esce nel 1979 il disco d'esordio degli Zeit, magnifico combo etno-jazz (world ante-litteram), il cui successivo lavoro: "Il cerchio degli antichi colori" abbiamo già proposto nella Stratosfera lo scorso anno. Anche questo album è stato prodotto dalla Materiali Sonori e per le informazioni relative al gruppo e all'area musicale di riferimento vi rimando al suddetto post, dove potete trovare alcuni cenni storico-critici ripresi da un articolo di Daniele Caroli per la rivista Superstereo.
il disco
all'ascolto risulta più acerbo del successivo e notevole disco, il mood è meno rurale del "tappeto volante" degli Aktuala, ma la sensazione è che lo spirito sia proprio quello: suoni acustici e arrangiamenti scarni che riempiono/spogliano i brani dando, a volte, la sensazione di una ricerca orientata allo studio delle possibili soluzioni armoniche degli strumenti; è comunque un'opera prima interessante, piacevole all'ascolto e con alcuni passaggi in cui è già presente il fascino distintivo dell'album seguente.
apre l'ascolto "ruz" trascinata dal violino di Paolo Chiavacci e sostenuta dalle ritmiche di chitarra e darbuka, mentre in "circus" il violino si occupa delle note basse in accompagnamento e la ciaramella di Andrea Tamassia vola a festa in primo piano; segue la breve ed evocativa "echi d'acqua" giocata tra gli intarsi dei dolci suoni metallofoni e il gorgoglio "didgeridoo" del marranzano di Grazia Scaramelli; a chiudere il primo lato "ritmo berbero" con Paolo Casu che disegna i suoni nomadi delle terre che abbracciano il mare-nostrum da sud: sonagli, piccole percussioni, qualche voce di fondo, il battere di un tamburo a cornice, campanelli, vibrafono ... e la nenia danzante di violino e ciaramella a guidare il cammino e allietare il percorso. Cambiamo lato e lo studio riprende con "mosaico" e le sue tessere strumentali (marranzano, chitarra, violino, metallofono...), prosegue con la sperimentazione di flauto e bottiglie nella breve "vetro e canne", ed approda al "tema oscuro" : qui la tensione sale e la ricerca sonora si spinge verso atmosfere più complesse da dove emerge appieno il pathos compositivo; l'epilogo è "sintesi", una dolce ballata intrisa di echi orientali e dal sapore struggente: forse chi solca le acque è lontano dalla propria terra e pensa alle genti che ha lasciato e a chi lo aspetterà.
01. ruz
02. circus
03. echi d'acqua
04. ritmo berbero
lato B
05. il mosaico
06. vetri e canne
07. tema oscuro
08. sintesi
FORMAZIONE:
Post by Odiladilu
TRACKLIST
:
lato
A 01. ruz
02. circus
03. echi d'acqua
04. ritmo berbero
lato B
05. il mosaico
06. vetri e canne
07. tema oscuro
08. sintesi
FORMAZIONE:
Paolo Casu (darbuka, dholak, metallofono, bendir, piatti, bottiglione)
Paolo Chiavacci (violino, metallofono)
Grazia Scaramelli (marranzano, tamburello, cimbali, sonagliere, triangoli)
Andrea Tamassia (chitarra, balalajka, ciaramella, flauti, tamburello, campanaccio)
Post by Odiladilu
molto interessante..!! grazie.. a internet...!!...che mi sta permettendo una piu' vasta cultura
RispondiEliminaDisco interessante e piacevole
RispondiEliminaMichele D'Alvano