giovedì 2 maggio 2024

Tavernanova: musica, tradizione, dialetto (1994-2012) - special post by Giudas (part I)


BREVE PREMESSA by GEORGE
Periodicamente l'amico e collaboratore Giudas ci propone delle vere e proprie delizie, frutto di lunghi lavori di ricerca, interviste incluse. Grazie Giudas per questi preziosi contributi. Questa volta i protagonisti sono i musicisti di un gruppo di world music (mi permetto di collocarlo in questa categoria), i Tavernanova, autori (al momento) di tre album pubblicati in un arco temporale che va dal 1994 al 2012. Il post sarà suddiviso in due parti: la prima con i primi due album del 1994 e 1996, la seconda con l'ultimi CD del 2012. Le immagini qui presenti le ho tratte dalla pagina Fb del gruppo. E ora la parola passa a Giudas.

BIOGRAFIA E RECENSIONI by Giudas
Questo gruppo non è affatto sconosciuto ed infatti vi sono un sacco di notizie in rete – ma come è mia abitudine lascio a chi fosse interessato il gusto dell’approfondimento, riservandomi il privilegio di contattare alla fonte i protagonisti per cavare da loro tutte le informazioni possibili. Ma vediamo come ci arrivo. Nei primi anni duemila giunge nella mia scuola un tizio di Corato – 30 km dalla mia città -  insegnante di inglese, col quale inizio ad avere i primi scambi di vedute – scopro che è anche un chitarrista e che ha un gruppo musicale con cui suona. E fanno musica interessante. Lui era, ed è, Aldo De Palma, il chitarrista storico dei TAVERNANOVA, gruppo di cui non avevo all’epoca alcuna cognizione. Mi fa dono dei due CD sino ad allora prodotti dal gruppo (“Tavernanova” e “Matengue”) - ringrazio e la cosa finisce lì – l’anno dopo si trasferisce ad altra sede – all’epoca non conoscevo la Stratosfera e così ciao ciao ..


Un paio di anni fa mi ritornano sotto gli occhi i due CD (ennesima sistemazione dello studio – ogni tanto affiora qualcosa …) – ma adesso esiste la Stratosfera ed il prodotto è molto interessante. Quindi ricontatto Aldo De Palma e gli spiego brevemente cosa mi serve per fare un buon post – lo trovo addirittura entusiasta – Corato dista pochi chilometri dalla mia città -  e quindi … si parte ! Anche Aldo De Palma è sfuggente come tutti gli artisti di mia conoscenza – ogni volta che fisso un appuntamento c’è qualcosa che non va e si rinvia – ci metto due anni ma finalmente a gennaio di questo anno ci ritroviamo a parlare, dopo un bel po’ di tempo. 


I TAVERNANOVA, si costituiscono negli anni 90. Il nome deriva da una contrada in agro di Corato –scopro che è anche il nome di una frazione del Comune di Casalnuovo di Napoli (che comunque nulla ha a che vedere con loro). Ad oggi hanno realizzato tre album (un quarto lo stanno facendo in questi mesi) prendendosi tutto il tempo necessario e senza alcuna fretta. Il loro segreto è che fanno musica veramente per puro piacere, avendo ciascuno di loro un lavoro che si tengono stretto, e quindi non sono oberati da tour, promozioni, ansia da pubblico, eccetera. La prima formazione è la seguente (in parentesi il lavoro che di fatto svolgono quando non fanno i Tavernanova):

Luigi DI ZANNI – voce (ragioniere in pensione)
Francesco QUATELA – voce (docente di Italiano)
Rosita RANALDO – voce (farmacista, residente a Roma)
Rino MAZZILLI – pianoforte (avvocato)
Aldo DE PALMA – chitarra classica (docente di inglese al liceo)
Pierluigi BALDUCCI – basso elettrico (insegnante di basso al Conservatorio)
Mario ARBORE – batteria (imprenditore)
Cesare PASTANELLA – percussioni (percussionista professionista)


Solo Balducci e Pastanella fanno musica per professione. Pastanella ha spesso e volentieri lavorato con gente del calibro di Toquinho, Antonella Ruggero, Roberto Ottaviano. Gli altri provengono dal mondo classico (De Palma) o jazzistico (Mazzilli) ed è proprio la mescolanza di questi due sistemi, spesso agli antipodi, che determina la cifra della loro particolare musica. All’epoca era un gruppo di venti-venticinquenni appassionati di musica; solo Di Zanni superava la quarantina riservandosi la funzione di “saggio” del gruppo". La passione comune converge quindi verso la musica etnica, con uno sguardo alle tradizioni del passato, ma mantenendo la barra dritta sul moderno – dobbiamo riconoscere che gente come la Nuova Compagnia di Canto Popolare, il Canzoniere del Lazio, Antonio Infantino e i Musicanova di Eugenio Bennato hanno decisamente spianato la strada a tutti gli altri e fornito nuovi obiettivi musicali per tanta gente. I TAVERNANOVA si inseriscono in questo solco e iniziano ad essere riconosciuti come appartenenti ai maestri del genere. 


A dirla tutta chiedo ad Aldo De Palma il motivo di questa scelta. Mi risponde candidamente che il cantante che avevano all’epoca, pur decisamente in gamba, non aveva il canto in italiano nelle sue corde, avendo molta più familiarità col dialetto, visto anche il possesso di una pesante inflessione, e quindi ci si è spostati in questa direzione. Mi ricordo che sono scoppiato a ridere: mai avrei immaginato una spiegazione simile… Eppure la cosa funziona e funziona molto bene. Si giunge così alla realizzazione del primo album nel 1994.

Tavernanova - Tavernanova (1994)


TRACKLIST:

01. Cuevas - 1:35
02. Toria Patoria - 3:26 
93. La pettinatrice - 4:24 
04. Filastrocca - 6:38 
05. Proverbi - 4:15 
06. Fuscia Demonia - 7:07 
07. Matalena - 4:12 
08. Ciaula d’Ore - 3:44 
09. Mallett’ America - 5:37 
10. Mitte u Agghie - 4:00 
11. U Guvern - 3:17 
12. Ninna Vola - 3:55 
13. Peppì Peppì - 6:08 
14. Titt Titt - 0:32 


FORMAZIONE:

Luigi Di Zanni - voce
Francesco Quatela - voce
Rosita Ranaldo - voce
Rino Mazzilli - piano, tastiere
Aldo Di Palma - chitarra classica
Pierluigi Balducci - basso
Mario Arbore - batteria
Cesare Pastanella - percussioni


L’ispirazione del primo lavoro proviene da un libro di Cataldo Bucci, scrittore coratino che aveva pubblicato proverbi e filastrocche locali, in vernacolo, di autori anonimi. E’ bastato saccheggiare quelle più belle per realizzare l’album (solo il primo brano è interamente strumentale) – la musica è venuta fuori spontaneamente. Si può quindi dire che i testi di questo album sono di fatto anonimi, seppure per il tramite di Bucci. I brani e gli arrangiamenti sono accreditati all’intero gruppo, senza distinzioni particolari. Va anche detto che se i gruppi etnici campani e salentini, forse un po’ più conosciuti, virano ovviamente su tarantelle e musiche molto briose, qui si pone lo sguardo sulla Puglia Murgiana che offre spunti molto diversi ed a volte i brani non scorrono proprio lisci – insomma occorre applicarsi nel loro ascolto. I testi sono riportati nel libretto del CD, ma purtroppo mancano le traduzioni in italiano. Pertanto ho preferito comunque fornirvi una traduzione di massima (a distanze superiori ai 50 km da Corato ho forti dubbi che gli utenti della Stratosfera possano apprezzare i dettagli linguistici …). E per la verità persino io ho trovato tante parole e locuzioni a me sconosciute (eppure sono appena 30 km di distanza). Sono passato in modalità “Google Traduttore” e ho passato al setaccio linguistico ogni singolo brano. Ed è stato un bene perché in questo modo persino io ho potuto apprezzare i contenuti dei singoli brani. Un esempio per tutti: il brano “U Guvern” (Il governo) è permeato da una rara ironia dissacrante, e ricorda tanto lo schema della Fiera dell’Est di Branduardi. Con la differenza che questa filastrocca è di due secoli orsono…


Consiglio di andarveli a leggere – ne trarrete sicuramente un arricchimento culturale gratificante, da quelle più drammatiche a quelle decisamente più birichine con parecchi doppi sensi. Devo però per questo ringraziare Natalino Cantatore, mio collega di scuola, che si è improvvisamente trovato privato dei suoi panni di docente di matematica e fisica per vestire quelli di traduttore – lui che proviene direttamente da quell’area – un paio di volte l’ho quasi coartato per terminare in tempo utile le traduzioni. Eppure anche lui (non propriamente coratino) ha trovato diverse difficoltà, che sono riuscito a superare quando a un certo punto mi sono ricordato che il marito di mia sorella, Rocco, è di origine coratina … e tutti i tasselli sono andati al loro posto !! (NDR - i file con le traduzioni sono raccolti in una cartella con link dedicato che troverete al fondo di questo post). 
Il CD è quasi autoprodotto ma desta i primi interessi, Di loro si “accorge” Paolo Dossena, non certo l’ultimo arrivato visto che, tanto per dire, è uno degli autori di “Pazza Idea” cantata da Patty Pravo e di un mare di altri successi musicali. Dossena inizia a produrli e a promuoverli. Vengono così i vari tour che li fanno conoscere ed apprezzare sul territorio nazionale. Il tutto, lo ricordo, senza particolare fretta e nel rispetto del lavoro che ognuno svolge in proprio. 


Si arriva al 1996 e, con la realizzazione di “Matengue”, il gruppo viene finalmente notato e proiettato alla ribalta nazionale ed internazionale. Alcuni brani iniziano ad entrare in raccolte nazionali di vario tipo fra le quali si evidenzia quella della rivista "Il Manifesto", “Canti Sudati”, in cui spicca un loro pezzo. Iniziano a fioccare i premi ed i riconoscimenti più vari: un loro brano viene scelto come tema conduttore di un film francese. Radio Deejaj, MTV, e il quotidiano La Repubblica iniziano di fatto a promuoverli. 

Tavernanova - Matengue (1996)


TRACKLIST:

91, Fiure de Pagghjie (fiore di paglia) - 3:28
02. Traine (carretto) - 5:09
03. Ghiacce e Carvune (ghiaccio e carbone) - 2:53
04. Ngè Ngè - 3:44
05. Ninnella - 4:46
06. Matengue - 4:33
07. Ghiomere - 4:51
08 Vene Carnevale - 3:44
09. Ninna Nanna - 3:01
10. Sciette e Bum! - 4:11
11. Forco - 5:49


FORMAZIONE:

Luigi Di Zanni - voce
Rosita Ranaldo - voce
Rino Mazzilli - fisarmonica, tastiere e programmazione
Aldo De Palma - chitarra
Pierluigi Balducci - basso
Cesare Pastanella - batteria, darbouka, congas, djembe, percussioni



I testi, questa volta originali, sono di Quatela e le musiche di Mazzilli e De Palma. In questo album, finalmente , sono stampate anche le traduzioni in italiano (riportate qui sotto). Chiedo a De Palma se qualche brano ha un qualche significato particolare. Mi dice che “Sciette e bum” si rifà ad una vecchia filastrocca (ecco il punto di unione col primo lavoro). Ma la sorpresa viene quando mi parla di “Ghiacce e carvune” (ghiaccio e carbone) che si rifà a vecchie storie familiari di nonni e bisnonni delle famiglie degli autori, gente tra i tanti emigranti in America di inizio ‘900 che erano infatti spesso addetti al taglio del ghiaccio e del carbone. Giuro che non sapevo che moltissimi emigrati svolgessero questa mansione – il ghiaccio per esempio veniva usato all’epoca per i sistemi di condizionamento dei primi grattacieli. E adesso venitemi a dire che non è vero che la musica veicoli cultura … !





 A questo punto vi è una lunga pausa sino al 2012 e ce la prendiamo anche noi, sospendendo il post con questi primi due album. Nella seconda parte vedremo il loro terzo CD, “il sorpasso”, con la svolta in italiano e il cambio di cantante, Se il gruppo mi autorizzerà, in un post successivo vedremo anche il lavoro che stanno finendo di registrare in questi primi mesi del 2024. 
NOTA A MARGINE – sino ad ora ho scavato solo tra gli artisti di Barletta (la mia città), Trani e Bisceglie. Con i Tavernanova inauguriamo, dal punto di vista musicale, una nuova “piazza di spaccio”, Corato, cittadina di 50mila abitanti ma che promette di essere musicalmente frizzantina. De Palma, il chitarrista, mi ha fornito una serie di contatti: spero che diano frutti. Vedremo.
Da parte mia, come sempre, il solito abbraccio musicale.
Vostro Giudas


LINK Tavernanova (1994)
LINK con traduzione testi 
LINK Matengue (1996)

Post by George - Music & Words by Giudas

2 commenti:

  1. Grazie per questo post interessantissimo.
    Effettivamente dalla Puglia vengono due filoni. Il primo è quello popolare, in cui le diramazioni più famose sono la pizzica del Salento e la tarantella del Gargano, entrambe diventate negli ultimi anni un po' modaiole, a causa di operazioni di divulgazione discutibili, che non hanno molto a che vedere con l'essenza di queste due musiche molto diverse tra loro.
    Poi c'è un filone cantautorale, con Matteo Salvatore, ancora ai piedi del Gargano, Enzo del Re, da Mila di Bari (abbastanza note lavorare con lentezza, e io e la mia sedia), infine Tonino Zurlo, scultore di Ostuni con voce aspra e testi molto intensi.
    Con questo post avete tirato fuori una musica da una zona meno nota, sono curioso di ascoltarli, le premesse mi sembrano molto promettenti

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  2. Assai notevoli i testi e portentosi gli arrangiamenti. Grazie cari George e Giudas e, se arrivano altri post riguardanti gruppi che suonano questo genere, siano i benvenuti.

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