domenica 29 settembre 2013

La famiglia degli Ortega - 1973 - La famiglia degli Ortega + Bonus

TRACKLIST :

1. Arcipelago (Ovvero recita a Teatro) 
2. John Barleycorn: John Barleycorn / Due Aquile
3. Guida la mia Lancia 
4. Merryon 
5. Una vecchia corriera chiamata "Harry Way" 
6. Inversione dei fattori 
7. Sogno Parigi 
8. Awamalaia

Bonus Tracks
9. Sogno di una casa (Special RAI TV - studio version - pubblicato come lato B 
del 45 giri "Awamalaia" (1973)
10. Gigi Meroni (1973 - da Genoa 1893)
11. Giovannino (1973 - da Genoa 1893)
12. La storia ci insegna (1973 - da Genoa 1893)
13. Jesahel (Delirium - Live Festival di Sanremo 1972, la Famiglia degli Ortega è ai cori)

FORMAZIONE :

Isabella Lombardi (voce)
 Pierfranco Ledda (voce)
 Alberto Canepa (voce, percussioni)
 Gianni Martini (chitarra, voce)
 Bruno Biggi (chitarra)
 Ruben Ortega (chitarra, percussioni);  
Nestor Ortega (chitarra, percussioni)
 Giorgio Buganza (basso)
 Iolanda Andreoli (cori); 
 Gianna Ducci (cori)
 Delia Ducci (cori);  
Emily (cori)

Ospiti

Antonio Marangolo (tastiere, dai Flea
Tullio De Piscopo (batteria, dai NT Atomic System)
Paolo Siani (batteria, dalla Nuova Idea)

Non ci troviamo sicuramente di fronte ad un capolavoro: limitiamoci a fare due chiacchiere su un onesto album di ispirazione folk rock uscito nel lontano 1973. Iniziamo dal nome dell'affollatissimo gruppo (ben 12 componenti), proveniente da Genova: gli Ortega erano due fratelli venezuelani, Ruben e Nestor, e con loro amici e familiari. Insomma una sorta di comune musicale che riuscì a realizzare questa unica prova discografica. Il 1972 è l'anno in cui si fecero conoscere al grosso pubblico, prima per una apparizione al Genova Pop Festival, poi per la loro presenza come coristi con i Delirium, in occasione del Festival di Sanremo 1972, dove la band guidata da Ivano Fossati presentò la mitica "Jesahel". Ho inserito anche questo brano tra le bonus, con tanto di presentazione da parte del buon Mike. Per tornare al disco, di progressivo c'è veramente pochino, tranne qualche  timida presenza del flauto traverso in un paio di bonus. Particolarmente apprezzabile è invece la voce della cantante Isabella Lombardi che brilla, in modo particolare nel bel remake (con testi in italiano) del traditional "John Barleycorn", brano portato al successo dai Traffic. 

Dall'elenco dei musicisti si deduce che alle registrazioni presero parte anche Antonio Marangolo alle tastiere, (proveniente dai Flea) Tullio De Piscopo alla batteria (allora con New Trolls Atomic System) e Paolo Siani, sempre alla batteria (proveniente dalla Nuova Idea). Dall'album vennero tratti due singoli. Le bonus tracks qui presenti risalgono al 1973. Sul sito Italianprog si legge che il gruppo, dopo la pubblicazione del disco suonò negli States con il cantante Michele nel 1974/75 per poi sparire. Biggi, Canepa e Martini formarono poi l'Assemblea Musicale Teatrale (oggetto di un superpost qui sulla Stratosfera). 

 
Infine, un particolare apprezzamento va alla copertina, dai toni e dai colori psichedelici. Esiste una ristampa in CD di questo disco risalente al 1995.


I Delirium con La famiglia degli Ortega al Festival di Sanremo nel 1972

Post by George

venerdì 27 settembre 2013

1970 I Dioscuri - 45g Francesca / Un cuore nelle mani

Questo Gruppo prima di assumere un assetto professionale definitivo, subì sin dalle sue origini una serie di rimaneggiamenti dei suoi componenti di base. Nelle seguenti immagini noterete la varietà degli elementi.
Formatosi a Mazara del Vallo nel 1966, ha avuto una intensa attività dal vivo in tutta Italia, esibendosi anche al Piper di Roma e come gruppo ospite dei Pooh. Ha inciso per la Fly Record di Roma diversi singoli, tra cui "Francesca" (presentato in TV a "Domenica insieme", nella prima edizione del programma di Pino Caruso, nel 1971), Un cuore nelle mani, La mia poesia, La nostra Estate.

I componenti del gruppo erano Stefano Crimaudo (tromba), Giacomo De Simone (trombone), Vittorio De Simone (sax), Vito Messina (batteria), Vito Valenti (Chitarra), Nicola D'Aleo (organo Hammond), Nicola Noce (voce solista) e Vito Calia (basso e voce).
Peculiarità dei Dioscuri era una strumentazione di elevato livello, molto avanzata per l'epoca, soprattutto per il volume di suono, all'origine anche della citata collaborazione con i Pooh. I Dioscuri suonavano con batteria Rogers, piatti Paiste, organo Hammond L122 e Leslie 760, chitarra Gibson SG standard, amplificatore per chitarra Vox, basso Jazz Bass Fender, ampli per basso Davoli Lead 200W, ottoni Selmer, microfoni Shure, amplificazione Vocale Montarbo (mixer a 16 canali) con un totale di 2000 Watt RMS e viaggiavano con due pullmini Volkswagen, uno per i componenti del complesso ed un altro per gli strumenti e per i tecnici.


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1970 Batkin Brothers - 45g Mai / Tropical

Questa è una stampa originale su etichetta FONO SEXY della fine degli anni 60. Ultra oscura library su 45 uscita come stranezza da sexy shop, in vendita al tempo. Pochissime informazioni in merito ai Batkin Brothers. Probabilmente uno pseudonimo per Barigozzi Group, ma si tratta di una voce. La traccia inizia con ruggiti di leoni, cinguettii di uccelli, urla di scimmie e lamenti di donna. Ascoltate questa latin exotica con un buon esempio di flauto che circonda il brano per intero.


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mercoledì 25 settembre 2013

Venetian Power - 1971 - Arid Land

 TRACKLIST :

01 - Quando Dio inventò il mondo
02 - April
03 - Dying waters of life
 04 - Arid land
05 - Così il mondo finisce
06 - I am burning
 07 - Il sacrificio dell'acqua
08 - Invocazione, morte e resurrezione

Disco rarissimo e costosissimo, questo "Arid land" dei Venetian Power giaceva da tempo nel doppiofondo del mio Hard disk esterno. Un'opera accurata di ripescaggio che sto operando, per dare linfa al blog, me lo ha fatto ritrovare e lo posto molto volentieri, visto che è apparso sul web in pochissime occasioni. Vi dirò che a me questo disco piace, e oggi l'ho riascoltato volentieri dopo molto tempo. Le attinenze con il prog, sebbene blande, ci sono, per esempio nel refrain di "Così il mondo finisce" o nella finale "Invocazione, morte e resurrezione", lunga 7 minuti e mezzo. Da non disprezzare anche l'hard blues rock della title-track. Certo è un album estremamente eterogeneo, sia per le musiche che per le molte voci, alcune davvero pregevoli, che interpretano i vari pezzi. Peccato per le troppe parti multi-vocali alla musical, che tradiscono il vero spirito di questo progetto e che finiscono per appesantire l'ascolto. Comunque sia, l'aria dei magici anni 70 la si respira a pieni polmoni, e tanto basta..

 Così su Italian Prog (Recensione di Augusto Croce)

"Questo gruppo veneziano composto da 15 elementi può difficilmente definirsi una "prog band", e in effetti i Venetian Power erano un gruppo teatrale formato dal compositore Claudio Ambrosini per rappresentare il suo The arid land nell'Italia settentrionale. Un gruppo musicale venne anche assemblato da Ambrosini con il chitarrista danese Claes Cornelius (musicista di studio molto stimato all'epoca in Italia) ed un LP venne pubblicato con la colonna sonora. Tra i musicisti l'ex tastierista delle Stelle di Mario Schifano, Nello Marini. L'idea dell'album venne al produttore e tecnico del suono Ermanno Velludo insieme a Claes Cornelius (del gruppo The Blues Right Off) appena tornato in Italia dopo aver trascorso un anno negli USA, e i due decisero di collaborare con Claudio Ambrosini nel suo adattamento musicale dell'opera di T.S.Eliot La terra desolata (The waste land), eseguendo le registrazioni nel piccolo studio di Velludo. Essendogli stata negata l'autorizzazione ad andare avanti dagli editori di Eliot, Faber & Faber di Londra, Ambrosini dovette cambiare una parte del soggetto, che venne ribattezzato The arid land.Con un gruppo di musicisti e cantanti veneziani, la prima versione della colonna sonora fu molto primitiva, ma grazie alle magie di Velludo il suono sembrava registrato in un grande studio. La registrazione venne usata come colonna sonora per le prime rappresentazioni del musical, concepita come un'opera multi-livello, multi-azione e come evento teatrale a 360 gradi (sarebbe stata replicata alla Biennale di Musica Contemporanea a Venezia con un allestimento molto più ricco)...

... La CBS era interessata a pubblicare la colonna sonora, e il tutto venne nuovamente registrato negli studi milanesi della casa. L'artista surrealista Mario de Luigi preparò il dipinto di copertina, essendosi da tempo specializzato in panorami di Venezia visti in un futuro stato di decadenza, de Luigi fu la persona più appropriata da contattare per un lavoro di copertina coerente con l'essenza del soggetto del musical. L'album non è assolutamente un disco progressivo, e le sue origini come colonna sonora sono evidenti dallo sviluppo delle lunghe parti cantate (sull'evoluzione del genere umano, con ben sette cantanti!) ed una base musicale prevalentemente acustica. I testi sono per metà in italiano e metà inglese, e il risultato può essere noioso (in stile Jesus Christ Superstar) per gli appassionati di prog. Alla vigilia della realizzazione del disco ci fu anche un certo interesse della televisione, dove Venetian Power apparve come gruppo musicale, ma l'idea non era stata quella di creare una band che potesse fare delle vere e proprie tournée e il disco The Arid Land non fu seguito da altre produzioni attribuite allo stesso ensemble. Il chitarrista Cornelius tornò in Danimarca nel 1974 continuando a lavorare nel campo musicale."

 VENETIAN POWER :

Claudio Ambrosini (voce)
Daniela Ambrosini (voce)
Eva Ferro (voce)
Gloria Ferro (voce)
Nello Marini (voce)
Rosanna Mavian (voce)
Enrico Sopelsa (voce)
Claes Cornelius (chitarra)
Sergio De Nardi (tastiere)
Lamberto Lanfré (piano)
Paolo Zannella (flauto)
Roberto Giannelli (basso)
Silvio Zanoni (batteria, percussioni)
Giorgio Bassanese (percussioni)
Frank Playwright (percussioni)


Post by Captain

martedì 24 settembre 2013

Serie "Bootleg" n. 120 - Prog Night with gli Osanna & Le Orme - Live at "Viper Theatre", Firenze, 9 marzo 2013

Incredibile prog night al "Viper Theatre" di Firenze, protagoniste due storiche band del progressive italiano: gli Osanna e Le Orme. Le registrazioni risalgono al 9 marzo 2013. In  realtà in cartellone erano previsti i New Trolls (La Storia), insieme a Le Orme e Lino Vairetti doveva apparire solo in veste di ospite. Invece, assenti i New Trolls, gli Osanna, al gran completo, hanno eseguito per intero una grande performance. Anche Le Orme, riscoperta la formazione in trio, sono state protagoniste di uno splendido concerto. Peraltro, aggiungo io, è veramente un grande momento di riflusso per le storiche band del prog nazionale: Biglietto per l'Inferno, Museo Rosenbach, Latte e Miele, Locanda delle Fate (a breve sulla Stratosfera con un live di recente produzione), Area. Sono solo alcune delle reunion, al fianco degli inossidabili New Trolls (nelle diverse declinazioni), Osanna, Le Orme, BMS, PFM. Sembra proprio che il tempo si sia fermato. Per tornare alla magica serata del Viper, iniziamo con la performance degli Osanna, sempre guidati dal membro storico e fondatore Lino Vairetti. La scaletta attinge abbondantemente dal 1° storico LP, "L'Uomo", Molto bella, come sempre, "There will be time", dalla colonna sonora del film "Milano Calibro 9".

PS. le splendide fotografie sono di Erika Bussoletti e Claudio Lodi. Thanks.
Entrambe le registrazioni sono su un unico file (albumwrap) dal momento che provengono dal Tubo. Ma, come spesso succede, il Tubo taglia o elimina i concerti postati. Con questa operazione di "salvataggio" speriamo di renderli fruibili a lungo.

Act one - Osanna
TRACKLIST :

01. Medley:
a) In un vecchio cieco
b) Vado verso una meta
c) Ce vulesse
d) Canta cchiu forte
02. A Zingara
03. Oro caldo / Mirror train
04. Taka Boom
05. L'Uomo / Purple Haze / L'Uomo (reprise)
06. There will be time
07. Everybody's gonna see you die
08. tuning
09. Fuje a chistu paese

FORMAZIONE :

Lino Vairetti: voce, chitarra acustica
Gennaro Barba: batteria
Nello D'Anna: basso
Sasà Priore: piano e tastiere
Irvin Vairetti: voce, synth
Pasquale Capobianco: chitarra elettrica

LINK


Act two - Le Orme
TRACKLIST :

01. Instrumental Overture
02. Verso Sud
03. La porta chiusa
04. Gioco di bimba
05. Figure di cartone
06. Era inverno
07. Cemento armato jam
08. Felona e Sorona medley (english lyrics written by Peter Hammill) - including drums solo
09. Sguardo verso il cielo / Rondò / Sguardo verso il cielo (reprise)

FORMAZIONE :

Michi Dei Rossi: batteria
Michele Bon: organo Hammond, piano e synth
Fabio Trentini: voce, chitarra, basso

Ritrovata la storica formazione a trio, Le Orme - sempre guidate da Michi Dei Rossi - nei quasi 70 minuti di questo concerto hanno sciorinato il meglio del loro repertorio "classico". Da sottolineare una particolare versione di "Felona e Sorona", con i testi cantati in inglese, scritti da Peter Hammill dei Van Der Graaf Generator per la versione inglese dell'album, intitolato "Felona & Sorona" e pubblicato in UK nel 1974 dall'etichetta Charisma. Una confezione deluxe, con entrambe le versioni del disco (in italiano e in inglese), è uscita nel 2011. Il lato debole come sempre è la voce: assente Davide Jimmy Spitaleri le parti vocali sono state affidate a Fabio Trentini. Vabbé, certo che Aldo Tagliapietra ci manca un po'. Se la voce è debole, fortunatamente la musica tiene bene, eccome! Ascoltate la grande versione di Cemento armato (con una lunga jam al suo interno) e il medley di Felona & Sorona, con un incredibile drum solo ad opera di Michi Dei Rossi. Insomma, siamo di fronte a quasi 2 ore di musica prog di altissimo livello. Cerchiamo di rivivere insieme questa magic night. Buon ascolto.


Post by George

lunedì 23 settembre 2013

Modena 29 Settembre 2013

Alberto Fortis, Eugenio Finardi, Annalisa Scarrone, la “Formula 3” con Alberto Radius, Cristiano Godano dei “Marlene Kuntz” e Andrea Mingardi. Ci sono i loro nomi, con quelli degli altri protagonisti (Ambra Borelli, orchestra Ologramma, Rats, Pietruccio Montalbetti, Marco Ligabue, Barbara Gobbi e Giacomo Cantelli), sul programma di “Modena 29 settembre 2013” in distribuzione in questo fine settimana tra i frequentatori del festival filosofia.

L’edizione 2013 di “Modena 29 Settembre” sarà dedicata in modo non convenzionale a Lucio Battisti, nel 70esimo anniversario della nascita. Il concerto gratuito in piazza Grande vedrà anche quest’anno, dunque, la partecipazione di big della canzone italiana, giovani emergenti a livello nazionale e artisti locali. Sarà un evento in cui il “canto libero” e la musica di Battisti saranno declinate fra diversi stili ed età dei protagonisti. Lo spettacolo, condotto dal giornalista scrittore Leo Turrini, autore tra l'altro del libro “Battisti. La vita, le canzoni, il mistero” (Mondadori, 2008), sarà gratuito anche quest'anno.

“Modena 29 settembre 2013” è promossa dal Comune di Modena, con la collaborazione della della Fondazione cassa di risparmio di Modena, del Gruppo Cremonini e di Hera spa, e con il sostegno di diverse imprese, e associazioni economiche del territorio: Banca popolare dell’Emilia Romagna, Confindustria Modena, Conad, Tecnord, Piacere Modena, Modena Parcheggi, Montana.

Le iniziative di “Modena 29 settembre 2013”, tra le quali anche una mostra a cura di Massimo Masini nella Galleria Europa di piazza Grande (“Anche per te”, dedicato a Lucio Battisti e John Lennon), ricomprendono gli appuntamenti in programma per “Music Town” venerdì 27 settembre. Come faranno i protagonisti del concerto in piazza Grande, anche gli artisti che si esibiscono negli otto palchi del centro storico di Modena eseguiranno, oltre ai brani del loro repertorio, almeno una canzone in omaggio a Lucio Battisti. In programma venerdì 27 settembre in via Taglio anche la presentazione del libro “Io vagabondo” con Beppe Carletti.

Tra le iniziative “collaterali” ricordate nel programma c’è anche la manifestazione “Tortellino sotto i portici”, che metterà in tavola in centro storico la cultura gastronomica del territorio dalle 12.15 alle 15 e dalle 19 alle 23 di domenica 29 settembre (info: www.consorziomodenaatavola.it).

In caso di pioggia, il concerto in programma in piazza Grande domenica 29 settembre, si svolgerà al Palasport “G. Panini CasaModena”.


domenica 22 settembre 2013

Raul Lovisoni / Francesco Messina - 1979 - Prati bagnati dal monte Analogo

TRACKLIST :

01. Prati bagnati dal monte Analogo
02. Hula Om
03. Amon Ra

Si tratta di un disco di non facile reperibilità, di sperimentazione pura, precursore del genere "ambient", l'unico realizzato dalla premiata ditta Lovisoni-Messina e, non a caso, pubblicato dall'etichetta Cramps.

Il titolo richiama l’opera incompleta  dello scrittore e poeta francese Renè Daumal, Il monte Analogo. Concordo con alcuni commenti trovati sul web, ovvero che l'album ricorda la fase sperimentale di Franco Battiato, leggasi "L'Egitto prima delle sabbie" e "M.elle Le Gladiator". Sta di fatto che proprio Battiato ha deciso di produrre questo disco che diventa così il naturale seguito delle sue sperimentazioni. Le tracce sono completamente diverse l'una dall'altra sia per le sonorità che per gli strumenti utilizzati. Di seguito l'ottima recensione tratta dal sito hamelin prog

"Prati bagnati del monte Analogo.

Lunghissimo brano (dura oltre 23 minuti) che copre un’intera facciata del disco. Semplicemente ipnotico. Un piano, suonato da Michele Fedrigotti (nella sua carriera una lunga collaborazione con Franco Battiato), che esegue alcune sequenze di note quasi in loop. Ricorda molto da vicino L’Egitto prima delle sabbie, contenuto nell’album omonimo di Battiato del 1978, in cui il compito di ipnotizzatore è toccato ad Antonio Ballista. Dopo oltre 14 minuti appare sulla scena un altro “suono”: è il synth di Francesco Messina, quasi una cornamusa in lontananza. Il finale space tocca al solo synth.

Lovisoni decide di occupare il lato del disco di sua pertinenza con due brani. Il primo Hula Om, è affidato esclusivamente ai suoni dolci e rilassanti di un’arpa, suonata magistralmente dalle delicate mani di Patti Tassini. Con Amon Ra (il Dio-Sole egizio nato dalla fusione del Dio Ra di Eliopoli e la divinità principale di Tebe Amon) Lovisoni si spinge molto oltre. La parte “strumentale” è affidata ad un glasspiel, cioè una serie di bicchieri di cristallo fatti risuonare dalle dita umide dell’artista stesso. L’idea è geniale, il suono che ne viene fuori però potrebbe sembrare, a tratti, un po’ fastidioso, quasi fosse un fruscio di sottofondo ma con un volume troppo alto. Secondo l’artista l’ambiente, che si crea, è un atto di devozione alle sonorità che circondano il nostro sonno. L’idea resta comunque apprezzabilissima perché va molto oltre i canoni musicali cui siamo abituati. Straordinaria la presenza di Juri Camisasca (in una delle sue ultime esperienze musicali prima di abbracciare la vita monastica) che gioca con la voce in modo molto particolare, diventando a volte quasi un tutt’uno col suono emesso dai bicchieri. Una curiosità finale: Steven Wilson, leader dei Porcupine Tree, ha inserito l’album in una delle sue personali playlist del 2008 presenti sul sito della band".

MUSICISTI :

Francesco Messina - vocoder moog, vocoder, sinthi EMS
Raul Lovisoni - glasspiel, piano
Patti Tassini - arpa
Juri Camisasca - voce
Michele Fedrigotti - piano


Post by George

giovedì 19 settembre 2013

1975 Grande Italia


Doppio LP registrato tra Aprile 1974 e Febbraio 1975 negli studi REGSON Milano, CHANTALAIN Roma, EMI Roma



Franco Anderlini da www.marcogiunco.com

L'idea del progetto Grande Italia fu concepita intorno al 1973/74 da Dodo Veroli, all'epoca produttore dei Nomadi e Pier Farri, uomo della Emi, entrambi frequentatori del bar Grande Italia, a Modena. L'intenzione era quella di riunire in un disco i musicisti più o meno noti che frequentavano l'omonimo locale, in quel periodo punto d'incontro di un'umanità varia affascinata dal fenomeno beat e dal movimento hippie, sia dal punto di vista musicale che da quello artistico letterario. Al disco avrebbe poi dovuto far seguito una serie di concerti. I vari gruppi prepararono i loro brani e li incisero senza particolari difficolta'. Il doppio LP uscì nella primavera del 1975 ma del tour  non se ne seppe più nulla e, dato che in quel perido non esistevano ancora le cosiddette radio libere, non credo sia stato programmato da qualche rubrica Rai.
Il  disco rimase per un pò nelle vetrine dei negozi  poi sparì dalla circolazione ed anche le persone coinvolte, occupate in altre faccende,  non se ne curarono troppo. La storia è abbastanza semplice ma ha poi avuto un seguito. L'immagine di copertina, che ritrae parte dei musicisti ed abituali frequentatori del bar, senza voler essere retorici o autocompiacersi, direi che ricorda la foto centrale dell'album Brothers and Sisters degli Allman Brothers, oppure anticipa la locandina del film Almost Famous, anche se nel nostro caso le ragazze invitate per la posa all' alba delle 10 di mattina, se ne rimasero quasi tutte a letto. Questa fotografia ha esercitato un certo fascino, così che venne ripescata nel 1988 in occasione di un concerto reunion ed arte varia tenutosi nella piazza del Duomo di Modena. Il bar Grande Italia non esisteva già più, al suo posto era stata aperta una pellicceria. Il momento più atteso della serata era costituito dall'esibizione dei Nomadi con l'ancora presente Augusto Daolio e gran parte del pubblico, interessato soprattutto alla musica, ad un certo punto invito' la presentatrice a compiere disparati atti sessuali, al che la ragazza abbandonò il palco sul quale fu catapultato il cantautore Romano " Panzer " Rossi accompagnato da me all'armonica. Io, che ero inattivo da alcuni anni, incappai in due stecche strepitose, che mi vergogno ancora.  Nessuno sembrò accorgersene ma io sì e da quel momento e per diversi anni mi impegnai seriamente nello studio dello strumento. Dopo quella serata la foto fu usata spesso quando a qualcuno veniva in mente di organizzare  manifestazioni, mostre, o scrivere qualcosa sui fantasiosi anni 60/70, fino ad essere inserita in una raccolta di fotografie dal titolo " Modena,  immagini di un secolo " pubblicata in mille esmplari numerati nel 1999, ed anche nel libro " Seduto in quel caffè... fotocronache dell'era beat " uscito agli inizi del 2003 per le edizioni rfmpanini.it curato da Massimo Masini, che in quel passato periodo aveva collaborato con varie formazioni di orchestrali.  Naturalmente non manca la leggenda metropolitana.  All' estrema sinistra della foto si nota un personaggio con giacca ed occhiali scuri che nessuno conosceva. Qualcuno chiese chi fosse e qualcun'altro, visti i tempi e l'ambiente rispose: " E' un poliziotto in borghese " così,  quel curioso divenne un agente  mandato a scoprire cosa fosse quell' assembramento di capelloni a quell'ora mattutina. Quanto ai musicisti che parteciparono alle registrazioni,  dei più noti, come Francesco Guccini o I Nomadi si sa più o meno tutto, ma anche la maggior parte degli altri  ha seguitato a suonare, chi in campo rock folk come i componenti della Pavullo Band, chi, come Glauco Zuppiroli è apprezzato e conosciuto bassista jazz, altri come Amos Amaranti,  Sandro Capasso e Silvano Ori collaborano con diversi gruppi musicali. Da parte mia, rimasto fedele all'armonica, continuo a fare serate con gruppi locali.

Massimo Masini da Seduto in quel caffè - Fotocronache dell'era beat

Le opportunità continuavano a scaturire attraverso i Nomadi, che tra l'altro avevano l'ufficio dell'editore duecento metri più in là.
Amos sì rivelò troppo scalpìtante e coi Nomadi non durò, così Dodo chiamò Marco Tosattì in sala d'incisione per le parti di chitarra su un
album, 'Gordon', i cui testi erano stati scritti in buona parte da Romano 'Panzer' Rossi, laureato in filosofia e amante, tra l'altro, dei 'Gufi'
dì Lino Patruno. Nella stessa occasione ci furono altri 'novizi', pescati al bar, chiamati ad aggiungere qualche intervento in studio, qui e là.
Contemporaneamente stava incidendo un disco anche Rossana Barbieri, la sorella di Giò, che cantava bene ed era anche stata Miss
Modena (la si ritroverà più tardi a Sanremo come Linda Lee, poi nei Daniel Sentacruz Ensemble).
A Dodo nacque dunque l'idea di fare un disco che radunasse tutte le esperienze musicali, artistiche e letterarie che si erano succedute
sino ad allora in quel 'nostro' bar. Oltre ai già citati, almeno un'altra dozzina di strumentisti si radunò in quattro/cinque gruppi estemporanei.
La gestazione dì 'Grande Italia' occupò buona parte del 197 4, impegnando a diverso titolo quasi tutto l'ambiente del bar in un progetto
che si era fatto sin troppo ambizioso e che si tramutò poi in un doppio Lp: un brano di Francesco Guccini, un altro dei Nomadi, uno di
Victor Sogliani come solista, idem per il suo antico sodale nell'Equipe, Franco Ceccarelli ... poco per invogliare il grosso pubblico ad
acquistare un doppio Lp che metteva insieme tanti altri brani che, seppur apprezzabili, erano proposti da illustri sconosciuti.
Per owiare a questo handicap Pier Farri - inevitabilmente coinvolto in un'operazione di questo genere -fece ricorso ad alcuni musicisti
romani à la page quali Vince Tempera, Robert Fix e Tony Esposito, inseriti in extremis in fase di post-produzione. Ciò finì purtroppo per
togliere coesione e coerenza, snaturando definitivamente il prodotto che comparve negli scaffali la primavera successiva.
A parte le copie acquistate da amici e parenti, quel disco fu un flop commerciale mostruoso e sparì ben presto dalla circolazione, dopo
esser stato quasi subito declassato in 'offerta' a prezzo stracciato. Talmente scomparso che oggi 'spunta' quotazioni di tutto rispetto tra i
collezionisti, ed anche nell'immensità del web se ne trova un'unica traccia', ripudiato com'è anche dallo stesso archivio EMI.
C'è da dire che anche chi vi partecipò non se ne curò, da subito, più di tanto. l tempi stavano subendo un'accelerazione, complicandosi
non poco, e già al tempo della foto di gruppo per la copertina in molti erano altrove, presi da tante altre storie che muovevano la scoppiettante
'controcultura'. La foto fu scattata da Oscar Goldoni, pittore e fotografo che aveva già realizzato anche la copertina di 'Suoni' dei Nomadi,
uno dei 'vecchi' del bar che da anni dirigeva alcuni settori culturali del Comune. Suo anche il disegno all'interno dell'album.
Al momento convenuto per la foto, a metà mattina, si presentarono solo alcuni dei musicisti. Furono così immortalati con loro tanti semplici
amici e conoscenti che, anche quella mattina, 'cazzeggiavano' al bar Italia. A dar qualche 'dritta' col suo vocione c'era anche Carlo Savigni,
rispettato fotografo dell'epoca dei pionieri.
Nel luglio 1975 ci fu il cosiddetto 'raduno hippie di Rubiera', al quale ci recammo in tanti da un bar Italia che non poteva più, oggettivamente,
chiamarsi 'Grande' ... Travolto da un ineluttabile caos in parte dovuto, forse, ad un'eredità troppo ingombrante, avrebbe chiuso definitivamente
i battenti un anno e mezzo più tardi.

F.Spatarco su Super Sound, 7/10/1974

" ... sul direttissimo Modena-Roma, per venire a capo del
mistero, abbiamo messo alle strette Pierre Farri, ex-batterista
dell'Equipe 84, produttore discografico ed organizzatore:
Si può sapere cosa state architettando?
Pierre - Ci stiamo togliendo una piccola soddisfazione ...
sto parlando di un bar e della storia di quelli che ci hanno
vissuto dentro per un lungo periodo di tempo. Devi sapere
che a Modena c'è un bar, il 'Grande Italia', appunto. È un
bar qualunque come ce ne sono tanti; solo che per molta
gente questo posto è stato un punto di partenza e di
riferimento, e continua ad esserlo ancora per molti della
nuova generazione ... In questo bar sono cresciuti quelli
dell'Equipe 84, i Nomadi, Guccini e tantissimi altri. Chi ha
sfondato per primo ha poi sempre aiutato gli altri a fare
altrettanto ... Era un luogo di ritrovo per tutti noi o quasi, e
lo è ancora ... Abbiamo deciso (con Dodo Veroli, produttore
dei Nomadi e del primo album di Guccini, ndr) di ricordarlo
tutti insieme in una storia su L. P .... Guccini ha già registrato
il suo pezzo 'Le belle domeniche', seguito da Victor Sogliani
dell'Equipe; i Nomadi registreranno tra non molto e anche
Franco Ceccarelli (Equipe pure lui) farà lo stesso. Poi sarà
la volta dei giovani ... il gruppo dei 'Ghirlandina Libera',
gente che propone ottimo blues ... un altro gruppo chiamato
'O Babel', recita poesie e improwisa stupendi pezzi afrojazz
di ottima impostazione ed esecuzione ... Amos Amaranti
è un cantautore della nuova generazione del bar Grand'Italia
e contiamo molto su di lui ... Panzer- (Romano Rossi,
paroliere per i Nomadi, ndr) - ha già dato il suo notevole
contributo con la canzone 'Cristo'. Panzer immagina di
essere un contemporaneo di Gesù e gli dice: "Se t'hanno
ammazzato, qualcosa devi aver per forza combinato" ...
Piero Guccini, degno seguace del noto fratello ... Maurizio
Vandelli, invece, ha declinato l'invito: non è nel trip della
faccenda per motivi personali. La EMI si è dimostrata ben
felice di produrre questo album, anche se forse sarà un
album doppio."

Credits
Amos Amaranti: Acoustic Guitar, Electric Guitar
Franco Anderlini: Harmonics
Rosanna Barbieri: Vocals, Little Bells
Giuliano Bolchini: Acoustic Guitar, Havaian Guitar
Toni Bonfrisco: Tenor Sax, Flutes
Giuliano Brusiani: Drums
Marino Brusiani: Bass
Sandro Campasso: Drums
Beppe Carletti: Keyboards
Franco Ceccarelli: Vocals, Acoustic Guitar
Augusto Daolio: Vocals
Chris Dennis: Acoustic Guitar, Synth
Paolo Gainotti: Drums, Tabla
Alberto Girgenti: Piano
Francesco Guccini: Vocals, 6 Acoustic Guitar, 12 Acoustic Guitar
Paolo Lancellotti: Drums, Percussion
Umberto Maggi: 3 chords bass
Silvano Ori: Electric Guitar, Tabla
Romano Rossi "Panzer": Vocals
Luciano Sirotti: Alto Sax, Flute
Victor Sogliani: Vocals, Bass
Luciano Stella: Organ, Electric Piano
Germano Tagliazucchi: Acoustic Guitar, Electric Guitar, Mandolin
Marco Tosatti: Acoustic Guitar, Electric Guitar, Bass
Fabrizio Urzino: Drums
Glauco Zappiroli: Bass
Tony Esposito
Robert Fix
Vince Tempera
Ettore De Carolis

LATO A
    La Vita - Luciano Sirotti & Pavullo Band (Romano Rossi, Germano Tagliazucchi) - 4:46
    Mosaico Femminile - Rosanna Barbieri (Romano Rossi, Germano Tagliazucchi) - 4:42
    Le Belle Domeniche - Francesco Guccini (Francesco Guccini) - 3:07
    G. I. Blues - G. I. Band (MarcoTosatti) - 1:57
    L'inquietitudine - Victor Sogliani (M.Merchiori) - 4:14


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LATO B
    Antidoto - Piero Guccini (Piero Guccini) - 11:04
    Pensieri di un Amico (Eroina) - Panzer & G. I. Band (Romano Rossi, MarcoTosatti) - 3:48
    Mnephoto - Pavullo Band (Germano Tagliazucchi) - 3:47


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LATO C
    Soprese - I Nomadi (Romano Rossi, Giuseppe Carletti) - 3:29
    Dolce Tropico - Ghirlandina Libera (Marco Tosatti) - 3:29
    Muccona Mia - Piero Guccini (Piero Guccini) -2:13
    Perché No - Franco Ceccarelli (Franco Ceccarelli) - 2:47
    Linea E. O. - Ghirlandina Libera (Marco Tosatti, Luciano Stella) - 6:20


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LATO D
    Glassberg (Urzinato) - Amos & Amici (Amos Amaranti) - 5:39
    Escalation - Ghirlandina Libera (Marco Tosatti) - 5:34
    L'amore su di Voi - Amos & G.I.Band (Amos Amaranti) - 4:35
    Hacienda - Germano & G.I.Band (Germano Tagliazucchi) - 3:16


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mercoledì 18 settembre 2013

Enzo Stavolo - 1980 - Nel villaggio di Saint Cloud

Album rarissimo, che raggiunge quotazioni di tutto rispetto, "Nel Villaggio di Saint Cloud" è stato pubblicato agli inizi del 1980 da Enzo Stavolo, musicista assolutamente sconosciuto. Le mie ricerche sul web sono state del tutto infruttuose, tranne trovare qualche informazione legata al gruppo degli Armonium, sorto nel 1975 e ancora oggi in attività. Proprio nella primissima formazione degli Armonium troviamo Enzo Stavolo alla voce e chitarra, insieme a Franco Zulian alle tastiere, Piero Martoglio alla voce e batteria e Claudio Scotti Galletta al basso. Questa formazione incise un solo 45 giri, pubblicato dalla EMI nel 1975, di stampo melodico, qui proposto nelle bonus tracks. Poi le tracce di Enzo Stavolo si perdono, fino  a questa unica e fugace apparizione nel 1980. Un album fiabesco, come lascia sottendere la bellissima copertina, con Enzo alla chitarra e voce, accompagnato da ottimi musicisti (purtroppo sconosciuti): basso, batteria, tastiere, flauto. archi. I brani sono melodici, ma ben costruiti. Voce delicata, arpeggi di chitarra acustica, la figura del menestrello che si affaccia tra i solchi, in particolare nel brano omonimo. In alcune parti riecheggiano gli echi del primo Angelo Branduardi, con sprazzi prog qui e là. Assolutamente da non perdere.

TRACKLIST :

01. Nel Villaggio di Saint Cloud
02. Fiaba popolare
03. Dimmi tu
04. Amo
05. Menestrello
06. Concerto dell'Umbria
07. Il ciabattino
08. Mater
09. La notte che verrà
10. Addio Villaggio di Saint Cloud

Bonus Tracks :

11. Primo amore (Armonium, lato A - 45 giri, 1975)
12. Pascoli del cielo (Armonium, lato B - 45 giri, 1975)

Da sottolineare che i brani Fiaba popolare e Mater vennero pubblicati come 45 giri già nel 1978 per l'etichetta B.C.E. Record. Anche Amo e Dimmi tu finirono su un 45 giri nel 1980, in concomitanza con l'uscita del vinile. Non mi risultano ristampe in CD di questo disco.

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Post by George

martedì 17 settembre 2013

Serie "New Italian Prog" n. 3 - Malleus - 1996 - Opera Totale + Opera I (Bonus track)

TRACKLIST :

01 Opera totale (47:03)
02 Opera I - Bonus track (09:19)

Disco oscuro e davvero stravagante questo, ad opera di Malleus, al secolo Enrico Ragni. Il quale, nonostante il rassicurante aspetto che mostra nella foto centrale sulla retro cover, si avvicina per cupezza al gran maestro del dark prog italiano, mister Antonius Rex. Un unico brano di 47 minuti avente, come tema e motivo di esistere, una incredibile esperienza extrasensoriale vissuta dall'artista nel 1978 presso i ruderi della Rocca degli Ottoni, luogo maledetto e teatro di orribili fatti di sangue. Ancora più oscura e darkeggiante è la minisuite "Opera I" che ho inserito come bonus track, rintracciata sul tubo. Questa traccia, di cui non sono in grado di dirvi se la versione qui presentata è completa o meno, originariamente costituiva l'intero lato A del primo misteriosissimo ed assolutamente introvabile album (probabilmente un demo) del "progetto" Malleus, risalente al 1988. L'opera costituiva una prima stesura in musica della sconvolgente esperienza extrasensoriale di Malleus stesso. Se qualcuno avesse l'intero lavoro, bussi pure alle nostre porte...


Una bellissima recensione, a cura di Donato Zoppo, si trova su Movimentiprog.net :

"Ecco uno dei personaggi e dei dischi più misteriosi degli ultimi anni. Nel 1978, a soli 25 anni, tale Malleus - artista marchigiano - sperimentò un insolito e rischioso esperimento extrasensoriale. Già in tenera età affascinato dalla potenza introspettiva della musica e piuttosto versato nella composizione e nell’arte grafica, si recò alla Rocca Degli Ottoni, un insieme di ruderi nei pressi di Recanati. Di quell’evento si conoscono solo pochi particolari. Tuttavia fu centrale nella vita del giovane, che cominciò ad interessarsi alla musicoterapia e ai legami musica-psiche. Nel 1996 Malleus, dopo un lungo travaglio interiore, decide di pubblicare, dopo averla materializzata in musica, quella indimenticabile e misteriosa esperienza. Nel biennio 1988-1990 realizza un test-demo chiamato “Opera I”, uscito su 12 pollici e accolto con successo. Alla fine del 1992 incide l’Opera totale, chiamata “Paranorm”, pubblicandola con la propria etichetta MCM, specializzata in ciò che egli ha chiamato “Psycho-music”. Ricordiamo che la versione in vinile presto sparì e oggi è considerata un cimelio da collezione. Si tratta di un viaggio musicale dichiaratamente ispirato alla Divina Commedia. Mentre Dante scelse il verso per effettuare un viaggio nell’animo umano, Malleus sceglie la musica. Conscio della grande potenza evocativa di questo strumento, realizza un album di “musica psichica”, funzionale a liberare la mente da ogni condizionamento. Concepito e dichiarato come viaggio magico, “Paranorm” ispira nell’ascoltatore un senso di imponenza e grandeur: il filo conduttore di tutta l’opera è proprio quello del rafforzamento della volontà, che porta l’uomo alla consapevolezza della propria scintilla divina interiore. E non solo: l’opera rievoca chiaramente l’esperienza extrasensoriale che l’autore visse 15 anni prima. Per la realizzazione dell’album Malleus (chitarrista e compositore dei brani) si è servito di uno stuolo di collaboratori marchigiani. In primis la brava vocalist Donatella Duranti, poi l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro di Santa Cecilia di Corridonia e la compagnia teatrale La Rancia di Tolentino. La parte “rock” del disco è affidata ad un gruppo di musicisti locali. Infine, particolare di grande interesse, l’effetto OM è stato creato dal gruppo yoga San Giuseppe di Jesi, in collaborazione “spirituale” con altri gruppi esoterici: la notte di Halloween del 1992 tali gruppi si sono uniti telepaticamente ai musicisti in studio per registrare quell’effetto. E’ un passaggio che ricorre ciclicamente in numerosi episodi del disco.L’album consta di un’Introduzione e di quattro Parti. E’ una sorta di pop-rock sinfonico, legato all’elettronica e alla musica contemporanea, spesso ai confini di quel “sinfonismo moderno” ben approfondito dall’ottimo Tony Carnevale. Non mancano momenti debitori dell’avventura del rock progressivo: movimenti spettrali e orrorifici degni del miglior Balletto Di Bronzo, aperture vocali barocche che rimandano all’esperienza di “Atom Heart Mother”, riferimenti palesi alla musica classica e sinfonica nello stile dei The Enid.Tappeti di tastiere ed effetti tempestano l’ascoltatore, lo aggrediscono fino ad avvolgerlo, una volta esausto e privo di difese. Con l’entrata dell’orchestra, con i cori e gli estranianti effetti vocali il gruppo crea un’atmosfera sulfurea e infernale. Ogni brano presenta momenti significativi: vento, pioggia, disperazione, descrizioni sonore di ambienti e situazioni interiori. L’autore ha attraversato diverse “stanze” e tutto ciò è reso con fedeltà. L’avanzare dei brani corrisponde al processo di elevazione interiore e la musica ne risente: il severo rock apocalittico è sempre più spezzato da inserti di flauto e pause acustiche. Le melodie tendono a farsi progressivamente più serene e gradevoli. Il finale è celestiale, con un incipit di organo a canne e cori vigorosi. Attraverso la grandiosità della musica l’Opera Totale ha cercato di rivelare quali rapporti vi siano tra musica e psiche: in quelle pieghe più tortuose e oscure, dove spesso non si vuole far arrivare la parola, Malleus ha creato un momento di dialogo, se non di riconciliazione, tra l’uomo e il suo Io, la sua anima."

Estremamente incuriosito dalla storia di questo esoterico lavoro, ho setacciato il web alla ricerca di notizie sulla Rocca degli Ottoni, il luogo dove avvenne l'esperienza extrasensoriale di Malleus. La cosa più interessante che ho trovato è il seguente testo, tratto da "Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Marche" di Fabio Filippetti e Elisa Ravaglia:

"...Attratto dalle misteriose storie antiche e dalla ricerche svolte in compagnia di un gruppo di amici anch'essi interessati all'argomento, Màlleus, uno studioso locale di parapsicologia che usa questo pseudonimo anche come musicista e amanuense, decise nel 1978 di tentare un esperimento: si recò da solo, nottetempo, alla Rocca degli Ottoni, raggiungibile soltanto a piedi e, con l'aiuto di un registratore, decise di autoindursi in una trance ipnotica che lo facesse regredire fino al tempo del sanguinoso assedio, con totale ricordo ricordo delle esperienze che avrebbe vissuto. L'esperimento ebbe successo e Màlleus assistette, come un invisibile pellegrino del tempo, al fosco affresco di vita che si svolgeva davanti ai suoi occhi: l'antico assedio della Rocca e la sua distruzione. Le scene, viste con gli occhi della mente, erano raccapriccianti. Il famoso oro, tanto cercato, accumulato rapina dopo rapina, appariva ancora ben nascosto nei sotterranei della Rocca, fra le ossa dei pellegrini uccisi dai briganti. Nelle immagini percepite era custodito da enormi serpenti. Vide e si impossessò di quel tesoro Màlleus? "Egli non trovò affatto - scrive Massimo Inardi - il tesoro che cercava materialmente, bensì il più prezioso tesoro dello spirito e della psiche, insieme ad una musica che egli ha riascoltato e meditato". Proprio così, perché Màlleus, sulla base della sua esperienza paranormale, ha ralizzato una interessante composizione musicale, che risente anche della seconda parte dell'esperimento, che non si concluse come era previsto. Infatti Màlleus racconta di essersi trovato, per alcune ore, in pieno giorno in una bellissima vallata dove regnavano pace e tranquillità: sicuramente la stessa vallata molti anni prima che la Rocca fosse edificata. Da questa esperienza, vissuta con grande intensità, a distanza di dieci anni, è nata un'opera musicale, che ha per sottofondo un suono particolare che ha accompagnato Màlleus per tutto il viaggio. L'opera musicale è stata chiamata Paranorm, e in essa si ascolta una musica che è stata definita "solida", perché rende vivibili direttamente le sensazioni descritte. La realizzazione artistica ha riscosso notevole successo e Màlleus si è trovato ad organizzre manifestazioni dove la sua musica veniva eseguita , addirittura con concerti "olfattivi", dove anche i profumi aiutavano a ricreare le emozioni di quel "viaggio". Così Màlleus ha creato una sorta di nuovo genere musicale, che si basa su una musica "psichica", nella quale ogni uomo non può fare a meno , proprio perché dotato di psiche, di identificarsi e di riconoscersi."

Il sito ufficiale di Malleus esiste, ma vi troverete l'Antica Bottega Amanuense, attuale nobilissima attività di questo artista...
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Post by Captain