venerdì 13 settembre 2024

Reale Accademia di Musica e Adriano Monteduro: il ritorno (2008-2009)

 

Diciamo subito che ho sempre avuto grande stima e ammirazione pe la Reale Accademia di Musica, brillante creatura sorta nel 1972 dalle ceneri dei Fholks, in piena era progressive. Già i Fholks meriterebbero una storia a sé: con un solo singolo alle spalle, "Mi scorri nelle vene" (1971), cover in italiano di "Soldier In Our Town" degli Iron Butterfly, ebbero l'onore di aprire il secondo concerto di Jimi Hendrix al Teatro Brancaccio di Roma nel 1968. Cambiato il nome in Reale Accademia di Musica (più semplicemente RAM), il gruppo, con all'interno musicisti di assoluto valore come Federico Troiani alle tastiere, Pericle Sponzilli alla chitarra ed Enrique Topel Cabanes alla voce solista, realizzò uno tra i migliori dischi di rock progressivo italiano, prodotto da Maurizio Vandelli. Dopo la pubblicazione dell'album il gruppo iniziò a sbandare e a subire alcuni cambi di formazione. fino a diventare, nel 1974,. il gruppo di accompagnamento del cantante Adriano Monteduro. Non a caso il primo disco solista di Monteduro si intitolò "Adriano Monteduro & Reale Accademia di Musica". 

immagine storica della RAM

Come giustamente sottolinea Augusto Croce su Italian Prog a proposito dell'album di Monteduro, "non si può assolutamente dire, come molti pensano, che questo sia il secondo album del gruppo, che stava collaborando solo in veste di accompagnamento musicale alle composizioni di Adriano, e l'album è sicuramente un bel disco di canzoni con arrangiamenti soft rock, non certo un album progressivo! Lo stesso gruppo di musicisti, con l'ingresso di Carlo Bruno al basso e la collaborazione di Pericle Sponzilli e altri, registrò nel 1974 un nuovo album, intitolato La cometa, con brani composti dal cantante Henryk Topel e mai uscito all'epoca. Il disco è stato pubblicato nel 2013. L'ultima apparizione dei musicisti della Reale Accademia di Musica è stata con Nada sul suo album del 1975 dal titolo 1930: Il domatore delle scimmie."

altra foto storica della RAM

Fin qui la breve carriera musicale della RAM "fase 1". Ci tengo a ricordare che i sopracitati album sono già presenti da tempo sulla Stratosfera. Un po' a sorpresa, nel 2008, Adriano Monteduro decise di riutilizzare il nome Reale Accademia di Musica per dare vita ad una "fase 2", con una formazione completamente rinnovata. Questo nuova versione della RAM realizzò due CD, "Il linguaggio delle cose" nel 2008 e "RAM: Tempo senza tempo" nel 2009. Chiudiamo per il momento la travagliata storia del gruppo per segnalare la pubblicazione di due ulteriori album, "Angeli mutanti" nel 2018 e "Lame di luce" nel 2022 da parte di una nuova formazione guidata dallo storico chitarrista Pericle Sponzilli. Inutile dire che in tutti questi album i suoni sono completamente diversi da quello dell'esordio, ma non poteva essere diversamente. Ci occuperemo, in questa sede, dei due album realizzati dalla formazione capitanata da Adriano Monteduro, che hanno segnato il ritorno sulle scene del prestigioso marchi Reale Accademia di Musica.

Reale Accademia di Musica - Il linguaggio delle cose (2008)


TRACKLIST:

01. Genesi (8:00)
02. Uomo-Terra (7:41)
03. Il linguaggio delle cose (9:31)
04. Dance With Me (6:13)
05. Homeless (7:12)
06. Infinito (9:41)
07. La pace nelle Biglie di vetro "Un mondo nuovo (18:37)


MUSICISTI:

Adriano Monteduro - tastiere e voce
Antonello Monteduro - piano e tastiere
Manuel Muzzu - basso e fretless
Giuseppe Augusto Aramo - voce e percussioni


Spero di non essere troppo cattivo, ma chiamare Reale Accademia di Musica questo gruppo ci vuole un bel coraggio. E' pur vero che sono trascorsi decenni dai quei lontani 1972-1974 e che nel frattempo il mondo musicale ha subito degli scossoni incredibili, ma qui stiamo rinvangando un marchio glorioso che non ha più nulla da condividere col passato se non il nome stesso. La RAM del ritorno, targata Adriano Monteduro, è un quartetto orientato alla canzone, alla melodia, con ampio uso di pianoforte e strumenti elettronici. Nemmeno l'ombra della vecchia RAM. Le parti vocali, poi. sono veramente bruttine, in alcuni tratti addirittura fastidiose, con vocalizzi totalmente gratuiti e inutili.. Perdonatemi se ho sparato ad alzo zero, ma qui non c'è proprio nulla che si posa perdonare. L'album è nel complesso appena dignitoso (ma solo in alcune parti)  e l'effetto soporifero è garantito. Se la pensate diversamente o se semplicemente siete più tolleranti di chi scrive, fatelo sapere nei commenti. 
PS - Questo disco, pubblicato nel 2008 dall'etichetta Delta Italiana, era l'unico che mi mancava nella discografia della RAM e ringrazio il nostro collaboratore Marco Osel per l'invio dei file e la conseguente condivisione. Grazie, amico mio.

Reale Accademia di Musica - RAM: Tempo senza tempo (2009)


TRACKLIST:

01. Latenza sogno - 4:51
02. Caccia alle balene - 6:37
03.Paranoia (Déjà vu) - 4:08
04. Vulcano - 6:38
05. Atomo - 2:42
06. Sogno (Compagno di sempre) - 10:05
07. Thin Colours - 2:17
08. Get Back - 4:21
09. Tempo senza tempo - 3:08
10. Merlino (Mirdyyn) - 5:15
11. African oldoway - 3:38
12. Attimi - 6:47


Nel 2009 Adriano Monteduro ci riprovò. Stessa formazione, stesso storico marchio di fabbrica, L'album "Tempo senza tempo" venne anch'esso pubblicato dall'etichetta indipendente Delta Italiana. Dopo il flop della prova precedente qui qualcosa è cambiato: in generale il sound è più vario e anche la qualità delle registrazioni è migliore. Lo sforzo di uscire dalla formula "melodia" pare essere riuscita e anche alcuni lunghi inserti strumentali, nonostante un uso eccessivo di drum machine e sintetizzatori, lasciano intravedere nuove prospettive. Permangono comunque alcuni "orrori" che avrei preferito non ascoltare, tipo "Merlino" e "Africa oldoway", giusto per citarne due. Siamo comunque sempre distanti anni luce dal vecchio prog del 1972. Ancora una volta va ricordato che il nome Reale Accademia di Musica, che Adriano Montedurro decise di far rivivere, potrebbe trarre in inganno gli amanti del progressive. Prova ne è che alcuni membri della formazione originale non apprezzarono questa operazione e Adriano abbandonò il nome dopo questo lavoro pubblicando altri album nello stesso stile come artista solista. Bene, anche in questo caso lascio spazio ai vostri commenti, sempre graditi. E' tutto, cari amici. 
Buon ascolto

ultima foto storica della RAM

 LINK Il linguaggio delle cose (2008)
LINK Tempo senza tempo (2009)

Post by George - Music by Osel & George

lunedì 9 settembre 2024

The Watch - Live Bootleg (2006) plus The Watch Plays Genesis "Nursery Cryme Tour 1972" (bootleg, 2009)


Quando si dice "troppa grazia San Gennaro!". All'appello rivolto ad eventuali possessori del raro album live dei The Watch, "Live Bootleg", hanno risposto prontamente due grandi amici e collaboratori della Stratosfera, Adix e Osel, che ringrazio entrambi veramente di cuore. Questa si chiama collaborazione!!
Prendete dunque questo post come un addendum a quello precedente contenente il "Live" del 2009, in modo tale da completare la trilogia dei dischi dal vivo ufficiali della band milanese. Ma non basta. Il nostro mitico Osel ha aggiunto anche un doppio CD bootleg contenente un intero concerto con le cover dei Genesis del periodo d'oro, giusto per intenderci, compresa la scaletta del celebre "Nursery Cryme Show" che la band britannico portò in tour nel 1972. Roba da leccarsi i baffi.
Procediamo con ordine.

The Watch - Live Bootleg (2006)


TRACKLIST

01. Shining Bald Heads
02. Heroes
03. Goddess
04. Ivory
05. DNAlien
06. The Vacuum - Intro
07. The Vacuum
08. Doctor Mystere (unreleased)


FORMAZIONE

Marco Schembri - basso e chitarra elettrica
Fabio Mancini - piano, organo, mellotron, mini moog, synth
Ettore Salati - chitarra acustica 12 corde, chitarra elettrica, basso a pedale, voce
Simone Rossetti - voce, flauto, tamburello
Roberto Leoni - batteria


La rarità di questo CD autoprodotto risiede nel fatto che venne realizzato nel 2006 esclusivamente per il Fan Club del gruppo. Contiene una serie di tracce registrate nel corso del tour europeo dell'anno precedente. La scaletta comprende molti brani tratti dall'album in studio "Vacuum" e alcuni inediti. Come sempre emergono la grande classe e i virtuosismi dei musicisti alle prese con un repertorio (tutti i brani sono di loro composizione) di ispirazione prog rock anni '70. Un grande album.


The Watch - Plays Genesis "Nursery Cryme Tour 1972" 
(bootleg, 2009)


TRACKLIST CD 1:

01. Looking For Someone
02. Stagnation
03. Twilight Alehouse
04. The Fountain Of Salmacis
05. Going Out To Get You
06. Seven Stones
07. Can-Utility and The Coastliners
08. Happy The Man
09. Shinig Bald Heads


TRACKLIST CD 2:

01. The Musical Box
02. The Light
03. Lilywhite Lilith
04. The Fisherman
05. Supper's Ready
06. Encore Break
07. DNAlien
08. The Return Of The Giant Hogweed
09. The Knife
10. Band Introduction


FORMAZIONE:

Giorgio Gabriel - electric guitars, 12 strings acoustic guitar
Guglielmo Mariotti - bass, 12 strings electric and acoustic guitar, moog bass pedals, vocals
Simone Rossetti - lead vocals, flute, tambourine
Valerio Di Vittorio - Hammond L122 organ, mellotron, arp synth, piano
Marco Fabbri - drums, percussions, vocals


Definire i The Watch come una semplice cover band dei Genesis sarebbe troppo riduttivo. Certo, direte voi, tutto sommato andiamo a riascoltarci le versioni originali. Ma qui, al di là del piacere di vedere raggruppati questi pezzi storici,  c'è una grande passione, rispetto e devozione e una maestria nella riproduzione dei suoni che lascia di stucco. Incredibile, come già detto più volte, la somiglianza della voce di Simone Rossetti con quella di Peter Gabriel. La scaletta di questo concerto (credo registrato sia in UK che in Germania) spazia dai brani di Trespass a quelli di Foxtrot e Nursery Cryme, riproponendo addirittura tracce rimaste inedite come nel caso di "Going Out To get You". "Lilywhite Lilith", dal leggendario "The Lamb"  è un assaggio del tour che tra fine 2024 e 2025 porterà in giro per l'Europa (UK, Svezia e Olanda) l'intero lavoro dei vecchi Genesis. Non manca la proposta di composizioni originali del gruppo. Trovo incredibile come la presenza di "Shining Bald Heads", tratta da "Vacuum", posta in coda alla cover di "Happy The Man", sembri provenire da uno degli album capolavoro dei Genesis. La classe non è acqua. 


Articoli e commenti apparsi su molti giornali on line sono più che lusinghieri. Vi riporto quello pubblicato su "Roma Today":

"The Watch sono una band milanese che dal 2008 realizza tour internazionali in Europa, USA e Canada riproponendo gli album dei Genesis dal 1970 al 1980, con particolare riguardo all’epoca in cui Peter Gabriel era alla voce della formazione inglese. Ciò è dovuto non solo alle straordinarie doti dei musicisti che hanno permesso di poter riproporre con straordinaria fedeltà i brani del periodo più intenso e creativo dei Genesis, con gli stessi suoni ed energia degli originali, ma anche dall’incredibile somiglianza della voce del cantante dei The Watch a quella di Peter Gabriel, un ensemble che trasporta letteralmente il pubblico di sala direttamente agli anni ’70. Chiudete gli occhi e sarete trasportati indietro nel tempo, quando ancora una delle band più apprezzate della storia del rock era di scena nei grandi teatri di tutto il mondo: i Genesis Cosa dicono di loro i membri del mondo Genesis:
Steve Hackett – che ha visto i The Watch diverse volte in Inghilterra: The Watch sono una band talentuosa che consiglio vivamente di andare a vedere. 
Anthony Phillips – la loro versione di Let us now make Love è molto bella
John Hackett – che accompagna The Watch in alcuni concerti – se chiudo gli occhi mi sembra di essere al Rainbow Theatre nel 1973. 


Concludo il post con un ulteriore ringraziamento a Osel e Adix per la condivisione di questi file. 
Vi lascio con il consueto buon ascolto.

LINK Live Bootleg (2006)
LINK Plays Genesis CD 1 (2009)
LINK Plays Genesis CD 2 (2009

Post by George, Osel & Adix 

sabato 7 settembre 2024

The Watch - Live (2009)

 

TRACKLIST:

01. Sound Of Sirens - 8:56
02. Shining Bald Heads - 7:07
03. The Fisherman - 5:51
04. Goddess - 6:04
05. Riding The Elephant - 4:58
06. Twilight Alehouse / Another Life - 8:13
07. Berlin 1936 - 9:19


FORMAZIONE:

Simone Rossetti - voce solista, flauto, tamburello
Giorgio Gabriel - chitarra elettrica, chitarra acustica 12 corde
Cristiano Roversi - basso, Chapman Stick, chitarra acustica 12 corde
Fabio Mancini - organo Hammond, mellotron, piano, synth
Marco Fabbri - batteria, percussioni, voce 


In apertura il mio doveroso ringraziamento va all'amico Marco Osel che mi ha inviato i file di questo splendido album live dei The Watch (scusatemi, ma l'articolo inglese va mantenuto, un po' come negli anni '60 con i The Beatles). Le registrazioni vennero effettate nel corso del The Watch Tour del 2008 che toccò anche alcune città europee. Non a caso la presentazione è in francese. Il CD venne autoprodotto e posto in vendita nel 2009. Quando si parla dei The Watch si parla di progressive rock allo stato puro. Che cosa ci piaceva del prog anni '70? Pensiamoci un momento. Forse i suoni del mellotron e dei sintetizzatori, forse gli impasti con le chitarre acustiche ed elettriche, o forse ancora quelle meravigliose note del flauto (o del violino, a seconda dei casi) che ricamavano i lunghi brani dai ritmi che cambiavano repentini, si spezzavano e si rincorrevano? Probabilmente tutto questo e molto altro ancora. Ebbene, sono tutti elementi che ritroviamo amalgamati nella musica dei The Watch e quindi anche in questo live. E della voce vogliamo parlare? Ancora una volta va sottolineata la grande statura vocale  del leader Simone Rossetti, con il suo inconfondibile timbro alla Peter Gabriel. E guarda caso suona anche il flauto traverso. 


Non è una novità l'amore per i vecchi Genesis da parte del quintetto milanese.  Nel novembre dello scorso anno dedicai un lungo post ai The Watch, includendo anche un album live zeppo di cover dei Genesis e un intero bonus CD con i brani di Gabriel, Hackett & Co. proposti nel corso dei loro concerti. Per un ripassino, che include anche la loro biografia, cliccate qui. Anche su questo album non poteva mancare un omaggio ai loro padri ispiratori. Ed ecco che appare una versione della storica "Twilight Alehouse" mixata con "Another Life". Questa registrazione live è anche impreziosita dalla presenza di Cristiano Roversi al basso, che rimase nella band per un breve periodo (2008-2009) e che non registrò nessun album in studio. 


Ricordo che questo è il secondo disco live realizzato dalla band. Il primo, in ordine cronologico, si intitola "Live Bootleg" e venne pubblicato nel 2006 per il solo fan club. Introvabile! Se qualche amico della Strato lo possiede si faccia vivo. Sarebbe bello poterlo condividere. Il terzo, quel magnifico "Green Show 2011" con tutte le cover dei Genesis, è già su queste pagine. Bene, cari amici, è tutto. Ancora un grazie al grande Osel, il mio "personal pusher" del new italian prog (e non solo) 
Vi lascio con il consueto buon ascolto


LINK

Post by George & Osel

giovedì 5 settembre 2024

Tullio De Piscopo - 2003 - Interski

TRACKLIST:

Interski
Super G.
Downhill
Percussionski


"Ti invio un documento che credo estremamente raro. Nel 2003 l'Associazione Maestri di Sci Italiani partecipò con il proprio Team di dimostratori alla manifestazione Interski, che si tenne in Svizzera, a crans Montana. L'Interski viene organizzato ogni quattro anni ed è una sorta di congresso mondiale sull'insegnamento dello sci. Il nostro Demo Team utilizzò come accompagnamento musicale per le proprie dicese alcuni brani scritti ed eseguiti appositamente per l'occasione da Tullio De Piscopo. I quattro brani originali sono contenuti in un CD realizzato con lo sponsor "La Pizza Leggera" che nell'occasione fu presente alla manifestazione con i propri prodotti. Per la creazione dei brani, a Tullio furono inviate le riprese degli allenamenti nelle quali i dimostratori eseguivano le figure coreografiche che avrebbero portato alla manifestazione. In questo modo egli potè adeguare i ritmi e i tempismi a ciò che gli sciatori avrebbero fatto in pista. Le registrazioni sono del novembre 2002. Con Tullio De Piscopo suonano Patriza Conte ed Evelina Poggi (voce), Maurizio Bianchini (marimba e xilofono), Paul Pelella (basso), Willy Gughy (tastiere), Domingo Dobasel (chitarre), Max Sagnibene (glochenspiel) e Fulvio Chiara (tromba)."

 
... e fino a qui questo post è stato facile, un copia e incolla dalle esaustive informazioni allegate all'invio di questa rarità, per la quale ringrazio l'amico Mario che ha deciso di condividerla e che è giusto citare ad inizio del discorso. Vista la rarità del reperto musicale qui presentato, il ringraziamento è speciale perchè mi consente un rientro col botto, sebbene non defragrante: non certamente per la qualità quanto per la quantità, trattasi infatti di sole 4 canzoni...
 
 Difficile invece mi riesce spiegare questa riapparizione dopo lustri di inattività sulla mia sempre e comunque adorata creatura, che per grazia divina seppi, in tempi più felici, condividere e far amare anche a moltissimi altri amici, che l'hanno resa negli anni sempre più bella, ricca e approfondita, come mai avrei saputo o potuto fare. Una vera e propria enciclopedia della musica Prog e di tutte le sue innumervoli diramazioni. Un'infinità di contenuti, generi musicali, concerti live, rarità a volte davvero introvabili, tutti accompagnati da informazioni professionali ed approfondite. Una mole davvero enorme di cultura, con il valore aggiunto di essere, in tantissimi casi, contenuti che appaiono - come amiamo dire qui - for the "first time on the web" (come tra l'altro dovrebbe essere il caso del mini cd oggi presentato). Una mole così enorme da intimorire persino me, che ne sono il fondatore, al momento di comporre un nuovo post... Amo pensare alla stratosfera come ad una delle poche cose che ho saputo fare bene nella mia vita, senza fallire. Un'idea che ho avuto forse al momento giusto (non esistevano ai tempi blog italiani di condivisione files dedicati al rock progressivo nostrano - in questo siamo stati una specie di Pionieri) e che è diventata nel tempo sempre più grande, esaustiva e ramificata, seguita ed amata da sempre più persone, molte delle quali sono diventate amici e frequentatori abituali. E' stata persino fonte di ispirazione, a volte quasi al limite del plagio, per altri blog... Una creatura così perfetta che, alla mia rarefazione da essa - fino all'eclissi totale - è sopravissuta e si è evoluta in maniera così bella da rendere perfino superflua la mia presenza: il sogno che ogni padre, nel corso degli anni, ha verso i propri figli. 
 
Senza diluirmi oltre in inutli ciance, e con più di una lacrimuccia, abbraccio con affetto l'insostituibile amico George, che ha saputo far diventare grande la stratosfera e sostituirmi come padre nei tempi della maturità dell'amata creatura, donandole uno spessore ed una cultura che mai avrei potuto immaginare all'inizio di questo viaggio. Altresì abbraccio con altrettanto affetto tutti gli amici che hanno amato e contribuito a varissimo titolo a questo blog, il grande FrankOne che ebbi - all'inizio della discesa - il piacere di conoscere personalmente, grande e generosa persona; amicizia che, colpevolmente e con moltissime altre, reali e virtuali, non seppi coltivare nel buio. Cosa di cui mi scuso sentitamente con tutti, senza alcuna giustificazione o difesa. 
 
Abbiate la bontà di considerare questo post, che sta volgendo al termine, un piccolo traguardo personale: diversamente dalle svariate bozze che ho seminato nell'archivio del blog in questi anni e mai terminato, forse per paura di scrivere queste parole, questo post è giunto, tra alti e bassi, alla fine... Vi voglio bene, anche solo per avermi letto fin qui.
 
 
 
Post by Captain, thank you very much to Mario F. 
 
Dedico questo post a mia mamma Vincenza, che una volta sapeva ballare il rock'n'roll
 

mercoledì 4 settembre 2024

Serie "Bootleg" n. 349 - Claudio Lolli: "Ho visto anche zingari felici" live al "Caprice" di Codigoro, 14 aprile 1976


TRACKLIST (album wrap):

01. Introduzione / Ho visto anche degli zingari felici (parte 1)
02. Agosto
03. Piazza, bella piazza
04. Primo maggio di festa
05. La morte della mosca
06. Anna di Francia (parte 1 e parte 2)
07. Albana per Togliatti
08. Ho visto anche degli zingari felici (parte 2)


MUSICISTI:

Claudio Lolli (voce e chitarra acustica)
Danilo Tomasetta (sax, flauto)
Roberto Costa (basso), 
Bruno Mariani (chitarra elettrica)


Questo "official bootleg" ha alle spalle una lunga storia. Il merito di avere salvato e pubblicato questa preziosa e storica testimonianza live di un Claudio Lolli all'apice del successo, va all'Associazione "Aspettando Godot". Sul sito dell'associazione vi è una lunga pagina dedicata al recupero di questa registrazione. Il CD con il concerto veniva messo a disposizione dei soli sostenitori della suddetta Associazione Culturale Musicale. Pubblico qui di seguito alcune parti dell'articolo. Per la lettura integrale, che vi consiglio, cliccate qui


La storia di questa registrazione, raccontata dalla persona che l'ha posseduta per tanti anni, è scritta in una breve nota sul retro del cd:
"Gli studi, due stanzette e un bagno, stavano proprio in cima alla torre dell'orologio, quella che dà sulla piazza del duomo di Ferrara. Da lì, come da altre centinaia di radio libere sorte da poco in tutta Italia, parlavamo alla città e soprattutto mettevamo musica, altra musica... dai nostri LP ma anche dai concerti che registravamo nei dintorni e anche  molto più lontano. Utilizzavamo spesso un indistruttibile Jvc portatile a cassette. A volte, quando ce lo lasciavano fare, registravamo direttamente dal mixer, altre volte posizionavamo aste e microfoni in punti strategici.


Qualche anno fa, durante un trasloco, in una vecchia scatola da scarpe, sono ricomparse le cassette di "Radio Ferrara Centrale" con registrazioni che avevano incredibilmente resistito all'usura del tempo. Quella degli "Zingari Felici" di Lolli al Caprice di Codigoro (14 aprile 1976) possedeva talmente il suono e il sapore di quegli anni che ho sentito il bisogno di tornare sul luogo del delitto. Per vedere cosa era rimasto di quella vecchia discoteca di paese, oggi un capannone sfatto con ancora la vecchia insegna cui, il ricordo di quel concerto, indimenticabile e recuperato, pareva dare di nuovo luce. Merito di Claudio Lolli e di un gruppo di musicisti in serata di grazia. Merito, se oggi potete riascoltare quei suoni, di tutte le radio libere che in quegli anni, facevano ricca la terra" (Gabriele Caveduri).

E mentre quel tempo diventa un puntino sempre più lontano all'orizzonte, riascoltando questa registrazione ecco che ritorna a risplendere un'antica energia impossibile da descrivere. Claudio Lolli esegue tutti i brani alla chitarra acustica, accompagnato dai suoi impareggiabili musicisti. Impressionate la performance di Danilo Tomasetta, quel 14 aprile del 1976 il suo sax davvero emetteva fiammate brucianti, impregnate di presente che ancora non era diventato un passato da ricordare. E la discoteca "Caprice" di Codigoro, ormai cadente e abbandonata, torna a risplendere con la sua insegna, come un antico "Cinema Paradiso" in cui ancora si proiettano sogni in bianco e nero.


Ebbene, abbiamo qui l'opportunità di ascoltare la versione live dell'intero album "Ho visto anche degli zingari felici". La registrazione è rimasta nitida e pulita, con solo qualche lievissimo disturbo, nonostante la lunga permanenza della cassettina nella scatola delle scarpe Ho deciso di non suddividere le tracce anche perché sono proposte senza soluzione di continuità e senza spazi o dialoghi tra un brano e l'altro. La magia del concerto resta così intatta. Un altro interessante articolo dedicato a questo live è stato pubblicato qui, su "Blogfoolks Magazine". E' certamente un prezioso documento che mantiene vivo il ricordo del grande Claudio Lolli scomparso nel 2018. Se volete ascoltare altri live di Claudio Lolli basta andare sul web. YT, in particolare, mette a disposizione sia registrazioni audio che video, risalenti agli anni 90-2000. Intanto godetevi questo concerto. Ancora un plauso all'Associazione Aspettando Godot. Buon ascolto.



Post by George

domenica 1 settembre 2024

Serie "Historic Bands Live in Italy" - Capitolo 90 - Miles Davis live in Rome, Teatro Tenda Pianeta, 26th April 1982

 

Chi ha avuto il privilegio di assistere a questo concerto lo ha definito come un evento straordinario, ancor più di quello storico del 1969 (sempre a Roma, già pubblicato sulla Stratosfera), uno dei momenti più alti della lunga carriera musicale di un mostro sacro quale Miles Davis. Magari qualcuno di voi era all'interno del Teatro Tenda Pianeta a Roma, e potrà raccontarci la sua esperienza e il ricordo del grande evento. Davis, col suo quintetto di musicisti, fece due concerti a Roma nel 1982, il 25 e il 26 aprile. Quella che vi presento quest'oggi è la seconda serata che, a quanto mi risulta, venne trasmessa in diretta su Radio Rai3 all'interno di una speciale edizione della trasmissione "Un certo discorso" di Pasquale Santoli. La qualità della registrazione è ottima, trattandosi di un soundboard. Questi file li ho ricevuti dall'amico Marco Osel, che - come sempre - ringrazio a nome di tutti gli amici della Stratosfera. Va però precisato che il bootleg del concerto è reperibile sia in versione vinile colorato (purtroppo molto rara) che in versione doppio CD e che YT propone entrambi gli show su diversi canali. Di seguito le copertine del CD boot e la tracklist.



TRACKLIST CD1 (1st set):

a) Back Seat Betty (M. Davis)
b) My Man's Gone Now (D. Heyward - G. Gershwin)
c) Aida (M. Davis)

TRACKLIST CD 2 (2nd set):

a) Ife (M. Davis)
b) Fat Time (M. Davis)
c) Jean Pierre (M. Davis) 


LINE UP

Miles Davis - trumpet, keyboards
Bill Evans - sax
Mike Stern . guitar 
Marcus Miller - bass 
Al Foster - drums 
Mino Cinelu - percussion


Miles Davis, accompagnato come sempre da grandi musicisti (se non si era grandi non si suonava con Miles Davis) tra cui Bill Evans al sax e Mike Stern alla chitarra, propose due suite, collegando tre brani per ogni set senza alcuna interruzione. Come vedete dalle soprariportate cover, il CD bootleg pubblicato nel 1992 semplificò il tutto intitolando ogni suite "Spring". Come spesso accadeva nei suoi concerti live, il trombettista suono per circa un'ora e mezzo voltando le spalle al pubblico, girandosi solo in un paio di occasioni per ringraziare. La scaletta include anche " Back Seat Betty", "Aida" e "Fat Time", tre brani tratti dall'allora ultimo disco in studio "The Man With The Horn". Ottimo l'inserimento di "My Man's Gone Now" di George Gershwin. Inutile sottolineare la grandezza di Miles Davis in questo concerto, Non sono un cultore del jazz e nemmeno un grande intenditore, ma la bellezza di questo show ha ben pochi rivali. Ascoltatelo e mi direte. Alla prossima.




Post by George - Music by Osel

venerdì 30 agosto 2024

Retrospettiva: I Fantom's - Le insegne pubblicitarie (1998, vinyl) - registrazioni degli anni 60-70


TRACKLIST:

Lato A
01. Le insegne pubblicitarie - 3:32
02. Nadia  3:40
03. Il treno - 2:46
04. Un nuovo giorno - 3:01
05. L'indossatrice - 3:50
06. Specchi di ghiaccio - 2:51
07. Crema - 2:34
08. Katia (demo) - 3:32


Lato B
09. Un'immagine - 3:58
10. Anche se... - 4:20
11. Alberi - 3:19
12. Ti voglio - 3:45
13. Il trionfo del diavolo - 3:20
14. Vieni qui vicino - 2:43
15. Katia - 3:03
16. Felicità vuol dire - 3:20

Bonus Tracks - 45 giri del 1967 accreditato a Eligio Irato e The Phantoms
17. We Shall Overcome (Trionferemo)
18. Come By Here (Vieni qui vicino)


FORMAZIONE:

Spartaco Nagliero - voce, basso, flauto, tromba
Luigi Nagliero - chitarra solista
Walter Nagliero - chitarra ritmica
Gino Nagliero - batteria
Gino Agatone - organo, voce


Ogni tanto mi piace scavare nei meandri del passato cercando qualche vecchio reperto in fondo al baule dei ricordi. Insomma un po' di sana archeologia musicale ogni tanto non guasta, se proposta con parsimonia. I protagonisti del post di oggi sono I Fantom's (lo scrivo come appare sulla copertina del disco, poiché a volte risultano come Phantoms o The Fantom's) un gruppo collocato nell'era beat, ma con interessanti influenze psichedeliche, che all'epoca facevano la differenza. Wikipedia mi dà una mano per ricostruire il loro percorso musicale. Il complesso nasce a Torino da due coppie di fratelli provenienti dalla Puglia, Luigi e Spartaco Nagliero e i loro due cugini Walter e Gino Nagliero. Dopo una serie di esibizioni a Torino, pubblicano nel 1966 un disco tris, cosa un po' anomala per l'epoca, un 45 giri con tre canzoni: Insegne pubblicitarie/Il treno/Nadia. "Insegne pubblicitarie sarà il loro maggiore successo. 



Dopo la pubblicazione del singolo, viene inserito nel gruppo il tastierista Gino Agatone, che funge anche da corista. Entrati in contatto con la Cedi, lavorano come session men partecipando alle registrazioni di molti artisti della casa discografica, come Fausto Amodei; si dedicano inoltre all'attività teatrale e, nel 1967, sono il complesso di scena che accompagna Sergio Liberovici nell'allestimento de "Il mercante di Venezia" di Shakespeare (con Corrado Pani, Glauco Mauri, Valeria Moriconi e Silvana De Santis) che debutta l'8 luglio 1967 al Teatro romano di Verona. Durante la tournée conoscono l'attore Eligio Irato, con cui realizzano il secondo 45 giri, pubblicato nel 1967 come "Eligio Irato e The Phantoms" spostandosi sul folk beat con due cover: We Shall Overcome (Noi trionferemo) e Come by Here (Vieni qui vicino). Quest'ultimo brano viene registrato con il testo originale cantato in inglese e la traduzione di ogni strofa recitata prima della rispettiva cantata.



Proprio in questo periodo I Fantom's registrano il materiale per un album, che però non verrà mai pubblicato fino al 1998 quando la Destination X, entrata in possesso dei nastri, decide di pubblicarlo (solo in versione vinile), utilizzando la stessa immagine del primo disco (dove, però, è assente Agatone, che invece suona nelle canzoni) e inserendo tutti i brani dei due 45 giri (tranne We Shall Overcome). Da notare la presenza di una versione demo di Katia posta a chiusura del latro A. Il brano di apertura, Le insegne pubblicitarie, prende l'articolo, omesso sul singolo del 1966. Non tutti i brani sono degni di nota, ma alcuni - quelli registrati sul finire del decennio -  si distinguono per le influenze psichedeliche e progressive, grazie al cambio repentino dei ritmi e dei tempi e all'uso del flato traverso. 



I Fantom's continuano a collaborare con alcune compagnie teatrali d'avanguardia e passano poi alla Polydor, per la quale pubblicano un nuovo 45 giri, Felicità vuol dire/Katia, nel gennaio 1970, con scarso successo. Ciò segnerà la fine della breve esperienza musicale dei Fantom's.


Si sciolgono nel 1971 e Luigi e Spartaco fondano un gruppo di rock progressivo, Le Ceneri, che poi, a metà degli anni settanta, si sposterà verso il pop cambiando il nome dapprima in The Lady e poi, nel decennio successivo, in Lady Music, con l'inserimento di altri due musicisti, Loris Trovesi alla batteria e Emanuele Albertelli alle tastiere. Ho trovato un interessante articolo su "Torino XL" che contestualizza in modo efficace i Fantom's nella realtà del capoluogo piemontese agli albori degli anni '60. Leggetelo perché ne vale la pena. Lo troverete qui. Invece sul blog amico "Le note di Euterpe" vi è una ottima recensione del 45 giri We Shall Overcome/Come By Here (qui).
E' tutto, cari. Vi auguro buon ascolto ricordandovi che i commenti sono sempre graditi.


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Post by George