lunedì 2 dicembre 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 54 - Agorà: The Second Edition (2002-Today)


GLI AGORA' NEGLI ANNI '70

Gli Agorà, una tra le più luminose band di jazz-rock-prog (mah...sarà giusta questa definizione?) che hanno attraversato gli anni '70, hanno avuto il privilegio, caso forse più unico che raro in Italia, di esordire con un album registrato dal vivo al celebre Festival di Montreux. Non solo, quello storico "Live in Montreux" venne pubblicato nel 1975 da una major come la Atlantic. Gli amici e i frequentatori della Stratosfera conoscono bene la biografia del gruppo marchigiano: inutile ripercorrerla nuovamente. Vi rimando dritti dritti alle pagine di Italian Prog del nostro amico Augusto Croce (qui). Vi ricordo che i primi due album li potete ritrovare su questo blog cliccando qui e qui. Il secondo e ultimo LP della prima edizione degli Agorà fu "Agorà 2", pubblicato nel 1976 sempre dalla Atlantic. Nello stesso anno il gruppo suonò al Festival del Parco Lambro e un loro brano, Cavalcata solare, venne incluso nell'album live tratto da quel concerto (ancora un qui). Come potete vedere, cari amici, ci siamo occupati del gruppo fino al 1978, anno in cui il gruppo si sciolse come neve al sole. Augusto ci ricorda che "per un breve periodo Pepe Maina suonò le percussioni nel gruppo, apparendo anche in un altro concerto tenuto a Montreux e interamente filmato, ma mai realizzato ufficialmente." 
Bene, questo post vuole occuparsi degli Agorà nella loro seconda edizione, quella che va dal 2002 ad oggi (così almeno credo)


LA NUOVA EDIZIONE

Ancora Italian Prog: "Nel 2002 il gruppo si è riformato con quattro componenti originari (Ovidio Urbani, Renato Gasparini, Mauro Mencaroni e Lucio Cesari), con l'ingresso di Alessandra Pacheco alla voce e dei jazzisti Giovanni Ceccarelli al piano e Aki Montoya alle percussioni, e la collaborazione del chitarrista/produttore Maurizio Mercuri. Dal 2012 la formazione, ribattezzata inizialmente Agorà Unplugged comprende Urbani, Gasparini, Cesari, il chitarrista Gabriele Possenti, il violoncellista Gianni Pieri e il batterista Massimo Manzi, che era stato già nel gruppo del 1977-78". Il primo lavoro della reincarnazione degli Agorà si intitola "Ichinen" e viene pubblicato nel 2013 (NDR - la Aereostella lo ristamperà l'anno successivo).  Per la cronaca gli Agorà, prima dello scioglimento, stavano lavorando ad un terzo album che non vide mai la luce. Mi permetto di sottolineare che tra le varie reunion avvenute negli anni 2000, per motivi vari che qui non sto ad analizzare, quella degli Agorà mi ha veramente fatto  piacere, dato il particolare apprezzamento che ho sempre avuto nei loro confronti. E ora è il momento di passare alla musica. 

Agorà - Ichinen (2013)


TRACKLIST:

001. Serra San Quirico (5:59)
02. Ichinen (5:28)
03. Sensei (5:23)
04. Work in Progress (3:50)
05. Star strings (6:00)
06. Instante per instante ( 4:15)
07. Tre maggio (5:20)
08. Oceano (6:09)
09. Wood of guitar (4:05)
10. Progressive suite (7:24)
11. Costa dell'est (8:22)
12. Piramide di domani / Cavalcata solare (theme) (7:54)


FORMAZIONE:

Renato Gasparini - chitarre, voce
Ovidio Urbani - sax soprano
Lucio Cesari - basso acustico
Gabriele Possenti - chitarre
Gianni Pieri - violoncello
Massimo Manzi - batteria

con
Roberto Bacchiocchi - Rhodes piano
Maurizio Mercuri - chitarre
Giovanni Ceccarelli - piano
Mauro Mencaroni - batteria
Alessandra Pacheco - voce
Karl Potter - djambee e congas


Ecco cosa ne pensa Francesco Inglima in questa sua recensione pubblicata su "Arlequins" (totalmente condivisibile):
"Con “Ichinen” gli Agorà ci propongono la loro attualità, non scimmiottano il loro passato, ma con estrema naturalezza ci mostrano la loro nuova anima: acustica, pacata, meditativa e matura. Anche quando ci ripropongono brani del passato lo fanno reinterpretandoli con questa loro nuova consapevolezza e rendendoli affini con le nuove composizioni. Il nome stesso dell’album “Ichinen” si rifà ad una metodologia buddista, a testimonianza della pace interiore raggiunta dai musicisti.
La musica rispecchia la nuova anima della band ed è ancor più diretta verso sonorità mediterranee, in un mix delizioso tra Jazz e World-Music. Quello che colpisce maggiormente è la ricchezza di colori. Troviamo reminiscenze di raga indiani, fado portoghese, temi etnici, ma anche spunti canterburiani e momenti più propriamente fusion. In un certo senso possono ricordare gli Indaco, ma gli Agorà sono più omogenei. I vari musicisti entrano ed escono dalla scena con leggerezza e con interventi mai banali, creando un armonia in cui ogni strumento non ruba mai la scena all’altro, ma ogni musicista esalta la propria classe al servizio degli altri. Si lavora tutti in perfetta simbiosi e la somma d’insieme, come in un sistema olistico, è maggiore della somma dei singoli musicisti presi singolarmente. Le tre chitarre di Possenti, Gasparini e Mercuri rappresentano l’anima più etnica, mente il sax di Urbani e il piano di Ceccarelli invece quella più Jazz. Il tutto si fonde a meraviglia grazie agli archi di Pieri e il basso di Cesari. Una menzione speciale merita il batterista Manzi, nome storico del jazz italiano, che funge spesso da vero collante con la sua batteria, mai invasiva ma particolarmente espressiva e che punteggia in maniera sublime il lavoro degli altri musicisti.



Il disco ci propone tutte nuove composizioni scritte negli anni 2000, qualche inedito scritto alle fine degli anni ‘70 assieme a Manzi e un paio di classici dai loro primi due dischi. Guarda caso questi due brani aprono e chiudono l’album come a voler chiudere un cerchio o come volerci condurre in un viaggio musicale in cui la partenza e la destinazione coincidono ed in cui l’unica cosa veramente importante è viaggiare. Colpisce l’omogeneità dell’album in apparente contrasto con l’arco temporale di trenta anni in cui sono stati scritti i brani. Con “Ichinen” gli Agorà non vogliono stupire o accontentare i fan del passato, ma solo suonare quello che più gli piace a prescindere da generi e necessità commerciali. Vogliono semplicemente suonare la loro musica in piena libertà espressiva ed è forse questa la vera scintilla che fa scattare la magia di un album in cui tutto sembra funzionare, in cui nulla è fuori posto. Un album in cui la maturità dei musicisti diventa un vero valore aggiunto e non un fardello".


Nel 2014 la band entra nella scuderia della Aereostella, label di Franz Di Cioccio della PFM che - come sopra ricordato - ristampa Ichinen, dandogli una distribuzione internazionale. Nel novembre 2014, gli Agorà sono tra i gruppi chiamati sul palco di Prog Exhibition, il Festival della Musica Immaginifica organizzato dalla D&D di Iaia De Capitani, insieme a gruppi molto noti della scena progressive tricolore come la PFM e Le Orme.


Il 20 settembre 2015, al Planet Live Club di Roma, con una formazione estesa a otto elementi che comprende il tastierista degli Area Patrizio Fariselli e il musicista anconetano Marco Agostinelli ai flauti in qualità di special guest, il gruppo si esibisce dal vivo con l'intento di pubblicare un nuovo disco live. Il concerto fa parte del Progressivamente Festival organizzato da Guido Bellachioma. In quell'occasione vengono presentati quattro inediti: "Bombook" di Renato Gasparini e Gianni Pieri, "Puro" di Gabriele Possenti, "Reset" di Renato Gasparini, e "Oak Ballad" di Renato Gasparini e Ovidio Urbani. Ed è proprio il brano "Bombook" a dare il titolo all'album live uscito nel 2016 per la Cramps/Sony in formato CD e in formato vinile (esiste anche un DVD che documenta il concerto romano al Progressivamente Festival, tirato in sole 100 copie). (fonte wikipedia)

Agorà featuring Patrizio Fariselli - Bombook
Live at Progressivamente Festival (2016)


TRACKLIST:

01. Bombook (inedito) -  4:58
02. Reset  (inedito) - 6:17
03. Costa dell'est - 7:41
04. Sensei - 6:33
05. Punto rosso - 9:40
06. Ichinen - 4:49
07. Puro (inedito) - 5:55
08. L'orto di Ovidio - 5:13
09. Oak Ballad (inedito) - 5:13
10. Piramide di domani - 6:06
11. Cavalcata solare - 7:54


FORMAZIONE:

Gabriele Possenti - chitarra acustica
Renato Gasparini - chitarra acustica, chitarra elettrica
Lucio Cesari - basso
Gianni Pieri - violoncello
Massimo Manzi - batteria
Marco Agostinelli - flauto
Patrizio Fariselli - tastiere
Ovidio Urbani - sax soprano, sax contralto


"Bombook" è il secondo album live ufficiale pubblicato dagli Agorà, dopo l'esordio discografico  avvenuto nel 1975 con "Live in Montreux". Tra loro intercorrono "solo" 41 anni. Nella tracklist, oltre ai 4 inediti di cui abbiamo già parlato, appaiono brani tratti da "Ichinen" tra cui la ripresa di quelli storici quali "L'orto di Ovidio" e "Cavalcata solare". "Il titolo "Bombook" - come ha spiegato Renato Gasperini nel corso di una intervista pubblicata su "Artists and Bands"  nel 2016 - è la contrazione di due parole apparentemente inconciliabili tra loro: “bomb” e “book”. In realtà, in questo periodo di grandi tumulti, ove gli ordigni purtroppo sembrano occupare un posto di primo piano, noi vorremmo che ad essere lanciate fossero “bombe di cultura”, come peraltro ben rappresentato nella copertina dell’album, ove si nota un aereo interamente costituito da corpi umani che paracaduta a terra diverse pile di libri".


In merito al concerto, il primo set, che include due dei quattro inediti, è caratterizzato da un grande jazz rock, con ottimi interventi di chitarre (acustica ed elettrica) e dei fiati (flauto  e sax). L'ingresso di Patrizio Fariselli avviene all'incirca aa metà concerto e viene accolto con un'ovazione da parte del pubblico. "Quello che colpisce del pianista romagnolo - scrive sul sopracitato sito Gianluca Livi, presente al concerto - sono  la sua perizia, mai soltanto tecnica, mai soltanto improvvisata; la sua capacità, ormai immutata, di inserirsi agevolmente tra le fila di organici molto distanti dalla sua formazione musicale; la scelta di farlo umilmente ma con una volontà talmente determinata, da arrivare a tradire le aspettative di un pubblico perennemente in attesa di un pezzo degli Area". 


Ma l'avventura degli Agorà "second edition" non si conclude qui. A livello discografico sì, ma non a livello di attività concertistica. Riprendo altre informazioni da wikipedia
"Nel marzo 2017 gli Agorà ritornano, sempre in formazione estesa, a suonare nella Capitale. Questa volta sul palco dell'Auditorium del Parco della Musica come principale attrazione della prima edizione della Mandela Night, iniziativa promossa dalla Mandela Foundation e patrocinata dall'Ambasciata del Sud Africa in Roma. La formazione è quella di Bombook con l'aggiunta di Mike Rossi, sassofonista americano che Renato Gasparini ha conosciuto nel 2015 durante la manifestazione PiorAcustic, festival dedicato alla liuteria acustica di Pioraco (Mc). Sempre nel 2017, ma ridotti a un trio (Urbani, Gasparini e Pieri), gli Agorà presentano a Milano il nuovo disco alla Casa di Alex. Nel 2018, esce per Crac Edizioni, una biografia della band curata dal giornalista milanese Claudio Giovanni Bonomi che ne ripercorre la storia, risalendo agli esordi musicali dei diversi componenti del gruppo marchigiano con testimonianze ed episodi inediti. 


Nel 2019, a Fabriano, Renato Gasparini inizia a lavorare a un nuovo disco della band, raccogliendo intorno sé, oltre ai "veterani" Lucio Cesari e Massimo Manzi, i già rodati Gianni Pieri e Marco Agostinelli. Dopo circa tre anni di lavoro in studio, i brani del successore di Bombook sono pronti e la band è in attesa di trovare una label interessata alla loro pubblicazione". 


Di questo nuovo album, che poi sarebbe il quinto della loro discografia, personalmente non ho notizie e mie ricerche sul web sono state infruttuose. Se nemmeno Augusto Croce lo ha menzionato su Italian Prog vuol proprio dire che non è stato pubblicato. Mi inquieta però la sottostante locandina, trovata su Fb, datata 2024, nella quale si promuove la presentazione di "Agorà 5", l'album dei 50 anni del gruppo. Verosimilmente i nuovi brani sono stati presentati dal vivo, ma non sono ancora finiti su CD o vinile. In ogni caso, se qualcuno di voi ha maggiori informazioni al riguardo ce lo faccia sapere. Gli aggiornamenti sono sempre ben graditi. 


Prima di salutarvi vi propongo, se volete come bonus CD, la registrazione della trasmissione "Diario di bordo", pubblicata sul canale YouTube "Astronave Recording Studios" (vi invito a visitarlo) se non vado errato nel 2022. Comprende brani live intercalati da due interviste. Attenzione perché la registrazione contiene ben tre inediti destinati al nuovo album. Nell'intervista n. 2 si parla in modo specifico del fatidico quinto album (in fase di missaggio, come si evince dalla voce degli intervistati).  

Bonus CD
Agorà - Live Studio Sessions 2022


TRACKLIST:

01. Serra San Quirico 
02. Intervista # 1
03. Potere fare tutto (inedito) 
04. Sun Circle (inedito) 
05. Now (inedito)
06. Bombook
07. Intervista # 2 
08. Piramide di domani / Cavalcata solare
09. Conclusioni


FORMAZIONE:

Renato Gasparini – chitarra 
Marco Agostinelli – tastiere, sax, flauto 
Gianni Pieri – violoncello 
Lucio Cesari – basso 
Massimo Manzi – batteria



La registrazione live si apre con "Serra Sam Quirico" e si chiude con "Piramide di domani / Cavalcata solare", due grandi classici degli Agorà. A parte "Bombook". già presente nel live omonimo, gli altri tre brani, come sopra ricordato, sono inediti (uno più bello dell'altro).. 
Bene, spero che questo lungo post sia stato di vostro gradimento. Mi congedo augurandovi il mio consueto buon ascolto. Vi aspetto nei commenti, che è sempre una bella cosa...


LINK Ichinen (2013)
LINK Bombook (2016)
LINK Live Studio Sessions (2022)

Post by George

venerdì 29 novembre 2024

Serie "Just One Record" - Foglie di Vetro - Omonimo (1996)

 

TRACKLIST:

01. La moltitudine - 5:50
02. Prendi la mia anima (il viaggio) - 7:00
03. Foglie di vetro - 11:32
04. Immagini di un miraggio - 4:27
05. Ars Nova - 5:22
06. Io...partirò - 6:18
07. Mago Merlino - 6:31
08. Eclisse (ripresa de La moltitudine)  - 3:21


FORMAZIONE:

Daniele Bronzetti - voce, flauto, batteria, percussioni
Matteo Benvenuti - chitarra elettrica, chitarra acustica
Marco Marchetti - basso, tabla, cori
Carlo Pari - piano, tastiere
Valerio Barbieri - sax soprano, sax tenore


In primis ringrazio l'amico Marco Osel per il gentile omaggio. E' merito suo se oggi possiamo condividere questo eccellente album di new prog, unico lavoro realizzato dalle Foglie di Vetro e pubblicato dalla Mellow Records nel 1996. Fin dal brano di apertura, "La moltitudine", la band romagnola ci fa capire che ha assorbito molto bene la lezione dei grandi maestri del progressive italiano (PFM, Banco, Orme), con delicati interventi di pianoforte e chitarra. Finalmente i suoni vengono supportati da una bella voce, calda ed espressiva - quella di Daniele Bronzetti - solitamente il lato debole in molte formazioni  di prog rock. Più in generale il disco rappresenta un buon tentativo di ritrovare lo spirito degli anni '70 coniugandolo con un'estetica moderna. 


Le otto tracce sono caratterizzate soprattutto dalle trame pianistiche di Carlo Pari che dominano l'intero album Molto belli e tecnicamente ineccepibili gli arpeggi di chitarra classica e li assoli di chitarra elettrica. Matteo Benvenuti si fa apprezzare per la sue doti di grande musicista. Lo spirito degli anni '70 è rafforzato anche dagli inserti di flauto (ancora Daniele Bronzetti). Dopo queste registrazioni la band è scomparsa, lasciandoci il rammarico di non poterla più ascoltare in qualche prova successiva. Purtroppo è un fenomeno che ha caratterizzato molti ottimi gruppi di prog rock "made in Italy". Buon ascolto.


LINK

Post by George - Music by Osel

martedì 26 novembre 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 53 - Periferia del Mondo - Opera Omnia (part 2)


Ed eccoci giunti alla seconda e ultima parte della presentazione dell'opera omnia della Periferia del Mondo. In sintesi, parleremo dell'ultimo album in studio del gruppo e dei concerti live all'interno di alcune compilation. Ci eravamo fermati al 2006 con l'album "Perif3ria del Mondo", poi ristampato nel 2011 con una bonus track. Nel frattempo, nel 2010 la band romana firma un contratto con la label Aereostella, etichetta milanese di proprietà di Iaia De Capitani e Franz Di Cioccio della PFM. Oltre a ristampare il terzo album, la label favorisce la partecipazione della Periferia del Mondo al Prog Exhibition, festival svoltosi il 5-6 novembre 2010 al Teatro Tendastrisce di Roma per il quarantennale della musica progressiva in Italia. Parleremo più avanti di questi concerti ascoltando il segmento della PdM. Giungiamo così al 2013, anno in cui viene pubblicato il quarto album di studio, "Nel regno dei ciechi", sempre per l'etichetta Aereostella.

Periferia del Mondo - Nel regno dei ciechi (2013)
from George archives


TRACKLIST:

01. Sakura Zensen - 5:33
02. I Need U - 4:10
03. Nel regno dei ciechi - 6:17
04. The Bridge's Resilience - 4:04
05. Purity - 6:31
06. Suburban Life - 12:43
07. A Rutta O Jelu - 7:13
08. Suburban Landscape  - 1:23
09. Alibi - 4:51


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce, flauto, percussioni
Giovanni Tommasi - chitarra
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - tastiere


Caspita! "Nel regno dei ciechi" è veramente un gran bel disco. Dopo quello di esordio è il mio preferito dal momento che rappresenta la svolta della band verso sonorità più dure e dirette. Cantato in buona parte in inglese, è' l'album più rock che la PdM abbia mai realizzato. Gli arrangiamenti si fanno più scarni a favore di suoni aggressivi e riff granitici, con incursioni nella musica etnica ed elettronica. I testi sono rivolti ad alcuni aspetti della società moderna e suggeriscono spunti di riflessione sull’Uomo. Come scrive Aereostella nella presentazione "Nel regno dei ciechi è un caleidoscopio di tinte, suoni e immagini sonore, come nella migliore tradizione dell’attività quasi ventennale dei cinque musicisti romani"


Di seguito alcune parti della recensione scritta da Michele Merenda sul sito "Arlequins"

"Quarto lavoro della Periferia del Mondo, che ormai porta in giro il suo nome da ben diciassette anni. Dopo tre album in cui era possibile ammirare un caleidoscopio che spaziava dal neo-prog al folk, passando per ottimi esempi di progressive sinfonico anche grazie all’apporto dei prestigiosi ospiti, “Nel regno dei ciechi” viene pubblicato per Immaginifica, “diramazione prog” della Aereostella, cioè la label di Franz Di Cioccio, celeberrimo componente della PFM. Tutti elementi che fino ad oggi hanno ulteriormente contrassegnato una forte adesione alla tradizione, esplorandola però a fondo in tutte le sue parti in modo molto attento e con grosse capacità.


Come già accennato, tutti i lavori della Periferia si sono contraddistinti per un forte eclettismo stilistico e quindi non deve stupire che dal sesto brano in poi quest’album sembri cambiare la propria vena compositiva rispetto alla parte precedente. I primi responsi degli addetti ai lavori sono stati unanimi soprattutto su un punto: i musicisti per quest’ultima fatica hanno puntato sull’impatto diretto, con riff più robusti ed un sound che nelle intenzioni sarebbe voluto essere assai più concreto. Nelle intenzioni, appunto, perché in pratica non sempre questo riesce. Nonostante tutto, c’è una sorta di “lindore” generale che dà la sensazione non troppo gradevole di assistere a dei signori distinti che di punto in bianco giocano a fare i duri… Divertente, per qualcuno. Per altri, un po’ meno. I validissimi protagonisti, quantomeno, non cadono nel ridicolo, però l’impressione è che abbiano voluto dare il colpo un po’ al cerchio ed un po’ alla botte. Volendo dare un’opinione finale, si può dire che da un lato ci sarà chi incenserà il quarto album della Periferia del Mondo come l’ennesimo lavoro professionale che porta delle novità; dall’altro, invece, ci sarà chi scorgerà una rotta che non convince fino in fondo. Entrambi i punti di vista, ad onor del vero, appaiono assolutamente oggettivi".


Con questo disco si conclude la produzione in studio della Periferia del Mondo. Dal 2013 ad oggi non è stato realizzato nessun altro lavoro. Passiamo ora alle registrazioni live. Come già preannunciato il gruppo è presente in tre compilation. La prima, in ordine cronologico, si intitola "Omaggio a Demetrio Stratos" pubblicata nel 2001 (da non confondere con il più celebre "Il Concerto - Omaggio a Demetrio Stratos" del 1979) e già proposta nel 2020 dalla Stratosfera (qui). Al fianco di artisti quali Luca Sapio, Memoria Zero, Odessa e altri ancora, la Periferia del Mondo partecipa con "Brand-Y/Arbeit Machrt Frei". Una piccola soddisfazione per un gruppo che aveva da poco pubblicato il suo primo album.

Artisti vari - Omaggio a Demetrio Stratos (2001)


01. Periferia del Mondo - Brand-Y / Arbeit Macht Frei


 Come recita il sottotitolo del CD, l'omaggio a Demetrio Stratos avviene nel corso della rassegna a concorso di gruppi rock italiani, il 3-4 luglio 1999 presso il centro sportivo Alberone di Cento (FE). La PdM propone un mix tra "Brand-y", tratta dal loro primo album "In ogni luogo, in ogni tempo" e la celebre "Arbeit Macht Frei" dall'omonimo primo LP degli Area del 1973. Risale invece al 2004 la partecipazione al Gouveia Art Rock, il progressive rock festival tenutosi in Portogallo. Il merito di questa registrazione (audio e video) va attribuito al nostro amico Adix, che ha selezionato la performance del gruppo romano.


Periferia del Mondo - Live at Gouveia Art Rock 2004 
Prog Rock Festival (2005, audio + video)
from Adix archives


TRACKLIST:

01. Luci da un universo neonato
02. Percezioni della memoria
03. Un borghese piccolo piccolo
04. Incanti e perplessità
05. Can Stop
06. Periferia del Mondo
07. Brand-Y/ Solo drums
08. Band presentation / Solo clarinet
09. L'infedele


Il nostro amico e collaboratore Adix ci aveva già regalato la scorsa settimana la registrazione audio e video della performance de La Torre dell'Alchimista al Gouveia Art Rock Festival 2004. Ora è il turno della Periferia del Mondo con un lungo set composto da ben 9 brani, praticamente un album live. Il gruppo, guidato da Papotto e Tommasi, presenta una setlist composta da brani provenienti dai primi due album eccezion fatta per "Periferia del Mondo", una anticipazione del terzo album in preparazione. Gustiamoci anche, prima di giungere alla traccia conclusiva, un bell'assolo di clarinetto da parte dell'infaticabile Alessandro Papotto. Gran bel concerto che evidenzia la potenza della band sul palcoscenico. Siamo oramai giunti alle battute finali. L'ultimo concerto live della Periferia, decisamente più succinto, è quello incluso nel box set "Prog Exhibition 2010".


Periferia del Mondo - Live Prog Exhibition
40 anni di musica immaginifica (box set, 2010)
from George archives


TRACKLIST:

01. L'infedele
02. Suite mediterranea
03. The ghost in the shell


La Aereostella, che aveva messo sotto contratto i cinque musicisti, riuscì a ritagliare uno spazio per loro all'interno dello storico "Prog Exhibition" che si svolse il 5 e 6 novembre 2010 al Teatro Tendastrisce di Roma. Da quegli epici concerti venne tratto un box set contenente 7 CD, 4 DVD e un corposo booklet. Al fianco della PdM suonarono alcuni tra i più grandi gruppi di progressive rock apparsi sulla scena musicale italiana. Tra questi Trip, Orme, Premiata Forneria Marconi, Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, Osanna, Banco del Mutuo Soccorso.  La Periferia è presente con soli tre brani, tra cui la bellissima "Suite mediterranea", brano di punta del terzo album "Perif3ria del Mondo" del 2006. 


Siamo giunti alla fine della lunga maratona con la quale abbiamo ripercorso la carriera artistica della Periferia del Mondo. Ancora un grazie ai collaboratori, Osel e Adix, che mi hanno permesso di realizzare questa lunga retrospettiva. Credo che la Periferia del Mondo si meriti questo spazio anche all'interno della Stratosfera. A voi tutti auguro buon ascolto.


LINK Nel regno dei ciechi (2013)
LINK Omaggio a Demetrio Stratos (2001)
LINK Gouveia Art Rock 2004 (2005 - audio)
LINK Gouveia Art Rock 2004 (2005 - video)
LINK Prog Exhibition (2010)

Post by George, Adix & Osel

domenica 24 novembre 2024

Era di Acquario - Live at Piper Club, Roma 1974 - Definitive Edition - RE-POST

 

TRACKLIST:

01 Without words / Senza parole
02 Space down
03 Campagne siciliane
04 Hold on
05 Vento d'Africa
06 Geraldine


(PROBABILE) FORMAZIONE:

Michele Seffer- voce e chitarra
Angelo Giordano – flauto
Claudio Rego  - basso
Claudio Agostini – batteria


Tenetevi forti, amici della Stratosfera. Questo è un magnifico regalo pre-natalizio del tutto inaspettato grazie all'intervento prodigioso di un nostro "anonimo benefattore" (vi ricordato del benefattore che anni fa inviava dischi rari al nostro Capitano?). Ebbene, grazie a lui, che per sua esplicita richiesta preferisce restare nell'ombra, oggi finalmente abbiamo sul piatto il concerto integrale dell'Era di Acquario al Piper Club di Roma nel 1974 con un suono pulito senza rumori e senza disturbi, Una esclusiva della Stratosfera. Un'occasione ghiotta per ascoltare finalmente il gruppo dal vivo con una buona qualità del suono. Dimenticatevi quindi il recente upload e gustatevi questo magnifico concerto. Da notare che la formazione, annunciata con i soli nomi di battesimo al termine della track 3, è quasi certamente quella sopra riportata, quindi un quartetto comprendente, oltre ai soliti Seffer e Giordano, il bassista Claudio Rego (da sempre compagno e produttore di Donatella Rettore il quale, dopo aver suonato per anni il basso, è passato definitivamente alla batteria) e il batterista Claudio Agostini. Per l'occasione, visto che trattasi della "definitiva edition", ho realizzato una nuova front cover.
Null'altro da aggiungere se non ringraziare ancora una volta il nostro anonimo benefattore e augurare a voi tutti buon ascolto. (questa volta più che mai).


LINK

Post by George

venerdì 22 novembre 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 52 - Periferia del Mondo - Opera Omnia (part 1)

 

BREVE PREMESSA

Periferia del Mondo è una tra le più luminose espressioni musicali dell'ultimo ventennio. Gruppo da me particolarmente apprezzato e amato, ahimé ancora assente sulla Stratosfera, merita sicuramente di vedersi rappresentato anche sulle nostre pagine. Questo articolato e corposo post è frutto di un lavoro a 6 mani, dimostrazione - se mai ce ne fosse ancora bisogno - della vitalità del sito e della passione che accomuna e unisce amici e collaboratori. Le sei mani sono le mie e quelle degli storici amici Osel e Adix (il cui contributo lo vedremo nella seconda parte). Ripercorrerò in poche righe (non voglio rischiare di venire definito "accademico") una essenziale biografia del gruppo lasciando il più ampio spazio possibile agli album e ai concerti live.
La prima parte sarà dedicata ai primi tre album in studio (periodo 1999-2006), mentre nella prossima puntata prenderemo in esame l'ultima prova in studio (2013) e le performance live inserite in alcune compilation. Sarà un lungo viaggio attraverso l'opera omnia (termine utilizzato in campo letterario ma da me esteso in quello musicale) del gruppo romano. 


CONOSCIAMO LA PERIFERIA DEL MONDO

Periferia del Mondo è conosciuta al largo pubblico soprattutto per la presenza nell'organico del sassofonista Alessandro Papotto e del suo ingresso nel 1999 in una storica formazione quale il Banco del Mutuo Soccorso. La storia musicale della band inizia però qualche anno prima, nel 1996 a Roma, per opera del già citato Alessandro Papotto insieme al chitarrista  Giovanni Tommasi e al bassista Claudio Braico. Ad essi si sono presto uniti il ​​batterista Tony Zito e il tastierista Bruno Vegliante. Questa formazione rimarrà invariata negli anni successivi. Papotto fin da ragazzo ha dichiarato di essere un grande ammiratore del Banco del Mutuo Soccorso e le musiche della Periferia del Mondo risentono di una certa contaminazione con il gruppo di riferimento. Almeno agli esordi. Più in generale il loro background si rifà ai grandi mostri sacri del prog britannico e italiano. Il distinguo è dato dalla presenza del sax di Papotto che introduce elementi jazz nel complesso sound del gruppo. 


A proposito della nascita di Periferia del Mondo vi propongo una parte della lunga intervista rilasciata da Alessandro Papotto  a Gianluca Livi e pubblicata sul sito "Artists and Bands" nel marzo 2015.
"Periferia Del Mondo è un progetto nato nel 1994 e ancora oggi attivo (siamo nel 2015) dopo venti anni di lavoro. La passione che io e i miei amici abbiamo dedicato a questa band non sempre ha avuto come riscontro dei risultati soddisfacenti. Però posso dire con convinzione che l'apertura della seconda serata alla prima edizione assoluta del Prog Exhibition ci ha dato una grande carica e una forza notevole, tanto che il periodo di stanca seguito alla pubblicazione del nostro terzo disco con Electromantic, si è trasformato in un periodo di grande creatività sfociato nella pubblicazione di "Nel regno dei ciechi" per la Aereostella Ricordo molto bene l'emozione provata alle prime note di synth de "L'infedele" quella sera, e la gioia nel vedere la gente accorrere e riempire l'enorme Tendastrisce di Roma per ascoltarci. Dopo quella meravigliosa serata condivisa con il Banco, con la PFM, e con tanti altri mostri sacri del Progressive, Iaia De Capitani ci ha dato coraggio e ci ha spronato a continuare a scrivere. Inoltre Franz Di Cioccio ci ha supportato dandoci alcuni preziosi consigli sui nuovi brani". (NDR - nella puntata n. 2 ascolteremo il set della Periferia del Mondo al Prog Exhibition 2010).


Papotto e Zito li troviamo anche nella prima formazione del Nodo Gordiano, dove realizzano l'omonimo primo album nel 1999 (già postato sulla Stratosfera qui). Papotto, instancabile e onnipresente, insieme alla Periferia del Mondo realizza l'esordio discografico, sempre nel 1999 (anno ricco mi ci ficco!!) con l'album "In ogni luogo, in ogni tempo", edito dall'etichetta Akarma. Nel 1999 esce la versione in vinile (33 giri + 45 giri con due brani) mentre nel 2000 quella in CD. 

Periferia del Mondo - In ogni luogo, in ogni tempo 
(CD version, 2000) - from George archives


TRACKLIST:

01. L'infedele - 8:10
02. Ladro - 4:03
03. Leave Your Daily - 4:57
04. I Bless The Night - 6:26
05. Meltèmi - 10:08
06. In ogni luogo, in ogni tempo - 6:38
07. Brand-Y - 6:03
08. The Ghost In The Shell - 11:57


FORMAZIONE:

Max G.B. Tommasi - chitarra elettrica, chitarra acustica
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - synth, tastiere
Alessandro Papotto - voce, sax contralto, sax tenore, clarinetto, flauto, Yamaha DX7, effetti

Ospiti:
Francesco Di Giacomo (BMS) - voce in track 1
Rodolfo Maltese (BMS) - chitarra elettrica, synth in track 1
Stefania Mastrogiovanni - soprano in track 1
Tiziana Crucianni - voce i track 4
Alberto D'Annibale - violino in track 7

L'album di esordio, caratterizzato da una bellissima copertina, vede la partecipazione di alcuni ospiti illustri tra cui Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese del Banco del Mutuo Soccorso entrambi presenti nel brano di apertura, "L'infedele". La collaborazione di Papotto con il Banco è appena iniziata e queste due presenze nel disco della Periferia del Mondo non sono casuali. Il brano si sviluppa tra sonorità elettriche (la sezione iniziale così come quella finale richiamano da vicino gli Area) e acustiche, giocate sui suoni di chitarre e flauto su cui si inserisce l'inconfondibile voce di Francesco Di Giacomo. Alcune tracce richiamano, in molti momenti, il prog degli Indaco, gruppo fondato da Rodolfo Maltese che vide l'apporto dello stesso Papotto. Insomma, un grande esordio che lasciava aperto il campo ad ampie speranze. 


Dopo la pubblicazione del debut album,. il gruppo intraprende una serie di tour sia in Italia che all'estero dove affina e migliora ulteriormente l'abilitò tecnica. Ritornati in sala di registrazione, i cinque musicisti mettono a punto il secondo album, "Un milione di voci", che viene pubblicato, ancora dalla Akarma, nel 2002 in versione doppio LP e CD. Papotto, nel frattempo, si divide tra Periferia del Mondo e Banco del Mutuo Soccorso. Ecco ancora una parte dell'intervista pubblicata su "Artists and Bands" in cui Papotto racconta del suo ingresso nel Banco.

Domanda - "Dal 1999, in qualità di polistrumentista (sassofoni, clarinetti, flauti, percussioni e cori), sei entrato stabilmente nel Banco del Mutuo Soccorso con il quale - oltre ad esserti esibito in Italia e all'estero (segnatamente Europa, Canada, Stati Uniti, Centro e Sud America, Giappone), hai pubblicato 6 dischi, tra cui il recente "Un'idea che non puoi fermare". So che sarà difficile, ma puoi sintetizzarci in poche righe la tua esperienza con questo storico gruppo del prog italiano?"
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Risposta di Papotto - "La mia storia personale nel Banco del Mutuo Soccorso inizia da fan accanito di questa band storica. Seguono le prime collaborazioni musicali con Rodolfo Maltese e Francesco Di Giacomo, io con gli Indaco e loro con Periferia Del Mondo, e poi la telefonata di Vittorio Nocenzi che mi chiede di partecipare alla prima esecuzione integrale di “Darwin” al Teatro Morlacchi di Perugia per la Sagra Musicale Umbra edizione 1999. Dopo quel concerto memorabile entro a far parte della band in maniera stabile e vivo con loro una prima serie di concerti bellissimi, in giro per l’Italia ma anche all’estero dove il Banco viene letteralmente osannato, sia in versione acustica, sia con la band al completo in versione elettrica. Da semplice fan ero diventato un componente di una band storica che avevo amato sin da quando ero un ragazzo. Ma la cosa che mi ha reso più felice era il rapporto con Vittorio, Francesco e Rodolfo che nel frattempo si è trasformato ed è diventato una bella amicizia. 

Alessandro Papotto con Francesco Di Giacomo

Poi le pubblicazioni dal vivo: per il trentennale, per la nuova esecuzione integrale di Darwin, per il Prog Exhibition e ora per “Un idea che non puoi fermare” che purtroppo rimanda alla recente scomparsa di Francesco Di Giacomo (NDR - 21 febbraio 2014).  Su questo argomento, ancora molto delicato per me, mi limito a dire che mi manca molto l’artista ma soprattutto mi manca l’uomo, un fratello maggiore che mi voleva bene e a cui ho voluto molto bene. Ancora oggi ricevo segni della sua stima e del suo affetto da parte di colleghi musicisti come il chitarrista Michele Ascolese (De Andrè, Branduardi, ecc.) che mi ha raccontato di come Francesco gli parlasse sempre in termini lusinghieri di me, e la cosa mi commuove e mi riempie di orgoglio. Sono cresciuto con le sue canzoni e sono felice di aver partecipato anche alla registrazione di alcuni brani ancora inediti scritti da Francesco e dal pianista Paolo Sentinelli. Sono delle canzoni splendide che Francesco ha registrato con Paolo durante la preparazione del loro spettacolo teatrale musicale “Cenerentola – La parte mancante” e che presto diventeranno una pubblicazione discografica".
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Periferia del Mondo - Un milione di voci 
(CD version, 2002) - from Osel archives


TRACKLIST:

01. Luci da un universo neonato - 1:29
02. Percezioni della memoria - 1:50
03. Un Borghese Piccolo Piccolo9:10
a) ClonAzione
b) Un nodo al pettine
c) Chiarezza
04. Incanti e perplessità - 5:03
05. Two As One - 3:21
06. EvaLunA - 4:19
07. Cercando la via - 3:38
08. Can Stop - 4:18
09. Espresso (parte 2) - 4:13
10. Immagine I 0:39
11Di foglie e di acqua - 3:51
12. Un milione di voci - 6:58
13. Monologo - 1:06
14. Io brucio - 8:16


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce e coro, sax contralto, tenore e soprano, clarinetti in Sib e Mib, flauti, shanay, didjeridoo, berimbao, percussioni, sintetizzatori, effetti sonori
Max GB Tommasi - chitarre elettriche, acustiche e classiche, effetti sonori
Claudio Braico - basso elettrico
Bruno Vegliante - sintetizzatori, organo, pianoforte e synth
Tony Zito - batteria e percussioni
Alberto D'Annibale - violino

Ospiti

Vittorio Nocenzi (Banco del Mutuo Soccorso) 
Mauro Pagani (ex PFM)
Luca Sapio (Area e Quintorigo)
Massimo Alviti (Indaco)
Alessandro Corsi (Il Balletto di Bronzo)



Ciò che colpisce fin dalle prime note è quanto sia cambiato il sound del gruppo nel giro di tre anni, spostandosi sul terreno del jazz rock e lasciandosi alle spalle la coperta del progressive che aveva caratterizzato l'opera prima. Un po' confuso e discontinuo, tra episodi jazzati, brevi pièce acustiche e sconfinamenti nel rock anni '70, il disco lascia intendere che la PDM è ancora alla ricerca di una sua precisa identità. Nonostante la presenza di ospiti illustri, tra cui Vittorio Nocenzi del Banco del Mutuo Soccorso e l'ex PFM Mauro Pagani, l'album si  presenta un po' fiacco e in alcuni casi stancante. La voce di Papotto non aiuta sicuramente. Ovviamente questo mio personale giudizio non trova sempre concordi alcuni critici. Cito ad esempio quanto riportato sul sito "Movimenti Prog":

"Un milione di voci, secondo ed ottimo lavoro della Periferia Del Mondo è un bel bis dopo il felice esordio di tre anni fa. Il sestetto romano è ancora guidato dal fiatista/vocalist Alessandro Papotto, noto ai più per la sua presenza nell’organico del Banco Del Mutuo Soccorso, da un paio di anni a questa parte.
L’apertura è netta ed esplicativa: dopo l’antipasto tastieristico di “Luci da un universo neonato”, sono due le portate che subito denotano il sapore del PDM-sound. “Percezioni della memoria” e (soprattutto) la mini suite “Un borghese piccolo piccolo” invitano ad un ascolto attento, partecipe, incantando con un sound che idealmente nasce dall’incontro tra Arti & Mestieri e King Crimson (Wetton-era), con compattezza e concretezza, senza sbavature. Altra cosa importante, i vaghi sentori anni ’70 sono intelligentemente stemperati in un contesto “moderno”, amplificati, semmai, da un’invitante veste grafica e da un simpatico digipack, un vero e proprio “piccolo 33 giri". 

E' bello che i giudizi divergano. Cosa volete farci...Attendo anche i vostri commenti al riguardo.


Ricordo a questo punto che la Periferia del Mondo appare in due produzioni live: il CD "Omaggio a Demetrio Stratos" (2000, già postato sulla Stratosfera) e il DVD "Gouveia Art Rock 2004" registrato in Portogallo durante la loro esibizione al Gouveia Festival insieme ad altri gruppi e musicisti, Ne parleremo (e li ascolteremo) nella seconda parte. Giungiamo così al 2006 e alla pubblicazione del terzo album.

Periferia del Mondo - Perif3ria del Mondo 
(2006 - ristampato nel 2011) - from Osel archives


TRACKLIST:

01. Periferia del Mondo - 10:52
02. Oceani - 4:55
03. Suite Mediterranea - 8:37
a) Tra le terre
b) L'oracolo di Delfi
c) H.H. Blues
04. Chiaroscuro - 4:58
05. Come un gabbiano - 8:53
06. Alghe - 4:42
07. Synaesthesia - 6:25
08. Angeli infranti - 5:11

Bonus Tracks
09. Cartolina per il Giappone - 4:33
10. Piove sul mare - 3:04

Bonus Track (previously unreleased) - solo su ristampa 2011
11. Funkats - 4:52


FORMAZIONE:

Alessandro Papotto - voce, fiati, piano, percussioni
Giovanni Tommasi - chitarra
Claudio Braico - basso
Tony Zito - batteria
Bruno Vegliante - piano, tastiere


Il terzo album del quintetto romano (in queste registrazioni non è presente il violinista Alberto D'Annibale) venne pubblicato nel 2006 dall'etichetta torinese Electromantic Music, quella di Beppe Crovella degli Arti e Mestieri, e poi ristampato nel 2011 dalla Immaginifica-ARS con una bonus track inedita (presente nella nostra tracklist).  L'album segna il ritorno alle atmosfere e alle armonie  del primo album, con grandi tributi al progressive anni '70. Dopo lo sbandamento dell'album precedente, la PDM pare aver trovato la giusta strada. Il brano di apertura, con l'intro di batteria e il suo ritmo incalzante è già un ottimo preludio all'intero lavoro. "Oceani", che contiene un grande assolo di chitarra di Giovanni Tommasi, ci trasporta ad uno dei capolavori dell'album, la bellissima e articolata "Suite mediterranea" densa di atmosfera. della lunghezza di oltre 8 minuti, suddivisa in tre movimenti. Stupisce la presenza di "Synaesthesia", un hard rock anni '70 degno dei migliori Deep Purple. Invece delle tre bonus tracks potevamo farne decisamente a meno. Da dimenticare. Tutte le restanti tracce, con qualche eccezione come "Alghe" (a mio avviso il punto più basso dell'album) scorrono in modo fluido regalandoci un disco maturo e tutto sommato di buon livello.



Leggete qui di seguito cosa ne pensa Roberto Vanali con la sua recensione sul sito "Arlequins"

"PDM ci porta a capofitto nel terzo episodio di racconti dalla periferia di un mondo fatto di favole urbane talvolta minimali, talvolta assolute, in percorsi mediterranei e mitteleuropei giocati sui sentieri di un prog molto contaminato, spesso diluito in maniera omeopatica in grandi mari, musicalmente appartenenti ad altri mondi. Questo terzo lavoro è un opera di riflusso e di ritorno. Ritorno, innanzi tutto, a far musica come si deve, ben pensata, ben suonata e ben incisa. Ritorno a certi suoni che pensavamo perduti e che ci dimostrano come le piante seminate da Area, Banco, Perigeo e PFM riescano a dare ancora frutti di qualità. Ritorno a miscelare le sonorità italiane ed europee in maniera bilanciata, dove il momento alla Deep Purple non cozza con quello pescato da Ravel, dove un certo sapore per il folk non si scontra con l’apertura sinfonica o con il break di coinvolgente jazz-rock. Ritorno a fare un disco di grande sapore omogeneo partendo da radici estremamente eterotetiche."
Penso che sia sufficiente.


Bene, cari amici della Stratosfera, qui termina la prima parte della retrospettiva dedicata alla Periferia del Mondo. Appuntamento fra qualche giorno per la conclusione della nostra lunga maratona. 
Buon ascolto.

LINK In ogni luogo, in ogni tempo (2000)
LINK Un milione di voci (2002)
LINK Perif3ria del Mondo (2006 - ristampa 2011)

Post by George, Osel & Adix