domenica 28 aprile 2024

Daisy Lumini- 1972- Canti popolari toscani (vinyl)

 



TRACKLIST:

1 Cecilia

2 La Pappa

3 Cade L'Uliva

4 Léati Geppo

5 Stornelli Mugellani

6 La Malcontenta

7 Ninna Nanna Culla Culla

8 Maremma

9 Sotto Il Ponte

10 Morettina

11 Il Lamento Della Sposa

12 L' Marito In Galera

13 La Rocca

14 Oh Rondinella

15 Fate La Nanna Coscine Di Pollo

16 (non accreditata) Ninna nanna a 7 e 20 

Di Daisy Lumini, questa straordinaria (e sfortunata) cantante e musicista, abbiamo già parlato in un paio di occasioni, spesso per lavori in comune con Beppe Chierici, suo compagno di vita e di arte per un decennio intenso e frenetico come pochi. Presentammo infatti “La donna del vento”il lavoro dedicato alla riproposizione nella nostra lingua delle canzoni di Anne Sylvestre, e “Il paese dei bambini con la testa” nella nostra serie “Bimbidine”.


Copertina RadioCorriere Tv, n.14, 1968

Nata come cantante leggera, con successi come “Il gabbiano” e "La casa più bella del mondo" presentati negli show televisivi dell’epoca, Daisy Lumini ebbe il coraggio di abbandonare quel mondo fatuo e luccicante per abbracciare, insieme al citato Beppe Chierici, una strada più stretta, ma ben più gratificante, a cominciare dal lavoro nella musica popolare toscana, un lavoro forse meno conosciuto rispetto a quello analogo svolto tra gli anni ’60 e ’70 da interpreti e ricercatrici come Caterina Bueno e Dodi Moscati, ma a mio parere altrettanto importante, anche se si snoda in soli due dischi.


Il primo, che ebbe ampia diffusione all’epoca ed è facilmente rintracciabile oggi in rete, è Daisy come folklore- Daisy Lumini canta la vecchia Toscana”, uscito nel 1969 per la CEDI e poi riedito nel 1972 dai Dischi dello Zodiaco. Il secondo, misconosciuto, è questo "Canzoni popolari toscane" che oggi vi proponiamo, uscito in una lussuosa edizione cartonata nello stesso 1972. Si tratta in realtà di un volume di grande formato contente uno scritto di Carlo Cassola e un libro che ripropone i canti presenti nel vinile.


Il tutto fu commissionato ed edito dalle Acciaierie di Piombino in soli 250 esemplari fuori commercio (il che spiega le alte quotazioni sul mercato collezionistico) da distribuire come strenna natalizia (analoga operazione verrà ripetuta l’anno seguente per il lavoro a firma Lumini-Chierici
“I canti dei menestrelli”).

Daisy Lumini e la sua gatta (Archivio Salvatore Sciarrino)

Il disco, anche per la sua particolare natura, uscì presto dai radar, e per anni non se ne seppe nulla, finendo al centro di un piccolo “giallo” che ho avuto modo di approfondire in un lungo articolo dedicato alla cantante fiorentina, apparso nel 2018 sul numero 16 della rivista “Vinile”. 

Cercherò di sintetizzare il tutto: qualche anno fa su Spotify ed altre piattaforme di streaming apparve un suo album intitolato "Maremma" datato con stupefacente precisione 16 luglio 1968 (quindi l'anno prima di “Daisy come folklore”). 

A parte il fatto che tale raccolta presentava una copertina posticcia assai generica, e che erano elencati 12 pezzi invece che 14, a prima vista, per la corrispondenza dei titoli, venne da pensare che si trattasse di una riedizione con altro nome del vecchio materiale già edito nel ‘69. Un ascolto più attento, tuttavia, rivelò diverse sorprese: si trattava in realtà di altre versioni inedite, con un diverso arrangiamento e una differente linea vocale. Ascoltando in sequenza “Lèati Geppo” (trescone) e “Vendemmia”, oltre al titolo cambia tutto: compaiono altri strumenti (il disco del ’69 si reggeva esclusivamente sulla voce e la chitarra di Daisy), l’incedere è più brioso, la durata è minore di quasi un minuto, la registrazione e il missaggio appaiono più avanzati, e lo stesso canto appare più controllato e pulito. Insomma, un lavoro con indirizzo più mainstream, si direbbe oggi. La stessa impressione, ancora più forte, si ha dall’ascolto comparato di “Maremma” e “La malcontenta”.

Da dove erano saltate fuori queste registrazioni? Beppe Chierici, da noi interpellato a proposito, ci escluse che si trattasse di scarti di lavorazione dell’LP, e sulle prime ci suggerì una pista interessante ricordando che in seguito Daisy registrò alcuni canti popolari con Riccardo Marasco (il cui stile, in effetti poco si discosta dalle versioni di questo disco virtuale). Insomma, potevano essere delle registrazioni recuperate, chissà come, chissà perché, da questa collaborazione che poi non andò, almeno discograficamente, in porto. Ad infittire il mistero c’era la copertina di questo fantomatico "Maremma": l’etichetta riportata era la Vedette (madre della sottomarca “I dischi dello Zodiaco”, che era stata da poco in buona parte digitalizzata, per cui tutto sembrerebbe tornare), ma il numero di catalogo (VRMS 357) era assurdo perché risultava già ad appannaggio di un 33 giri di Gian Pieretti, tra l’altro del 1967.

Ma, come avrete certamente intuito, "Maremma" altro non era che l’album oggetto del nostro post. Nel frattempo Spotify ha cambiato cover, inserito un sottotitolo (traditional folk and lullabies from Tuscany), e tolto l’errato riferimento discografico, ma la tracklist di 12 pezzi risulta ancora incompleta, mancando ancora all’appello, chissà perché, “Cecilia”,  “Morettina” e "I' marito in galera"

Daisy Lumini e Beppe Chierici durante lo 
 spettacolo "Contro la guerra e le armi", Roma 1970, Teatro La Ringhiera, foto di Arturo Cucciolla (Archivio Beppe Chierici)


Quella che vi proponiamo è la tracklist completa tratta dal nostro vinile originale che abbiamo rippato (in due files, uno per lato), ricostruita nella sua giusta sequenza. Vi troverete tutta l’arte di Daisy Lumini che si accosta a questo tesoro della canzone popolare toscana con una forte connotazione personale, il che forse le alienò all’epoca le simpatie di certa critica purista che la accusava di “interpretare troppo”. 

Noi che oggi siamo al di là di queste sterili polemiche possiamo invece apprezzare la voce di Daisy Lumini (e nella “Cecilia” in apertura anche il suo celebre fischio, per cui era molto conosciuta al tempo) che ci trasporta in un mondo arcaico, ora dolce ora violento, ora lirico ora sarcastico (ascoltate quelle autentiche invettive che sono “La Malcontenta” e “Il lamento della sposa”).

Le ricerche furono effettuate con la collaborazione di Beppe Chierici mentre gli arrangiamenti, più sobri del solito, sono di Ettore De Carolis che fu per tutti i ’70 collaboratore fisso di questa indimenticabile coppia che con il suo teatro povero portò su centinaia di palchi grandi e piccoli, di enormi metropoli e di infima provincia, le proprie canzoni, moderni cantastorie che attingevano a canzoni popolari come a quelle dei trovatori, a cui aggiungevano le proprie composizioni, un repertorio ancora oggi tutto da (ri)scoprire.

Daisy e Beppe sull'asino in Sila, disegno di Dario Faggella


Per finire, lasciatemi ancora una volta dedicare questo post all’amico Beppe Chierici, come piccolo dono per il suo 87° compleanno, che cade proprio oggi, 28 aprile (coincidenze? Non credo). 

Auguri, vecchio mio!

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Post by Andrea Caponeri "Arrivano gli Sprassolati!"


 

5 commenti:

  1. Il canto di Daisy è sempre suggestivo e regala emozioni. Il titolo esatto dell'album successivo, da ricerche effettuate, mi par però che sia ''I canti dei menestrelli''. Grazie Andrea.

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    1. No, "I canti dei menestrelli" è tutt'altro album con tutt'altre canzoni, neppure pubblicato a nome Lumini ma a nome Lumini-Chierici. Qualcuno ha associato erroneamente su Discogs.

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    2. Sì, giusta, scusate il lapsus. Provo a correggere

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  2. Grazie. Peccato che il lato B sia in mono, mentre il lato A è stereo.

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