TRACKLIST:
01. Esilio (5:07)
02. Di buio e luce (5:56)
03. Alzo un muro elettrico (2:55) (Rovescio della Medaglia cover)
04. Stazione Getsemani (5:32)
05. Lotta per il dominio (4:01)
06. Caronte (3:24) (Trip cover)
07. L'Incontro (Stratosfera, l'Angelo) (9:01)
08. La sfera (5:24)
09. Orizzonte anima (5:23)
FORMAZIONE:
Lorenzo Giovagnoli / voce, tastiere
Boris Bartoletti / chitarre elettriche e acustiche
Valerio De Angelis / basso
Federico Filonzi / batteria
Nel gran calderone dei gruppi italiani di new progressive occorre procedere con delle inevitabili selezioni prima di trovare un gruppo che esprima originalità e non si limiti (si fa per dire) a ricalcare quanto già realizzato in passato. Una band decisamente interessante sotto questo punto di vista è quella degli Odessa, un quartetto di ottimi musicisti provenienti dalle Marche. Un innegabile punto di forza è rappresentato dal cantante, quel Lorenzo Giovagnoli, impegnato anche alle tastiere, in particolare l'organo Hammond, che possiede una voce potente che per molti versi (e lo sentirete) ricalca il sempre amato Demetrio Stratos. Il suono che scaturisce dalle 9 tracce è molto compatto: d'altronde ci troviamo di fronte alla classica formazione a quattro, chitarra, tastiere, basso e batteria che non lascia dubbi sul sound prodotto Tra i solchi fanno capolino anche due cover, riproposte con originalità: "Alzo un muro elettrico" del Rovescio della Medaglia" e "Caronte" dei Trip.
"Avere una passione per gli anni '70 e volerla esternare... questa forse la spinta che ha mosso i marchigiani Odessa ad iniziare la strada che li ha portati a questo loro primo album. Forse ancor più di altri gruppi più o meno apparentemente legati al decennio d'oro, essi riescono a rendere palpabile e, soprattutto, ascoltabile quello che avrebbe potuto essere il percorso musicale di uno dei migliaia di gruppetti esistenti nella nostra penisola tre decenni fa; molti di essi non giunsero neanche ad incidere un 45 giri... adesso è invece un gioco da ragazzi pubblicare un album intero.
Se il disco degli Odessa fosse uscito allora non so se avremmo ascoltato le stesse (apparenti o reali) sonorità e riferimenti, le quali (cover a parte) parlano di Rovescio della Medaglia, Area e Banco, ma si può anche non parlare di influenze, citazioni eccetera. Si potrebbe anche parlare di immersione culturale, non credete? Fatto sta che comunque il disco è effettivamente molto valido e godibile, sia dal punto di vista creativo che da quello prettamente strumentale. Magari gli strumenti non saranno tutti vintage, ma già l'Hammond e l'atmosfera generale delle 9 canzoni fanno molto in tal senso. Per il resto c'è da dire della ritmica brillante e scoppiettante che riveste le composizioni leggermente jazzate, del cantato molto alla Stratos (non con le stesse capacità vocali ovviamente, ma che non sfigura troppo), di un gruppo che da oggi annoveriamo tra le perle di questo nostro Prog italico".
terminata la recensione passiamo alla discografia degli Odessa. Dopo l'esordio del 1999, trascorsi ben 10 anni, nel 2009 si affaccia sul mercato la seconda prova, "The Final Day (il giorno del giudizio), disco che segna un cambio stilistico non indifferente e che, qui lo dico e qui lo nego, non mi ha per nulla entusiasmato. Seguiranno - anche qui dopo 13 anni - "L'alba della civiltà" (2022), 2Live at ProgSud 2003" (2023) e il recente "Stazione Getsemani XXV" (2024), il remake del loro disco d'esordio. Oltre agli album sono stati realizzati ben 5 singoli nel 2021-2022. Decisamente gradevole è il live 2003 (lo potete ascoltare in streaming su Banccamp) con molte tracce da"Stazione Getsemani" e cover di storici gruppi quali King Crimson e Led Zeppelin.
Con questo è tutto. Buona ascolto, cari amici.
Post by George - Music by Osel
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