domenica 24 marzo 2024

A Blues Evening with Rudy Rotta: The Beatles in Blues (2001) & Rudy Rotta with Brian Auger Captured Live (2005)


Questo post è dedicato, in modo particolare, al popolo del blues che ama e segue questo filone musicale,  più volte ospitato sulle pagine della Stratosfera. Questi due album sono un regalo che mi fece tempo fa l'amico Marco Osel e che ho riscoperto, setacciando i vari hard disk. Quindi, ancora una volta,  un forte grazi a Osel. Ma veniamo al nostro protagonista. Forse non si è parlato abbastanza di Rudy Rotta se non nei circuiti del blues e su una certa stampa specializzata. Qualcosa in più si è detto e scritto nel momento della sua scomparsa, avvenuta a Verona il 3 luglio 2017, quando molte testate giornalistiche si occuparono di questo grande bluesman nostrano. Rudy, nato nel 1950, vanta una lunga e prestigiosa carriera iniziata, come per moltissimi musicisti, esibendosi nei locali di Verona come chitarrista in piccoli gruppi emergenti, con un repertorio soul-blues di grandi autori inglesi ed americani. Finalmente, nel 1987 forma la sua prima band, di cui diviene chitarrista e cantante, esibendosi in particolare all'estero fino a diventare un ottimo esponente della musica blues, ottenendo riconoscimenti dalla stampa e dalla critica.


Rudy è stato invitato come ospite a numerosi Festival Blues in Europa e oltreoceano (ad es. il Kansas City Blues Festival insieme a Peter Green, Brian Setzer e Taj Mahal). Molto risalto dalla stampa nazionale e internazionale è stato dato alla partecipazione al Festival Jazz di Montreux nel 1993 (con B.B. King in veste di ospite), al Pistoia Blues Festival (4a edizioni) e al Concerto del Primo Maggio di Roma. In una delle nove edizioni del Sanremo Blues, è stato premiato come migliore bluesman italiano. Negli anni novanta ha registrato per la BBC inglese e per la Jazz FM di Londra. Nel corso dei suoi live show Rudy si esibiva in versione elettrica, così come in sala di registrazione, non disdegnando però, in alcuni casi, la versione acustica con chitarra e voce. Nel corso della sua carriera ha pubblicato più di 20 album, molti dei quali registrati dal vivo. Le collaborazioni sono assolutamente prestigiose. Stiamo parlando di artisti internazionali del calibro del già citato B.B. King, Allman Brothers (alla House of Blues di New Orleans), John Mayall, Brian Auger, con il quale ha effettuato diversi tour in Italia, John Mayall & the Bluesbreakers, Robben Ford, Peter Green, Luther Allison. Credo che possa bastare per darvi un'idea dello spessore del personaggio. Prima di passare alla musica, voglio ricordare che nel 2018, è stata fondata l'Associazione culturale Rudy Rotta,  per volontà della famiglia e degli amici in memoria dell'artista scomparso,  col fine di continuità i suoi progetti musicali e artistici.


Rudy Rotta Band - The Beatles in Blues (2001)


TRACKLIST:

01. Love Me Do - 3:14
02. I Feel Fine  - 4:06
03. Come Together - 4:14
04. Dear Prudence - 4:23
05. Revolution - 4:24
06. Get Back - 4:57
07. Norwegian Wood - 3:51
08. I've Got A Feeling - 2:58
09. Don't Let Me Down - 4:25
10. You Can't Do That - 3:15
11. She's A Woman - 3:09
12. In My Life - 3:27


FORMAZIONE:

Rudy Rotta - voice, guitars
Luca nardi - bass
Cramine Bloisi - drums, percussion
Michele Papadia - Hammon organ, piano, electric piano Fender Rhodes



Da grande fan e cultore dei Fab Four potevo forse farmi mancare questo album? Rudy Rotta con il suo quartetto omaggia Lennon e McCartney in modo assolutamente superlativo, attingendo brani storici che hanno attraversato l'intera carriera dei Beatles. Si inizia nientemeno che con Love Me Do; ero veramente curioso di ascoltare la trascrizione blues e l'ho trovata geniale. Più facile - si fa pèr dire -  per Rudy rivisitare tracce quali RevolutionCome Together o I've Got A Feeling. La chitarra acustica la imbraccia solo per Norwegian Wood in una versione trascinante, con la sua voce graffiante. La chiusura è dolce e delicata: una versione di In My Life per voce e pianoforte. Un disco grandioso dalla prima all'ultima nota. Osservando le pagine di Discogs ho notato che l'album è stato stampato in diversi Paesi con differente copertina: dalla Azzurra Music in Italia (le copertine sopra riportate), ma anche in Austria, Indonesia, Germania e Russia, Nel 2013 è stato ristampato, sempre in CD dalla Azzurra, ma con diversa copertina. Ve le riporto qui di seguito.

front cover Austria

front cover Indonesia

front cover Germania

front cover Italia -ristampa 2013

Rudy Rotta & Brian Auger - Captured Live (2005)


TRACKLIST:

01. Steps - 5:44
02. Tell Me Baby - 4:03
03. Hold On - 4:35
04. I'm In The Groove - 6:48
05. I Don't Play The Money - 11:05
06. Freedom Jazz Dance  - 5:09
07. Loner And Goner - 6:28
08. You Don't Love Me - 5:02
09. The Thrill Is Gone - 5:20
10. Boom Boom - 4:26


FORMAZIONE

Rudy Rotta: guitar, vocals
Brian Auger: Hammond organ, electric piano
Michele Papadia: acoustic & electric piano
Carmine Bloisi: drums
Andrea Tavarelli: bass


In questo secondo CD, pubblicato nel 2005 dalla Slang Records, il nostro Rudy Rotta duetta con un mostro sacro quale il tastierista inglese Brian Auger. "Captured Live" venne registrato a Verona il 3 agosto 2002. I due andarono spesso in tour insieme e la tappa veronese mostra la grandezza di questi due musicisti accompagnati da un potente sezione ritmica composta da Carmine Bloisi alla batteria e Andrea tavarelli al basso. Completa la formazione Michel Papadia al piano acustico ed elettrico. Questo concerto mi piace in modo particolare: amo da sempre il suono dell'Hammond di Brian Auger, grande maestro dello strumento, che ho seguito fin dai tempi degli Oblivion Express. I duetti con la chitarra di Rudy sono memorabili. Di seguito vi riporto una breve descrizione dei brani in scaletta, pubblicata sul blog "Liquia Rock".


"Lo show si apre con "Steps", uno strumentale rock jazz che ricorda chiaramente gente come Larry Carlton con un tocco funky. "Tell Me Baby" ci porta verso il blues con Rudy che canta e fa dispetti con la sua chitarra. I duelli chitarra-piano-Hammond sono costanti. "Hold On" è un'altra composizione di Rotta in cui lui è il protagonista principale." I'm The Groove" suona assurdamente come "Suzie Q". Brian sembra avere 63 anni al momento della registrazione. "I Don't Pay No Money" è uno dei momenti salienti della registrazione, oltre dieci minuti di estasi blues. "Freedom Jazz Dance" è uno strumentale di Brian Auger  dell'era Oblivion Express ("Second Wind" 1972) in tono jazz. "Loner and Goner" ha un'introduzione boogie. Il piano di Papadia ci riporta ad uno stato più rilassato. Atmosfera fumosa da club parigino. La registrazione si conclude con  "You Don't Love Me" (Cobb), ben nota nella versione Allman Brothers, "The Thrill is Goes" (Hawkins/Darnell) , molto fedele all'originale e, infine, "Boom Boom" (JLHooker). Decisamente un grande finale".
Ultima nota discografica: il CD è stato stampato nel 2006 in Germania e nel resto d'Europa con diversa copertina (che riporto qui sotto).


Cari amici stratosferici, il post si conclude qui. La Stratosfera chiude i battenti da oggi per due settimane, Con l'occasione auguro Buona Pasqua a tutti voi, con un augurio speciale ai collaboratori del blog. Nel corso di questa pausa avete voglia di ri-dare un'occhiata alla wishlist? Chissà che qualcosa non salti fuori. Appuntamento al 12 aprile. 


LINK The Beatles in Blues (2001)
LINK Captured Live (2005)

Post by George - Music by Osel (thanks friend)

5 commenti:

  1. da buon appassionato di blues ho avuto modo di vedere Rotta varie volte dal vivo, l'ultima nel 2013 quando duettò con quel mago di Larry Carlton ....una serata da brivido.
    Rotta aveva indubbiamente una marcia in più rispetto ad , pur notevoli, altri chitarristi blues nostrani.
    Una buona Pasqua a tutti voi.....e che sia un tempo di rinnovamento e di gioia(primaverile)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cavolo, era a Boretto. grande Larry.... ma Rudy Rotta aveva davvero una marcia in più , grazie mille per la condivisione

      Elimina
  2. L'ho visto dal vivo due volte a Castelfranco dell'Emilia, ed ho quell'album. Non mi è piaciuto molto, poca empatia e sonorità con cui non sono entrato in sintonia

    RispondiElimina
  3. grazie per l'articolo e la segnalazione!

    Piccolo "nitpick" di nessuna importanza: "Freedom Jazz Dance" è uno standard di Eddie Harris, molto frequentato in ambiente jazz (famosa la versione di Miles Davis su "Miles Smiles")

    RispondiElimina
  4. Chitarrista sopraffino, brani deliziosi. Grazie cari George ed Osel e Buona Pasqua a tutti gli amici stratosferici.

    RispondiElimina