TRACKLIST :
1 Invasori (4.11)
2 Monj (4.33)
3 Miraggi (1.28)
4 Corallo (4.35)
5 Naufragio (2.59)
6 Arcipelago (5.57)
7 Bazar (4.36)
8 Xanadù (11.11)
9 Piccolo Re (7.01)
10 Njama (1.32)
1 Invasori (4.11)
2 Monj (4.33)
3 Miraggi (1.28)
4 Corallo (4.35)
5 Naufragio (2.59)
6 Arcipelago (5.57)
7 Bazar (4.36)
8 Xanadù (11.11)
9 Piccolo Re (7.01)
10 Njama (1.32)
Torna a trovarci l'amico Filippo, e qui finisce il mio compito, ovvero quello di introdurre la sua bella recensione di questo altrettanto bell'album...
"Mauro Paoluzzi, batterista dei Nuovi Angeli, collaborava con lo staff dei Madrugada sin dal loro primo album del 1974, e quando entra in sala di registrazione per incidere un album da solista a nome Pangea, chiama a se metà Madrugada (Gianfranco Pinto e Billy Zanelli), l'apprezzato fiatista veneto Claudio Pascoli e la moglie Luciana. L'album che ne esce è molto bello e vario, ed è costituito da 10 pezzi uniti a formare 2 suites sul tema del viaggio. Si parte con Invasori, fatta di voci e tastiere spaziali, che aumentano di volume fino ad un esplosione che introduce Monj, frammento completamente diverso, dall'atmosfera più leggera e pop, con bei soli di chitarra e la bella e poco invadente voce di Paoluzzi. Vibrafono e batteria lo collegano alla danza di Miraggi, sostenuta dai battiti delle mani. Breve ritorno alle atmosfere di Invasori con l'intro di Corallo, che si rivela poi anch'essa una danza, chiusa da vari suoni e rumori che lasciano il posto alla delicata Naufragio. Un solo di flauto si occupa del passaggio ai 6 minuti di Arcipelago, con un tema bellissimo ed elegante, che chiudono il lato A. Il lato B parte alla grande con la splendida Bazar, con chitarre di sapore indiano e un'ottima performance di Pascoli al sax, il tutto sostenuto da un ritmo avvolgente della batteria di Paoluzzi e dai potenti rintocchi del basso di Zanelli. Il piano, è invece protagonista della prima parte di Xanadù, il pezzo più lungo, affiancato da batteria, basso, ottoni e da una chitarra urlante, mentre ad un arpeggio di chitarra e a poche note di basso è affidato l'accompagnamento del cantato. Con l'entrata di batteria e piano inizia un crescendo che conduce alla parte finale della canzone, in cui il piano continua a giocare un ruolo molto importante. La successiva Piccolo Re è una canzone orecchiabile, con una melodia “da bambini” per il giovanissimo sovrano di cui narra il testo, ma spezzata da intermezzi originali e interessanti, e un arrangiamento molto curato. Chiude il disco la corta Njama, dove i vocalizzi di Luciana ci riportano all'inizio, suggerendo di riascoltare questo bel disco".
QUI : Invasori dei Pangea su Classic Rock
QUI : I Pangea su Italian Prog con un'intervista a Gianfranco Pinto
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QUI : I Pangea su Italian Prog con un'intervista a Gianfranco Pinto
Grazie Filippo per il grande post !!!!! Un album un pó discontinuo ma da ascoltare e possedere ciao.
RispondiEliminaSono d'accordo con te Franco, di più ne ignoravo l'esistenza. a tal proposito ignoravo anxche di Claudio Rocchi con gli Effervescent Elephant, della serie la strana coppia, appena uscito dal tascone di Eta Beta. Che, come già detto, nno è quello con l'aureola di atomi!!!
RispondiEliminaClaudio Rocchi con gli Effervescent Elephants,lo ignoravo anche io ,Eta Beta senza aureola di atomi é pieno di sorprese !!!! per nostra fortuna
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