sabato 22 luglio 2023

Serie "Historic Bands Live in Italy" - Capitolo 84 - Eric Clapton Italian Concerts 2006: Lucca Summer Festival (7 luglio) & Umbria Jazz (Perugia, 8 luglio)

 

Quando si parla di Eric Clapton si entra a capofitto nella storia e nella leggenda del blues e del rock. Abbiamo quest'oggi l'opportunità di ascoltarlo in due diversi show tenuti in Italia nell'estate 2006, uniche due tappe italiane del suo gigantesco World Tour. Il grandioso bootleg contenente il concerto di Lucca mi è stato inviato pochissimi giorni fa dall'amico Marco Osel (grazie, come sempre, my friend, mi stai veramente viziando) e l'ho associato a quello presente nei miei archivi, ovvero il concerto di Perugia. Eh sì, perché il grande "slowhand", nel 2006 tenne solo due concerti sul nostro patrio suolo: il primo a Lucca il 7 luglio, in occasione del Lucca Summer Festival, il secondo a Perugia, l'8 luglio, all'interno della storica rassegna "Umbria Jazz". L'opening act fu affidato nientemeno che a Robert Cray., altra leggenda del blues. In merito ai contenuti e alla qualità di registrazione dei due bootleg, ovviamente il soundboard del concerto di Lucca è imparagonabile. Mancano però due brani, quello di apertura (Pretending) e quello di chiusura (Crossroads). la scaletta è uguale, ma il concerto di Perugia, un audience di modesta qualità, è completo. E ora diamo spazio alla musica.

Eric Clapton - Lucca Summer Festival, Piazza Napoleone, Lucca, 7 luglio 2006 (soundboard) 


TRACKLIST CD 1:

01. So Tired (fade in)
02. Got to Get Better in a Little While
03. Old Love (with Robert Cray)
04. Everybody Ought to Make a Change
05. Motherless Children
06. Back Home
07. I Am Yours
08. Nobody Knows You
09. Running on Faith

TRACKLIST CD 2:

01. After Midnight
02. Little Queen of Spades
03. Let it Rain
04. Wonderful Tonight
05. Layla Part 1
06. Layla Part 2
07. Cocaine


Il Lucca Summer Festival, in quell'edizione ospitò, oltre a Clapton che aprì il festival, artisti del calibro di Roger Waters, Tracy Chpman, Santana, Massive Attack, Lee Ryan, Placebo e Simply Red. Gli artisti italiani presenti erano Riccardo Cocciante e Giorgia. Lo show di Eric Clapron venne trasmesso in diretta da Radio Rai 1, da cui venne tratto il bootleg, opportunamente "ripulito" dalle presentazioni e dai commenti dei conduttori. La qualità della registrazione, essendo un soundboard, è naturalmente di ottima qualità. Di seguito le copertine "alternative"



Eric Clapton - Umbria Jazz 2006 - Arena Santa Giuliana, Perugia, 8 luglio 2006 (audience)


TRACKLIST CD 1 (album wrap):

01.Pretending
02. So Tired
03. Got To Get Better In a Little While
04. Old Love (with Robert Cray)
05. Everybody Ought to Make a Change
06. Motherless Children
07. Back Home
08. I Am Yours
09. Nobody Knows You
10. Running On Faith

TRACKLIST CD 2 (album wrap):

01. After Midnight
02. Little Queen Of Spades
03. Let It Rain
04. Wonderful Tonight
05. Layla
06. Cocaine
07. Crossroads (with Robert Cray)

Robert Cray Band a Perugia

La recensione e le foto dei due concerti pubblicate sul sito "Il popolo del blues" a cura di Giovanni De Liguori (che ringrazio)


"Prepararsi ad un concerto di Eric Clapton può significare tante cose. Clapton è indiscutibilmente una delle poche icone viventi che ben rappresenta oltre 30 anni di musica rock e blues. Si resta quasi inebetiti al pensare a quante epoche, quante cose, quante avventure, si sono susseguite nella storia del rock sotto la firma di Eric Clapton. Prepararsi ad un concerto di Eric Clapton può tuttavia significare anche non sapere a cosa si va incontro di preciso: tutti sappiamo infatti che, a dispetto della gigantesca bravura del Nostro, la sua produzione discografica ha sovente vissuto episodi a dir poco imbarazzanti.
Questa è la cronaca di due serate passate ascoltando Mr. Slowhand: la prima serata nella cornice di Piazza Napoleone in Lucca, in apertura del Summer Festival 2006 e la seconda serata in Perugia presso l'Arena S. Giuliana, spazio dedicato ai main events di Umbria Jazz 2006.


I concerti vengono aperti dalla Robert Cray Band, ormai affermato chitarrista blues dalla voce soul, sempre in bilico tra il voler essere un bluesman ed il voler diventare un vero e proprio soulman. Troppo dolce per essere blues e troppo amaro per poter essere soul. Quello che ne viene fuori, dopo tanti anni di carriera, è un grande storyteller, un ottimo chitarrista che sa cantare e sa scrivere testi. Esempio di questa carriera sulla borderline tra blues e soul sono i suoi successi che vengono puntualmente proposti sia alla audience toscana che a quella umbra: canzoni come "Phone boot" e "Strong Persuader" sono magistralmente eseguite, la sua chitarra è puntualissima e la band è precisa come un orologio. Ma non basta. Il blues è sangue, sudore e lacrime e ciò che viene fuori da Robert Cray ha sempre un retrogusto troppo zuccheroso per poter essere definito pienamente blues. Dopo mezz'ora di canzoni, Cray lascia il palco che viene ben presto occupato dalla band di Eric Clapton.


La band è formata da due giovani guitar hero, Doyle Bramhall II e Derek Trucks, la batteria di Steve Jordan, Chris Stainton e Tim Carmon alle tastiere e Willie Weeks al basso. Il tutto condito da una buona sezione fiati ed i cori. Quello che appare immediatamente è un Clapton che si diverte, che si è circondato di giovani musicisti quasi a volersi autopungolare alla ricerca di stimoli nuovi, di nuove emozioni. E lo stimolo principale è proprio lì. alla sua destra, con una Gibson diavoletto che più rossa non si può. Quel ragazzo biondo, di 26 anni, che sembra intimidirsi al suono della sua stessa chitarra, si chiama Dereck Truks, ha una sua band che ha sfornato uno dei cd più interessanti degli ultimi anni (The Derek Trucks Band), suona nella Allman Brothers Band del cui batterista (Butch Trucks) è il nipote.
Clapton non poteva chiedere di meglio per divertirsi ancora. Lo si intuisce sin dalla prima canzone, quella "Pretending" che anche se non appartiene al suo repertorio più nobile, fa comunque capire bene che siamo di fronte ad una band che ha un buon tiro, un sound corposo. Tuttavia è sempre lui, Mr. Slowhand, ad avere la meglio. Le sue dita scivolano sulla tastiera della chitarra come sul velluto tirando fuori quel suono unico, marchio di fabbrica di una leggenda che dura ormai da oltre trent'anni.


 Finalmente passati gli impomatati anni 80 fatti di abiti di Versace, improponibili look da dandy del blues ed ancora più improponibili produzioni discografiche, quello che è salito sul palco di Lucca e poi di Perugia è un signore che da qualche anno celebra il ritrovamento di una pace interiore, di una quiete, che deve il suo motivo soprattutto grazie all'ennesimo incontro con il blues più sincero. Le canzoni scivolano via lungo una setlist che alterna sapientemente brani del suo ultimo cd ("So Tired", "Back Home") a classici del blues come "Little Queen of Spades" ed a perle del suo repertorio come "After Midnight", "Wonderful Tonight" e l'immancabile "Cocaine". Robert Cray sale sul palco per celebrare con il Nostro la bellissima "Old Love" ed è la volta di un piccolo momento unplugged che vede il suo apice nel classico "Nobody Knows When You're Down And Out" ed in una toccante "Running On Faith". La bellissima "Little Queen of Spades" di Robert Jonhnson incarna il momento più blues di tutto il concerto e, più a Perugia che a Lucca, Clapton mette in riga tutti i chitarristi sul palco dimostrando a tutti di esserci e di volerci restare ancora a lungo.


I classici si avvicendano in una scaletta costruita ad arte per portare il pubblico in estasi ed è la volta di "Layla". Già. Proprio Layla. E proprio al fianco di un astro nascente della chitarra che si chiama Derek, che suona con gli Allmans, che suona la Gibson, che ha uno zio che si chiama Butch Trucks ed altri zii adottivi che si chiamano Jaimoe, Dickey e Gregg. Che cosa strana...semmai dovesse esistere un regno ultraterreno, sono sicuro che da qualche parte ci sarebbe un tizio che si chiama Duane il quale osserva la scena compiaciuto, strafatto e sorridente. Magie del rock. Unica nota negativa delle due serate è la perfetta identità delle due setlist che non lasciano quindi spazio ad alcuna sorpresa, benché la scaletta abbia avuto alcune modifiche nel corso del tour europeo (sono infatti mancate "Anyday" e "I shot the Sheriff"). Ma ce ne fossero di concerti identici di questo tipo, ce ne fossero di emozioni identiche di tale portata! 


Il finale, nel suo previsto bis, ci regala una "Crossroads" a 4 chitarre ed ancora una volta Eric Clapton mette in fila 3 generazioni di chitarristi nella esecuzione di questo classico, di questo ennesimo omaggio a Robert Johnson quasi a dimostrazione che tutto è nato lì, in quel famigerato crocicchio, da dove tutto ha avuto origine: dalla prima delle note all'ultima delle emozioni. Dove tutti noi abbiamo venduto l'anima per quella bellissima, irrefrenabile, magica, maledetta passione che si chiama blues".
Buon ascolto, cari amici


LINK Eric Clapton - Lucca Summer Festival 2006 CD 1
LINK Eric Clapton - Lucca Summer Festival 2006 CD 2
LINK Eric Clapton - Umbria Jazz 2006 - Perugia CD 1
LINK Eric Clapton - Umbria Jazz 2006 - Perugia CD 2

Post by George - Music by Osel (Lucca concert) & George (Perugia concert)

7 commenti:

  1. Una domanda, non ho tutta la discografia di EC, ma a parte Money and Cigarettes, che ho svenduto perché non mi piaceva, tra gli album che ho io, soprattutto anni 70, non ho notato grosse cadute di stile.
    Another ticket un po' anonimo rispetto agli altri, ma non inascoltabile. Journeyman un po' diverso dagli altri e un po' più "orecchiabile' ma comunque con brani come old love, running in Faith...
    Per curiosità, quando parli di uscite imbarazzanti, a quali album ti riferisci?

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  2. Caro amico, non sono in grado di fornire una risposta al tuo quesito, dal momento che quella affermazione (uscite imbarazzanti) non è mia ma di Giovanni De Liguori,(sito Il popolo del blues) come ho ben precisato, all'interno della sua recensione dei due concerti. Personalmente amo il Clapton degli anni d'oro, ad iniziare dall'epopea dei Cream e dei Derek & The Dominos. La carriera solista, a parte l'acquisto di qualche album live) l'ho seguita un po' distrattamente, anche se reputo dischi come "461 Ocean Boulevard" e "Slowhand" delle grandi prove. Forse Giovanni si riferiva a qualche prodotto uscito negli anni '80 o '90. Bisognerebbe chiederlo a lui. Ti saluto.

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  3. In effetti fra 80 e 90 ha fatto cose più pop ricordo anche un suo tristissimo concerto a bolognia in quegli anni in cui non fece quasi un assolo.fece una versione di layla di 3 minuti scarsi senza la parte lenta.
    Una delusione!
    Poi però è tornato al blues ed è rinato.
    Ovviamente c'è chi ha amato periodo pop......De gustibus

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  4. Dal punto di vista del virtuosismo puro nulla da dire su Eric Clapton, anche se come tecnica preferisco John McLaughlin. Ma non posso scindere la figura del musicista dall'uomo, quello che ha stuprato la moglie e ha detto che "l'Inghilterra è un paese bianco, via arabi musi neri e fottuti giamaicani", Non ci riesco, scusate. non potrei mai vedere un suo concerto (da allora) e guardare in faccia un essere del genere.

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    1. Che Clapton negli ultimi anni.abbia detto.un sacco di stronzate, fra covid razzismo e misoginia,è un fatto indiscutibile. ..ma non è il solo ....vedi van Morrison. ...Si vede che c'è un po di demenza senile.
      Se andiamo avanti così rischiamo di non poter ascoltare più nulla

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  5. Mi piacciono molto John Mayall & The Bluesbreakers with Eric Clapton, Me And Mr. Johnson (tributo a Robert Johnson) e relative sessions, che si possono apprezzare in questo bel video su youtube: https://www.youtube.com/watch?v=kkfawi5Losc
    e un pò meno le svolte pop, tuttavia è sempre un bel sentire. Grazie carissimi George ed Osel di questi due concerti.

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  6. Thank you. The sound is fantastic.

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