lunedì 22 luglio 2024

Il Fauno di Marmo - Canti, racconti e battaglie (2013)


TRACKLIST:

1. Benvenuti al circo (7:02)
2. Madre natura (3:28)
3. Hop Frog (11:06)
4. Magic Kazoo (5:57)
5. Nova Res (4:53)
6. Non mollare mari (3:00)
7. La battaglia di Kosovo Polje (3:42)
8. Un villaggio, un'illusione (3:51)
9. Dorian Gray (8:56)


FORMAZIONE:

Luca Sterle / voce, flauto
Valerio Colella / chitarre, kazoo, cori
Alberto Ballare / basso, cori
Francesco Bonavita / organo, piano, Moog, Mellotron, clavinet, bandoneon
Luca Carboni / batteria

Con 
Simone D'Eusanio / violino
Alessandro Serravalle / chitarra
Federica Sterle / voce
Andrea Tomasin / percussioni


Ogni musicista e ogni band ha i suoi punti di riferimento, il suo background. Luca Sterle, alla guida de Il Fauno di Marmo ha ben assimilato la lezione dei gruppi italiani di progressive storico quali Osanna, Delirium e Jumbo, con qualche richiamo ai grandi Jethro Tull, rielaborando quei suoni per adattarli ai nuovi contesti. Quel flauto micidiale ci riempie le orecchie di gioia. "Hop Prog", della durata di oltre 11  minuti sembra uscito da una vecchia pagina degli anni '70. E non è l'unico esempio. IL gruppo, proveniente dalla provincia di Gorizia, non è nuovo sulla scena musicale italiana. Semplicemente ha cambiato parecchie volte il suo nome nel corso del tempo. Agli inizi degli anni '90, una prima versione della band si chiamava Mirror Train (remember Osanna?), poi Il Treno degli Specchi e ancora The Rebus. Fermiamoci su queste ultime due incarnazioni. Quello che resta de Il Treno degli Specchi è una registrazione "bootleg" dal vivo del 1994 (che si apre proprio con "Hop Prog") e che, guarda caso, è già presente sulla Stratosfera dal 2013 (qui). I Rebus, invece, prima di diventare Il Fauno di Marmo, registrarono due album, "The Rebus" nel 2002 e "Acroterius" nel 2005. Nel 2014 la Andromeda Relix ha pubblicato un doppio CD antologico intitolato "The Rebus Years 2001-2012" con i brani dei due album ufficiali più una bonus track.  Al momento "Canti, racconti e battaglie" è l'unico CD realizzato dalla nuova formazione Il Fauno di Marmo. Per approfondimenti vi invito a leggere l'ottima recensione pubblicata sul sito Metallus.it (qui). Termino con un enorme ringraziamento al nostro amico Osel, che mi ha inviato i file dell'album per essere condivisi con tutti voi. Buon ascolto



Post by George - Music by Osel

venerdì 19 luglio 2024

Le Antologie della Stratosfera vol. 50 - Retrospettiva: Il Segno dello Zodiaco / I Fratelli - The Complete Works in vinyl (1968-1977)

 

    PREFAZIONE

Per tracciare l'epopea e la lunga carriera artistica di questo gruppo ci vorrebbero decine di pagine. Per fortuna ci ha pensato nel 2018 il giornalista Giorgio Pezzana, autore del volume "Quei Fratelli del Segno dello Zodiaco", edito dall'Associazione Artistica AnniVerdi, scritto in stretta collaborazione con il leader del gruppo, Gianni Borra. In questa sede vorrei evitare qualunque approccio "enciclopedico", limitandomi a ripercorrere per sommi capi la carriera musicale de Il Segno dello Zodiaco e del gruppo che lo ha storicamente preceduto, I Fratelli. Non a caso il titolo del libro di cui sopra comprende entrambe le denominazioni. I Fratelli prima e Il Segno dello Zodiaco poi, provengono da Biella, luogo in cui tra l'altro risiede (non so bene se in città o nei dintorni)  il nostro amico e collaboratore Ilario che, in passato, fornì alla Stratosfera dell'ottimo materiale (bootleg e album rari, anche di gruppi locali). Cito, a titolo di esempio, gli Uh! e i New Blues con la loro discografia completa. Rileggendo il post dei New Blues, Ilario scrive che che Il Segno dello Zodiaco è "già presente" sul nostro blog. Sono quindi andato a ricercarli ma senza successo. Purtroppo non ho memoria delle centinaia di post presenti sul blog, ma semmai un post del Segno dello Zodiaco fosse presente, non sarebbe stato etichettato/taggato, tant'è che non appare nell'archivio. Poco male, l'occasione è buona per presentare questo gruppo, sicuramente un po' di nicchia e - credo - sconosciuto a molti appassionati di musica. Ho raccolto la loro intera discografia, sia a 45 che a 33 giri, inclusi alcuni brani apparsi solo su compilation, suddividendola tra i due periodi storici, quello de I Fratelli e quello successivo de Il Segno dello Zodiaco.

la copertina del volume di Giorgio Pezzana

ATTO I - I FRATELLI (1966-1971)


Per tracciare la breve biografia dei due gruppi ho attinto le informazioni da Wikipedia (sempre citare la fonte!), anche perché il web è assolutamente avaro di notizie al riguardo. Come sopra ricordato il complesso venne fondato a Biella nel 1966 e poiché era formato dai tre fratelli Borra (Gianni alla chitarra e voce, Luigi alla batteria e cori e Luciano al basso e cori), ai quali si unì successivamente un quarto elemento (all'organo), venne scelto il nome «I Fratelli». Iniziarono ad esibirsi in tutto il Piemonte e poi nel Nord Italia, e nel 1967 firmarono un contratto con la CGD. Il debutto discografico avvenne l'anno successivo con la pubblicazione del primo singolo "Il sole/Bambino quando dormi". Dopo altri 45 giri, tra cui una cover di "A Salty Dog" dei Procol Harum (intitolata "Il marinaio"), il complesso decise di cambiare nome ribattezzandosi Il segno dello Zodiaco e passando dal beat ad un pop melodico con qualche influenza progressive (ne parlerò più avanti nell'analisi del disco). I Fratelli non realizzarono nessun LP. Tutta la loro discografia originale è confinata sul vinile.

I Fratelli - Singoli 1968-1971


TRACKLIST:

01. Il sole - lato A, 1968
02. Bambino quando dormi - lato B, 1968
03 Il marinaio (Salty Dog) - lato A, 1969
04. Marilù - lato B, 1969
05. Arizona - lato A, 1970
06. Lasciami vedere il sole - lato B, 1970
07. Un sì (A mi me parecio) - lato A, 1971
08. Viva l'amore (Y'en a plus) - lato B, 1971




Bonus Tracks

Compilation "Le canzoni del Disco per l'Estate 1969"
09. Simone Simonette
10. Sole



Compilation "Le canzoni del Disco per l'Estate 1970"
11. Color cioccolata
12. Tu bambina mia



Il primo singolo del 1968 "Il sole/Bambino quando dormi" è caratterizzato dalle tipiche atmosfere beat, mentre siamo su livelli più alti con "Il marinaio" del 1969, una bella cover di "A Salty Dog" dei Procol Harum. con testi di Mogol. Anche "Marilù" è un bel brano beat con un intro che richiama lo Spencer Davis Group. "Arizona" è un pop melodico abbastanza banale mentre assolutamente degno di nota è il lato B, "Lasciami vedere il sole", un rhythm n' blues utilizzato come sigla della trasmissione TV "Speciale per voi". L'ultimo singolo de  I Fratelli venne pubblicato nel gennaio 1971, ma registrato a fine 1970 e contiene due cover, con un suono decisamente atipico che si ascolta, in particolare, in "Viva l'amore". Due brani de I Fratelli vennero inseriti nella compilation "Le canzoni del Disco per l'Estate 1969", un 33 giri pubblicato nello stesso anno dalla CGD ("Simone Simonette" e "Sole"). La stessa cosa avvenne l'anno successivo con la compilation "Le canzoni del Disco per l'Estate 1970", con "Color cioccolata" e "Tu bambina mia". Da notare la fantasia nella realizzazione delle due copertine. E qui si chiude la sezione dedicata a I Fratelli e si apre una nuova pagina che vede come protagonisti Il Segno dello Zodiaco.


ATTO II - IL SEGNO DELLO ZODIACO (DAL 1972 AL...)

Nel 1971  I Fratelli decisero di cambiare il nome ribattezzandosi Il Segno dello Zodiaco (i tre fratelli avevano lo stesso segno zodiacale) passando dal beat al pop melodico, seppur con qualche venatura prog, dati i tempi, firmando un nuovo contratto con la Ri-Fi. Il gruppo iniziò subito ad incidere una serie di 45 giri e nel 1973 partecipò alla rassegna " Un Disco per l'Estate" con il brano "Sole rosso", composto a quattro mani da Gianni Borra con Ezio Leoni, riuscendo addirittura a superare la prima fase. Finalmente nel 1974 giunse il momento di realizzare il primo 33 giri, omonimo, dove in alcuni brani il sound si avvicinò al rock progressivo. Gli esempi più luminosi furono la "Toccata e fuga in re minore" (rielaborazione in chiave rock del brano di J.S. Bach), "Dormi cara" e "Mio padre". Anche Augusto Croce, su Italian Prog. traccia un breve profilo del gruppo ricordando che " iI loro genere era un pop melodico, ma nel primo album vi sono alcuni brani con influenze rock e progressive (Mio padre, Dormi cara e Odio, amore, versione italiana del successo dei Geordie "Black, Cat Woman"). Il secondo album del 1977 è molto più leggero del primo." Nel 1976 entrarono in formazione Mino Vergnaghi, Claudio Botto Fiora e Franco Finotti.


 Fu a questo punto che il gruppo decise di incidere la cover di un grande successo del 1939 dal titolo "Parlami sotto le stelle" che ottenne un buon successo e diede il titolo al secondo album, pubblicato nel 1977. Il Segno dello Zodiaco cercò di bissare il successo con la stessa formula, proponendo una nuova cover, questa volta di una canzone del 1964 tratta dal repertorio di Peppino Gagliardi, "Questa sera non ho pianto" (con testi di Mogol). L'anno successivo però, dopo la separazione da Vergnaghi - che decise di dedicarsi alla carriera solista - la band prese la strada dell'estero per una serie di impegni contrattuali proseguendo l'attività concertistica per dieci anni ancora in Svizzera, Austria, Germania, Finlandia e Norvegia. Ad oggi, almeno io, ho perso le tracce di questo gruppo. Info finale: sulle principali piattaforme (Spotify, YT music, ecc) si può ascoltare in streaming una compilation di 12 brani, per la maggior parte 45 giri, dal titolo "Il Segno dello Zodiaco - Rarities". TSono tutti brani che troverete in questo post. Termina qui la parte biografica che lascia ora spazio a quella musicale.

Il Segno dello Zodiaco - Singoli 1972-1977


TRACKLIST:

01. Un sorriso - lato A, 1972
02. Odissea - lato B, 1972
03. Delta Queen - lato A, 1972 (sul lato B "Odissea")
04. Sole rosso - lato A, 1973
05. Cuore arido - lato B, 1973
06. Un attimo di gelosia - lato A, 1974
07. Hai mai visto - lato B, 1974
08. E mi guardi - lato A, 1975
09. Io, io, io - lato B, 1975
10. Parlami sotto le stelle - lato A, 1976
11. Boogie Boogie Bump - lato B, 1976
12. Questa sera non ho pianto - lato A, 1977
13. Noi di più - lato B, 1977
14. Le ragazze Pon Pon - lato A 1977 - (lato B "Sexy Jeans", attribuito a Roxy Robinson)



Sei lunghi anni costellati da 8 singoli e 2 LP: questo il carnet del gruppo biellese, caratterizzato da profonde differenze stilistiche. La parte musicalmente più interessante è quella iniziale, dal 1972 al 1974. Già dal primo 45 giri, "Un sorriso/Odissea" si percepisce nettamente il salto di qualità rispetto alle ultime registrazioni de I Fratelli. Quello che colpisce sono soprattutto le parti vocali, degne dei migliori gruppi italiani a loro contemporanei. L'apice viene raggiunto con "Cuore arido". lato B di "Sole rosso", che deve non pochi tributi ai New Trolls. Da lì in avanti si scadrà in un pop melodico, piuttosto banale, realizzato solo per "fare cassetta". Peccato, perché il gruppo aveva delle grosse potenzialità: è probabilmente mancato il coraggio di "osare", di proseguire su percorsi più impegnati, come dimostrano le contraddizioni del primo 33 giri del 1974, a cavallo tra canzone melodica e rock progressive. 



Nella carrellata dei 45 giri si distingue "Hai mai visto", lato B di "Un attimo di gelosia" del 1974, piuttosto anomalo, con testi di ispirazione cattolica sul genere Gen Rosso e simili. Il fondo però lo si tocca con la disco music di "Boogie Boogie Bump" e, visto che non c'è limite al peggio, con la terrificante "Le ragazze Pon Pon", ultimo singolo del 1977, condiviso con la cantante Roxy Robinson, vera bomba sexy (basta guardare la copertina) e la sua "Sexy jeans" sul lato B. Il brano de Il Segno dello Zodiaco  finì nella colonna sonora del film omonimo uscito nel 1974.




Il Segno dello Zodiaco - LP omonimo (1974)


TRACKLIST:

Lato A
01. Hai mai visto - 3:20
02. Dolce Laura (Your Side Of The Bed) - 3:32
03. Vecchia canzone nuova - 3:22
04. Mio padre - 5:10
05. Dormi cara - 4:00
06. Rimpianto - 3:20

Lato B
07. Solo qualcosa in più - 4:15
08. Un attimo di gelosia - 4:10
09. Odio, amore (Black Cat Woman) - 3:35
10. Aria d'estate - 4:00
11. Toccata e Fuga (dalla "Toccata e Fuga In Re Minore" di J.S. Bach - 4:55


Il primo omonimo LP del gruppo venne pubblicato dalla Rifi nel 1974. Nulla di più discontinuo e disomogeneo tant'è che in alcune tracce è difficile riconoscere lo stesso gruppo. Come già scritto in precedenza l'album si distingue per alcune sterzate di ottimo livello sui sentieri del rock e del progressive. Il primo brano, "Hai mai visto" lo abbiamo già incontrato nella sezione 45 giri. Segue "Dolce Laura", altra canzone melodica, cover di "Your Side On The Bad" del pop singer americano Morris Mac Davis (pubblicata nello stesso anno). Anche "Vecchia canzone nuova" non si discosta da questa linea. Sta per giungere la rassegnazione quando all'improvviso giungono le sorprese. L'altra anima della band (come Dr. Jekyll & Mr Hyde) sforna un grande brano prog rock intitolato "Mio padre", con ottime parti vocali, begli interventi di flauto e un grande assolo di chitarra elettrica. Incredibile! Ma sono proprio loro? "Dormi cara" continua a stupirci, con le tastiere che giocano con la chitarra arpeggiata. Anche qui le parti vocali richiamano da vicino i New Trolls (senza Nico). Ancora il flauto di Gianni Borra a dominare la sezione centrale del brano. "Rimpianto" è una dolce pop song con voce, cori, chitarra acustica arpeggiata e pianoforte. 


Altra sorpresa: "Solo qualcosa in più", con un inizio jazzato e la chitarra elettrica con timbro alla Shaft a farla da padrone. Grande l'assolo centrale su questo brano dall'incedere rock molto deciso. Con "Un attimo di gelosia" si ripiomba nella canzonetta melodica. "Odio amore" è la cover di "Black Cat Woman" dei Geordie, gruppo britannico di glam rock, sostenuta da un buon ritmo e un accattivante riff di chitarra elettrica. "Aria d'estate" ha un bel intro di chitarra acustica arpeggiata. Sarebbe stata una discreta ballata se non fosse per gli arrangiamenti orchestrali pesanti e fastidiosi. L'album si chiude con l'arrangiamento della classica "Toccata e Fuga" di Bach, già ampiamente saccheggiata da decine di gruppi, ben suonata ma fuori contesto. In definitiva, previa qualche epurazione, sarebbe stato un disco più che dignitoso da inserire nel vasto arcipelago del prog nostrano. Peccato per il "minestrone" che denota incertezza sulla linea musicale da seguire. Un gruppo dalle grandi potenzialità che purtroppo ha preferito - e lo vedremo con l'album successivo - adagiarsi sui morbidi cuscini della canzone melodica, forse più redditizia.


Il Segno dello Zodiaco - Parlami sotto le stelle - 1977


TRACKLIST:

Lato A
01. Questa sera non ho pianto
02. Hai mai visto
03. Puertorico
04. Febbre d'amore
05. E mi guardi

Lato B
06. Parlami sotto le stelle
07. Mi manchi
08. Le ragazze Pon Pon (dal film omonimo)
09. Noi di più
10. Attimi d'amore
11. Ho cantato


FORMAZIONE:

Gianni Borra: voce, pianoforte, flauto
Luciano Borra: basso, cori
Luigi Borra: batteria, cori
Franco Finotti: chitarra, cori
Mino Vergnaghi: voce, chitarra
Claudio Botto Fiora: tastiere, voce, cori


Lo abbiamo già ampiamente ricordato all'inizio di questo post. Il secondo e ultimo 33 giri del gruppo biellese, qui in sestetto, pubblicato nel 1977 sempre dalla Rifi, è caratterizzato da canzoni pop molto commerciali ad iniziare dalle due cover: la prima è "Questa sera non ho pianto", vecchio successo di Peppino Gagliardi (risaliva al 1964) firmato da Mogol; la seconda "Parlami sotto le stesse", da cui l'album prese il titolo, è un vecchio successo del 1939 pubblicato a 78 giri (sul tubo potrete ascoltare la versione originale). L'album, e soprattutto questa canzone, ebbero un discreto successo. A seguito di alcune defezioni Il Segno dello Zodiaco non fece più ingresso in sala di registrazione, spostandosi sul mercato estero. 
E qui si conclude questa lunga maratona musicale, anche un tantino faticosa da realizzare. Come potrete notare dai classici disturbi, in special modo nell'album del 1977, di vinile autentico si tratta. Ricordo ancora una volta che nessuno di questi album, meno che mai i singoli, sono stati ristampati in formato digitale. Chiuso il baule dei ricordi non vi resta, cari amici, che passare all'ascolto del materiale proposto. Direi che servirà un po' di tempo per assimilarlo. Alla prossima settimana.


LINK I Fratelli - Singoli 1968-1971
LINK Il Segno dello Zodiaco - Singoli 1972-1977
LINK Il Segno dello Zodiaco - 33 giri omonimo (1974)
LINK Il Segno dello Zodiaco - 33 giri "Parlami sotto le stelle" (1977)

Post by George

lunedì 15 luglio 2024

Eugenio Finardi - Anima Blues (2005)


TRACKLIST:

01. Mama Left Me (Finardi-Martellotta)
02. Heart Of The Country (Finardi-Martellotta)
03. Pipe Dream (Finardi-Martellotta)
04. Holyland (Eugenio Finardi)
05. Long Way Home (Finardi-Martellotta)
06. Marta´s Dream (Massimo Martellotta)
07. Mojo Philtre (Harris-Finardi-Martellotta)
08. Estrellita (Harris-Finardi-Martellotta-Guarnera-Vallicelli)
09. Barnyard Mama (Harris-Finardi-Martellotta-Guarnera-Vallicelli)
10. Doctor Doctor (Finardi-Martellotta)
11. Spoonful (Willie Dixon)
12. Sweet Surrender (Eugenio Finardi)



FORMAZIONE:

Eugenio Finardi – voce, chitarra, basso, armonica
Massimo Martellotta – chitarra, lap steel guitar, basso, mellotron, cori
Pippo Guarnera – organo Hammond, pianoforte, cori
Enzo Vallicelli – batteria, percussioni, cori
Franco Limido – armonica nelle tracce 1 e 4
Mark Harris – cori


Prendete questo post come una appendice del magnifico concerto live "Anima Blues The Classics" (regalo del nostro amico Albe), pubblicato qualche giorno fa. Avevamo citato più volte l'album "Anima Blues" del 2005 e ci sembrava naturale inserirlo su queste pagine, in quanto fonte ispiratrice del concerto che caratterizza la grande passione per il blues da parte di Eugenio Finardi. L'album è composto da 12 tracce di grande blues, per la quasi totalità composte dallo stesso Finardi insieme al fedele chitarrista Massimo Martellotta. Qui i tributi ai grandi del blues si riducono alla sola "Spoonful" di Willie Dixon. Come dire: tutta farina del suo sacco. Da "Anima Blues" venne tratto anche il singolo Estrellita, che conteneva una versione "fast" di Burnyard Mama differente da quella presente sull'album, e una cover del classico Little Red Rooster. L'album fu anche pubblicato in vinile in una versione apribile, dalla confezione molto curata, con l'aggiunta delle due bonus track del singolo. Per quanto riguarda i legami tra Finardi e il blues vi rimando al post precedente. Per approfondimenti su questo album vi invito a leggere (qui) l'ottima recensione pubblicata sul sito "Il popolo del blues". E tutto. Vi auguro il consueto buon ascolto.



Post by George

venerdì 12 luglio 2024

Serie "Bootleg" n. 347 - Eugenio Finardi - Anima Blues The Classics - Ex Fornace Morandi, Noventa Padovana, 14.06.2024


PREFAZIONE
Grande Albe, grazie per l'ennesimo meraviglioso regalo. Una ripresa di tutto rispetto dopo la breve pausa estiva. Il protagonista di questo concerto che va ad arricchire la nostra serie "bootleg" (giunta al ragguardevole numero 347) è Eugenio Finardi. Qui non lo troviamo nella veste di rocker o in quella di interprete di pop songs, ma in quella di bluesman. Il concerto "Anima Blues" prende corpo dall'omonimo album registrato nel 2005 e pubblicato dall'etichetta EF Sounds / Edel Italia, contenente 12 tracce, alcune delle quali (poche a dire il vero) riproposte in questa occasione. E' lo stesso Finardi ad illustrare i contenuti dello show che, non a caso, si intitola "Anima Blues The Classics", dal momento che si basa essenzialmente sulla riproposta dei grandi classici del blues, quelli scritti e interpretati da Willie Dixon, John Lee Hooker, Howlin' Wolf, Blind Willie Johnson, giusto per citarne alcuni. Naturalmente  la "musica del diavolo" (termini che originano dalle leggende create dai puristi intorno al blues, connotato da alcol, donne e patti col demonio) viene rivista da Eugenio Finardi con la sua straordinaria voce roca e con la sua chitarra. Al suo fianco i complici di allora, ad iniziare da Vince Vallicelli, leggendario batterista che insieme a Pippo Guarnera ha accompagnato nel corso degli anni i più grandi maestri del blues nei loro tour italiani, E ancora Giovanni “Giuvazza” Maggiore, eclettico ed elettrizzante chitarrista, che collabora da almeno un decennio con Finardi anche come autore e produttore.


Per molti sarà sicuramente una sorpresa scoprire o riscoprire questo lato meno conosciuto del cantautore di Musica Ribelle ed Extraterrestre, ma non i suoi amici e compagni di sempre che conoscono il suo profondo legame con il blues che resta il suo rifugio e la sua cura nei momenti bui. Lui stesso, nel corso dello show, racconta di quando da giovane suonava il blues e di quanta importanza rivesta questo genere musicale. Negli scorsi anni Eugenio è spesso stato invitato da Fabio Treves come special guest nei concerti più importanti, come ad esempio il Pistoia Blues Festival 2022. Ben venga dunque una serata come questa per riscoprire le radici del blues con i suoi grandi interpreti. L'apertura della serata, il cosiddetto opening act, è stata affidata ai Partners in crime (attenzione alla omonima band fiorentina The Partners of Crime), una energica band di Chioggia che ha preparato il terreno all'ingresso di Finardi & Friends. Anche questo è un regalo del nostro amico e collaboratore Albe. E ora diamo spazio alla musica.

PART 1 - OPENING ACT
Partners in Crime


TRACKLIST:

01. Little Wing
02. Unknown
03. Superstition
04. Unknown /Whole Lotta Love
05. Moving On
06. La Grange


Esplosiva apertura di spettacolo con questo power trio di Chioggia composto dai tre fratelli Boscolo (Andrea, Tiziano ed Ettore), per l'occasione diventato quartetto con l'inserimento di Carlo Santacatterina, in veste di special guest, alle tastiere. Il concerto di Noventa, seppur condensato in soli 6 brani, dimostra tutta la potenza del gruppo, dall'iniziale "Little Wing" di Jimi Hendrix alla torrida conclusiva versione di "La Grange" dei ZZ Top. In mezzo "Superstition". "Moving On" e una bella ripresa della zeppeliana "Whole Lotta Love". Un gruppo che ha molte cose da raccontare e che va seguito con attenzione.


PART 2 - THE SHOW
Eugenio Finardi & Friends - Anima Blues The Classics


TRACJLIST CD 1:

01. Presentazione
02. The Soul Of A Man
03. Shake Your Hips
04. Holyland
05. Little Red Rooster
06. Heart In The Country
07. Spoonful
08. Estrellita
09. Al mi radis (Vince Vallicelli)
10. Love In Flame (Giovanni Maggiore)

TRACKLIST CD 2:

11. Long Way Home
12. Black Magic Woman
13. Red House
14. Boom Boom
15. Wang Dang Doodle / Extraterrestre (brevissimo cenno)


FORMAZIONE:

Eugenio Finardi – chitarra e voce
Mecco Guidi – tastiere e organo
Giovanni Giuvazza Maggiore – chitarra
Vince Vallicelli – batteria
Andrea Taravelli – basso


Ed ecco il concerto di Eugenio Finardi suddiviso in due parti. I nostalgici del dischetto di plastica, come me, potranno ricavarne un doppio CD. Le registrazioni provengono dal Gin n Blues Festival, che si è tenuto a Noventa Padovana nella Ex Fornace Morandi il 14 giugno 2024, quindi meno di un mese fa. Lo spettacolo è proposto nella sua integrità, dialoghi inclusi. Finardi, come al solito, ama chiacchierare col pubblico e raccontare i suoi aneddoti. Come già scritto in precedenza, alcune tracce provengono dall'album "Anima Blues" del 2005, altre - la maggior parte - sono cover dei mostri sacri del blues. Interessanti le due composizioni (tracce 9 e 10) di Vince Vallicelli e Giovanni Maggiore). Molto bella la ripresa di "Black Magic Woman", scritta da Peter Green per i Fleetwood Mac nel 1968 e portata al successo dai Santana nel 1970. Si chiude in bellezza con la trilogia composta da "Red House" di Jimi Hendrix (l'assolo di chitarra è suonato dallo stesso Finardi), "Boom Boom" di John Lee Hooker (brano ripreso da numerosi gruppi tra cui Yardbirds e Animals) e la conclusiva "Wang Dang Doodle", composta da Willie Dixon e incisa da Howlin' Wolf nel 1960. Insomma, un Eugenio Finardi in evidente stato di grazia, infaticabile e vitale come non mai dall'alto dei suoi quasi 72 anni  (alterna il tour "Anima Blues" a quello di "Euphonia Suite" - già postato sulla Stratosfera) passando con disinvoltura dai suoi classici a quelli dei grandi bluesmen. Una dote non comune a tutti i musicisti.


PART 3 - Per finire... i video


Il nostro amico Albe, non si è limitato (si fa per dire) a condividere le registrazioni audio dei concerti di Partners in Crime e di Eugenio Finardi & Friends, ma ci ha inviato anche alcuni video, tra cui 2 soundcheck che, ovviamente, non appaiono fra le tracce audio. Il giusto completamento documentale di questo eccezionale evento. Grazie ancora, Albe. A voi tutti, buon ascolto.

VIDEOLIST:

Part 1
01. Soundcheck # 1
02. Soundcheck # 2
03 Holyland
04. Little Red Rooster
05. Heart Of The Country

Part 2
06. Long Way Home
07. Black Magic Woman
08. Wang Dang Doodle 


LINK Partners in Crime - Noventa 2024
LINK Eugenio Finardi - Noventa 2024 CD 1
LINK Eugenio Finardi - Noventa 2024 CD 2
LINK Video part 1
LINK Video part 2

Post by George - Music by Albe


sabato 29 giugno 2024

Serie "Historic Prog Bands Live in Italy" - Capitolo 89 - Gong live at Piper 2000, Viareggio, 21.04.1976

 

TRACKLIST CD 1:

01 Chandra - Love Is How You Make It
02 Wingful Of Eyes
03 Cat In Clark's Shoes
04 Bambooji
05 The Isle Of Everywhere - Drum Solo - Get It Inner

TRACKLIST CD 2:

07 Mandrake
08 Shamal
09 Master Builder
10 Jam Session


LINE UP

Didier Malherbe - flutes, sax, percussion
Pierre Moerlen - drums, vibraphone, percussion
Mike Howlett - bass, vocals
Mireille Bauer - percussion
Patrice Lemoine - keyboards, synth
Jorge Pinchevski - violin


Oggi vi propongo un bel concerto dei Gong post Daevid Allen risalente all'era di "Shamal". E' sempre un piacere poter parlare dei Gong, gruppo seminale nella storia della psichedelia e del progressive, di cui ci siamo già occupati più di una volta. "Shamal" venne pubblicato dalla Virgin nel dicembre 1976. Niente più teiere volanti, accantonata la psichedelia i Gong guidati da Pierre Moerlen (scomparso già molti anni fa, nel 2005)  e Didier Malherbe si rifugiarono in un discreto  jazz rock con spruzzate di space rock, piuttosto distanti da quei suoni immaginifici a cui ci aveva abituati Allen. Prodotto da Nick Mason, il batterista dei Pink Floyd, "Shamal" rappresenta il turning point per la band che proseguirà tra alti e bassi, reunion e scioglimenti, fino ai giorni nostri. Il concerto di Viaregggio, tenutosi nel celebre Piper 2000, locale che ospitò negli anni 70 band leggendarie del prog rock internazionale (Genesis in primis) contiene 10 tracce, in buona parte tratte per l'appunto da "Shamal" (Chandra - in medley con Love Is How U Make It, ripescata da "Angel's Egg", Wingful Of Eyes, Cat In Clark's Sjoes, Bambooji, Mandrake, Shamal). 


Gli omaggi al passato sono limitati a The Isle Of Everywhere e Master Builder da "You". Interessante la jam session posta a chiusura del concerto. Si tratta in ogni caso di una bella performance, con grandi innesti di sax e flauto (Didier Malherbe) e violino (Jorge Pinchevski). Piccola annotazione finale: la Canterbury Dream, etichetta specializzata in bootleg, pubblicò nel 1994 una versione dell'album dal titolo "Break Through The Commune", con la medesima tracklist. Infine, un forte grazie va all'amico Osel per avermi inviato i file del concerto. Nell'augurarvi buon ascolto, vi comunico che la Stratosfera va in ferie e chiuderà i battenti per un paio di settimane. A risentirci verso la metà di luglio. 


NEW LINK CD 1

Post by George - Music by Osel