Solo due righe "captainesche" per introdurre un post speciale davvero tutto da leggere, oltre che da ascoltare. A scrivere con il cuore è il nostro grande amico Frank-One, che ci dona una testimonianza unica ed emozionante (ricca anche di retroscena inediti) circa questa talentuosa artista, per molti versi sfortunata, con la quale condivise una profonda amicizia ed una frequentazione di diversi anni. Grazie Francone, sei un grande uomo ;)
Conobbi Donatella Bardi nel 1987, benché il nostro primo incontro fu molti anni prima: era il 1975 o il 1976, e a Quarto Oggiaro (non idilliaco quartiere della periferia milanese) andai a vedere un concerto del quasi esordiente Eugenio Finardi. Una volta dentro mi sedetti vicino ad una bellissima ragazza più grande del sottoscritto, allora quindicenne. Durante un tentativo di sfondamento di un folto numero di giovani, e dopo un assolo del chitarrista, la ragazza mi disse: “Quello è mio fratello”. Sapendo che il chitarrista era Lucio Bardi ne trassi le dovute conseguenze, ma ahimè tutto finì lì. Fu più di 10 anni dopo che accadde l’incredibile: telefonando da una cabina ad una mia amica di nome Donatella, mi rispose una voce che, alla mia domanda: “Pronto, Donatella?”, rispose: “Si, ciao come stai?”. Impiegammo non più di un minuto per capire che avevo sbagliato numero, ma lei invece di chiudere mi disse: “Ma dai, è incredibile! Come è possibile?”, e volle sapere cosa facessi nella vita, se mi piacesse la musica, perché lei, Donatella Piccolo, era cantante lirica. Dissi che sì, la musica mi piaceva, ma non la lirica, e lei di rimando: “Sai, tanti anni fa io cantavo con artisti un po’ di nicchia, un po’ particolari, non credo tu li conosca: Claudio Rocchi, Alberto Camerini, forse conosci Eugenio Finardi”, al che le dissi: “Ma scusa, allora tu sei Donatella Bardi, mi hai detto un altro cognome!”, “Si, perché è il mio nome da sposata, ma sono proprio io”. Questa volta non mi feci scappare questa pazzesca occasione, e cominciammo una frequentazione che durò quasi due anni: mi fece conoscere suo marito Enrico, i suoi tre figli, la meravigliosa mamma Paola, titolare allora di una Galleria d’arte, l’Aleph, in Corso Garibaldi ed il papà Mario, famoso pittore siciliano i quadri del quale trovai in molti angoli dell’isola suddivisi in musei, ristoranti, luoghi d’arte, e che tra l’altro prestò nel recitato in dialetto siciliano presente nel disco di Donatella. L’unico che intravidi poche volte nel loro appartamento di Via Castelvetro fu il fratello Lucio, divenuto nel frattempo quotato turnista, prima con Finardi e Edoardo Bennato, ed in quei giorni in tourneè con Francesco De Gregori.
Fu in quelle frequentazioni che mi raccontò tantissimi aneddoti e dettagli sulla sua precedente esperienza musicale (a proposito, nel corso della telefonata si presentò come cantante lirica in quanto stava prendendo lezioni di canto, in quegli anni, da una famosa insegnante, della quale ahimè non ricordo più il nome…). E così mi raccontò de Il Pacco e degli Anyway Blues (già presenti nella StratoSfera), gruppo quest'ultimo che la accompagnò nel suo unico album; di come il suo primo concerto fu, ancora quindicenne, col suo compagno di allora Alberto Camerini, due chitarre e voci, su una panchina di Via San Simpliciano, zona Brera di Milano; delle sue frequentazioni di concerti e e raduni alternativi di quegli anni: Parco Lambro, Ballabio, Alpe del Vicerè. Quando, in quest’ultimo, il comune tolse la luce, lei improvvisò un concerto alla luce dei fari dei furgoncini con Claudio Fucci, i Come le Foglie, Camerini (evento confermatomi dallo stesso Claudio molti anni dopo, durante un’intervista nella trasmissione From Genesis… di Radio Popolare). Mi mostrò i carteggi degli studi vocali effettuati col grande Demetrio Stratos poco prima della sua scomparsa (se penso che alcuni di questi me li aveva donati ed io… li dimenticai a casa sua in Piazza Tripoli, non riesco a farmene ancora oggi una ragione!).
E fu alla morte di Demetrio che, colta da una forma di depressione, nonché dalla necessità di andare un bel po’ lontano da alcuni problemi che la stavano attanagliando, decise di andare in Brasile, terra natia di Camerini, a disintossicarsi dalle scorie e dai residui dei problemi italici. Ed è proprio mentre era lì che fu contattata da Fariselli, mi sembra, o da qualcun altro dello staff Area, lei che era stata dopo Camerini compagna per lungo tempo di Paolo Tofani, per chiederle se avesse voluto prendere il posto dello scomparso Demetrio negli Area, visto che lei aveva seguito a lungo il maestro anche nei suoi studi. Ebbene, lei rispose di si, purchè venisse dato più spazio dal vivo alla sua produzione rispetto a quella del gruppo milanese. Questa era Donatella, fiera forse oltremisura del suo operato, tanto da rifiutare i contratti dalle major italiche di allora quali Cramps, tanto che preferì comparire con lo pseudonimo di Caramella in alcune sue presenze con artisti di questa casa discografica, della RCA e della EMI. Alla fine firmò nientepopodimeno che con la Elektra, quelli dei Doors e dei Queen per intenderci.
Tornando alla relazione con gli Area, poichè chiaramente la proposta di Donatella era inaccettabile da parte loro, o per lo meno da quanto ne rimaneva dopo lo scomparsa di Demetrio e l’abbandono in favore della filosofia Hare Krisna di Tofani, non se ne fece più nulla, e Donatella tornò mesi dopo col desiderio di rientrare nei circuiti abbandonati con la sua partenza. Ma a quel punto, con la new wave ed il punk dilaganti, i cantautori abbastanza alla corda ed il finire del periodo progressive, la cosa non era facile, da qui i suoi tentativi di rigenerarsi in una veste lirica. Vorrei qui sottolineare che quanto da me descritto sui contatti con gli Area, mi fu da lei raccontato personalmente, ma non ho mai avuto occasione di averne una conferma da alcuno degli interessati, insomma va preso come un "ipse dixit".
Donatella era nata a Torino nel 1954, benché nel Dizionario della canzone italiana Curcio Editore vi sia scritto: “Donatella Bardi: Cantautrice singolare e interessante che non è riuscita a concretare il suo potenziale. Nata in Sicilia, si trasferisce presto a Milano, dove entra in contatto con il cantautore Claudio Rocchi, che ne influenza parzialmente lo stile, e con altri esponenti della scena pop lombarda degli anni 70, come Eugenio Finardi e Alberto Camerini. (Aggiungo io che frequentò il Liceo Classico Beccaria dal quale uscirono lo stesso Camerini, gli Stormy Six, Enrico Nascimbeni, e nel quale insegnò qualche anno dopo, quando lo frequentai io, Roberto Vecchioni. ndr). L’unica testimonianza su disco è A puddara è un vulcano, tentativo di allontanare le influenze esterne che ne stavano minando l’originalità e di mettersi alla ricerca delle proprie radici. Degna di nota è la partecipazione al sottovalutato disco di Nino tristano, Suonate suonatori, tra i primi esempi di contaminazione tra musica popolare tradizionale e influenze rock”. La firma delle note è M.C., che nella didascalia iniziale dell’opera dovrebbe essere Massimo Cotto. Per quanto riguarda il citato "Suonate Suonatori" avevo già scritto, nei commenti alla sua pubblicazione sulla StratoSfera, che Donatella mi raccontò che avrebbe voluto essere una sorta di Nuova Compagnia di Canto Popolare settentrionale, diciamo sui generis, con un ensemble incredibile di giovani musicisti, cito qua e là: Alberto Camerini, Eugenio Finardi, Gigi Belloni (il Pacco), Dario Guidotti della Treves Blues Band, Cacao e soprattutto dei Jumbo, così come Daniele Bianchini e Ezio Malgrati, Lucio di Crema, che altri non è che Lucio Fabbri, allora spesso definito anche Lucio Cremino Fabbri.
Donatella è sempre stata sottovalutata dai critici musicali dell’epoca, o meglio tutti ne riconoscevano le meravigliose capacità canore/vocali, tanto da apparire in molti album di cantautori e gruppi di quegli anni non da semplice corista o seconda voce, ma quasi voce solista, come in Chiaro di Loy & Altomare, dove 6 brani su 8 la vedono protagonista col suo indispensabile e fondamentale apporto. Eppure Angiolini e Gentile nel 1977 in Note di pop italiano ed. Gammalibri scrivono: “Amabile e dolce, la Bardi ha dipinto per anni a Milano le sue canzoni con chitarra, tutte soffici e concilianti anche negli “anni caldi”, al seguito del carrozzone di Re Nudo, ha dispensato con monotonia ma sempre con delicatezza, incertezza, riflessioni e messaggi d’amore. Poi dopo una crisi mistica e personale che l’hanno condotta per un paio d’anni in una comune siciliana (nella quale sono state scattate le foto nelle quali compare lei con Alberto Camerini donatemi dall’amico fraterno Fabio
Treves e qui presenti ndr), ha inciso il suo primo disco e per ora ultimo album, A puddara è un vulcano. Dopodiché sembra aver chiuso l’attività: spezzato il sogno freak e uscita malamente da un brutto miscuglio di pillole, la Bardi si guarda intorno e non canta né suona”.
Ed un paio di anni dopo il solo Enzo Gentile in Guida critica ai cantautori italiani, sempre ed. Gammalibri rincara la dose: “Tra i ricordi lontani che si rincorrono, in pieno tema “revival”, non sfugge la figura di Donatella Bardi, presente come attivista nel “movement” musicale alternativo dei primi anni 70, in un circuito che faceva riferimento agli strattoni organizzativi di Re Nudo. Chiamata a cospargere di dolcezza e di amore le platee e i primi festival ruspanti, fece subito un ottimo effetto sui “freak” nostrani, che ritrovavano in lei garanzie di dolcezza e di tenerezza, in evidente simbiosi con la West Coast. Suono acustico, ballate esili e delicate come il suo sguardo, la Bardi fu ospite di alcune incisioni del primo Claudio Rocchi, venendo ribattezzata da qualche buontempone “Jony Mitchell dei poveri”. Il contratto discografico da solista arrivò come sempre troppo tardi, quando ormai la vena e la volontà erano sbollite a favore di un disimpegno e di una discrezione abbastanza diffuse con il rifluire dell’intero circuito, nato sull’improvvisazione, sulle speranze e a corto di ossigeno, energie e mezzi materiali. La WEA le ha dato ospitalità per un album A puddara è un vulcano, edito nel 75 senza troppa convinzione da parte di tutti; carino e dispensatore di una simpatia epidermica, il disco resta isolato e senza seguito. Alle prese poco tempo dopo con una grave intossicazione a base di brutti e poco chiari intrugli di pillole, la Bardi si astrae dalle scene: un’etichetta milanese attende da un paio di anni del suo materiale da pubblicare, ma invano. Negli ultimi mesi del 79 si ritorna a parlare di lei tra addetti ai lavori, canticchia un po’ a fianco di Enrico Nascimbeni e forse la cosa avrà seguito.”
Ed un paio di anni dopo il solo Enzo Gentile in Guida critica ai cantautori italiani, sempre ed. Gammalibri rincara la dose: “Tra i ricordi lontani che si rincorrono, in pieno tema “revival”, non sfugge la figura di Donatella Bardi, presente come attivista nel “movement” musicale alternativo dei primi anni 70, in un circuito che faceva riferimento agli strattoni organizzativi di Re Nudo. Chiamata a cospargere di dolcezza e di amore le platee e i primi festival ruspanti, fece subito un ottimo effetto sui “freak” nostrani, che ritrovavano in lei garanzie di dolcezza e di tenerezza, in evidente simbiosi con la West Coast. Suono acustico, ballate esili e delicate come il suo sguardo, la Bardi fu ospite di alcune incisioni del primo Claudio Rocchi, venendo ribattezzata da qualche buontempone “Jony Mitchell dei poveri”. Il contratto discografico da solista arrivò come sempre troppo tardi, quando ormai la vena e la volontà erano sbollite a favore di un disimpegno e di una discrezione abbastanza diffuse con il rifluire dell’intero circuito, nato sull’improvvisazione, sulle speranze e a corto di ossigeno, energie e mezzi materiali. La WEA le ha dato ospitalità per un album A puddara è un vulcano, edito nel 75 senza troppa convinzione da parte di tutti; carino e dispensatore di una simpatia epidermica, il disco resta isolato e senza seguito. Alle prese poco tempo dopo con una grave intossicazione a base di brutti e poco chiari intrugli di pillole, la Bardi si astrae dalle scene: un’etichetta milanese attende da un paio di anni del suo materiale da pubblicare, ma invano. Negli ultimi mesi del 79 si ritorna a parlare di lei tra addetti ai lavori, canticchia un po’ a fianco di Enrico Nascimbeni e forse la cosa avrà seguito.”
L’unico libro che di Donatella non ha un occhio, o meglio un orecchio così aspro e critico, è quello edito dalla redazione di Gong: “TOP MUSIC 77” Arcana editrice; “A puddara è un vulcano (Elektra 1976) è il disco fuga della giovane cantautrice che a un viaggio in India ha preferito la Sicilia a “cercar radici e a lavar la testa”. Figlia assieme ai Rocchi, ai Finardi e ai Camerini della Milano pop borghese anni ’60, cerca a fil di voce di superare la crisi e la fuga proponendo sé stessa, la sua storia, badando a non somigliare a nessuno. Nelle sue canzoni c’è l’aria delle feste di Re Nudo a Ballabio, all’Alpe del Vicerè/Monterey, anche se l’odore freak viene rigettato per una più consapevole coscienza nell’affrontare i problemi. Disco – fuga, pieno di contraddizioni, ma caldo, adatto ad orecchie poco esigenti e tuttavia testimonianza di una delle più belle e sprecate voci di casa nostra”.
Insomma non è facile inquadrare Donatella nel filone dell’epoca: sui libri di prog non compare, tanto che persino il Maestro Augusto Croce l’ha inserita solo negli ultimi anni, e probabilmente non a torto, nel suo ItalianProg. Ma anche i manuali sui cantautori tendono a dimenticarsene. Nel suo Dizionario dei cantautori edizione Garzanti, Giangilberto Monti non la cita affatto. Da me chiestone il motivo via mail, mi rispondeva che un libro simile non poteva comprendere tutti, ma solo i principali… ecc, negando di fatto l’importanza che Donatella ebbe in quegli anni. Ed invece come ricordò Claudio Fucci nel 2010, in occasione della presentazione della ristampa in cd del suo unico lavoro: “(...) di Donatella non potevi non innamorarti, non potevi non volerle bene. Lei è stata la voce femminile del Movimento di quegli anni (...)”. Ricordo l’emozione del mio incontro, dopo tanti anni, col fratello Lucio, che in realtà di me inizialmente non si ricordava, e la riproposizione di quasi l’intero album con l’intera line up originale. Unico neo, la voce era quella di Claudio, questo perché nel frattempo, nel Dicembre 1999, Donatella ci ha lasciato improvvisamente a causa di un’emorragia cerebrale a soli 45 anni (Rockol).
Come sempre accade, Donatella è molto più apprezzata ora che non c’è più, che durante la sua non facile vita. Ho trovato toccante la biografia e la recensione presenti in John’s ClassicRock, dove si parla anche dei singoli brani e della storia sia di Donatella che dell’album. Un articolo, come di consueto, molto preciso e puntuale, ed al quale vi rimando (grazie mille a John Martin).
Come potrete vedere, all’album A puddara è un vulcano ho aggiunto una raccolta di brani usciti in lavori di altri artisti ma nei quali la presenza di Donatella è stata fondamentale con la sua voce. I 6 brani dell’album Suonate suonatori, già prima citato, di Nino Tristano del 1972 si possono già trovare sulla StratoSfera, e sono quelli dove la voce di una giovanissima Donatella
lascia la sua impronta in modo particolare. Per completezza abbiamo
incluso anche quelli in una cartella a parte, anch'essa tra i link a
fondo post.
Passndo alle colaborazioni "eccellenti" di Donatella, partiamo con Volo Magico n.1 dall’album omonimo di Claudio Rocchi del 1971. A seguire il brano n. 2 Incoscienza, per me fulmine a ciel sereno in quanto sicuro di essere già in possesso dell’intera opera discografica di Donatella. E’ un’incisione presente nel cd allegato al libro Re Nudo Pop & altri Festival, di Matteo Guarnaccia edito per Volo Libero Edizione. E a proposito di Volo Libero Edizioni, qua devono cominciare i miei ringraziamenti, in quanto è grazie anche al titolare Claudio Fucci che è stata possibile la pubblicazione dell’unico lavoro della Bardi, ed è per questo che come segno di riconoscenza vi pregherei almeno di visitare il suo interessantissimo sito, troverete pubblicazioni veramente magnifiche. Ma tornando ad Incoscienza, è questo un brano del gruppo milanese Come le Foglie, presente nel loro lavoro AliAnte uscito qualche anno fa per BTF/AMS edizioni appunto Volo Libero, nonchè nelle varie raccolte precedenti riguardanti questo gruppo. Qui è presente una versione registrata a Catania dalla sola Donatella Bardi accompagnandosi alla chitarra nell’ambito di un Festival Pop. Sicuramente si trattava di una cassetta che ha purtroppo manifestato nella resa il famigerato effetto spira, ma rimane pur sempre un documento eccezionale.
Passndo alle colaborazioni "eccellenti" di Donatella, partiamo con Volo Magico n.1 dall’album omonimo di Claudio Rocchi del 1971. A seguire il brano n. 2 Incoscienza, per me fulmine a ciel sereno in quanto sicuro di essere già in possesso dell’intera opera discografica di Donatella. E’ un’incisione presente nel cd allegato al libro Re Nudo Pop & altri Festival, di Matteo Guarnaccia edito per Volo Libero Edizione. E a proposito di Volo Libero Edizioni, qua devono cominciare i miei ringraziamenti, in quanto è grazie anche al titolare Claudio Fucci che è stata possibile la pubblicazione dell’unico lavoro della Bardi, ed è per questo che come segno di riconoscenza vi pregherei almeno di visitare il suo interessantissimo sito, troverete pubblicazioni veramente magnifiche. Ma tornando ad Incoscienza, è questo un brano del gruppo milanese Come le Foglie, presente nel loro lavoro AliAnte uscito qualche anno fa per BTF/AMS edizioni appunto Volo Libero, nonchè nelle varie raccolte precedenti riguardanti questo gruppo. Qui è presente una versione registrata a Catania dalla sola Donatella Bardi accompagnandosi alla chitarra nell’ambito di un Festival Pop. Sicuramente si trattava di una cassetta che ha purtroppo manifestato nella resa il famigerato effetto spira, ma rimane pur sempre un documento eccezionale.
Il brano n. 3 è Bambulè dall’album Gelato metropolitano di Alberto Camerini del 1977, dove Donatella dona la voce in una canzone del suo allora compagno, benché per motivi contrattuali non fosse potuta apparire con nome e cognome, usando lo pseudonimo di Caramella. Il brano n. 4 è Senza senso, presente nell’album Dr. Jekyll Mr. Hyde del 1973 dell’Equipe 84, dove all’interno, nelle note, si legge: “voce di Senza senso : dolce Donatella” I brani dal 5 al 10 inclusi sono presenti nell’album Chiaro di Loy & Altomare del 1974, dove non avrebbe affatto scandalizzato se Donatella fosse stata aggiunta come terza artefice del disco, date le numerose tracce e l’importanza della sua presenza nelle stesse. Il brano n. 11 Grande (e)vento oggi in Toscana nell’album Non ce n’è per nessuno di Claudio Rocchi del 1979. Qui Donatella mi raccontò che Rocchi dopo la registrazione in studio le disse: “Brava, la tua voce è ancora okay” accompagnando il tutto con un eloquente gesto. Nel brano n. 12 La clef des songes di Enrico Nascimbeni, dall’album Verso il mare, Donatella canta nella parte iniziale. Ricordate? Già sopra si parlava di questa collaborazione col cantautore milanese, ed infatti nel disco compaiono altri 2 brani alla cui composizione Donatella ha avuto parte attiva : Nenusa e Parigi (un’assenza), nei quali però non canta.
Il brano n. 13 Proviamo un po’ a scioglierci mi riempì di emozione quando lo trovai nell’album Claudio Rocchi del cantautore milanese del 1998. Mi fece sperare che come l’ormai ex Hare Krisna era tornato a produrre musica, lo stesso potesse accadere per Donatella, che tra l’altro sapevo nel frattempo essersi dedicata al teatro e alla regia. Ahimè non fu così. Anni dopo chiesi a Fabio Treves se avesse incontrato Donatella nella registrazione del brano in questione, che vedeva anche la sua presenza, per sapere come l’avesse trovata, poiché erano più di 10 anni che non avevo avuto sue notizie. Fabio purtroppo non la ricorda, tanto da indurmi a credere che la registrazione sia stata fatta in tempi e momenti diversi, per poi riversare il tutto in un unico prodotto finale. Ed infine cari amici vi lascio con un regalo che ha fatto luccicare gli occhi del fratello di Donatella, Lucio Bardi, quando gliene ho fatto dono: si tratta di un’incisione artigianale che vede lo stesso Lucio alla tastiera e Donatella che canta Over the rainbow di Gershwin da par suo.
Molte altre sono state le partecipazioni in altri album e altri gruppi, da Simon Luca e l’Enorme Maria (Per proteggere l’enorme Maria), a Eugenio Finardi in Diesel, a Claudio Rocchi Sulla soglia del 1998, ma il suo intervento è stato solo coristico, come nel brano Tutto passa Volo magico n. 3 sempre dall’album Claudio Rocchi già citato. Donatella mi disse di aver preso parte anche al 45 giri del gruppo 451 Ho in mente te / New wave Rho, pubblicato dalla Italian Record nel 1980, ma una volta riuscito a procurarmelo non ho avuto modo di riscontrare alcuna voce femminile se non nei cori. A mio sapere una sola è la partecipazione di Donatella non in mio possesso: mi raccontò di avere preso parte ad un disco di Enrico Rava, ma le mie ricerche non hanno mai portato ad alcun risultato, nonostante avessi negli anni chiesto ad esperti di jazz del calibro di Battistella di Black Saints o Marcello Lorray titolare della trasmissione Jazz Anthology a Radio Popolare.
Io qua mi fermo, ma prima altri doverosi ringraziamenti:
a Claudio Fucci e alla Volo libero edizioni come precedentemente già argomentato. Al fraterno amico e a voi già ben noto Matthias Scheller, titolare di BTF/AMS, che come sempre nulla ha opposto alla pubblicazione di un lavoro del quale detiene i diritti, da qui la mia preghiera come minimo segno di ringraziamento a visitare il suo magnifico sito. Al blues brother Fabio Treves che negli anni mi ha regalato molte foto di Donatella, da sola e con Camerini, una delle quali compare anche nella ristampa del cd, del quale vi fornisco anche copia del libretto interno con tutti gli interventi dedicati al ricordo di Donatella, da parte dei musicisti dell’album e di Alberto Camerini suo storico compagno, come da lui spesso ricordato anche nel concerto La Notte delle chitarre Parco Lambro e dintorni, registrato nell’auditorium Demetrio Stratos di Radio Popolare e già presente sulla StratoSfera. Ed infine un ricordo pieno di commozione ed affetto per quella meravigliosa creatura che troppo presto ci ha lasciati: Ciao Tella, sei sempre nel mio cuore.
Carissimo, non perdo tempo, e voglio essere il primo a congratularmi con te per questo post unico e commobìvente. E' giocofacile perchè l'ha appena postato per te sul blog, ma il lavorarci e averlo letto più e più volte ha mosso molte emozioni in me, immagino quindi cosa sia stato lavorarci per te... Complimenti per il coraggio e grazie per averci arricchiti con un sacco di informazioni interessantissime, che rendono onore ad un'artista che mai come in questo caso avrebbe meritato di più. Un abbraccio
RispondiEliminaHo cominciato ad ascoltare musica nel 1974, la mia passione è sempre stata il progressive più sperimentale e l'elettronica, ma Donatella Bardi... era di un altro mondo. Donatella era come un magico usignolo, e le canzoni di A Puddara sono bellissime. "Punto a capo", "Regina in questa età" e "No (Donatella)" sono una terna di canzoni splendide nella loro bellezza e semplicità, mi commuovono sempre ascoltandole. La splendida voce di Donatella e le sue canzoni mi riempiono il cuore di gioia e serenità, e mi ricordano che gli anni 70 erano anni di sogni, speranze, illusioni. Ascoltare la magica voce di Donatella ci fa capire che quei sogni e quelle speranze non sono mai svaniti, rimangono qui per noi e per sempre.
RispondiEliminaGrazie mille Frank-one per il post e i preziosi ricordi condivisi qui nella stratosfera!
Donatella era la fata/musa di quel circolo musicale milanese, che tanto ha dato......grazie della narrazione e dei ricordi, sono ritornato giovane per un poco, leggendoli!
RispondiEliminaVorrei ringraziare anch'io Frank-One per questo bel post molto completo e soprattutto per aver condiviso tanti ricordi personali, contribuendo a dare di quest'artista fragile e sfortunata un ritratto molto intenso.
RispondiEliminaCaro Frank-One, sono di qualità eccelsa sia la vocalità di Donatella, sia quanto hai scritto su lei, dato che hai avuto il grandissimo privilegio della sua amicizia: grazie di esistere!!
RispondiEliminaGrazie, grazie davvero amici per le belle parole e la compartecipazione. Avevo promesso questo post da almeno....3 anni (correggimi Capitano se sbaglio), ma volevo creare qualcosa di ...magico, di unico, di memorabile, insomma spero di esserci riuscito. Una sola cosa ho dimenticato, ed utilizzo questo spazio per completare: il bell'album trigatefold non fu un'idea di DONATELLA, ma anzi lei non era assolutamente d'accordo. Sembra che questa impaginazione così ridondante abbia fatto levitare persino il prezzo del disco stesso, ed inoltre altra lacuna alla quale lei avrebbe voluto supplire, ma la casa discografica non ne volle sapere, fu la totale assenza dei testi, eccezione fatta per il recitato del lapà Mario, sia nella copertina che in un eventuale inner non previsto. Per questo motivo lei non amava non tanto l'album dal punto di vista musicale, all quale era molto affezionata, ma la copertina e e la grafica dell'impaginazione della quale era totalmente in disaccordo, Grazie amici per le belle considerazioni, e a presto , Frank - One
RispondiEliminaCarissimo, penso che la tua stima di 3 anni circa sia appropriata, ma quello che posso dire oggi è che è valsa la pena di aspettare. Grazie ancora anche per le emozioni
EliminaUna delle più belle voci italiane. Una ventata di freschezza ancora oggi.
RispondiEliminaA proposito è possibile postare gli Alunni del Sole con Jenny e la bambola del 1974? Sarebbe un bel regalo.
RispondiEliminaCaro Frank-One, dopo averti ringraziato sulla e.mail privata, lo faccio ora pubblicamente. Un post magistrale, non solo per le enciclopediche informazioni, ma il sentimento che trapela da ogni riga. Grazie per questo magnifico regalo pre-vacanziero.
RispondiEliminaGrazie Frank-one per il tuo MAGNIFICO post,scritto con passione e dedizione,degno omaggio ad una grande artista.
RispondiEliminaDavid
Senza dubbio, una delle vette assolute della Stratosfera. Grazie Frank-One per la musica che ci regali e per le magnifiche parole che l'accompagnano.
RispondiElimina...purtroppo non riesco a scaricare le collaborazioni, perché mi negai il permesso. causa del pezzo dell'Equipe 84. Sono l'unico ad avere questo problema?
RispondiEliminapeccato per la compressione wma che ha una qualità veramente misera......( è una condizione per poterlo postare?)
RispondiEliminaGrazie infinite per questo post, conoscevo già il lavoro di Donatella Bardi ma questo posto mi e ci regala un approfondimento verammente prezioso.
RispondiEliminaGrazie ancora
Cari amici, prima di tutto un ringraziamento a tutti coloro che hanno voluto dedicare anche un briciolo del loro tempo per commentare ed apprezzare questo lavoro che, credetemi, mi è costato molto in termini di tempo, ma ancora di più e tanto di più in termini di coinvolgimento emotivo, e leggere che il tutto è stato recepito nella giusta lettura, beh, gratifica e non poco. Vorrei raccontare un piccolo aneddoto: oggi ero in BTF, e trovo il mio amico più volte citato Matthias Scheller. Pronto a ricevere un bonario cazziatone per avere "rubato" non pochi lavori di sua proprietà ed averli condivisi qui nella StratoSfera. Ed invece nonostante tutto si è complimentato per il post qui presente, e benchè avessi avuto modo di raccontare a lui ed all'altro sodale Renato Scuffietti ogni minimo particolare e dettaglio della mia amicizia con Donatella, mi ha confessato di essere rimasto ugualmente commosso. Matthias è una gran bella persona, e sono felice di poterlo annoverare tra i miei amici. Grazie a Voi tutti, Frank - One
RispondiEliminaIl post più bello che abbia letto in questi anni di silenziosa devozione alla Stratosfera. Con tocco delicato emergono le fragilità e la fierezza della donna e dell'artista. L'episodio del "gran rifiuto" agli area in nome di una libertà artistica rimasta poi sempre velleitaria chiarisce con dolente semplicità come Donatella fosse legata ad un'epoca diversa e tanto più ammantata di sogno di quel crudele autunno inoltrato dei seventies. Donatella fu veramente agnello sacrificale della fine dell'underground italiano e mai parole altrettanto sentite e competenti sono state spese sull'argomento come quelle di Francone qui per noi.Grazie Piergiorgio Pardo
RispondiEliminahabía escuchado sobre esta artista, ahora tendré la oportunidad de concerla, gracias a ustedes. Saludos afectuosos
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=UVmR-f3Gg3E
RispondiEliminaLavoro discreto
RispondiEliminaMichele D'Alvano
La versione di incoscienza di Donatella la registrai io da casa, su una cassetta, era il 14 12 1976, così scrissi sul mio diario scolastico, Donatella era ospite di Radio CTA, tra una parlata e l'altra con il conduttore della trasmissione, cantò vari pezzi, ricordo Nina di G. Bertelli...sono riuscito a ritrovare solo questo brano, li registrai nei fine cassetta, i soldi a 15 anni erano davvero pochi...anni dopo, tanti, finalmente trovai il vinile di A Puddara, grande emozione sempre mi regala la sua voce....
RispondiEliminaMeravigliosa testimonianza. Grazie di cuore.
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