venerdì 29 novembre 2013

Beppe Starnazza e i Vortici - 1981 - Che Ritmo !

TRACKLIST:
 
Il dritto di Chicago (Fred Buscaglione
Birimbo birambo (Natalino Otto)
Eri piccola quella notte bambola (Fred Buscaglione
Baldo baldo (Arcibaldo) (Pippo Starnazza
Buonasera signorina (Fred Buscaglione
Teresa non sparare (live) (Fred Buscaglione
Teresa non sparare (studio) (Fred Buscaglione
Maramao perché sei morto (Il Trio Lescano
Mamma voglio anch'io la fidanzata (Natalino Otto
Se fossi milionario (Pippo Starnazza
Per fare una canzone (Rodolfo De Angelis
Tinghe tinghe tanghe (Rodolfo De Angelis)
 
Ringrazio per questo post, un po' al di fuori dai canoni della stratosfera, l'amico Frankoff, che ci ha passato questo non conosciutissimo album. Come dicevo, un post un po' fuori dal genere qui imperante ma non per questo meno gradito, dove la sperimentalità e la genialità degli interpreti (ottimi musicanti, ad ogni buon conto) sta nel punkeggiare e rockeggiare alla grande non gli strautilizzati anni 60, ma il decennio ancora precedente e addirittura gli anni 40. Una simpatica e godevolissima riscoperta di brani senza tempo che, chi più o chi meno, tutti conosciamo. Non mi dilungo, giudicate voi, io vi rimando più sotto all'amico Frankoff e successivamente ad una recensione sempre da lui allegata...

 
"Caro capitano, scusa se usufruisco del tuo blog per inserire questo disco di Beppe Starnazza e i Vortici (alias Skiantos e amici). Che dire del gruppo: non si sono più fatti sentire assieme, ma le cose fatte in questo disco, le giudico interessanti, anche se sono cover di personaggi famosi. Diciamo che sono degli omaggi a un modo di fare canzone italiana passato, cercando di rinverdire il pentagramma e adattarlo ai tempi (da allora, cioè punk e canzone demenziale). Unica e inconfondibile la voce di Freak Antoni, che colora tutto il disco di Skiantos, senza esserlo. Ascoltatelo più di una volta per crederci. Non mi sembra che il disco o il cd sia ancora in vendita. Frankoff"

"Beppe Starnazza e i Vortici è il nome di un gruppo musicale swing-punk formato nel 1980 da Roberto "Freak" Antoni (poliedrico artista noto ai più come leader del gruppo degli Skiantos, specializzato nel repertorio della musica cosiddetta demenziale), Pasquale Minieri (ex Canzoniere del Lazio e Carnascialia), Daniele "Lele" Marchitelli, Tommaso Vittorini, Gigi Canu, Roberto Manfredi (poi con i Figli di Bubba) e Franco Serafini (ex Panda ed Everest, nell'occasione alla batteria) Il nome è un omaggio a Pippo Starnazza, geniale cantante umoristico degli anni '40 (il vero nome era Luigi Redaelli, ed aveva iniziato come batterista di Gorni Kramer), in seguito anche celebre attore.Il gruppo, lanciato dalla trasmissione TV "Mister Fantasy" condotta da Carlo Massarini (in cui "Freak" Antoni si spacciava per il sedicente figlio del cantante Pippo Starnazza), presentava un repertorio per lo più ispirato a Fred Buscaglione e costituito da cover in chiave rock di brani swing italiani degli anni quaranta - anni cinquanta."


 Post by Captain, file and words by Frankoff

giovedì 28 novembre 2013

Serie "Bootleg" n. 131 - Banco del Mutuo Soccorso, Teatro Alcione, Genova, 7 dicembre 1973

TRACKLIST:

1. Instrumental Jam 
2. Dopo...niente è più lo stesso 
3. Cento mani e cento occhi 
4. La danza dei grandi rettili 
5. La città sottile 
6. Non mi rompete 
7. Miserere alla storia 
8. Traccia 
9. Il Giardino del mago (seconda parte)

Dopo l'abbuffata di grandi bootleg ad opera di Scorpione, coadiuvato da Captain Roby, sono stato un po' nel mio angolino, soprattutto per lasciare il giusto tempo ai frequentatori della Stratosfera di assaporare e apprezzare i concerti e di effettuare i download con la dovuta calma. Ed ecco che oggi fa capolino un altro grande e misconosciuto concerto del Banco del Mutuo Soccorso (credo il gruppo più gettonato sulla Stratosfera), registrato dal vivo nel mitico Teatro Alcione di Genova il 7 dicembre 1973. Era l'anno del tour promozionale del capolavoro "Io sono nato libero", dove si potevano ascoltare per intero brani storici quali "Dopo...niente è più lo stesso" e "La città sottile" (purtroppo in questa registrazione manca "Canto nomade"), oltre che estratti da Darwin e dal Salvadanaio. Il concerto genovese si apre con un interessante brano strumentale inedito (qui chiamato Instrumental Jam), seguito dai brani di punta di "Io sono nato libero" e "Darwin". Assolutamente da non perdere la riproposta, a chiusura di concerto, della seconda parte de "Il giardino del mago", dal 1° LP del gruppo. Un altro tassello che si aggiunge alle storiche registrazioni, già postate, del BMS della prima ora.

FORMAZIONE:

Vittorio Nocenzi - organo, voce
Gianni Nocenzi - pianoforte, voce
Rodolfo Maltese - chitarra elettrica e chitarra acustica
Renato D'Angelo - basso
Pierluigi Calderoni - batteria
Francesco Di Giacomo - voce


Post by George

Mario Barbaja - 1972 - Megh

TRACKLIST :

01 - Ancora un po' di burro sul mio pane
02 - Sono stato
03 - Una promessa
04 - In quella città
05 - Tan
06 - Non dire mai
07 - In quella città  (La leggenda)
08 - Sereno qui
09 - Un'armonica

Questo post vuole essere un omaggio ad un artista ingiustamente dimenticato (cosa che capita di sovente, qui dalle parti della stratosfera). Un autore certo non prog ma che sfornò almeno due album di alto livello nei primi anni 70, "Argento" del 1971 (di cui si sta occupando il buon George) e questo "Megh" del 1972, considerato il suo lavoro migliore e più ricco musicalmente, cui collaborano grandi nomi della scena musicale milanese e non solo dei primi 70. Un ascolto piacevole per un disco non banale e suonato veramente da Dio. Lascio a voci più autorevoli sotto il compito di introdurre l'artista e presentare l'album. Omaggi by Captain, my friends


Sul sito dedicato agli anni 70 da Gianni61, che ringrazio di cuore per il contributo "involontario", si può trovare un'interessante articolo dedicato a Mario Barbaja (oltre alle schede di un gran numero di altri musicisti italiani degli anni settanta):

"Figlio della Milano-bene, vero cognome Barbaglia, diventa cantautore per hobby. La sua opera s'inserisce inizialmente nel filone "freak" inaugurato da Claudio Rocchi. Come i primi album di Rocchi anche il primo disco di Barbaja, Argento,  è soprattutto acustico, chitarra, flauto, sitar e percussioni. Barbaja trae ispirazione anche da Donovan, specie nel timbro della voce e nell'andamento cantilenante delle melodie. Il secondo album, Megh, parola indiana che sembra significhi Raga dell'autunno, del vespero, delle cose semplici, vede la partecipazione di diversi musicisti allora poco conosciuti come Eugenio Finardi, Alberto Camerini, Lucio Fabbri, Tullio De Piscopo e Ricky Belloni. I nove brani del disco, registrati con la produzione di Massimo Villa, ex Stormy Six, e sapientemente arrangiati, sono introdotti e conclusi dal suono d'un carillon napoleonico. Successivamente Barbaja tenta di evolversi e il suo ultimo disco segna addirittura un accostamento al punk/rock in auge verso la fine degli anni '70".

Su Italianprog, sito di riferimento per tutti noi appassionati, Augusto Croce (che non ringrazieremo mai abbastanza...) così parla dell'album "Megh": "(...) Il secondo album, Megh, ha arrangiamenti più intensi e vicini al rock, ed è generalmente considerato il più riuscito dei suoi LP. Vi suonano molti musicisti conosciutissimi, tra i quali il chitarrista Ricky Belloni della Nuova Idea e suo fratello Gigi al basso, Eugenio Finardi, Alberto Camerini e Lucio Fabbri (entrambi anche con Finardi, il secondo anche poi con la PFM), i batteristi Tullio De Piscopo (con New Trolls Atomic System e successivamente apprezzatissimo sessionman) e Pasquale Venditto dei Forum Livii e Ibis, e c'è anche un'apparizione del leader degli Stormy Six Franco Fabbri (...)"


Post by Captain

Buon ascolto a tutti e vi rimando ad un prossimo post dell'amico George dedicato a "Argento", primo album del 1971 di Mario Barbaja

lunedì 25 novembre 2013

Barimar & Capricorn College - 1974 - LP di Primavera

TRACKLIST:

 1  Obsession       
2  Come Vuoi    
3  Lp Di Primavera    
4  La Vita (Ha Solo Un'Ora)    
5  Ti Credo   
6  Policromia    
7  Bella    
8  Jeppy    
9  Non E' Stato Un (Grande Amore)     
10  Pungo     
11  Una Donna Come Te    
12  Johnny 

Bonus tracks 
 
13  Junius (lato B del singolo pubblicato nel 1971 a nome "The Capricorn College Brass")
14  Barimar & His Group - Ho incontrato lei (Captain's cadeau)
15  Barimar & His Group - Amore dammi la mano (Captain's cadeau)

A completamento del post dedicato ai Capricorn College nel febbraio scorso (la recensione del loro primo disco, Orfeo 2000, pubblicato nel 1972, la trovate qui), vi propongo oggi il loro secondo e ultimo prodotto discografico, datato 1974, dal titolo "LP di Primavera". Il disco uscì a nome "Barimar & Capricorn College", visto che la band era guidata dal tastierista e compositore Mario Barigazzi, detto Barimar. Le 12 tracce hanno ben poco a che vedere con il prog, a differenza del primo disco, molto più creativo sotto il profilo dei suoni e delle composizioni. Qui ci troviamo di fronte ad una musica godibile, molto easy e disimpegnata. Ritmi ballabili, slow song, il tutto realizzato, però, con grande maestria e professionalità dai sei musicisti. Non aggiungo altro. Una critica approfondita la potete trovare qui sul sito John's Classic Rock. L'album non è di facile reperibilità: la ristampa in CD, ad opera della Vinyl Magic, risale all'oramai lontano 1991. La prima bonus track, come indicato nella tracklist, è il lato B del primo singolo del gruppo, datato 1971. Il lato A "Capricorn College", lo troverete tra le bonus del post di Orfeo 2000.

Cadeau by Captain : Le altre 2 bonus tracks provengono da un 45 giri sempre del 1974, a nome "Barimar & His Group". In realtà i due brani erano già usciti sul primo album dei Capricorn College, con titoli diversi mentre la registrazione è la stessa. Ho incontrato lei si intitolava Orfeo 2000 ed era uno dei brani più elaborati e vicini al genere progressivo dell'omonimo album, mentre Dammi la mano era presente sull'LP con il titolo Corri corri corri. Ringrazio di cuore per la ri/scoperta di questo singolo il blog 45 giri a Porta Portese; grazie anche all'anonimo visitatore che si è accorto di questa cosa e l'ha segnalata nei commenti...

FORMAZIONE:

Pino Ferro (chitarra, voce) 
Nino Costantino (chitarra, flauto, voce)
Mario "Barimar" Barigazzi (tastiere)
 Oreste Ferro (basso, voce)
Adamo Biello (batteria, voce)
Antonio Balsamo (sax, flauto dolce)


Post by George, little help from Captain

sabato 23 novembre 2013

Grosso Autunno - I nostalgici della West Coast

Non aspettatevi i suoni di C.S.N.&Y. o degli Eagles: Grosso Autunno, anche se definiti "vicini" al suono westcoastiano, con le sonorità californiane hanno in comune solo l'uso massiccio di chitarre acustiche, qualche timido coretto, uno sprazzo qui e là di armonica a bocca. Questo almeno nel primo album. Qualcosa in più si coglie invece nella seconda prova discografica. Per il resto si pongono su quella linea cantautorale tipica della seconda metà degli anni '70 (qualcuno li ha accostati a Claudio Lolli), con testi politici e, naturalmente, un filino anti americani ancorché evocativi di quella libertà tanto agognata dalla maggior parte degli adolescenti di allora (me compreso). Ma veniamo alla succinta storia musicale del gruppo, anche perché hanno pubblicato due soli dischi. Il gruppo Grosso Autunno si forma a metà degli anni '70 a Roma, presentando inizialmente un repertorio a metà strada tra il progressive e la West Coast, con molti strumenti acustici. Ottenuto un contratto con la EMI Italiana, pubblicano nel 1976 l'album omonimo, a cui fa seguito l'anno successivo il secondo LP, "Almanacco": i dischi però non riscuotono molto successo ed il gruppo si scioglie. Mi risulta che i due album non siano stati ristampati né in vinile né in CD, ma potrei anche sbagliarmi. Stare dietro al mare magnum delle ristampe è impresa alquanto faticosa.

Grosso Autunno - Grosso Autunno - 1976
TRACKLIST:
01-Omaggio 
02-Il coniglio nel cappello
03-Per
04-Stelle in gola
05-Madrigale
06-Una terra giovane
07-La realtà di sempre
08-Piano
09-Sama il fauno
10-Foschia di pioggia
11-Il Messico è lontano

Undici brani per questo primo lavoro datato 1976, tra i quali spicca "Per", quello più elaborato nelle parti vocali e meglio costruito musicalmente.  E' un album ancora incerto, frammentato, che lascia il campo aperto ad una successiva prova, che arriverà l'anno seguente. L'ho tratto direttamente dal vinile ed è suddiviso in due file (lato A e lato B).

Grosso Autunno - Almanacco - 1977
TRACKLIST:
1. Lontani
2. Fiori
3. Questione
4. Da bambini
5. Solo una storia
6. Anonima S.P.A.
7. Qualche ritratto
8. Ancora
9. Bar Edelweiss
10. Jekyll
11. Frutta secca

Il secondo e ultimo Lp della breve stagione musicale dei Grosso Autunno è decisamente più maturo e qui gli echi della West Coast si cominciano a sentire. Gli arrangiamenti musicali sono ben curati ("Frutta secca", con le slide in apertura, e "Jekill") così come decisamente più elaborate sono le parti vocali (fulgido esempio è la brevissima "Ancora"). Un disco godibile che pone non pochi distinguo all'interno del panorama musicale italiano della fine anni Settanta. 

FORMAZIONE (IN ENTRAMBI GLI LP):
Luciano Ceri (voce, chitarra acustica, basso, tastiere)
Stefano Iannucci (chitarra acustica, voce, percussioni)
Gabriele Longo (flauto, chitarra acustica, basso, armonica, percussioni, voce)
Paolo Somigli (chitarra elettrica e acustica, basso, voce)
Alessandro Varzi (basso, armonica, voce, percussioni)

LINK - Grosso Autunno (1976)
LINK - Grosso Autunno - Almanacco (1977)

E per finire...poteva forse mancare un'immagine autunnale con qualche bella e buona leccornia?

Post by George

martedì 19 novembre 2013

Serie "Bootleg" n. 130 - Banco del Mutuo Soccorso - 1976 - Campi Bisenzio (Firenze)

 TRACKLIST :

01 - Introduzione 1 (3:08)
02 - ? / R.I.P (13:29)
 03 - La conquista della posizione eretta / Non Mi Rompete (12:56)
04 - Introduzione 2 (1:00)
05 - Funerale (5:19)
06 - Garofano Rosso (2:31)
07 - Il Ragno (5:07)
08 - 750.000 anni fa l'amore (7:46)
09 - Dopo niente e piu lo stesso (12:37)
10 - Traccia II (3:26)
11 - Introduzione 3 (0:23)
12 - Metamorfosi (18:36)

Un altro bootleg dall'immenso archivio dell'amico Scorpione, che ci mostra il Banco live, nella formazione classica, dopo la pubblicazione dell'album "Garofano Rosso" del 1976, unica colonna sonora della loro carriera. Tre brani da quest'album sono infatti presenti in scaletta, il primo dei quali fa da introduzione a "R.I.P." (titolo del brano non meglio identificato, help me please). Per il resto, il solito grande Banco che, anche dal vivo, non sbaglia mai nulla. Non mancano i classiconi quali "La conquista della posizione eretta" e "Metamorfosi", che valgono da soli l'ascolto. La registrazione audience è di discreta/buona qualità, con il beneficio dei 37 anni trascorsi...

Nell'augurare a tutti buon ascolto ringrazio il grande Scorpione che non fa mai mancare i suoi preziosi contributi, e mi auguro che altrettanto facciate voi: un commento al giorno leva la pula di torno (ah no non era così...)

BANCO 1976 :

Vittorio Nocenzi - tastiere, voce
Gianni Nocenzi - tastiere
Renato D'Angelo - basso
Pierluigi Calderoni - batteria
Rodolfo Maltese - chitarra, tromba
Francesco Di Giacomo - voce

LINK 

Post by Scorpione & Captain

lunedì 18 novembre 2013

I Santoni - 1972 - Noi: I Santoni

TRACKLIST :

01.  Quelli come noi
02.  Ma ci sarà
03.  Forse un sogno
04.  Continuare dimenticando
05.  La terra del sole
06.  Che farei
07.  L'uomo sbagliato
08.  Verità
09.  Ancora niente
10.  Amico mio (bonus track - lato A del 45 giri del 1971)

Qualche sera fa, spulciando i CD e i dischi di prog italiano contenuti in un certo numero di scaffali (eh sì, il tempo passa e il materiale si accumula), quasi per sbaglio mi è capitato tra le mani questo vecchio album dei Santoni, datato 1972, prima e unica prova discografica del dimenticato gruppo toscano. Riguardo la loro storia non c'è molto da dire. Per comodità vi passo le stringate informazioni raccolte sulla solita Wikipedia:

 "I Santoni si formarono a Firenze nella seconda metà degli anni '60; nella formazione iniziale militavano il bassista Marco Puggelli e il batterista Wilson Lupi, poi sostituiti da Giovanni Rondelli e Fabrizio Prussi. Nel 1971 venne inciso il primo 45 giri per la Car Juke Box, Amico mio, in cui prendeva forma il sound del gruppo, caratterizzato dall'organo Hammond di Bruno Mosti e dai fiati di Bettazzi e Gorini. L'unico rarissimo album dei Santoni uscì nel 1972, ma come altri LP di quel periodo (I Boom, Laser, Raminghi, Il Mucchio) è fortemente influenzato dal suono dei sixties. Il disco non ebbe un grande successo, ma diede al gruppo la possibilità di suonare molto in tutta Italia, e successivamente in Francia e Svizzera, fino allo scioglimento, avvenuto nel 1974".

Fin qui tutto regolare, se non che tra i solchi di questo disco, ingiustamente sottovalutato dai più, si nascondono sonorità e creatività a mio avviso affascinanti e degne di essere valorizzate. Devo dire che le critiche negative non mi trovano per nulla concorde. Non si tratta di un album scontato o banale, tutt'altro. L'unica pecca, se proprio vogliamo, risiede nella mancanza di un "modello ispirativo" ben definito, a differenza di quanto facevano  i gruppi prog italiani loro contemporanei, che attingevano a piene mani dai suoni di E.L &P., King Crimson, Jethro Tull & co. Il disco pertanto può risultare disomogeneo, ma ciò non toglie ai Santoni il merito di avere proposto un progetto coraggioso per l'Italia musicale agli albori degli anni '70. Forse una seconda prova discografica  avrebbe reso loro merito e giustizia
Il disco si apre con Quelli come noi, un brano evidentemente sottratto al repertorio dei Delirium della prima ora, così come Verità. Tolte queste due "anomalie" il resto del disco scorre tra brani prog e jazz rock dominati dall'Hammond, dal flauto e, soprattutto, dai due sax. Già la seconda traccia, così come quelle successive, viaggia su terreni sonori completamente diversi. Si giunge così ai due brani-capolavoro del disco, Continuare dimenticando e La terra del sole. Il primo è giocato suglio assoli combinati di flauto e sax, mentre il secondo, assolutamente stupendo, sembra uscire da una pagina dei Colosseum: ritmo jazzato, assolo di sax incredibile, base ritmica basso-batteria potente ed efficace. L'uomo sbagliato mette in evidenza la potenza della voce di Bruno Mosti, roca, nera, sicuramente la prova migliore del vocalist e tastierista del gruppo. Si giunge così alla grandissima traccia di chiusura, Ancora niente: spettacolare apertura riservata ai fiati, ancora echi dei Colosseum, un assolo centrale di sax e Hammond a dir poco eccezionale. Un finale sorprendente. La bonus track che ho posto in chiusura è la side A del primo singolo dei Santoni, risalente al 1971, senza lode né infamia. Dall'album "Noi: I Santoni" venne tratto anche un singolo con due brani compresi nell'album. Il disco in vinile è decisamente raro. Nel tempo è stato oggetto di un paio di ristampe in CD che risalgono ad oltre una decina di anni fa.

 FORMAZIONE :

Bruno Mosti (voce, tastiere)
Franco Bettazzi (sax, flauto)
Giorgio Gorini (sax, flauto, voce)
Giovanni Rondelli (basso, chitarra acustica)
Fabrizio Prussi (batteria, voce)


Post by George

martedì 12 novembre 2013

Ay Ken - 1984 - Five O five


titolo elencato nella wishlist del Capitano, è anche l'unico disco (un ep del 1984) realizzato dal gruppo  Ay-Ken, nome dietro cui ritroviamo gli Art Fleury all'indomani del loro scioglimento.

Vista oggi, la copertina profuma di vintage ma, in quegli anni, questa confezione "floppy-disk" era decisamente di taglio avanguardistico. 




La musica che si ascolta si muove su ritmiche synt-pop e le melodie anticipano quell'uso  dei cori che sarà distintivo nel lavoro prodotto dai Mirafiori  (gruppi di cui abbiamo già parlato qui nella Stratosfera). Niente a che vedere col progetto storico precedente, qui ci si abbandona ad una certa "leggerezza" affine ad altre proposte di quegli anni (vedi la "italo-disco"...)

Sembra che del gruppo esista un altro singolo inedito del 1985.

Buon ascolto!




TRACKLIST :
lato A
01. five o five (5.05)
02. Lucia
 
lato B
03. how we do
04. another love
05. turning pages
  
FORMAZIONE:
Lalla (voce)
Augusto Ferrari (synt, tastiere)
Matteo Borghesi (sax, tastiere)
Luciano Lucchini (chitarra)
Maurizio Tomasoni (tom, percussioni)
Robert Vogel (voce, chitarra, elettronica)
Giangi Frugoni (basso)

chorus of " the International School of Milan"
conducted by Mrs Helen Cardani (trk 3)

LINK

 Post by Odiladilu