mercoledì 30 maggio 2012

Serie "Bootleg" n. 48 - Goblin - 1975 - Live in Torino & Live in Ivrea

Goblin Live in Torino - Teatro Nuovo, 24.11.1975


E' da qualche tempo che vedo questo bootleg girare sul web e ho pensato di fare cosa buona e giusta nel postarlo sulla Stratosfera. Insomma, un concerto live dei Goblin negli anni '70 non è cosa che capita tutti i giorni. Il concerto è stato registrato da qualche benefattore a Torino, nel Teatro Nuovo, il 24 novembre 1975, all'incirca nel periodo in cui registrai il loro concerto al Big Ben di Ivrea (pubblicato QUI su Rock Rare Collection Fetish - lo trovate anche QUI)

TRACKLIST :

1. School At Night (Vocal Version)
2. Death Dies
3. Gold Summer (inedito – doveva essere incluso nel successivo album "Roller")
4. Mad Puppet
5. Goblin
6. Il risveglio del serpente
7. Profondo Rosso

Ecco la recensione del concerto che ho recuperato sul web:

"Profondo rosso, l'album d'esordio dei Goblin, è stato salutato da critiche lusinghiere e prima dell'uscita del loro secondo lavoro, Roller, i Goblin iniziano un'intensa attività live con la tournée di "Profondo Rosso" comprendente, fra gli altri, il concerto al Teatro Nuovo di Torino del 24 novembre 1975 e al Cinema - Teatro Royal del 2 dicembre 1975 a Bari insieme a Riccardo Cocciante, con il duplice scopo di incrementare le vendite del loro primo LP e di lanciare Roller, l'album più progressivo del gruppo. Tuttavia Roller vende inspiegabilmente soltanto 10.000 copie, non essendo legato a nessun film, quindi senza alcun lancio commerciale e contestuale scarsa attenzione da parte della Cinevox. E' un fiasco. Profondo Rosso, se da una parte ha fatto esplodere in tutto il mondo il migliore gruppo rock italiano, dall'altra ha "imprigionato" i Goblin come gruppo specializzato in colonne sonore da film più che gruppo pop (= colonne sonore da film o niente). Ragazzi, fans dei Goblin e sfrenati collezionisti, il disco che mi accingo a recensire è una chicca per pochi eletti. Non vorrei dire spropositi, ma i possessori di questo cd credo si possano contare sulle dita di una mano. Si tratta del live al Teatro Nuovo di Torino. E' un concerto che ha tutte le caratteristiche di live che si rispetti, nonostante l'inizio in sordina di School at Night, (le voci sono sicuramente preregistrate). Agostino Marangolo alla batteria, al termine della superba versione live di Mad Puppet, arricchita dal suo nobile drumming, presenta il resto del gruppo: Maurizio Guarini, tastiere; Claudio Simonetti, tastiere; Massimo Morante, chitarra, Fabio Pignatelli, basso. Cold Summer, brano incantevole, con la chitarra di Morante in primo piano, è un inedito suonato in quell'occasione che teoricamente doveva essere incluso nell'album Roller (Simonetti, dopo ben 25 anni, ahilui, non ricorda quasi più nulla di questo brano). Dopo la presentazione dei membri del gruppo, un brano d'atmosfera, Il Risveglio del Serpente, con il prestigiatore delle tastiere, Simonetti, al piano; segue il brano più lungo e più progressivo per eccellenza, Goblin, in cui Marangolo con un "drums solo", dimostra di essere un eccelso batterista. Profondo rosso, brano che chiude il concerto, è travolgente, riesce a trasmettere anche meglio della versione originale le atmosfere oniriche che si respirano nel film. Senza dubbio una delle migliori versioni che abbia mai sentito, da preferire senza dubbio alla versione un po’ sbiadita contenuta nel live di The Fantastic Journey in The Best of Goblin vol. 1. Il cd ha una durata di soli 35 minuti, ma è una chicca che se fosse sul mercato andrebbe a ruba!!! "

I GOBLIN :

Massimo Morante: chitarra
Claudio Simonetti: tastiere
Fabio Pignatelli: basso
Agostino Marangolo: batteria
Maurizio Guarino; tastiere


lunedì 28 maggio 2012

Perigeo - Jazz Rock Prog Made in Italy (Superpost)


Cari amici della Stratosfera, apprese le istruzioni inviatemi dal nostro Chef Roby, eccomi qui, debuttante allo sbaraglio, con il mio primo timido post. Ho scelto un gruppo ancora assente sulla Strato che a me piace moltissimo. Si tratta del Perigeo, notissima band di jazz rock ricompresa dai più nel panorama prog italiano. Mi sono sempre piaciuti e mi piacciono tutt’ora, piacere compensato dalla recente reunion per una serie di concerti (su You Tube ci sono alcuni spezzoni del concerto di Firenze del 2008). Li ho scoperti ai tempi di “Genealogia” (avevo degli amici che suonavano la cover di“Polaris”, fantastica!) e non li ho più lasciati. Coup de foudre? Peut-être. Mi piacciono le loro sonorità, la pulizia del suono, la raffinata miscela di jazz,rock, fusion, prog: Weather Report made in Italy? Può darsi, lo hanno già detto in molti, non sto a ripeterlo. Il giudizio lo lascio agli ascoltatori.
PERIGEO - FATA MORGANA (pubblicato nel 1977)
TRACKLIST :

01 Fata Morgana
02 Tarlumbana
03 Myosotis
04 TakeOff
05 Acoustic Image
06 Red Earth
07 New Vienna

Partiamo con una bella doppietta. Il primo album che vi propongo si intitola “FataMorgana”, realizzato a Toronto, in Canada e pubblicato nel 1977 sul mercato statunitense. L’album altro non è se non l’edizione US di “Non è poi così lontano”, stampato in Italia l’anno prima, con i brani missati n modo diverso rispetto all’originale. Non credo sia stato stampato su CD, se mi sbaglio… corriggetemi (aaagh!). Con questo disco si conclude il periodo jazzrock del Perigeo. Da qui in avanti i componenti del gruppo inizieranno a dedicarsi alla carriera di sessionmen collaborando alla realizzazione di dischi di altri musicisti. Dopo la parentesi di Alice, nel 1980 col nome Perigeo Special, il gruppi si scioglierà definitivamente. Giovanni Tommaso qualche tempo dopo costituirà il New Perigeo, con una line up completamente rinnovata. Ma questa è un’altra storia.


This is the US edition of the Italian release "Non E' Poi Cosi' Lontano. The mix is different from the original

LINE UP
Bruno Biriaco / drums
Franco D'Andrea / acoustic & electric pianos, synthesizers
Claudio Fasoli / alto, soprano & tenor saxophones
Tony Sidney / acoustic & electric guitars
Giovanni Tommaso / vocals, basses
Pete Pedersen / string arrangements
Dick Smith / percussion

LINK


PERIGEO -LIVE IN ITALY 1976
(pubblicato nel 1990 come doppio LP)
Registrato dal vivo a Pescara il 6 agosto 1976
TRACKLIST DISC 1 :

01 Take Off
02 NewVienna
03 LaValle dei Templi
04Myosotis
05 TerraRossa
06Acoustic Image
07 Tarlumbana
08 ViaBeato Angelico

TRACKLIST DISC 2 :

01 Il Festival

Registrato dal vivo a Pescara il 6 agosto 1976 ma pubblicato dalla Contempo solo nel 1990, Live in Italy 1976 è il secondo album live ufficiale del Perigeo insieme a “Live at Montreux”. In pratica viene riproposto quasi tutto l’album “Non è poi così lontano”, alias "Fata Morgana". E’ interessante l’inedito “Il Festival”, una cavalcata di oltre 25 minuti che occupa il secondo CD. L’album riprende il gruppo nel suo concerto di addio, per l’appunto a Pescara nel 1976, ed è inevitabile provare una punta di nostalgia ascoltando lo scorrere dei suoni. Particolarmente bella è la versione live del cavallo di battaglia “Via Beato Angelico”. Per un ascolto ottimale dell’album seguite queste semplici istruzioni: abbassare le luci, mettersi le cuffie, accomodarsi in poltrona e accendere il lettore CD. Volendo ci sta pure una birrettina, tra il primo e il secondo CD.


LINE UP
Tony Sidney / electric & acoustic guitars
FrancoD’Andrea / electric piano, synthesizer
ClaudioFasoli / saxophone
GiovanniTommaso / bass, contrabass, synthesizer
BrunoBiriaco / drums, percussion
LINK

E ora il dessert
BONUS VIDEO
Come bonus vi propongo la degustazione di due bei video (già convertiti in avi) presi in prestito da YouTube, che catturano il gruppo in un concerto del 1973. Le tracks sono “Azimut” e “Abbiamotutti un blues da piangere”.
Link "Azimut video!
C’est tout.. Goutez e Comparez





















Stani Labonia - 1978 - Amarsi

TRACKLIST :

01 - Aspettando primavera
02 - Amarsi
03 - In due
04 - E Jennifer non sa
05 - Ad un amico
06 - La prossima donna
07 - La rosa d'ambra
08 - 6878 (bonus track 1979)
09 - Paola (bonus track 1979)

E' un vero onore, per me, presentare agli stratosferici amici del nostro blog questo introvabile album, che avevo aggiunto alla mia wishlist dato che, pur non trattandosi di un album di rock progressivo, tra i musicisti che coadiuvarono Stani Labonia (vero nome Stanislao Smiraglia) nella registrazione di questo long playing, figurano diversi nomi eccellenti della scena progressive italiana: Jenny Sorrenti dei Saint Just, Gaio Chiocchio membro fondatore dei Pierrot Lunaire, Enzo Avitabile e Gianni Guarracino, ex Città Frontale. Un nucleo di musiscisti molto validi, dunque, che rendono questo disco un ascolto più che interessante ed appetibile anche per i puristi dell'italian prog. Arricchisce il post l'inclusione dei due pezzi provenienti da un ancor più raro singolo di Stani Labonia del 1979, che penso completi la sua discografia. Ma ciò che rende davvero straordinario questo post è la "fonte" dalla quale è stato tratto il file: la registrazione proviene infatti dall'unica copia in vinile in possesso dell'artista stesso, e l'album viene condiviso sulla Stratosfera con tutti voi per gentilissima intercessione del figlio di Stani Labonia, Davide.

Nell'attesa che Davide faccia leggere questo post a suo padre e con la speranza di ricevere, in seguito, qualche rigo di commento dal protagonista stesso del post, mi azzardo io a fare una mini recensione "alla buona" del disco, al quale ho dedicato ripetuti ascolti in questi 2 giorni. Il genere dominante è un rhythm'n'blues con venature funky, molto ben suonato ed arrangiato, le parti solistiche sono piuttosto limitate ma ben inserite e piacevoli all'ascolto. La voce di Stani è molto particolare, potente e dolce allo stesso tempo, tanto che fatico a trovare dei paragoni con altri vocalist dell'epoca. I testi, anche nelle canzoni più sentimentali, non sono mai banali e l'ascolto in generale è piacevole. Tra tutte le canzoni quella che per ora mi ha colpito di più rimane l'opening track "Aspettando primavera", con un testo molto particolare ed un ritmo fantastico, con le parti cantate molto incisive e ben inserite... Molto bene, dopo questa ciofeca di mini recensione, della quale mi vergogno un po', lascio le ultime righe del post a mister Augusto Croce che, su Italianprog, si è occupato brevemente di Stani Labonia: "L'unico album di questo cantautore per la It, sebbene non particolarmente vicino alle sonorità progressive, è interessante per la partecipazione, tra gli altri, di Gaio Chiocchio (Pierrot Lunaire), Enzo Avitabile e Gianni Guarracino (Città Frontale) e Jenny Sorrenti. Labonia (il cui vero nome è Stanislao Smiraglia) è originario di Bolzano ma ha vissuto prevalentemente a Napoli collaborando con i principali musicisti di quella città".

Stani Libonia (Smiraglia) oggi

Buon ascolto ed un grandissimo ringraziamento agli amici Davide e Stani.

LINK

giovedì 24 maggio 2012

Juri Camisasca - 1991 - Il Carmelo di Echt & 1999 - Arcano Enigma (Superpost))

1991 - Il Carmelo di Echt

TRACKLIST :

01 - Il Carmelo Di Echt
02 - Nuvole Bianche
03 - Revolution Now!
04 - L'urlo Degli Dei
05 - Primo Motore
06 - La Nave Dell'eterno Talismano
07 - Curva Del Cielo
08 - Il Viaggio Degli Umani
09 - Le Acque Di Siloe

Doppio post per questo grandissimo artista, che nel corso di trent'anni di carriera ha sfornato solo 4 albums, uno più bello dell'altro. Altrettanto rare sono le esibizioni dal vivo di Juri Camisasca: io ebbi la fortuna, una quindicina di anni fa, di assistere ad un concerto, in una grande chiesa near Miland, dell'incommensurabile artista con accompagnamento di un coro di voci bianche, con un repertorio tra pop e canti gregoriani (con polifonie degne del grande Demetrio Stratos, ve lo posso assicurare!!!). Detto questo, io con Camisasca me la sento di sbilanciarmi, dichiarando che è il mio artista italiano preferito. E non a caso questo post viene dopo i frenetici ritmi del torneo sconosciume: ho deciso di prendermela con estrema calma, perchè Camisasca è un artista che ispira serenità ed un altro modo di vivere, e decisamente mal si accompagna ad un post "tirato via" per la fretta... Infatti, sto cominciando a scrivere il 16 Maggio, ma la pubblicazione sarà quando, con estrema rilassatezza, tutto sarà come piace a me. Intanto, è dovere ringraziare Fabio 68, amico di vecchia data della Stratosfera, che mi ha passato queste due versioni mp3 degli albums di Camisasca, entrambe più che dignitose quanto a bitrate (variabile, ottima resa sonora). A quanto ci risulta, tutt'e due gli albums non sono mai stati ristampati, dunque non sono più facilmente reperibili sul mercato, per cui pensiamo di fare cosa gradita ai più postandoli qui.

Iniziamo con "Il Carmelo di Echt", album del 1991 di Juri ancora in piena vita monastica. E le meditazioni e le letture che accompagnano l'esistenza eremitica del nostro emergono prepotenti nell'album. La title track, che apre l'album, è dedicata alla vita di Edith Stein, suora ebrea internata e morta in un campo di concentramento nazi. Segue "Nuvole bianche", che è un capolavoro nel capolavoro, la canzone che più amo di quest'album, pezzo che nasconde un grande e saggio insegnamento per chi lo coglie... Poi "Revolution now", la rivoluzione dell'immobilità. "L'urlo degli Dei", ottimi testi per un pezzo a tratti battiatesco. Solenne e profonda la seguente "Primo motore", che ci parla di altri stati dell'esistenza. Secondo capolavoro in un disco che, ripeto, è un capolavoro già di suo è "La Nave dell'eterno talismano", che si ricollega incredibilmente, nei concetti (i pensieri che ossessionano), alla famosa e folle "Un Galantuomo" che apriva il primo delirante album di questo grande artista. Seguono "La curva del cielo" ed "Il viaggio degli umani", due pezzi forse leggermente inferiori rispetto all'alta qualità generale di questo disco, ma non per questo da disprezzare (restano comunque ottime canzoni con bellissimi e profondi testi). Chiude l'album la stupenda e solenne "Le acque di Siloe", terzo capolavoro dell'album, che termina in un coro gregoriano di altri tempi in latino...

Edith Stein, alla cui vita è dedicato "Il Carmelo di Echt"

Vi propongo, per capire un po' meglio che persona è Juri Camisasca e da dove nasce la sua particolare proposta musicale, un'intervista realizzata da Cristiano Gatti ed apparsa su "Il Giornale" il 6 dicembre 1998, prima dell'uscita del secondo album che qui vi presentiamo. Potete trovare questo ed altri articoli, che riguardano l'intera carriera di questo immenso artista, QUI, presso la pregevolissima fan page a lui dedicata:

"Il musicista che vive su un vulcano"
"Da otto anni si è ritirato sulle pendici dell'Etna in uno spartano rifugio prestatogli dall'amico Franco Battiato. E qui nascono le sue note. Camisasca, folgorato da un libro di Santa Teresa d'Avila, girò per monasteri prima di isolarsi. Se guarda all’orizzonte vede il mare, se si volta di spalle vede il nervoso cratere dell’Etna. L’umanità molto più in basso, giù sulla costa dello Stretto. In questo bosco isolato, il suo amico Franco Battiato, che più in là ha casa, gli ha concesso una vecchia dimora agreste: una stanza con tavolo, armadio, angolo cottura e stufetta per 1’inverno. Unico elettrodomestico optional, una piccola televisione per vedere il calcio e qualche buon film. Non è molto, ma è quanto basta. Juri Camisasca, che non fa l’eremita per mestiere o per necessità, ma per lucida scelta di vita, ha già trovato da tempo tutto quello che gli serve davvero: ha la sua fede e la sua musica. Si viene da Catania, si arriva a Giarre, poi tutta salita lungo le pendici del grande vulcano. Alla fine c’è Milo. E oltre il paese, nell’isolamento più totale, nel silenzio più forte, c’è quest’uomo strano e solo, che però vive sereno senza stranezze e senza solitudine. «Sono arrivato qui otto anni fa - racconta -. potrei dire al termine di un lungo viaggio...». Il lungo viaggio comincia a Melegnano, famosa nel mondo più che altro per la sua famigerata barriera autostradale. Juri, che di vero nome fa Roberto, nasce nel 1951 in una famiglia di operai. Padre, madre, cinque figli. Infanzia normalissima, scuola e giochi, però con un grande sogno: la musica. Juri canta sempre, Juri strimpella, Juri tiene banco nelle feste di compleanno. Crescendo, è autodidatta delle sette note e sperimentatore di accordi. Mentre si diploma maestro, un mestiere che non eserciterà nemmeno un giorno, consolida la sua vocazione artistica frequentando gruppi e producendo le prime cose. Musica d’avanguardia, genere aggressivo. E un giorno, mentre sta chiudendo il servizio militare a Udine, arriva nella sua caserma un cantante di cui si dice bene. E’ siculo, un genialoide e un originale. Si chiama Franco Battiato, ma al momento-non è ancora Franco Battiato. Juri vuole conoscerlo. S’incontrano, parlano a i lungo, si scoprono vicini. Cosi, anche quando lasceranno il grigioverde, 1’amicizia continuerà nel tempo e diventerà sempre più forte... «Ma nel frattempo succede la cosa che sconvolge la mia vita. Dopo il militare provo diversi lavori. Vado anche in fabbrica. Ma sono fondamentalmente in crisi. La vita e il mondo mi sembrano incomprensibili. Per colpa mia, sia chiaro: non c’è niente di politica e di ribellione, è solo uno sconfinato malessere esistenziale. Tutto mio, solo mio... Cosi, dopo due o tre anni nel mondo della musica, decido di lasciare anche questa avventura. Il nulla totale. Ed è proprio a questo punto, quando non ho una casa e un lavoro, non ho soldi e non ho speranza, quando tocco veramente il fondo e un passo dopo c’è solo il suicidio, che esplode improvvisamente dentro di me una forza dirompente. Una cosa pazzesca». Vogliamo definirle chiamata, vocazione, grazia? «Chiamala come vuoi, io l’ho chiamata semplicemente Dio…» Da agnostico qual era sempre stato, il cantante Juri si scopre travolto «da un’irresistibile energia, quaIcosa che trasmette una pace di incalcolabile intensità: per me è la rivoluzione». Che storia è mai questa? Sarà meglio chiarire che non ho davanti un pazzo mitomane, un anacoreta della mutua, un visionario pericoloso. Juri parla con calma assoluta, Juri ragiona profondo e non ha nessuna voglia di recitare il personaggio. Juri è un uomo pienamente, totalmente, invidiabilmente consapevole di sé. Certo non è facile spiegare, così come non è facile capire. Sono fenomeni sconvolgenti...». Investito da fenomeni sconvolgenti, Juri sente l'irrefrenabile voglia di approfondire, di darsi una ragione. All’inizio studia su libri di filosofia orientale, dove, gli sembra di scovare quello che cerca. Intanto, vive a Milano vivendo fuori dal mondo: si isola dagli amici, evita i contatti, rientra in società soltanto per lavorare come animatore negli asili («I bambini, che cosa sono: candore e la semplicità, quanto c’è di più vicino a Dio»). Tutto questo groviglio di pensieri e di sensazioni trova finalmente la quadratura quando gli capita fra le mani un libro di Santa Teresa d’Avila. Lui, che della religione cattolica non s’era nemmeno mai interessato, si sente finalmente a casa. «Sono quasi alla fine del mio viaggio, ma ne comincia subito un altro... ». Juri lascia Milano, lascia gli amici, lascia tutto e se ne va per monasteri. E’ troppo forte 1’esigenza di chiudersi in totale confidenza con se stesso. A Montefano, nella zona di Fabriano, si ritira per anni. La vita monastica gli insegna molte cose, gli conferisce ordine e disciplina, «ma non ho mai pensato di farmi prete o monaco: già sentivo di dover andare oltre...». Racconta che la solitudine e il silenzio delle celle sono magnifici, ma non sono abbastanza: c’è il rituale, ci sono gli orari, ci sono i confratelli. Juri ha bisogno di starsene solo per davvero. E allora, e siamo a otto anni fa, che decide di tornare nel mondo: «Con grande dispiacere e con molta paura, perché non è facile lasciare la sicurezza del monastero e rituffarsi in mare aperto...». In quel preciso momento si fa trovare al suo posto, da amico vero, Franco Battiato: «Se vuoi, mi dice, ti do un rifugio sull’Etna. E io, che non ho niente, accetto subito. Vedi? Sono qui ancora. All’inizio è stata dura, avevo nostalgia del monastero. Ma adesso no, è tutto a posto. Sento di essere cresciuto, finalmente compiuto. Nel silenzio di queste notti, notti magiche e stordenti, io vivo la dimensione che cercavo. E poi ho capito: non è giusto isolarsi nel compiacimento della grazia che ti ha investito. E’ giusto affrontare la vita per quello che è. Se uno non sta bene con la gente, vuol dire che ha problemi suoi...». Dopo lungo e faticoso peregrinare, Juri ha trovato il suo approdo: sotto il cratere dell’Etna, lontano dal caos, ma pienamente disposto a scendere verso valle. «Ci vado senza problemi: faccio spesa, mi bevo il cappuccino al bar, vedo amici a Giarre. Sarebbe molto triste aver paura di finire contaminati. Tornare anche a viverci? Questo no, non è possibile: io mi nutro di silenzio...». La vita dell’eremita, un eremita con codino e pizzetto, comincia all’alba davanti a una tazza di caffè. Poi molta ginnastica yoga, quindi le faccende domestiche («in monastero ho imparato la grande cura per 1’igiene e la pulizia»). Quindi la spesa, quindi il pranzo (vegetariano), e poi molte ore di riflessione e di meditazione. Spesso dipinge icone. Sempre, la musica. Che tra 1’altro gli dà da vivere. «Si, è tornata fuori non appena ho ritrovato la pace: fa parte di me, è stupido pensare di cancellare parti di noi stessi...». In questi ultimi anni ha scritto e composto pezzi per Battiato, per Milva, per Alice. Ma adesso sta lavorando con una passione indicibile al suo disco nuovo, tutto suo, parole e musiche, uscita in primavera. Juri, potrebbe succedere di finire a Sanremo o da Maurizio Costanzo: chi scrive libri e canzoni, da noi, esiste solo in quanto passa di li... «Lo so, sono pronto a tutto. Non condivido questi meccanismi, ma ho raggiunto una tale pace e una tale forza, dentro, da poterli affrontare senza lasciarmi turbare. Anche questo ho imparato: perché mai farci rovinare da cose così, come la televisione, il traffico, la frenesia... è stupido. Se dovrò andare, ci andrò. Stando quassù, isolato da tutto, mi sono scoperto finalmente capace di affrontare tutto. Mi sento più che mai in armonia col mondo. Il mio viaggio, certo, non è finito: ma forse proprio adesso viene il bello...». Hanno scritto che la solitudine è uno stato dell’animo, non una banale situazione logistica. Qui, sul vulcano che non ha mai smesso di brontolare, vive sereno uno di questi uomini simbolo: solitari senza essere soli nemmeno per un momento. E’ la strana e incredibile storia di Juri: eremita, musicista, figlio diletto del suo Dio."


1999 - Arcano enigma

TRACKLIST :

01 - Zodiaco
02 - L'evidenza di un amore
03 - Tocchi terra tocchi Dio
04 - Non cercarti fuori
05 - Vegetarian song
06 - Sant'Agostino
07 - Polvere e diamanti
08 - Ecce Panis
09 - Erranti stelle
10 - Arcano enigma

A tutt'oggi, Arcano Enigma è l'ultimo album di Juri Camisasca. Dal 1999, questo grandissimo artista-asceta non mette su disco la sua stupenda musica... Posseggo quest'album perchè lo cercai non appena uscito, e secondo me è un disco in odor di capolavoro. Il validissimo accompagnamento musicale all'incredibile voce di Juri è a cura dei Bluevertigo al gran completo che, per quanto si dica, sono dei grandi musicisti e, se confrontate l'aspetto prettamente musicale tra questo album ed il Carmelo di Echt, penso che non potrete non concordare. Il disco si apre con "Zodiaco", una rockeggiante disamina, tra il serio ed il faceto, sulle caratteristiche personali dominanti che derivano dai vari segni zodiacali (io, da buon Leone, sono il più pigro dei pigri...). "L'evidenza di un amore" è una di quelle canzoni non d'amore ma sull'amore, un po', sempre per citare Battiato, come "La Cura". Bellissima la seguente "Tocchi terra, tocchi Dio", musica, parole e andamento solenne, pensieri che elevano lo spirito, credetemi... Interamente in antico latino "Non cercarti fuori", profonda e significativa già dal titolo/ritornello, anche perchè solo quello comprenderete, ma ce n'è già abbastanza per riflettere per anni, non cercatevi fuori ma... Segue un vero e proprio inno al vegetarianesimo e contro la crudeltà verso gli animali. Che bello sentir dire ad un pensatore che, comunque, si rifà (anche se con i dovuti distinguo) alle dottrine cristiane, "Io no, non mangio le galline nè i maiali, come sai, hanno un istinto ed un'anima", parole che condivido con tutto me stesso. Come mi piacerebbe un papa che, sotto Pasqua, dicesse in modo solenne: "Ragazzi, quella dell'agnello di pasqua è una sonora cazzata, mangiate altro e lasciamo in pace i cuccioli..." Perdonate la digressione e passiamo al brano successivo, dedicato alla figura di "Sant'Agostino", molto bella e cadenzata e interamente cantata in latino. "Polvere e diamanti" è una bellissima canzone sul cammino dell'uomo sulla terra, tra polvere e diamanti appunto. Segue una pischedelica preghiera in latino intitolata "Ecce Panis", grande lavoro di basso, chitarra e tastiere dei pirati di Morgan, stupenda davvero... Ed arriviamo finalmente al mio pezzo preferito, "Erranti stelle", magnifico e dalla splendida cadenza, voce da brividi, atmosfera solenne ed incisiva come ho sentito davvero in pochissime canzoni tra tutte quelle che conosco, di ogni epoca e genere (magari esagero un po'... Che ci volete fare, io per Camisasca stravedo letteralmente). Questa volta il latino è utilizzato solo in alcuni passaggi del pezzo, e ne sottolinea stupendamente la solennità. Sentite che accompagnamento fantastico forniscono i Bluevertigo, in fusione totale con la voce incredibile di Juri Camisasca, con una menzione speciale per il bassista, vero motore di questa canzone. Chiude questo memorabile disco la bellissima e dolcissima "Arcano enigma", anch'essa interamente in latino, da buon enigma... Per i più curiosi, tutti i testi in latino sono stati tradotti in italico volgare, se non sbaglio, proprio sul fansite di cui vi ho fornito il link sopra come fonte dell'articolo "Il musicista che vive sul vulcano".

Buon doppio ascolto e buone meditazioni, gente...
Grazie ancora a Fabio 68 per la condivisione di queste perle


NEW LINK Carmelo di Echt (03-01-13)
NEW LINK Arcano Enigma (03-01-13)


P.S. - Direi che ora ci siamo - Diario stratosferico di Capitan Robi, Data astrale Mercoledì 25-5-2012, a 9 giorni dall'inizio, questo post viene pubblicato alle ore 00,10. Clic.

P.S. 2 - Aiuto, oggi il nostro blog ha raggiunto oggi 4000 contatti, di cui circa 2600 dagli Stati Uniti. Mi chiedo davvero come mai questo pompaggio ai limiti del doping così, da un giorno all'altro (visite ormai quasi quadruplicate !!!) e fino a quando durerà. Mi sentivo più tranquillo quando il blog restava una cosetta tra noi poche centinaia (si fa per dire) di appassionati...

mercoledì 23 maggio 2012

Boom Stratosferico !!!!

Ragazzi, la Stratosfera ha fatto BOOOOMM : entrano in scena, a sorpresa, come bloggers diretti i già da tempo collaboratori "esterni" (si fa per dire) che avevano gentilmente rifiutato l'invito causa il sovrapporsi degli impegni... Dunque, cari amici, da oggi alla già nota triade Robi, Franco e Rattus si aggiungono Pilastro (o Grog che dir si voglia), che ha già sfornato un enciclopedico e bellissimo post dedicato a Piero Ciampi, ed il grande George56, che da tempo immemore condivide con le stratosferiche genti le sue meravigliose registrazioni live e che, dopo un breve periodo di rodaggio, ci delizierà con le sue chicche direttamente sul blog. Perciò do qui il benvenuto ufficiale ai nuovi collaboratori sulla navicella stratosferica...

Ma c'è un altro motivo per cui la Stratosfera ha fatto booom: da ieri i soliti contatti del blog si sono improvvisamente TRIPLICATI !!! Sì, avete letto bene, se normalmente il blog riceveva (fino a l'altro ieri) dalle 1000 alle 1300 visite quotidiane, ieri ha totalizzato la bellezza di 3056 visitatori, ed oggi il counter della giornata è già a quota 2910 e continua a crescere. Si sta di nuovo verificando un fenomeno che io chiamo "statistiche drogate", nel senso che già quest'estate, per un mese e mezzo circa, nonostante i pochissimi aggiornamenti, il blog totalizzava circa 2000 visite, per poi tornare alla normalità verso settembre. La cosa si è ripetuta un'altra volta all'inizio dell'anno ma solo per pochi giorni. E la cosa strana, sia in quel periodo che adesso, è che la maggior parte dei contatti provenivano dagli stati uniti. E' come se improvvisamente, da un giorno all'altro, quasi 2000 persone dall'america si sono connesse, nei periodi di cui sopra e oggi e ieri al nostro blog... Voi che ne pensate? La trovo una cosa misteriosa assai, e non so se rallegrarmi per la popolarità, dato che ho l'impressione che le incursioni del nostro amico censore, di anglosassone idioma, di cui alcuni di voi ricorderanno le gesta, siano avvenute in coincidenza dei periodi "drogati" del blog. Chi vivrà vedrà. Intanto noi chiudiamo alla grande questo post con...

...un grande benvenuto a bordo della Stratosfera a George e a Grog !!!!

Piero Ciampi 1934-1980 (Superpost)


http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/3/3f/Piero-ciampi-piccola.jpg




Volevo fare il mio primo post parlando di un gruppo modenese, ma ho poi deciso di incominciare dagli albori, così ecco a voi Piero Ciampi (nato a Livorno il 28 Settembre 1934). Non viene annoverato tra il vero prog, ma lo si può considerare tale e come tale il precursore, in quanto in quel periodo di inglesizzazione per il fenomeno Beatles giravano pochi dischi e si tenevano un sacco di concerti dove venivano eseguite cover, ma di nostro, di italiano, poco. Se non era per i cantautori la nostra musica sarebbe ancora agli antipodi...

Aleggia nelle sue note e nei suoi testi un chè di noir, di depressione border line, c'è chi lo paragona a Montand o a Vian o a Becaud, mentre io sento in lui uno stile alla Tenco, anche se la sottile linea che li divide non ci svela quanto l'uno abbia influenzato l'altro, anche se Ciampi ebbe vita più lunga e forse più travagliata, amante più della bottiglia che delle donne, incostante nell'esistenza, mai fermo in una meta, sempre a rincorrere non sapeva neppure lui cosa... gli applausi? la rissa? l'alcool? la stabilità familiare? l'amicizia? il successo? Chi può mai dirlo, leggendo la sua biografia si scopre un uomo invaso da contraddizioni infinite, un uomo che ha passato la vita a scappare dai suoi fantasmi passando da un estremo all'altro.


Simone Coacci scrive di lui:
"Piero Ciampi, ogni notte, collezionava donne di cui poche ore dopo a stento ricordava il nome, solo due ne ha amate veramente e le ha perse entrambe, per colpa sua e per sempre. Piero Ciampi cominciava a bere di primo mattino, per schiarirsi le idee, innaffiandole e mescolandole in piccole poesie fino a che il sonno non concedeva una tregua ai suoi cattivi pensieri. Piero Ciampi si dà con tutto se stesso alle persone che incontra oppure le prende a pugni. Qualsiasi cosa pur di abbattere a colpi di scure la foresta d’indifferenza che lo circonda. Piero Ciampi è amico degli scaricatori, degli stradini, dei disoccupati come e più di quanto può esserlo di intellettuali come Moravia, Bene o Schifano. Piero Ciampi si fa pagare cinquecentomila lire (degli anni Settanta!) per cantare mezza canzone e mandare affanculo il pubblico. Piero Ciampi è odiato dai colleghi, dai discografici, dalle radio e dalle televisioni. Piero Ciampi sputa in faccia al successo ogni volta che può e, scommetteteci pure, gode come un pazzo a mandare tutto in vacca. L’unica formalità a cui tiene, a questo mondo, è che lo si chiami poeta e tanto briga che riesce a farsi stampare, a chiare lettere, questa bestemmia dell’industria culturale perfino sul suo passaporto lercio e spiegazzato, alla voce professione."

Girando per la rete si incontrano tante parole spese su di lui a segnalare tutto sommato il successo ottenuto, se pur postumo, un successo che avrebbe potuto ottenere in vita ma che ha sempre ricacciato via per il suo carattere distruttivo. L'unico modo per apprezzare la sua musica è ascoltarla, parole stupende, un vero poeta, lasciatevelo dire da uno che scrive poesie, da uno che ascoltandolo invidia la sua capacità di espressione verbale, dove con poche parole riesce ad esprimere migliaia di sentimenti puri leggiadri ed eterei, tutto il contrario della sua vita...

Nel 1960 Ciampi pubblica, per la Bluebell di Antonio Casetta, i primi due dischi. Il nome che compare in copertina è quello di Piero Litaliano (riprendendo quindi, senza l'apostrofo e senza l'accento, il suo nomignolo parigino):
L'ultima volta che la vidi / Quando il vento si leva (1961)


Poi cambia etichetta e incide altri 45 giri:
Fino all'ultimo minuto / Qualcuno tornerà (1961)
Autunno a Milano / Hai lasciato a casa il tuo sorriso (1961)





Confesso / Non siamo tutti eroi (1962)
Fra cent'anni / Confesso (1962)
Alé Alé / Fra cent'anni (1962)
Lungo treno del Sud / Non siamo tutti eroi (1962)
Un giorno o l'altro ti lascerò / E va bene (1963)



Per questa etichetta inciderà altri singoli e, nel 1963 il suo primo album: Piero Litaliano (ristampato in cd nel 1990 con lo stesso titolo ma con il vero nome del cantante). L'album però non ha successo né di pubblico né di critica (se si eccettua il giudizio di Natalia Aspesi che scrisse «nei suoi versi ci si trova qualcosa di abbastanza poetico per riuscire incomprensibile all'amatore abituale di canzonette»):
1963 Piero Litaliano




In questo periodo Ciampi si dedica a composizioni più orecchiabili e firma canzoni per altri interpreti tra cui "Ho bisogno di vederti" che, cantata da Gigliola Cinquetti, arrivò quarta al Festival di Sanremo del 1965; la incise poi anche lui, ma senza successo:

Ho bisogno di vederti / Chieder perdono non è peccato (1965)

Nel 1970 incide Tu no / Barbara non c'è (1970) e L'amore è tutto qui / Il vino (1971) che saranno poi immessi nel suo successivo album: 1971 Piero Ciampi.

Escono altri 45 giri:
Dunque / Sotto il Bar Campanile (1972)
Il giocatore / 40 soldati 40 sorelle (1972)
Io e te, Maria / Te lo faccio vedere chi sono io (1973)
e a seguire un nuovo album 1973 Piero Ciampi - Io E Te Abbiamo Perso La Bussola Amico

Nel 1973 Nada, sua concittadina, incide un album con le sue canzoni
1973 Nada & Piero Ciampi - Ho Scoperto Che Esisto Anch'io.


Intanto Piero si trascinava da un club all'altro, spesso senza concludere i concerti e litigando con organizzatori, baristi e ascoltatori. In questi anni tornò spesso a Livorno e nel 1975 escono i suoi ultimi 45 giri:
Andare camminare lavorare / Cristo tra i chitarristi (1975)
Uffa che noia / Canto una suora (1975)
Te lo faccio vedere chi sono io / Adius (1975)
e a seguire l'album
1975: Andare camminare lavorare e altri discorsi .





Dello stesso anno è 1976 Piero Ciampi - Dentro E Fuori, il quinto ed ultimo album del cantautore italiano, pubblicato in doppio 33 giri nel 1975, ma distribuito sul mercato solo all'inizio dell'anno seguente.
Del 1976 è la sua storica apparizione al Club Tenco: la serata viene registrata e anni dopo pubblicata anche su CD 1976 Piero Ciampi - Live Al Tenco '76.

Tra la fine del 1976 e gli inizi del 1977 Ciampi prova ad esibirsi in concerto con alcuni amici conosciuti alla RCA: sono Paolo Conte, Nada e Renzo Zenobi, ma le serate non riscuotono molto successo; viene anche registrata una trasmissione televisiva, che però la Rai non trasmetterà mai. In compenso, in questi stessi anni, anzi sin dalla prima metà del decennio, in pratica non c'è trasmissione musicale di Radio Capodistria - emittente jugoslava all'epoca molto seguita in Italia centro-settentrionale - che non mandi in onda un suo brano.

Morì a Roma il 19 gennaio 1980 per un cancro alla gola, assistito dal suo medico, anche lui cantautore: Mimmo Locasciulli (che per ricordare l'amico incise, anni dopo, una delle canzoni di Ciampi: Tu no).



Merita darvi il link anche dell'album 1976 Piero Ciampi - Inediti E Provini


Postumo furono poi incisi raccolte varie con tributi e inediti, che se vi interessano non avete che da chiedere:

1990 Piero Ciampi - L'assenza E' Un Assedio
1992 Piero Ciampi - 5 Canzoni Inedite 
1992 Piero Ciampi - Il Disco
1997 Piero Ciampi - Il Mondo Di Piero Ciampi
1999 Artisti Vari - Tributo A Piero Ciampi-Te Lo Faccio Vedere Chi Sono Io
2010 Piero Ciampi - Le Canzoni E Le Sue Storie




Grazie a tutti per la pazienza, spero che il post sia stato di vostro gradimento.



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