo i tempi biblici del mio interlocutore, evitai di divagare e mantenni il discorso sul mio obiettivo del momento. L’accenno a questo sconosciuto gruppo fu però sufficiente perché il Cassanelli mi facesse ascoltare una trentina di secondi di un solo brano. Bastarono per accendere il mio entusiasmo e la mia curiosità.  Se tutto il lavoro era come quei trenta secondi ci sarebbe stato da divertirsi. Pertanto lo incasellai mentalmente nella lista delle cose da fare. E adesso finalmente è fatta.

La località è Bisceglie, in Puglia, il periodo è quello degli anni ’95 – ‘96 ed il gruppo si chiama PARCO GIOCHI ORE 21. Bel nome, se si pensa che a quell’ora in genere i parchi sono chiusi e, se sono aperti, è solo per attività estemporanee, come ad esempio i concerti. Quindi il nome ha anche il significato di un appuntamento, insomma… abbastanza originale !!

Il lavoro si compone di dieci brani decisamente belli e particolari. Per scrupolo mi sono nominato avvocato del diavolo ed ho tentato a lungo di cercare in quei brani somiglianze ed analogie con quanto da me conosciuto, al fine di demolire l’originalità del lavoro stesso, ma non ci sono riuscito. Ogni volta che riscontravo una qualche somiglianza con qualcosa (e ne ho trovate veramente tante) c’era qualcos'altro che lo differenziava. In sintesi siamo davanti ad un lavoro certamente inserito ed influenzato dall’ambiente musicale globale, ma che riesce a mantenere una sua collocazione autonoma.

Tanto per dire, ho fatto ascoltare il primo brano (senza qualificarlo) ad alcuni miei amici, dei quali ho un’elevata opinione in fatto di competenza musicale. In tutti i casi mi hanno detto che sembrava loro un brano della PFM di cui in quel momento non si ricordavano il titolo (e sfido io che non lo conoscevano…). Confesso che quando ho avuto modo di ascoltare il tutto non credevo alle mie orecchie. Il materiale risultava di ottima qualità e, in altra situazione, avrebbe avuto un destino certamente più luminoso. Sapevo che il tutto era stato realizzato da giovani che all’epoca avevano un’età compresa tra 25 e 35 anni; eppure mi sembrava un lavoro fatto da musicisti con alle spalle almeno trent’anni di esperienza. Il cd parte col botto. Il primo brano ha un violino che neanche Mauro Pagani, ed un riff accattivante che permea tutta la traccia. Ed è stato proprio il violino di quei trenta secondi di primo ascolto a farmi venire la pelle d’oca nel primissimo ascolto. Quale gruppo, negli anni novanta, avrebbe utilizzato un violino per la parte principale di una canzone ?!?  Una scelta così fuori contesto meritava attenzione.



Qualche dato sui singoli brani, visto che l’autore mi ha fatto dono anche di una breve e sintetica spiegazione del significato di ogni brano. Nel primo (Il giornale di domani) abbiamo un pilota che riflette su un sogno premonitore, prima di sganciare un’atomica. E se il secondo (Fallo spesso) e’ un Ironico e irriverente doppio senso su una relazione a tre, nel terzo (Stella di Luna) abbiamo una bella fiaba sulla vanità, nella quale la Luna, che non brilla di luce propria, decide di ricoprirsi di stelle per essere più luminosa e appariscente, ignorando che il suo gesto egoistico avrà effetti "collaterali". Il quarto brano (GX-Trans) è una curiosa e surreale storia della metamorfosi dei chicchi di grano modificati geneticamente, ovvero dalla felicità di avere una propria identità al non sapere  cosa si è diventati). E’ curiosamente introdotto da un coro di bambini (i figli del fonico della sala di registrazione) ed ha lunghe porzioni in 7/4, una scelta ritmica tanto bella quanto poco usuale; per non parlare della distorsione vocale creata ad arte in diversi punti tramite l’uso di un vocoder. Il brano scorre con naturalezza ma, ad un orecchio attento, non sfugge la particolare difficoltà vocale che vi faccio notare: la sequenza cantata all’inizio è molto lunga e senza stacchi – se sei un cantante e non prendi fiato al momento giusto rischi di crollare (provare per credere): chi ha composto il brano mostra spirito sadico. Poiché l’autore è il cantante stesso possiamo dire che, in questo caso, mostra masochismo. Una breve menzione sull’ultimo brano che, a stessa detta del cantante / autore è “Peter Gabriel style”. La voce del cantante è molto rock, senza essere metal. In molti momenti mi ha ricordato Franz Di Cioccio e Ivano Fossati, con una punta di Bernardo Lanzetti, senza che peraltro li scimmiottasse mai.

Per questo gruppo la maggior parte delle informazioni proviene dal cantante stesso – Michele Dell’Olio – che è stato così gentile da mettersi a disposizione nel fornire informazioni utili. Mi spiega che il progetto musicale nasce in studio. Tutti i brani sono composti dal cantante stesso, autore completo delle musiche e dei testi, peraltro ben conscio che l’atmosfera degli stessi ricorda l’ambiente della PFM. Tutto quello che sentite è stato realizzato con suoni sintetizzati e campionati, in sala di registrazione. Solo le parti di chitarra sono state realmente inserite dal chitarrista (Ciccio Cassanelli), oltre ovviamente alle parti vocali. Quando si è deciso di promuovere qualche concerto, si è posto il problema di reclutare dei musicisti veri per suonare dal vivo. La faccenda dei concerti è durata solo pochi mesi, giusto il tempo per una decina di date in ambito locale e provinciale.

I musicisti del gruppo che si sono alternati dal vivo sono stati i seguenti

Emanuele “Manu” Ratti (basso)
Gianni Caccialupo (basso)
Ciccio Cassanelli (chitarra)
Vito Rizzitelli (chitarra)
Sergio Daddato (chitarra)
Luigi Vania (violino)
Franco Scaringella (batteria)
Aldo Caputi (tastiere)
Michele Dell’Olio (voce)

Di fatto - mi dice il chitarrista Cassanelli - il progetto non è andato avanti perché nel frattempo lui e Ratti avevano fondato gli Zero Artico (cfr post precedente). Ma è anche vero che il progetto ha avuto una vita di pochi mesi e non è andato avanti soprattutto perchè, più che di un gruppo vero e proprio, trattavasi di una serie di “turnisti” messi insieme per necessità di tournee, che non si sono mai identificati col progetto ma che assecondavano semplicemente i desideri di chi di quel progetto ne era stato l’artefice. Infatti il cd in questione non è stato mai pubblicato e non esiste alcun progetto grafico ad esso inerente - la stessa copertina è stata realizzata per dare completezza a questo post.

Mi racconta l’autore che il materiale era stato fatto ascoltare anche a diversi produttori musicali i quali, pur ritenendolo molto buono, avevano deciso di non investire perché (udite ! udite!) la volatilità dei componenti non riusciva a dare un’identità stabile al gruppo. Se tanto mi da’ tanto posso solo immaginare quante altre situazioni simili possano essersi verificate in giro e quanto materiale ancora giaccia da qualche parte in attesa di essere resuscitato.



Oggi Michele Dell’Olio dirige un ufficio postale di Bisceglie (meriterebbe un capitolo a parte la scena in cui il sottoscritto si è presentato per la prima volta in detto ufficio, chiedendo di parlare col direttore e, a domanda diretta dell’impiegato, dichiarava che avrebbero dovuto parlare di musica)

Scopro infine che ha realizzato tanta altra roba inedita in diversi progetti, che gli ho chiesto di procurarmi. Se il destino sarà favorevole lo girerò sulla Stratosfera. Anche qui, a chiusura del post, una breve nota a margine: questa storiella della ricerca di gruppi e brani inediti mi sta intrigando e sta diventando una specie di catena di Sant’Antonio. Una volta scoperti gli Zero Artico mi era stato offerto il collegamento con i Parco Giochi ore 21, oggetto del presente post.  Nel frattempo sono venuto a conoscenza di altri due gruppi musicali da archeologia: ad oggi ne conosco solo il nome (Energetika – con la kappa il primo e Mediana Kasba il secondo), che facevano del prog di buon livello (forse), e che sono esistiti negli anni ’80-’90 (forse) sempre in quel di Bisceglie (forse). Prima o poi qualcuno si prenderà la briga di scavare a fondo in Italia in questo mare di sconosciume e verranno fuori cose tanto dimenticate quanto meravigliose.

Pertanto da questo momento sono a caccia – se son rose fioriranno e ve ne farò dono.
Un abbraccio musicale. Giudas


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Post by Captain, sound words and art by Giudas

martedì 7 maggio 2019

Eugenio Bonomi & Biesse.030 - 1982 - Fiabe del Dopobomba (vinyl)


TRACKLIST:

Lato A

Prologue  
01. Identikit 3:37  
 Cap. I  
02. Ninna nanna domani 3:47  
 Cap. II  
03. Il tempo delle iene 5:05  
04. Apocalisse quando 2:52  
 Cap. III  
05. Dolce Lella 4:25  
06. Cari benpensanti 2:23  

Lato B

 Cap. III (cont.)  
01. Galera 3:22  
02. Babilonia 6:13  
03. Cara Linda 3:57  
04. Valentina 8:45  


MUSICISTI

Eugenio Bonomi - voce, chitarra acustica
Ivan Tagliani - piano
Gabriele Colli - basso acustico, banjo, 
Domenico Masuno - tastiere
Alberto Buttarelli - flauto
Eros Morandi - batteria
Gianluca Tilesi - batteria, percussioni
Adriana Lopa - voce
Susy Lamperti - voce, voce solista


Impreziosito dalla copertina disegnata da Guido Crepax, nel 1982 viene pubblicato il primo album del cantante, compositore e musicista Eugenio Bonomi, Si fa accompagnare da un gruppo denominato Biesse.030. Trovare informazioni su questo disco, mai ristampato negli anni a seguire, è cosa ardua, così come è arduo trovare immagini di Eugenio. Youtube ci viene in aiuto, grazie ad alcuni scatti televisivi (quelli pubblicati) risalenti al 1983 in occasione di un più unico che raro concerto dal vivo. La sua produzione discografica si esaurisce nel 1985 con la pubblicazione del secondo e ultimo album "Oro, incenso e...mitra". Sia questo disco che gli spezzoni del concerto del 1963 saranno pubblicati a breve qui sulla Stratosfera.
Ma chi è Eugenio Bonomi? Per rispondere a questo epocale interrogativo mi limiterò - in assenza di altro - a riproporvi le note di copertina del 2° album.

"UDITE! UDITE! Ora, forse, De Andre’ ha un successore. È un giovane professore di lettere bresciano , Eugenio Bonomi, che compone testi e musiche bellissimi. Eugenio canta in coppia con Susy Lamperti, una splendida ragazza dotata di un'incredibile voce dai toni caldi e vibranti. (E. De Paoli - "Stop") Presentare Eugenio Bonomi è difficile perché egli non ama parlare di sé. Sappiamo dalle sue canzoni che è professore, che vive un rapporto di amore-odio con la città di Milano, che racconta storie di personaggi d'ogni genere, che il suo primo LP "Fiabe del Dopobomba" ha fatto molto discutere e che la sua canzone "Babilonia" è incorsa nelle ire della censura. Leggendo i nuovi testi notiamo che Eugenio, per niente spaventato, continua sulla sua strada spesso provocatoria".

Non resta che ascoltarlo. Ah, dimenticavo: altra sforbiciata alla wishlist.



Post by George